
Forse non tutti sanno che oggi, 4 novembre, è festa nazionale. O meglio, sarebbe più corretto dire che era festa nazionale, ormai declassata a giorno ex festivo. Sì perché oggi ricorre l'anniversario dell'armistizio della prima guerra mondiale che pose fine al conflitto tra Italia e Impero Austro-ungarico; il 3 novembre 1918 i rappresentanti dei due schieramenti si incontrarono a Villa Giusti, a Padova, e firmarono il documento che tra le altre cose concedeva Trento e Trieste all'Italia. Contemporaneamente, il comandante supremo dell'esercito italiano Armando Vittorio Diaz rilasciò il Bollettino di Guerra n° 1268, meglio conosciuto come Bollettino della Vittoria, nel quale dichiarò che “l'esercito austro-ungarico è stato annientato”. Il giorno successivo, il 4 novembre 1918, l'armistizio entrò in vigore a tutti gli effetti sancendo, di fatto, la fine della Prima Guerra Mondiale per l'Italia.
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La storia della festa
Appena un anno più tardi, nel 1919, il 4 novembre venne dichiarata festa dell'unità nazionale e giornata delle forze armate, entrando di diritto nella raccolta delle festività nostrane più antiche;. Ma nel 1922, successivamente alla Marcia su Roma dei fascisti, cambiò nome in “Anniversario della Vittoria” assumendo una denominazione che richiamasse alla forza militare dell'Italia. E dopo la fine della seconda guerra mondiale, e il tracollo del regime fascista, nel 1949, il 4 novembre tornò ad avere il significato originale: la giornata delle forze armate e del completamento dell'Unità di Italia. Infatti con l'annessione di Trento e Trieste, prevista dall'armistizio, l'Italia completò il processo di unificazione iniziato nel Risorgimento; tant'è che la Prima Guerra Mondiale da molti italiani venne considerata come la quarta guerra di indipendenza italiana.
Perché il 4 novembre non è più un giorno festivo?
Una data che tuttavia agli italiani, soprattutto i più giovani, dice poco; infatti nel 1976 questa festa venne declassata a ex festivo. L'allora governo Andreotti, già ai tempi, doveva fare i conti con l'Austerity; si credeva infatti che stessero terminando le fonti energetiche e il petrolio, così per risparmiare fu rivisto il calendario delle feste nazionali e il 4 novembre divenne una “festa mobile”. Ma già nella seconda metà degli anni '60 questa festa era oggetto di continui attacchi e polemiche da parte delle frange più estreme della sinistra; specialmente durante la stagione politica del '68. Così in occasione del 4 novembre, gruppi di estrema sinistra, il movimento radicale e gruppi facenti parte del “cattolicesimo dissidente” diedero il via a contestazioni per chiedere il diritto all'obiezione di coscienza e, più in generale, per distribuire volantini che offendevano le forze dell'ordine, venendo per questo perseguiti.