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bonus 20mila euro matrimonio religiosoPer combattere il calo dei matrimoni celebrati in Chiesa, la Lega ha presentato una proposta di legge, depositata alla Camera, per stanziare un bonus fiscale fino a 20mila euro per sostenere le spese della cerimonia.
Immediata la critica dalle opposizione, soprattutto legata all'esclusività del bonus, accessibile soltanto a coloro che si sposeranno in Chiesa.

In risposta è intervenuto immediatamente il primo firmatario, il leghista Domenico Furgiuele, che ha assicurato che il bonus sarà esteso a tutti i matrimoni religiosi, non soltanto a quelli cattolici.

Bonus matrimoni in Chiesa per i giovani: cosa dice la proposta della Lega

La proposta di legge depositata in Parlamento e firmata da cinque deputati leghisti, segue la formula della detrazione del 20% delle spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso, e quindi sarà possibile avere un rimborso, fino a un massimo di 20mila euro, sugli ornamenti in Chiesa, tra cui i fiori decorativi, la passatoia e i libretti, gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, le bomboniere, il servizio di coiffeur e di make-up e il servizio del 'wedding reporter'.

I potenziali beneficiari citati nella proposta sono le giovani coppie under 35 e con Isee riferito al reddito dichiarato al 31 dicembre 2022 non superiore a 23.000 euro e non superiore a 11.500 euro a persona.

E, se la proposta depositata in Parlamento parla soltanto di matrimoni in Chiesa, Domenico Furgiuele si è affrettato a precisare, come riporta il Corriere, che il bonus sarà esteso a tutti i matrimoni religiosi: "La proposta di legge volta a incentivare il settore del wedding, che per questioni di oneri prevedeva un bonus destinato ai soli matrimoni religiosi, durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no".

Obiettivo dei firmatari è quindi risollevare la sorte dei matrimoni, soprattutto religiosi, in quanto l'Istat assicura che i matrimoni civili sono di natura molto meno dispendiosi. In realtà, in Italia, le nozze, sia in Chiesa che al di fuori, sono in flessione da anni e durante la pandemia sono crollate nonostante i dati Istat dei primi nove mesi del 2021, mostrano che i matrimoni sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2020. Ma questa ripresa non è sufficiente a recuperare i numeri persi durante il lockdown.

Il confronto è necessario farlo non con i numeri del 2020 e del 2021, ma tra i primi nove mesi del 2021 e lo stesso periodo pre-pandemico: la variazione, in questo caso, è negativa del -4,5% e in linea con la parabola discendente degli anni precedenti. La pandemia ha indotto moltissimi, soprattutto giovani, a rinviare le nozze, settore già in crisi prima del lockdown. Inoltre, a causa del Covid anche le unioni civili sono drasticamente diminuite.

Bonus matrimonio, il governo "frena"

Come che sia, l'esecutivo Meloni nella giornata di ieri ha voluto chiarire, come fanno sapere diverse agenzie di stampa, che la proposta rappresenta "una iniziativa parlamentare". La misura, infatti, "non è allo studio del governo", mentre al contrario rivendica il lavoro "per sostenere la famiglia con misure concrete e realizzabili, che saranno contenute nella legge di bilancio, nell'ambito di un quadro finanziario complesso".
Ha confermato la posizione anche il ministro della Difesa Guido Crosetto nel corso di una trasmissione televisiva: "Figurarsi se a palazzo Chigi potrebbbe venire anche solo in mente un bonus solo per chi è sposato in Chiesa o dove altro voglia... Al Governo non ci ha mai pensato nessuno...".