Imma Ferzola
Autore
Primo soccorso nelle scuole

La cosiddetta “legge Bove” è un disegno di legge che si ripropone di intervenire in maniera capillare per formare sempre più persone a un intervento tempestivo in caso di primo soccorso.

Presentata dai senatori Marco Lombardo e Carlo Calenda, è stata ampiamente sostenuta dai parlamentari dei diversi schieramenti politici.

Segno che questa tematica viene percepita come un'urgenza. E i dati lo confermano: in Italia 65mila persone muoiono ogni anno per mancanza o ritardi nell’intervento. Per intenderci, una ogni sette minuti.

Indice

  1. La legge che prende il nome del calciatore
  2. Formazione nelle scuole 
  3. Patente e formazione professionale
  4. Agevolazioni per l'acquisto di defibrillatori
  5. Il contributo della politica e delle istituzioni
  6. Una cultura dell’intervento che parte dai giovani

La legge che prende il nome del calciatore

L’immagine di Edoardo Bove che crolla in campo durante Fiorentina-Inter del 1° dicembre 2024 è ancora impressa nella memoria di tutti. La tempestività dei soccorsi gli ha salvato la vita, ma non tutti hanno avuto la stessa fortuna. Per questo, il giovane calciatore è stato scelto come "volto" e testimonial del progetto di legge.

"Sono onorato che ci sia il mio nome, ma anche emozionato e un po’ imbarazzato", ha detto Bove, "Questa legge è per la Fondazione Castelli, per Matteo Pietrosanti, per Stefano Carone, per Filippo Alessandrini, per Davide Astori, e potrei continuare".

Il calciatore ha ricordato come la mancanza di una corretta informazione sull'argomento sia parte integrante del problema: "Prima che mi accadesse non conoscevo questi numeri, come molti. La disinformazione genera paura e porta a tirarsi indietro quando c’è bisogno. È su questo che dobbiamo intervenire: nelle scuole, nei centri sportivi, ovunque ci sia voglia di imparare".

Formazione nelle scuole 

Il cuore del provvedimento riguarda, appunto, la scuola. Per la prima volta vengono finanziati in modo strutturale i corsi di primo soccorso nelle scuole superiori, con un fondo dedicato da 15 milioni di euro.

Le lezioni saranno obbligatorie per gli studenti maggiorenni e per i percorsi professionali regionali, con docenti abilitati che insegneranno rianimazione cardiopolmonare, uso del defibrillatore e manovre di disostruzione.

Diventa obbligatoria anche la formazione per gli insegnanti di scienze motorie.

Patente e formazione professionale

Un'ulteriore novità è che, dal 1° gennaio 2026, chi vorrà ottenere la patente dovrà aver seguito un corso di primo soccorso. Una misura che punta a estendere la cultura dell'intervento nei luoghi più frequentati dai giovani.

I corsi BLSD (Basic Life Support and Defibrillation) diventano, inoltre, più accessibili: gli enti accreditati in una Regione potranno operare su tutto il territorio nazionale senza nuove autorizzazioni, evitando rallentamenti burocratici e ampliando l’offerta formativa.

Agevolazioni per l'acquisto di defibrillatori

Il disegno di legge interviene anche sul piano economico. Le spese sostenute per frequentare corsi di primo soccorso diventano detraibili dalle tasse, mentre l’Iva sui defibrillatori semiautomatici e automatici scenderà dal 22% al 5%, questo per facilitare l’acquisto degli apparecchi.

Il contributo della politica e delle istituzioni

La vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli, ha sottolineato proprio il ruolo centrale delle scuole: "Se abituiamo i giovani al primo soccorso, abituiamo il Paese a un nuovo senso di responsabilità. La scuola è il cuore di questa riforma e può essere il motore di questo cambiamento culturale".

Per la senatrice Simona Malpezzi, la voce di Bove si fa decisiva: "Sono in Parlamento dal 2013 e questa è la terza legge su questo argomento, per questo la voce di Edoardo è fondamentale".

Infine, il ministro Abodi ha ricordato la necessità di una formazione reale e diffusa, perché non basta avere il defibrillatore se non c'è chi lo sappia usare. Come evidenzia lui stesso, ricordando un fatto personale: "Quarant'anni fa mio cugino, 13 anni, giocando a pallone d'estate con gli amici, rimase per terra. Era un tempo diverso, c'era meno conoscenza e meno consapevolezza".

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