
A riportare la notizia la ‘Gazzetta di Mantova’. L'incontro sarebbe avvenuto nella cerchia dei rapporti di amicizia familiare. La relazione, all’inizio vissuta con discrezione, si è resa evidente a tutti una volta che la ragazza è rimasta incinta.
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Mano nella mano davanti al giudice
Sono passati due anni, e il procedimento è giunto alla fase dell’udienza preliminare. Ma come racconta la ‘Gazzetta di Mantova’, i due ragazzi fanno squadra rimanendo compatti. Si sono infatti presentati mano nella mano davanti al giudice, accompagnati dai genitori e dalla loro bambina, e tutti insieme hanno assistito al processo. La loro, spiegano i due, è “una famiglia”. Anche la madre della ragazza, oggi 15enne, sarebbe imputata: l’accusa è quella di non aver impedito la relazione.La ragazza, designata come vittima, avrebbe dichiarato al giudice di essere stata lei a prendere l’iniziativa. Ma questo naturalmente non basta. La questione è più complicata di così. Il ragazzo, di sei anni più grande, rischierebbe ora dai 6 ai 12 anni per non averla respinta.
L'avvocato: "Nella vicenda non c'è traccia di violenza"
Così l’avvocato Giovanni Gasparini, alla ‘Gazzetta di Mantova’: “Il rigore della norma va ricondotto nel contesto di una vicenda nella quale non c’è traccia della violenza presunta dalla legge. A sconfessarla, la violenza, è stato lo stesso atteggiamento dei ragazzi, mano nella mano”.Il giudice, durante le prossime udienze, dovrà quindi vagliare il caso a 360 gradi e prendere una decisione in merito al futuro dei ragazzi.