
Punizione. Rigore. Ammonito. Espulso. In ordine, più o meno, di gravità, le possibilità che ha l'arbitro di punire un'azione proibita dal regolamento. E se è vero che i professori non hanno a disposizione i cartellini (anche se probabilmente vorrebbero molto), non mancano le possibilità di far pentire i propri alunni di qualche marachella di troppo.
Come nel calcio, ricorda Il Posticipo, anche la tipologia di "pena" è divisibile in due categorie: il referto dell'arbitro è il registro di classe, il campo diventa il registro del professore...
La domanda dal posto
Cominciamo da quello che nel calcio sarebbe il semplice calcio di punizione. Per un'infrazione lieve, non è raro beccarsi la classica domanda dal posto. Che poi la domanda sia facile o difficile, beh, quello dipende da quanto è arrabbiato il professore! Punizione comunque lieve, che difficilmente può cambiare il corso della partita...ehm, dell'anno scolastico. Anzi, può anche offrire spazio per un bel contropiede. Beccarsi un + per aver saputo rispondere a un professore che voleva punirti è sempre una gran soddisfazione!
L'interrogazione
E qui siamo al calcio di rigore. Poco scampo quando si ha l'avversario a undici metri o quando si è appiccicati alla cattedra. A quel punto, proprio come nella lotteria dei penalty, o la va o la spacca. Se lo studente è preparato o riesce a mantenere la calma, potrà anche bloccare il tentativo del professore, riuscendo a mantenere un insperato pareggio. Altrimenti, il rischio di andare sotto (la sufficienza) è alto!
La nota sul registro
Il più classico dei cartellini gialli. Non ne bastano due per terminare la partita in anticipo, ma comunque è meglio non farne collezione. Come vengano calcolate le note a fine anno è un mistero degno di un film giallo, ma l'inquietudine nel vedere il proprio nome impresso a penna nel registro di classe segue generazioni di alunni. Qualche professore, bontà sua, le scrive a matita. Come fa l'arbitro con le ammonizioni, che però non le toglie mai.