3' di lettura 3' di lettura
Federico Vanelli, campione di nuoto che ha salvato il ragazzino nel fiume
Facebook Federico Vanelli

Ha sentito gridare ed è stato allora che lo ha visto: il ragazzino era in difficoltà, sbracciava stremato dentro l’acqua. Federico Vanelli, nuotatore nelle Fiamme Oro della Polizia di Stato, non ci ha pensato un attimo e si è tuffato.

Lo ha raggiunto, lo ha abbracciato e lo ha portato sulla riva opposta. Lo ha salvato

Questo è quello che è successo nel pomeriggio di sabato, tra i mulinelli del fiume Adda, a Lodi.

Una coincidenza provvidenziale 

Dopo aver salvato il 12enne, il nuotatore si è assicurato che stesse bene. Quindi lo ha fatto parlare e camminare per un po’. Federico Vanelli, medaglia di bronzo nella 5 km a squadre ai Mondiali di Budapest del 2017, quel giorno non avrebbe dovuto essere lì. Sono stati gli amici a insistere affinché trascorresse con loro un pomeriggio rilassante in riva al fiume, e alla fine lui ha accettato. Una coincidenza provvidenziale. 

“Questo episodio”, ha spiegato Vanelli, come riportato da ‘Ansa’, “ha davvero dato un senso in più a tutta la mia carriera sportiva. Il momento più duro? È stato quando, dopo aver riportato a riva il ragazzino, carico di adrenalina, ho scelto di tornare a nuoto sulla sponda dalla quale mi ero buttato, quella opposta. In quel momento ho accusato tutta la stanchezza”.

Il post di Vanelli: “In quel momento non ho pensato a nulla se non a salvare il bambino”

Federico Vanelli ha raccontato l’accaduto anche sui suoi canali social. Queste le parole del suo post su Facebook:  

“Vorrei scrivere due righe veloci, nulla che già avete letto. Premetto che non ho mai avuto tutta questa affluenza, e mi dà fastidio non riuscire a rispondere a tutti, subito. Ma vi ringrazierò uno ad uno. Molti mi stanno chiedendo: come ho fatto, come non ho provato paura, come mi sentivo nel mentre etc… Domande di ogni genere, davvero e vi ringrazio. Risponderò nella mia maniera”

Continua il post: “Come ho fatto? Non lo so. O meglio, lo so. Ma ci sono situazioni in cui il corpo agisce per fatti suoi. Poi, a mente fredda torni a ragionare. Mi sono fatto prendere dall'impulso dell'eroe? Pare parodistico, ma sì. Ho rischiato anche io? Sì. Decisamente, per tutto il mio trascorso. Ma in quel momento non ho pensato a nulla se non a salvare il bambino

Conclude Vanelli: “Credo che, in un momento storico come questo, se si può salvare anche solo una vita in più, non bisogna tirarsi indietro per nulla al mondo. Se si hanno le competenze per farlo. Con queste righe vi ringrazio un'altra volta ancora”.