
Gli incendi hanno avuto inizio tra venerdì sera e sabato mattina nella Sardegna centro-occidentale nella provincia di Oristano. Il vento di scirocco e le alte temperature estive hanno alimentato l'inferno delle fiamme che hanno raggiunto diversi Paesi come Bonarcado, Santu Lussurgiu, Cuglieri, Tresnuraghes, Frossio, Sennariolo, Usellus, Porto Alabe, Scano di Montiferro e Cabras.
Le cause che hanno dato inizio a questo inferno sono ancora da accertare, anche se dalle prime ricostruzioni pare che il disastro sia partito da un'auto che ha preso fuoco a seguito di un'incidente stradale nei pressi di Bonarcado. Ma successivamente le fiamme hanno ripreso vigore devastando ulteriormente il territorio circostante.Sono all'incirca 1500 le persone che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni a seguito dell'avvicinarsi imperioso del fuoco. I danni sono ingenti: 24.000 ettari dell'oristanese trasformati in un cumulo di cenere. Per darvi un'idea dell'entità della catastrofe, questi ettari corrispondono a quasi un decimo dell'intero territorio della provincia di Oristano.
Quando ha avuto inizio l'inferno di fuoco, il sole era già tramontato e i mezzi aerei non erano più operativi, sicché le squadre a terra non hanno potuto avere un immediato supporto. La Sardegna vanta un patrimonio ambientale unico e antico che è stato totalmente perduto: le fiamme hanno ucciso migliaia di ettari di bosco compreso l'olivastro millenario “Sa Tanca Manna” e tantissimi pascoli e greggi.
Incendi in Sardegna: i soccorsi
Con l'obiettivo di spegnere le fiamme prima dell'arrivo del maestrale, sono al lavoro 7500 persone, 20 mezzi aerei, 8 canadair e 13 elicotteri. Per risolvere nel breve tempo possibile questo disastro ambientale il Dipartimento della Protezione Civile ha attivato un piano di intervento e cooperazione internazionale. A tale fine sono arrivati nell'isola due canadair provenienti dalla Francia e altri due provenienti dalla Grecia.A terra, invece, stanno operando circa 57 unità operative che arrivano da Oristano, Nuoro, Sassari e Cagliari. Il lavoro notturno di queste squadre ha permesso di salvare diverse attività ricettive e di mettere in sicurezza tante famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni fortemente compromesse dalle fiamme e dal fumo.
Stato di emergenza e solidarietà
Mentre gli abitanti della Sardegna piangono la distruzione avvenuta nella loro terra, il Presidente della Regione Sardegna Christian Solinas dichiara lo Stato di emergenza e provvederà a chiedere al Presidente del Consiglio Mario Draghi che una quota dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sia destinata alla Sardegna, ossia ad aiutare chi ha perso la propria casa e il proprio lavoro a causa del maxi incendio divampato in questo weekend.Nel frattempo, la solidarietà e la vicinanza al popolo sardo non mancano. Il Presidente del Consiglio Draghi ha espresso la sua solidarietà a tutta la popolazione colpita e il sostengo a quanti si stanno prodigando negli interventi di soccorso immediato. Vicinanza anche da parte della Presidente del Senato Elisabetta Casellati e dal Presidente della Camera Roberto Fico. Il commissario per l'emergenza Coronavirus ha dichiarato: “Sono vicino alla popolazione della Sardegna, il mio amico Curcio, con cui mi sento costantemente, sta operando. Sicuramente il capo della Protezione Civile sta facendo il suo meglio”.
Ciò che rimane di questa devastazione è un cumulo di costi economici e sociali nonché una vera e propria catastrofe ambientale. L'isola è da sempre un habitat meraviglioso di lecci, roverelle e sughere secolari e anche millenari. Un disastro che spezza il cuore dei sardi da sempre fieri figli della loro madre terra che li nutre e li sostenta ma che in questi giorni è stata ferita nell'anima.
Stefania Ruggiu