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Maturità 2018: il mio ultimo primo giorno di scuola articolo

È l’anno della maturità, l’ultimo anno del liceo: la scuola è ricominciata e quel fatidico primo giorno, per noi maturandi, è stato l’ultimo primo giorno di scuola. Oggi tutto è iniziato e finito: quell'emozione di ricominciare, di rivedere gli amici e i professori con cui abbiamo trascorso tanti anni, di attraversare il cortile, non la proveremo più. Alla voglia di finire il liceo e sentirsi liberi fanno compagnia la nostalgia e l’ansia per il futuro. Ripercorrendo i corridoi per raggiungere la solita aula, la stessa di cinque anni fa, sono tanti i ricordi: le paure, le ansie, le risate e i pianti, le liti, i minuti contati per arrivare in classe. Questa scuola tanto odiata è stata la nostra vita per anni: a volte la detestiamo, la vorremmo bruciare, ma è casa nostra. Qui abbiamo imparato a stare con gli altri, a sopportare, a fare amicizia e anche a capire che non si può essere amici di tutti. Resterà sempre una parte della nostra vita, dobbiamo godercela la scuola, soprattutto durante l’ultimo anno, perché ne varrà la pena.

E poi la maturità, i giorni passati sulle sudate carte con la speranza di studiare in poche ore quello che avremmo dovuto fare in un anno di scuola. Le telefonate fatte per sapere se qualcuno conosce il commissario esterno, le idee per la tesina che scarseggiano o rasentano la banalità. L’orale: ansia, mani tremanti, rifiuto categorico di far assistere i nostri genitori.
A luglio saremo fuori da qui. E poi? Il futuro diventa il presente, ti piomba addosso con in mano un test di ingresso per l’Università mentre tu magari non sai neanche cosa vuoi fare. Improvvisamente ci si sente troppo grandi, impreparati: dopo la maturità ti buttano in mare per vedere se sai nuotare, e non lo sai neanche tu se lo saprai fare. Per questo dobbiamo goderci il nostro ultimo anno, per imparare a nuotare.

Di alcune cose ci libereremo: la sveglia presto tutte le mattine, il banco scomodo, lo zaino pesante. Ma ci mancheranno il suono della campanella a ricreazione, quel driin che fin troppe volte ti ha salvato la vita, le ore di buco, le sigarette in bagno fumate col fiato sul collo, i bei voti, le gite, le vacanze estive e soprattutto i compagni.
Addio scuola, benvenuta indipendenza. Ce l’abbiamo sempre fatta, ce la faremo anche questa volta.

Camilla M.

Data pubblicazione 14 Settembre 2017, Ore 10:45 Data aggiornamento 14 Settembre 2017, Ore 10:52
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