
Aleksej Navalny è morto all'età di 47 anni. Il dissidente russo, considerato il principale oppositore politico di Putin, si è spento lo scorso 16 febbraio nel carcere penitenziario di Kharp.
Navalny, che era stato arrestato nel 2021 al rientro dalla Germania, stava scontando una condanna di 19 anni per estremismo: al momento le circostanze della morte rimangono avvolte nel mistero, come molti degli avvenimenti che avvengono nell'entroterra russo, ma stando a quanto riportato da diverse fonti – tra cui 'Fanpage' – si sarebbe trattato di trombosi.
Leggi anche:
- Vacanze di Pasqua 2024: quando chiudono le scuole e quando riaprono
- Ghali e la scuola: che tipo di studente era prima del successo?
- Martina Massai, il bello di 'sbagliare' strada: travel blogger dopo una laurea in veterinaria
Aleksej Navalny in carcere dal 2021
Aleksey Navalny si trovava in carcere dal 2021, quando era stato arrestato appena rientrato dalla Germania.
Lì Navalny si era fatto curare un sospetto avvelenamento: una volta rientrato in patria, però, fu catturato dalle autorità di polizia russe. In seguito, nel 2022, venne condannato a 9 anni di carcere per frode e violazione della libertà condizionale, confermata in appello nel maggio successivo. Nel giugno 2023, poi, un nuovo processo con l'accusa di estremismo per la quale gli sono stati inflitti 19 anni di reclusione. Lo scorso dicembre era stato trasferito nella colonia penitenziaria di Kharp.
Chi era Aleksej Navalny
Ma chi era esattamente Aleksey Navalny? In queste ore in tutte le parti del mondo stanno omaggiando il nome di quello che fino ad oggi veniva considerato il nemico pubblico numero uno per Vladimir Putin. Nato a Butyn, località rurale nel distretto di Odintsovsky, nell'Oblast' di Mosca, il 4 giugno 1976 e figlio di un ufficiale dell’Armata Rossa, Alexey Navalny si era laureato in Giuriprudenza presso la 'Peoples Friendship University of Russia' nel 1998. Nel 2000 iniziò la sua lunga militanza politica iscrivendosi tra le fila del partito filo-occidentale Jabloko, dal quale però fu espulso 7 anni dopo per aderire al movimento Narod ("Popolo"). E' qui che si fece notare come principale antagonista all'autoritarismo putiniano e come nemico giurato della corruzione del regime. Contestualmente, però, questa attività da oppositore politico veniva spesso 'oscurata' da una vocazione nazionalista e prevalentemente xenofoba. Nel 2013 partecipò alle elezioni comunali di Mosca, alle quali era arrivato secondo ottenendo il 27% dei consensi: nello stesso anno scioglie il 'Partito del Congresso' (da lui stesso fondato) e fonda la nuova lista 'Russia del futuro': un movimento di stampo politico e basato su idee nazional-liberali.
Nel corso degli anni Navalny era sopravvissuto a diversi attentati alla sua vita. Il più recente nel 2020, vale a dire il presunto tentativo di avvelenamento da novichok (una variante di neurotossine sviluppate in Unione Sovietica alla fine degli anni '80), dietro cui ci sarebbero i servizi segreti russi. Un fatto che all'epoca scosse la comunità internazionale: Navalny fu curato in Germania e poi dimesso nel 2021. Tornato in patria entrò in una spirale fatta di carcere, detenzione e processi fino alla scorsa settimana, quando le autorità russe hanno dato notizia della sua morte.