
Napolitano, primo nella storia repubblicana a venire eletto alla Presidenza della Repubblica per due mandati consecutivi, fu una figura molto discussa, proprio per il suo operato alla guida del Quirinale. Con lui se ne va l'ultimo pezzo del Partito Comunista Italiano e uno degli esponenti più di spicco della prima Repubblica: scopriamo allora chi fu Giorgio Napolitano e per cosa verrà ricordato.
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La vita di Giorgio Napolitano, dalla scuola alla politica
Giorgio Napolitano nacque a Napoli il 29 giugno del 1925 in una famiglia di stampo borghese: il padre, Giovanni, era un avvocato e poeta, mentre la madre, Carolina Bobbio, di origini piemontesi faceva la casalinga. Nato durante il ventennio fascista, Napolitano studiò al liceo classico e si laureò in Giurisprudenza all'Università di Napoli 'Federico II' nel 1947 con una tesi di economia politica incentrata sul 'mancato sviluppo del mezzogiorno'. L'adesione di Giorgio Napolitano al Partito Comunista Italiano non fu immediata. Nel 1944, dopo la fine dell'occupazione tedesca a Napoli, Napolitano entrò in contatto con il PCI grazie alle sue conoscenze nei circoli letterari e intellettuali della città.L'anno seguente, nel novembre 1945, Napolitano si iscrisse al PCI, diventando segretario federale di Napoli e Caserta prima ancora di laurearsi. Nel 1953, poi, venne eletto per la prima volta al Parlamento: da allora, e fino al 1996, (con l’unica eccezione della IV legislatura) venne sempre rieletto nella circoscrizione di Napoli. Nel Partito Comunista Napolitano sposò quella corrente riformista, e moderata, che tendeva la mano alla famigerata 'via italiana al socialismo': per questa ala del partito, il capitalismo non era necessariamente un ostacolo; secondo gli esponenti riformisti, infatti, la strada per arrivare al socialismo in Italia passava per graduali riforme ispirate dai partiti socialdemocratici europei. Dopo lo scioglimento del Partito Comunista nel 1991, Napolitano intraprese una via più 'istituzionale', che lo portò nel 1992 all'elezione a Presidente della Camera e, successivamente, alla carica di Ministro dell'Interno nel primo governo Prodi (fu il primo Ministro incaricato proveniente dal PCI).
Il primo (e unico) comunista al Quirinale
Nel 2005 Napolitano venne eletto Senatore e, nello stesso anno, fu nominato Presidente della Repubblica alla quarta votazione con 543 voti. Un primo mandato che filò liscio, perlomeno nei primi cinque anni, fino al 2010, quando iniziò la crisi dei debiti sovrani. Spiegato in modo semplice, si trattò di una crisi generale delle economie europee dovuta al crollo della 'Lehman Brothers', all'epoca una delle più grandi banche americane. Un tracollo che causò un effetto domino in Europa, trascinando con sé gli Stati più deboli dal punto di vista economico. Anche l'Italia venne travolta da questo scossone, con lo spread – ossia il differenziale tra tra il rendimento dei titoli di Stato italiani e quelli tedeschi – che salì in maniera allarmante nel 2011 arrivando al suo massimo storico (574 punti base) a novembre.Insomma, il rischio, più che concreto, per il nostro Paese era quello del default finanziario. Il Governo Berlusconi, che non sembrava avere piena contezza di quanto stesse accadendo, nonostante i ripetuti moniti della Commissione Europea e degli altri Stati sovrani, si dimise a novembre e Napolitano nominò allora a capo del Governo Mario Monti, ritenuto l'unico in grado di traghettare l'Italia fuori dalla crisi. Nel 2013, nonostante lui stesso fosse contrario, Napolitano accettò un secondo mandato ma solo a patto che si portassero a compimento tutte quelle riforme che servivano al Paese.
Nel 2015 l'allora Presidente della Repubblica presentò le dimissioni per via dell’età già piuttosto avanzata: prima di lui lo avevano fatto solo Antonio Segni (per motivi di salute), Giovanni Leone e Francesco Cossiga, entrambi quando mancavano soltanto pochi mesi alla fine del settennato. Al suo posto, arrivò Sergio Mattarella, ancora oggi in carica e anche lui al secondo mandato. Con Giorgio Napolitano se ne va una delle travi portanti del PCI italiano e un pezzo della prima Repubblica, ma anche uno degli esponenti di sinistra maggiormente criticati negli ultimi anni, soprattutto per via del suo 'interventismo' alla guida del Quirinale durante la crisi del 2010: come sempre, però, sarà la storia ad avere l'ultima parola.
Quando e dove si svolgerà il funerale di Giorgio Napolitano
Dalle 10:00 di ieri la salma dell'ex Presidente si trova a Palazzo Madama dove è stata allestita una camera ardente. Ad omaggiarlo Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni e Papa Francesco, il primo pontefice a varcare la soglia di Palazzo Madama. Oggi secondo giorno di camera ardente poi domani il funerale laico. Secondo quanto reso noto da una nota di Palazzo Chigi, il funerale del Presidente emerito Giorgio Napolitano si terrà martedì 26 settembre a partire dalle ore 11:00 nell'Aula della Camera dei Deputati a Montecitorio, e sarà trasmesso in diretta televisiva su Rai 1 e su maxi-schermi appositamente predisposti in Piazza del Parlamento.
Chi è Clio Maria Bittoni, moglie di Giorgio Napolitano
”Sono un monogamo incallito” aveva dichiarato il Presidente emerito nel corso di un'intervista rilasciata Maurizio Costanzo nel 2016. Niente di più vero: Napolitano trascorse infatti ben 64 anni di vita con Clio Maria Bittoni. Un matrimonio, il loro, celebrato con rito civile nel 1959 (come voleva la tradizione per i funzionari del partito comunista), e da cui nacquero due figli (Giovanni e Giulio) e altrettanti nipoti. Di dieci anni più giovane, Clio Maria Bittoni, specializzata in diritto del lavoro e nell’applicazione della legge sull’equo canone in agricoltura, aveva iniziato a lavorare come avvocata dei braccianti.Per anni ha lavorato nell’ufficio legislativo della Lega delle Cooperative fino alla svolta professionale nel 1992, cioè quando suo marito venne eletto alla Presidenza della Camera. Per Bittoni si generò un conflitto di interessi e le fu impossibile rimanere perché la sua controparte erano sostanzialmente le commissioni parlamentari, la Presidenza del Consiglio e gli altri organismi istituzionali. All'ombra di Giorgio Napolitano, Clio Bittoni era allergica a protocolli e formalità, al punto di farsi trasferire dalle sale del Quirinale nell’appartamento del palazzo della Panetteria dove si sentiva più 'libera'. Nonostante il profilo basso, per anni la moglie del Presidente emerito si spese in favore delle donne vittime di violenza, scrivendo lettere pubblicate poi in diversi quotidiani.