
Nelle ultime settimane, Samira Lui è diventata una delle donne televisive più seguite e apprezzate. Tutte le sere, all’ora di cena, appare sul piccolo schermo per fare compagnia a milioni di italiani, affiancando Gerry Scotti a "La ruota della fortuna", in onda su Canale 5.
Il programma è un vero successo di ascolti, con numeri che superano ogni aspettativa, arrivando a toccare la bellezza di 5 milioni e mezzo di spettatori e superando persino i "pacchi" di Stefano De Martino su Rai 1.
Eppure Samira, classe 1998, con il suo cognome un po' particolare e un nome arabo - che, come lei stessa spiega a "Il Corriere della Sera", “una prima versione dice che vuol dire principessa, ma la variante che preferisco è che significa ‘di buona compagnia’: mi si adatta bene” - prima della Tv era affascinata dall’architettura.
E oggi, a chi critica il suo ruolo televisivo, risponde con grande umiltà e maturità: “Bisogna capire l’importanza della gavetta, perché tutti iniziano da un punto e arrivano ad un altro, tutti partono dal basso e vanno avanti. Non si comincia subito dal Festival di Sanremo”.
Il diploma tecnico prima della TV
Nonostante la fama e il mondo patinato della TV, Samira Lui ha un passato abbastanza distante dallo showbiz. Basti pensare che ha un diploma da geometra. “In terza media sei molto giovane e ti chiedono troppo presto di decidere cosa farai da grande... Ero molto affascinata dal mondo dell’architettura, dall’interior design e quindi ho deciso di scegliere la strada per diventare architetto”, spiega Samira.
Samira ricorda anche il suo intero percorso scolastico, l’alunna che è stata: “Nessun debito o bocciatura. Ero molto peperina, mi piaceva molto il dibattito, il confronto, ero una che rispondeva ai professori, in modo pacato, ma rispondevo”.
Insomma, una con la testa sulle spalle e la parlantina pronta, dote che le è tornata utile anche nel suo lavoro attuale, come capita spesso di vendere nello scambio di battute con il conduttore Gerry Scotti.
L'infanzia serena e la figura del padre assente
La sua adolescenza Samira la definisce "stupenda, serena", anche se non è stata la classica famiglia tradizionale. Lei è nata in provincia di Udine, con mamma italiana e papà senegalese, che però spiega “se n’era già andato durante la gravidanza”.
La sua infanzia si è svolta in campagna, circondata dall'affetto di una famiglia di grandi lavoratori e, in particolare, dai nonni, perché la mamma “ha sempre lavorato tanto”. Per Samira, non avere un papà è stata la normalità: “Io non ho mai avuto un papà e quindi non posso dire di aver mai sentito la mancanza di una persona che non c’è mai stata”.
Questo l'ha spinta, in passato, a provare a cercarlo, ma con un risultato amaro: “Ho provato ma forse lui non è pronto. Ha un’altra famiglia, altri tre figli, mentre io nella sua vita non ci sono mai stata”. Nonostante ciò, Samira dice di “avere le braccia aperte, di non giudicare”.
Tutto merito di sua madre, che, per non farle sentire il peso della situazione, le ha sempre parlato bene del padre, costruendole “ricordi positivi e sereni”. La lezione più importante che la mamma le ha insegnato? “Di non dare importanza ai soldi”. Proprio sua mamma che ha fatto tanti sacrifici per i sogni della figlia, togliendo, come racconta Samira “a sé stessa pur di dare a me” i soldi per i corsi di canto, ballo e recitazione.