
Sono ormai trascorsi 37 anni dalla morte di Primo Levi. Trentasette anni da quando l'11 aprile 1987, lo scrittore si lasciò cadere nel vuoto, suicidandosi nel condominio dove abitava a Torino.
Autore tra i più attivi del secolo scorso, Primo Levi ci ha lasciato in eredità alcune opere destinate a rimanere ancora a lungo negli annali della letteratura italiana. Tra tutte, la poesia 'Se questo è un uomo': una testimonianza dell'Olocausto e di quanto vissuto nei lager nazisti.
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Chi era Primo Levi
Levi nacque a Torino il 31 luglio del 1919 da una famiglia di religione ebraica. Si laureò in chimica, nonostante le leggi razziali del '38 fossero in vigore già da un paio d'anni. Sul suo diploma figurava infatti la precisazione “di razza ebraica”. Fino all'occupazione tedesca, Levi si occupa principalmente di chimica: poi nel 1943 ha inizio la sua Odissea. Il 13 dicembre viene catturato e trasferito al campo di raccolta di Fossoli dove trascorre circa due mesi. Il 22 febbraio del '44 scriveva in 'Se questo è un uomo': “Avevamo appreso con sollievo la nostra destinazione, Auschwitz: un nome privo di significato, allora e per noi. In meno di dieci minuti tutti noi uomini validi fummo radunati in gruppo. Quello che accadde degli altri, delle donne, dei bambini, dei vecchi, noi non potemmo stabilire allora né dopo: la notte li inghiottì, puramente e semplicemente''.
Levi ancora non sapeva a cosa stesse andando incontro. Nei campi di sterminio i prigionieri venivano prima denudati, poi 'tosati' (proprio come un animale da macello) e quindi lavati con getti d'acqua. Una volta finito il trattamento venivano rivestiti con pantaloni e giacche a righe ed erano pronti per il lavoro. Primo Levi fu tra i pochi a sopravvivere all'orrore dell'Olocausto e, una volta tornato in Italia, dedicò tutta la sua vita a raccontare uno dei momenti più bui dell'umanità.
Come è morto Primo Levi
Il dovere di raccontare l'orrore vissuto lo erge in qualche modo a testimone della storia. Nel '47 'Se questo e' un uomo' viene pubblicato da De Silva, senza riscuotere particolare successo. Ma nel 1956, quando Einaudi (che prima lo aveva rifiutato) lo ristampa, diventa un bestseller mondiale e il libro simbolo di un'epoca tragica. In seguito, Levi scriverà diverse altre opere ancora oggi molto conosciute, come 'La tregua' e 'La chiave a stella', vincitore del Premio Strega. La mattina dell'11 aprile 1987 lo scrittore si tolse la vita, lanciandosi nella tromba delle scale del condominio di Torino dove abitava, in Corso Re Umberto 75.