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Il primo maggio è passato ma ha lasciato dietro sé una clamorosa scia di polemiche. Durante il tradizionale 'concertone' dedicato alla festa dei lavoratori un’artista di non poco conto ha infatti avuto il coraggio di denunciare una presunta censura che, a suo dire, la RAI avrebbe posto sul discorso che avrebbe voluto pronunciare durante la sua esibizione. Sta di fatto che Fedez ha fatto scattare la scintilla su una tematica al centro del dibattito politico proprio in queste settimane: il Decreto legge Zan.
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Cosa prevede il DDL Zan?
Il disegno di legge Zan, che prende il nome dal suo firmatario - ossia il parlamentare del PD Alessandro Zan - non è altro che un aggiornamento della cosiddetta 'Legge Mancino', che sanziona e condanna con pene più gravi delle semplici offese tutte quelle frasi, gesti, azioni e slogan che incitano all'odio, alla violenza, alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Il progetto Zan, dal canto suo, vuole includere nella lista l'aggravamento delle pene anche per le azioni rivolte a discriminare per ragioni legate al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, alla disabilità o all’identità di genere. Non si parla, dunque, esclusivamente di omotransfobia - come si sente dire spesso - ma anche della possibilità di intervenire su discriminazioni effettuate ai danni di soggetti diversamente abili.Al fine di contrastare tali reati, se la legge dovesse andare in porto, sarebbe prevista una pena detentiva che può raggiungere anche i quattro anni di reclusione per chi mette in atto un comportamento omofobo o discriminatorio nei confronti di tutte le categorie citate. Ma questo non è tutto. In tale decreto, infatti, si può rintracciare anche un’intervento di natura educativa; individuando nel 17 maggio la “Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia”, mentre con l’articolo otto si stabilisce l’istituzione dei centri anti-discriminazione.
DDL Zan, le tappe in Parlamento
Dove'è il problema? Che la legge pare essersi arenata proprio in vista del traguardo. La Camera ha infatti approvato il disegno di legge il 4 Novembre 2020 per poi passare il testimone alla Commissione Giustizia del Senato. Qui è arrivato il primo blocco. La Lega, Fratelli d’Italia e alcune componenti cattoliche non ritengono sia prioritario creare una legge specifica in merito. Con il provvedimento che riceve un ulteriore stop quando la Lega a febbraio entra in maggioranza e fa pesare la sua posizione. Il primo ad osteggiare il cammino di approvazione di questa legge è stato il senatore della Lega Andrea Ostellari, Presidente della Commissione Giustizia; ad associarsi a lui Simone Pillon, senatore leghista anch'esso e strenuo difensore del valore della famiglia tradizionale.Dopo circa cinque mesi di confronto, il 28 aprile scorso la legge è stata calendarizzata e verrà discussa a breve dal Senato. Ma il relatore sarà proprio Ostellari, che ha già definito una procedura piuttosto macchinosa per portare all'approvazione del testo (con audizioni e un dibattito approfondito sulle proposte emendative per eventuali modifiche del testo). Questo, ovviamente, ha sollevato non poche polemiche dal momento che tutti questi passaggi rischiano di rallentare l’approvazione di una legge che molti aspettano da anni.
Le polemiche sul DDL Zan e la battaglia di Fedez
Il centro-sinistra unitamente al M5S criticano fortemente il comportamento di Ostellari, a loro dire rappresentativo di un freno che può ostacolare la legge. Alessandro Zan ha accusato Ostellari di “tenere in ostaggio” il provvedimento anti-discriminazioni ma il leghista ha affermato di aver agito secondo il regolamento. Così, giorno dopo giorno, le proteste si sono amplificate arrivando a coinvolgere il mondo del giornalismo e dello spettacoli, come dimostra il discorso fatto da uno degli influencer più seguiti in Italia: Fedez che, proprio sul palcoscenico del 'primo maggio' ha denunciato in maniera esplicita il comportamento di alcuni esponenti politici.Il cantante ha infatti affermato di aver subito pressioni dalla Rai per “cancellare” alcune parti del discorso, considerate troppo dirette e “inopportune”. Ma il marito della Ferragni non c'è stati e ha denunciato l’accaduto direttamente sul palco. Il suo bersaglio, dopo la Rai, è stato proprio Ostellari. Stando a quanto sostiene la Lega, in questo periodo pandemico ci sono questioni più importanti rispetto all’approvazione della legge Zan; ma Fedez ha fatto un ironico elenco di queste priorità: “Il Senato non ha avuto tempo per il DDL Zan perché doveva discutere l’etichettatura del vino; la riorganizzazione del CONI; l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano e, per non farsi mancare nulla, il reintegro del vitalizio di Formigoni. Quest’ultimo probabilmente è ritenuto più importante della tutela dei diritti di tutti e delle persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza.”
La Rai voleva censurare proprio questa parte del discorso - durante la quale ha fatto anche riferimento ad alcune dichiarazioni di esponenti di destra che si scagliavano in maniera verbalmente violenta contro la comunità LGBT - ma Fedez ha deciso di non cambiarlo di una virgola. La questione è così esplosa, con il cantante che ha pubblicato sui social la telefonata con la quale i vertici di Rai3 sconsigliavano di pronunciare il discorso integrale; mentre la Rai sosteneva che quella telefonata era stata 'tagliata' ad arte per non far capire le reali intenzioni della Rete.
Ma la frittata era ormi stata fatta, con decine di voci che in poche ore si sono unite a quella di Fedez - in tv, sugli organi d'informazione, sui social - creando un coro quasi unanime. Non è comunque mancato il dissenso, specie da parte di chi ha ricordato che alcuni brani degli esordi del cantante erano, in alcuni versi, discriminatori proprio nei confronti delle persone omosessuali. Di sicuro, però, c'è che Fedez ha avuto il coraggio di andare contro chi ha cercato di imporgli cosa dovesse dire e cosa no.
La libertà e i grandi personaggi che hanno combattuto per lei, guarda il video per conoscerli!
Stefania Ruggiu