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di paolodifalco01
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alluvioni in PakistanMetà Paese sott'acqua e 1061 persone morte: è questo il bollettino della guerra che il Pakistan sta combattendo ad armi impari da quasi tre mesi con i cambiamenti climatici che qui si sono manifestati con le piogge monsoniche che hanno colpito 33 milioni di abitanti su 220.

Account Twitter PM Shehbaz Sharif

Piogge che hanno provocato la morte di oltre 800mila capi di bestiame e che hanno distrutto un milione di case. Ma i cambiamenti climatici durante quest'ultimi mesi non sono stati solamente l'incubo in cui è piombato il Pakistan ma hanno interessato in maniera estrema tutta l'Asia. Andiamo a vedere come si sono manifestati e qual è la situazione attuale del Pakistan al centro dei cambiamenti climatici.

L'estate da incubo dell'Asia

Ad accompagnarsi alle piogge monsoniche del Pakistan che, secondo gli esperti, sono le più forti degli ultimi trent'anni, c'è anche la siccità e le temperature record che hanno fatto sprofondare Pechino nell'incubo dei blackout visti i vasti incendi, le fabbriche chiuse e il razionamento dell'energia a tal punto che perfino i palazzi sull’iconico Bund di Shanghai sono stati costretti ad abbassare le luci.

A pesare notevolmente è stato il Fiume Azzurro completamente prosciugato a causa del quale ben 400 milioni di cinesi attualmente non ricevono acqua. L’epicentro della crisi è il Sichuan, che per l’80% produce energia proprio dall’acqua: il 30% di tutta l’energia idroelettrica della Cina arriva da qui.
L'incubo però non finisce anche perché adesso le autorità sono in attesa delle forti piogge torrenziali che dal sud-est si stanno abbattendo in queste ore sulle aree che più hanno sofferto la siccità, da quelle di Chongqing a quelle limitrofe della provincia del Sichuan, e proprio per questo già più di 100mila persone sono state evacuate in tutta la provincia.

Come scrivono i tabloid cinesi:"Le ondate di calore hanno provocato l’inaridimento e la spaccatura del suolo, aumentando il rischio di catastrofi naturali in caso di piogge". Nel frattempo anche l'India non se la passa meglio: i picchi oltre i 50 gradi hanno prosciugato quasi tutti i laghi cambogiani mentre le risaie vietnamite sono sempre più scarne. Tutto il continente asiatico soffoca vittima del cambiamento climatico che sta mostrando i suoi effetti più devastanti e letali in Pakistan.

La richiesta d'aiuto dal Pakistan

Quel che rimane del Pakistan visto che, come sottolinea il premier Shehbaz Sharif, "in alcune zone del Paese sembra ormai sia cresciuto un piccolo oceano" lancia l'allarme per quello che lo stesso Sharif ha definito un "disastro umanitario di proporzioni epiche" o meglio, "una catastrofe climatica". Difatti i cambiamenti climatici di cui tanto sentiamo parlare e per cui migliaia di ragazzi si mobilitano giornalmente in tutto il mondo stanno devastando il Pakistan da cui è anche arrivata la denuncia del governo che, ha dichiarato:"Stiamo subendo le conseguenze di pratiche ambientali irresponsabili compiute in altri parti del mondo".

Stando ai dati dell'Autorità nazionale di gestione delle catastrofi, basti pesare che nelle ultime 24 ore si sono registrate 119 nuove vittime che potrebbero ancora aumentare vertiginosamente vista la difficoltà delle autorità a raggiungere i villaggi più remoti situati nelle zone montuose. Finora più di 80 mila ettari di terre agricole sono state devastate mentre il fango ha portato via 157 ponti e più di 3.400 chilometri di strade.

L'aumento dell'intensità delle piogge monsoniche a causa dei cambiamenti climatici

Bisogna però sottolineare, viste le interpretazioni erronee di quanto accaduto, che ogni anno i monsoni che solitamente durano da giugno a settembre sono fondamentali in Pakistan per l'irrigazione delle piantagioni e come risorsa idrica. I cambiamenti climatici però gli hanno resi più letali: le piogge monsoniche invece di rallentare, come di consuetudine, a metà agosto hanno raddoppiato la loro intensità. Il maltempo si è concentrato, sopratutto, sui terreni aridi a causa dell'ondata prolungata di calore che ha colpito l'India e il Pakistan dove si è anche toccato il picco di 51 gradi nella città centrale di Jacobabad.

Secondo i dati degli esperti, nelle province meridionali di Baluchistan e Sindh che sono state le più colpite, le piogge sono state intense più di quattro volte la media degli ultimi 30 anni. La sola cittadina di Padidan ha registrato un record di oltre 120 centimetri di pioggia caduta da giugno. A complicare la situazione c'è anche l'Indo che, alimentato dai flussi d'acqua di dei fiumi del Nord, è in piena espansione a causa delle piogge record e dello scioglimento dei ghiacciai. L'esondazione del fiume e l'allagamento di buona parte della provincia del Sindh, di conseguenza, ostacola le operazioni di soccorso.

La dichiarazione dello stato d'emergenza e la vulnerabilità del Pakistan

Vista la complicata situazione che il Pakistan sta vivendo, il governo ha dichiarato lo stato d'emergenza chiedendo aiuto alla comunità internazionale. A mettere in ginocchio il Pakistan sono anche gli alti prezzi dei generi alimentari di base e i problemi di approvvigionamento nelle province di Sindh e Punjab. Nei prossimi mesi inoltre la situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi a causa della perdita dei raccolti di riso e di altri prodotti agricoli.

Come ha evidenziato l'ex ministro dei Cambiamenti climatici ed ex vicepresidente dell'Unione internazionale per la conservazione della natura:"Il Pakistan è al centro di tutti i cambiamenti climatici. Questa non è solo una sfida ecologica, ma una questione di sopravvivenza e sicurezza nazionale per il Paese. Questa questione non può essere presa alla leggera dal punto di vista politico, altrimenti rischiamo di essere travolti da questa minaccia esistenziale".

Già nel suo rapporto del 2022 il think tank Germanwatch aveva classificato il Pakistan al quinto posto tra gli stati più vulnerabili ai cambiamenti climatici. A pesare è la sua posizione geografica: da Nord è minacciato dallo scioglimento dei giacchiai mentre da Sud dall'aumento del livello del mare. L'aumento delle temperature potrebbe anche far perder al Paese un terzo dei suoi 7.200 ghiacciai nelle catene montuose del Karakorum e dell'Hindu Kush entro la fine del secolo: a rischio ci sono sette milioni di persone.

Oltre ai cambiamenti climatici il Pakistan è vittima di decenni di politiche irresponsabili: negli anni scorsi ha puntato sul carbone, lasciato spazio ad una deforestazione massiccia ed una pianificazione urbana incontrollata. Nel tentativo di rimediare il precedente governo aveva varato un ingente piano che prevedeva lo sviluppo di energie pulite, la piantumazione di 10 miliardi di alberi e la creazione o il ripristino di zone umide per attutire le inondazioni.

Paolo Di Falco

Data pubblicazione 30 Agosto 2022, Ore 11:01 Data aggiornamento 30 Agosto 2022, Ore 11:02
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