
Dopo la fatica della maturità (ma anche dopo) la maggioranza dei giovani è spesso disorientata e incerta sui passi successivi da fare: lavoro o università? Per molti scegliere è davvero un’impresa e allora preferiscono prendersi un anno sabbatico, un po’ di tempo per pensare e per risposare. Si tratta insomma di un periodo di transizione dopo il diploma superiore, il cosiddetto ‘gap year’, a cui non sempre è facile imprimere una direzione. Sebbene da molti può essere considerata una scelta ‘perdi-tempo’ e irresponsabile, in realtà concedersi del tempo ha i suoi vantaggi, che potrebbero anche rivelarsi determinanti per il futuro.
Riposarsi e ricaricarsi
Ogni tanto staccare e ricominciare può fare solo che bene, soprattutto per pensare e schiarirsi le idee su ciò che si intende fare. Dopo aver avuto questo tempo per decidere, si potrà scegliere il proprio futuro con libertà, consapevolezza e senza ansia, per poi iniziare a percorrere la strada immaginata con maggior determinazione e sicuramente più riposati e carichi di energie. Ma, nel frattempo, quali sono i passi che si dovrebbero intraprendere per non lasciare scorrere invano quei dodici mesi? Eccone alcuni tra i più opportuni.
Stabilirsi per un po’ all’estero
Trascorrere un periodo all’estero (non per vacanza) è il sogno di molti, soprattutto degli studenti appena diplomati. Ciò che occorre è sicuramente un po’ di denaro per mantenersi e spirito di adattamento.Una volta arrivati sul posto, poi, sarebbe opportuno trovare un lavoro stagionale che permetta di imparare la lingua dalle basi e socializzare facendo qualche conoscenza lì sul posto. Un viaggio del genere rimane sicuramente nei ricordi e, se vissuto appieno, sarà sicuramente un’esperienza indimenticabile e altamente formativa per la vita.
Rendersi indipendenti con qualche lavoro
Prendersi un anno sabbatico non significa non fare proprio nulla, né tantomeno vivere totalmente sulle spalle della propria famiglia. Nell’attesa di capire cosa fare, sarebbe invece opportuno iniziare a responsabilizzarsi magari attraverso piccoli lavori saltuari che però possano avvicinarci all’indipendenza dell’età adulta e alla comprensione delle regole generali che governano il mondo del lavoro.È possibile trovare lavori stagionali, part-time o semplicemente a chiamata, in Italia o anche all’Estero, che senza troppo impegno possono comunque aiutarci a sviluppare responsabilità, puntualità e precisione, abilità sempre utili nella vita.
Imparare una lingua straniera
Sia che si decida di rimanere in Italia sia che si abbia il coraggio e la voglia di gettarsi invece in un’esperienza di vita totalmente nuova in un ambiente straniero, con persone estranee che parlano un idioma per noi ancora incomprensibile, è raccomandabile imparare almeno una lingua straniera. L’inglese ovviamente essendo la lingua franca per eccellenza a livello mondiale, la prima su cui concentrasi. Ma, se già si padroneggia bene, il consiglio è di studiarne un'altra di nostro interesse, meglio se tra le più diffuse nel mondo.Oltre ad uno studio autonomo sui libri (all’estero invece può avvenire in modo più semplice e quotidiano, tramite il contatto e la conversazione diretta con persone madrelingua) è raccomandabile anche quello presso una scuola di lingua, coerentemente con il livello linguistico a cui si appartiene, in modo da consolidarlo e progredire al successivo.
In un mondo sempre più globalizzato la conoscenza di almeno una lingua straniera, nello specifico l’inglese, è elemento essenziale e preferenziale per la ricerca della maggior parte dei lavori.
Possibilità di volontariato all’Estero
Fare volontariato significa buttarsi in un’esperienza formativa molto rilevante che sicuramente fa crescere, cambiando il modo in cui pensiamo e osserviamo il mondo. Certo, non è una cosa da tutti e quindi una forte motivazione deve essere sicuramente alla base di una scelta del genere. Ma c'è di più, perché oltre a rimanere per sempre nel proprio bagaglio personale, può essere anche un punto a nostro favore lavorativamente parlando, visto che viene valutato positivamente da molti datori di lavoro, come indice non solo di grande spirito di adattamento ma anche di voglia di conoscere il ‘diverso’.Qualsiasi forma di volontariato offre, infatti, l’occasione di entrare in contatto con tante e diverse forme di bisogni e di problemi, sociali ma anche culturali. Proprio per questo, nel momento in cui cercheremo seriamente una posizione, chi ci dovrà selezionare potrebbe valutarla come una forma di allenamento per quello che è il mondo professionale quotidiano: un'occasione di convivenza proficua e di lavoro cooperativo verso un obiettivo comune, al di là di qualsiasi tipo di differenza.