
La Svezia sembra aver intuito quale sia il modo migliore per assistere ad un aumento della produttività, nonché alla felicità del lavoratore e quindi dell’individuo stesso.
L’esperimento, che consiste nel diminuire le ore di lavoro da 8 a 6, è partito dal comune di Göteborg, nella Svezia meridionale, dove i lavoratori avrebbero svolto le loro solite mansioni per 30 ore settimanali, percependo comunque il medesimo stipendio.
Il sorprendente aumento della produttività

Non mancano i dubbi sulla buona riuscita di questo esperimento, considerando le esigenze eventuali delle amministrazioni riguardo le varie spese da sostenere.
Sorprendentemente – ma forse nemmeno troppo – i risultati sono stati molto buoni, basti pensare ai successi ottenuti nei centri Toyota che già tredici anni fa diminuì le proprie ore lavorative riportando un aumento degli introiti.
A questo si aggiunge il recente risultato ottenuto dalla casa di riposo Svartedalens in cui per la durata di un anno, 68 dipendenti hanno lavorato con un turno di 6 ore percependo lo stesso salario di quando ne lavoravano 8.
Un anno dopo questo esperimento, i ricercatori hanno costatato come, alla diminuzione delle ore lavorative, è corrisposto un vero e proprio aumento della produzione. Confrontando difatti la situazione dei dipendenti che lavorarono 6 ore, rispetto a quelli che ne lavoravano 8, i primi si sono ammalati la metà di quanto si sono ammalati i secondi, così come i primi hanno richiesto meno ore di permesso rispetto ai secondi.
Tra dubbi e speranze

Questi esperimenti, seppur non mancanti di buoni risultati, non esulano da critiche, come il fatto che l’ambito lavorativo su cui si è sperimentata la diminuzione di lavoro è diverso rispetto ad altri lavori come quelli di ufficio, pertanto non si può garantire che ci siano i medesimi risultati.
D’altra parte però, a questa critica si risponde con il risultato dei ricercatori che dimostrarono come non necessariamente, a un aumento di lavoro, corrisponda un aumento di produttività.
Un altro dubbio che si cela dietro questo esperimento è che ad un ridotto orario lavorativo debba corrispondere un’assunzione di altro personale che ricopra i vari turni e questo potrebbe scontarsi con la sostenibilità economica.
Al di là dei vari dubbi e critiche, un dato è certo: la Svezia sta cercando di pensare alla felicità dell’individuo che corrisponde all’avere del tempo personale con cui poter gestire la vita privata non tralasciando al contempo l’attenzione alla produttività.
Vanessa Romani