2' di lettura 2' di lettura
ddl zan affossato
fonte foto: Senato Tv

Nella giornata di ieri l'Aula del Senato ha approvato la proposta di non passaggio all'esame degli articoli del ddl Zan. Già nella mattinata le cose non si erano messe bene per la legge Zan, quando la Presidente del Senato, Elisabetta Casellati aveva accolto la richiesta di Matteo Salvini e Giorgia Meloni; e nel pomeriggio, la cosiddetta “tagliola” presentata da Lega e Fratelli d'Italia è stata votata con 154 voti favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti.

In sostanza, si tratta di una bocciatura del disegno di legge in questione, ragion per cui l'intero iter parlamentare è stato bloccato. Si dovrà ripartire da zero presentando una nuova proposta di legge, e non prima del prossimo anno.

DDL Zan, che cos'è la tagliola?

Ma che cos'è la “tagliola” proposta dalla destra italiana? Questa trova riferimento nel Regolamento del Senato all'art. 96 che parla di “Proposta di non passare all'esame degli articoli”; in sintesi l'articolo paventa la possibilità che un senatore, per ciascun gruppo parlamentare, possa avanzare la richiesta di non esaminare la legge. E non solo, come si legge nel citato articolo, “la votazione della proposta ha la precedenza su quella degli ordini del giorno”.

Il DDL Zan affossato, ma non ha vinto nessuno

Ad esasperare ulteriormente la situazione è stata un'altra richiesta di Lega e FdI, i due partiti si sono appellati all'art. 133 del Regolamento del Senato, il quale prevede il voto segreto. La richiesta deve essere sostenuta da almeno 20 senatori e poi spetta al Presidente del Senato approvarla. Nella mattina di ieri, la Presidente del Senato Elisabetta Casellati aveva accolto la richiesta richiamando i precedenti in suo favore, scatenando le proteste da parte di alcuni esponenti del Partito Democratico e il plauso della destra. Insomma, tra strategie, bracci di ferro e applausi, la legge Zan non passa l'esame decisivo e adesso occorrerà aspettare almeno sei mesi prima di poter ridiscutere il testo.