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Educazione fisica scuola

Non è la classica richiesta di ripetizioni. Non si parla di matematica, inglese o italiano, ma di una materia insolita: educazione fisica. È stata la disperazione a spingere una madre a cercare un aiuto esterno per la figlia, alunna di prima media, che durante le ore di ginnastica viene continuamente mortificata dall'insegnante. La bambina è in sovrappeso e, secondo quanto racconta la mamma in un post sui social, viene criticata perché “non corre abbastanza o non salta abbastanza”.

Il messaggio della donna, condiviso online, ha subito catturato l’attenzione di molti: “Gente bella, ho bisogno per mia figlia di ripetizioni in educazione fisica. Lo so che sembra assurdo, ma il tennis che fa non risolve il problema”.

Una richiesta che mette in luce un aspetto spesso trascurato: l’educazione motoria, pensata per favorire benessere e socializzazione, può trasformarsi in un’occasione di disagio e ansia. Soprattutto se le relazioni tra studenti e insegnanti non sono equilibrate.

Indice

  1. L’educazione fisica tra benessere e criticità
  2. Un aiuto personalizzato per ritrovare sicurezza
  3. Ben oltre il recupero

L’educazione fisica tra benessere e criticità

Le ore di ginnastica sono tradizionalmente momenti di movimento e "gioco", ma a quanto pare possono anche diventare fonte di stress, soprattutto in un'età più fragile. 

In situazioni come quella della bambina, critiche e giudizi continui rischiano di generare tanta insicurezza, trasformando una materia educativa in un’esperienza negativa.

Un aiuto personalizzato per ritrovare sicurezza

La donna non cerca semplicemente supporto tecnico, ma una figura in grado di aiutare la figlia in modo graduale, riducendo il trauma che costantemente vive la ragazza quando è ora di andare a fare gli esercizi fisici.

“Volevo trovarle qualcuno competente che l’aiutasse a migliorare nelle attività di educazione fisica in modo che prenda sicurezza. Non in palestra, una specie di tutor proprio come fossero ripetizioni che la faccia correre o camminare”, dice nel post social.

Alla base della richiesta c’è anche un aspetto molto delicato: la mamma non può seguire direttamente la figlia a causa di un tumore che le impedisce di farlo.

 

Ben oltre il recupero

La richiesta della mamma non riguarda solo l’insegnamento della ginnastica, ma la sicurezza emotiva della figlia, il diritto a vivere serenamente la scuola e il bisogno di un ambiente educativo inclusivo. 

In questo senso, la ricerca di un tutor diventa una vera e propria "strategia" volta a garantire benessere e fiducia all’interno del percorso scolastico e personale della ragazzina.

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