
Ancor prima di essere eletto, Javier Milei si era reso protagonista di situazioni ed esternazioni particolari, non stupisce quindi che le sue prime decisioni da presidente eletto siano apparse a dir poco singolari e che abbiano sollevato un acceso dibattito.
Tra i provvedimenti che, dopo il suo insediamento programmato per questo fine settimana, il presidente argentino prenderà c’è quello di ridurre da 18 a otto i dicasteri del suo governo. Così facendo, il ministero dell’Istruzione di fatto verrà abolito e inglobato in quello del Capitale Umano.
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Il nuovo assetto del governo che guiderà Mieli
La decisione di ridurre dagli attuali 18 a solamente otto il numero dei ministeri pare sia motivata dalla volontà di dare il via ad una nuova epoca caratterizzata dall'efficienza. Questo principio ha spinto quindi Mieli a rimodulare la struttura dei dicasteri che dopo il suo insediamento saranno i seguenti: Economia, Infrastrutture, Interni, Giustizia, Sicurezza, Difesa, Esteri e Capitale Umano. Quest’ultimo al suo interno ingloberà i settori della Salute, dell’Istruzione, del Lavoro e degli Affari sociali.
Perché Mieli ha abolito il ministero dell’Istruzione
Dietro questa scelta vi è però, come riportato da ‘Orizzonte Scuola’ la volontà di Javier Mieli di superare alcuni aspetti storici dell’Argentina come la gratuità dell’Istruzione superiore e universitaria e della salute. Inutile sottolineare che questa scelta ha innescato diverse polemiche anche perché il Paese sta affrontando una situazione non certo facile considerando che la povertà tocca il 40% della popolazione.