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Chi si diploma con 100 aumenta le possibilità di trovare lavoro articolo

Partito anche quest’anno l’agognato periodo della maturità ci si interroga sull’importanza o meno di ottenere una buona votazione al diploma. Concluso l’anno scolastico gli studenti e i professori si ritrovano a dover parificare i conti, alle prese con punteggi da assegnare tra prime prove e orali.

Un momento che vissuto da chi siede dietro i banchi della classe pare infinito ma che a considerarlo più da vicino altro non è che una fase di ‘congedo’ attraverso la quale ci si prepara semplicemente a vivere altro: ci si apre al nuovo in attesa di accedere all’università, ad un corso di specializzazione o magari più semplicemente ad un lavoro.

Tuttavia c’è chi siede dietro quei banchi sperando di guadagnare il massimo dei voti e chi, preso dalla smania di finire, pensa semplicemente a prendere il famoso ‘foglio di carta’. Ma dati e statistiche alla mano - in prossimità dell’ultima fase degli orali - quello che ci chiediamo è: quanto oggi nell’era digitale della comunicazione è ancora importante prendere 100? Nessuno è immune dal cambiamento in corso e in parte anche le tracce della prima prova assegnate quest’anno dal MIUR agli oltre 450mila studenti - su nuove tecnologie e lavoro, robotica e futuro - hanno dimostrato l’attualità e l’urgenza di certe sfide contemporanee. L’importanza di rispondere in tempo alla chiamata del progresso scientifico ma anche di quello etico.

E’ sulla base di queste tendenze che il voto della maturità potrà segnare in parte le carriere dei futuri professionisti di un domani. A spiegarcelo bene è il rapporto AlmaDiploma, secondo cui i 100 hanno 80% di chance in più di trovare un’occupazione dopo il diploma di chi ottiene 60/100. Arrivano a fortificare questo dato, anche, le parole espresse dai più influenti cacciatori di teste intervistati in merito. Una su tutti Chiara Grosso, presidente e CEO di FourStars, società accreditata dal Ministero del Lavoro e specializzata nei tirocini formativi. Spiega Grosso:“Il voto di maturità non è soltanto un numero. Conta molto più di quanto si possa immaginare, specialmente se si sceglie di non frequentare l’università e di avvicinarsi subito, da neo-diplomati, al mondo del lavoro”.

La votazione al diploma è, dunque, notevolmente importante per chi decide di inserirsi sin da subito all’interno di un settore professionale
. Non a caso ribadisce Grosso: “Tra un voto pari a 60 e uno pari a 100, la possibilità di occupazione praticamente raddoppia. Questo, secondo gli studi, è particolarmente valido per alcuni indirizzi, ad esempio per gli istituti tecnici e professionali, per cui un buon voto permette di trovare lavoro già a un anno dalla maturità”. Per scardinare la controproducente tendenza de 'l’importante è il pezzo di carta', i recruiter ribadiscono, inoltre, l’importanza di una buona votazione per l’ingresso all’università dove il voto espresso in centesimi ha ancora la sua valenza culturale e simbolica. “Alcuni atenei, soprattutto all’estero ma anche in Italia, considerano la votazione alta come prerequisito per accedere ai test di ingresso” aggiunge Chiara Grosso.

Altro discorso per le assunzioni in azienda dove il curriculum vitae, oltre ad una buona votazione di diploma, deve constare anche di molte altre esperienze e competenze professionali: “Naturalmente, le aziende non considerano solo il voto di maturità nella scelta di un candidato diplomato, ma eventuali esperienze di studio o stage all’estero anche, che incrementano notevolmente le chances occupazionali”, conclude Grosso.

Impegnarsi per raggiungere una buona votazione in sede di esami aumenta non di poco le chance di carriera professionale post-diploma, così come le possibilità di accesso all’università, soprattutto in quelle più prestigiose e che magari prevedono corsi di laurea a numero chiuso. Se da un lato è vero che il voto di diploma non si inventa alla maturità ma anzi racconta il nostro percorso scolastico, dall’altro è preferibile cercare di impegnarsi guadagnando pur sempre qualche centesimo in più nelle ultime settimane di prove scritte e orali. A ben vedere conviene, oltre che al cuore, anche alla futura professione.