4' di lettura 4' di lettura
chi è javier milei presidente argentinaSecondo gli esperti non è assolutamente classificabile con i vecchi paradigmi. Un cane sciolto che non risponde a niente e a nessuno. O meglio, da ieri avrà circa 45 milioni di persone cui dare conto: stiamo parlando di Javier Milei, il nuovo Presidente dell'Argentina.

fonte foto: via Wired.it

L'economista, da molti ritenuto di estrema destra, ha vinto la sfida del ballotaggio contro l'ex Ministro delle Finanze Sergio Massa, portandosi a casa il 55% dei voti. Soprattutto stracciando ancora una volta i pronostici che lo vedevano sfavorito: lo aveva già fatto alle primarie, quando i sondaggi lo davano al 20%. E invece il leader del partito 'La Liberdad avanza' ha piegato la concorrenza dei due partiti storici, la destra di 'Juntos por el cambio' e i peronisti di 'Union por la patria'.

La destra 'anomala' di Javier Milei: chi è il nuovo Presidente dell'Argentina

Una drastica riduzione del ruolo dello Stato, circoscritta unicamente alla sicurezza, all’istruzione di base e alla giustizia: questo è il pensiero alla base dell'attività politica di Javier Milei. Una formazione la sua che è passata per le scuole cattoliche e università private. Dopo essersi laureato in Economia ha lavorato come consigliere economico di Antonio Domingo Bussi, ex generale in attività durante la dittatura argentina. Il successo popolare arriva come opinionista televisivo: Milei si distingue per il suo modo di fare particolarmente aggressivo, peculiarità che gli frutta le simpatie del pubblico.

Nel 2021 è stato eletto per la prima volta al Congresso. Durante il mandato non ha mai avanzato alcuna proposta di legge ma si è reso protagonista di un episodio piuttosto singolare, regalando il suo stipendio tramite un sondaggio e sostenendo di restituire i “soldi che la casta politica ha rubato” e che “lo Stato è un’organizzazione criminale che si finanzia attraverso le tasse prelevate con la forza”, come riporta 'Wired'.

Una personalità in un certo senso stravagante, ma granitica, di quelle che piacciono agli elettori. Così come piacciono le sue proposte, decisamente estreme per i tempi che corrono e soprattutto per le precarie condizioni dell'economia argentina. Tra queste, ad esempio, la sostituzione del Peso (la valuta argentina) con il dollaro americano; la liberalizzazione delle armi; la cancellazione dell'assistenza sociale diretta; la privatizzazione delle imprese pubbliche e la chiusura della Banca Centrale.

Ma, come detto, Milei piace soprattutto per i suoi modi di fare: un one-man show che ne ha davvero per tutti e che interpreta i valori cardine della destra popolare mondiale. Dal negazionismo climatico (definisce la crisi climatica come una ”bugia del socialismo”), alle invettive contro Papa Francesco – ”un diavolo sulla Terra” secondo Milei – fino all'appoggio del mercato degli organi. Non a caso Trump e Bolsonaro hanno già strizzato un occhio a Milei congratulandosi con il nuovo Presidente per il risultato delle elezioni.

Tuttavia quest'ultimo su alcuni punti non sembra del tutto allineato alla destra tradizionale. Se da un lato infatti si oppone all'educazione sessuale nelle scuole e all'aborto, dall'altro, appoggia la liberalizzazione delle droghe e difende il matrimonio omosessuale e il diritto a scegliere il proprio sesso e genere. Perché, come detto all'inizio, ci troviamo di fronte a un politico che non può essere catalogato secondo gli schemi tradizionali.