Concetti Chiave
- Il Trovatore è parte della "Triade popolare" insieme a Rigoletto e La Traviata, opere in cui i protagonisti non appartengono all'alta nobiltà.
- L'opera è ambientata nella Biscaglia e nell'Aragona del XV secolo, con una trama che si sviluppa attraverso intrighi di gelosia e vendetta.
- Manrico, il trovatore protagonista, è inconsapevolmente il fratello del Conte di Luna, cresciuto da Azucena, che cerca vendetta per la morte della madre.
- Azucena rappresenta un ruolo chiave con la sua storia personale di vendetta e follia, che costituisce l'elemento centrale del dramma.
- Il Trovatore esplora temi romantici come amore, follia e vendetta, con una narrazione che include elementi di mistero e leggenda.
Introduzione
Insieme a Rigoletto e La Traviata, Il Trovatore fa parte della “Triade popolare”, detta così perché i protagonisti non fanno parte dell’alta nobiltà. A volte, le tre opere sono indicate anche impropriamente “Triade romantica”.L’opera ha come sfondo la Biscaglia e l’Aragona, agli inizi del XV secolo.
La trama - Prologo
Ferrando, capitano della guardia della nobile famiglia di Luna, chiama i suoi uomini ad un servizio di vigilanza: il Conte di Luna junior, geloso, passa le sue notti sotto i balconi della donna di cui è innamorato, Leonora, perché un trovatore canta regolarmente nei giardini della giovane donna. I soldati chiedono a Ferrando di raccontare la storia del fratello del conte, García. Un giorno, una zingara (che vedremo essere la madre di Azucena) fu trovata vicino alla culla di uno dei due figli del conte di Luna senior. Fu cacciata via, ma il bambino si ammalò gravemente. La zingara, accusata di stregoneria, fu catturata e bruciata viva; sua figlia (= Azucena), per vendicarla, rapì il bambino. Sebbene il padre abbia trovato le ossa di un bambino nelle ceneri ancora calde della pira della strega, fece giurare al suo secondogenito, il Conte di Luna junior, di non smettere mai di cercare il fratello, poiché aveva la sensazione che fosse ancora vivo. Ma né il bambin, né la figlia della zingara, il cui spirito ancora infesta il luogo, sono state mai trovate. Ferrando, tuttavia, assicura che se incontrasse la ragazza, la riconoscerebbe.
Atto I
Nei giardini del palazzo d'Aragona, Leonora racconta alla sua confidente, Ines, del suo incontro con il Trovatore, durante un torneo. Non lo ha mai più visto da allora, ma lo sente regolarmente cantare poesie a lei destinate, accompagnandosi con un liuto. Non lo può dimenticare, innamorata fino alla morte, nonostante il consiglio di Inès che sente che questo amore porterà a grandi disgrazie.Le due donne tornano ai loro appartamenti, il Conte si avvicina, bruciando d'amore per Leonora. Sente il Trovatore cantare. Si avvicina e si presenta: il Trovatore si chiama Manrico. Il conte lo riconosce come sostenitore di Urgell (una contea vicina) e condannato a morte, perché della casata nemica dei de Luna. Mentre Leonora cerca di intervenire, i due uomini si sfidano a duello. Il conte non sa che colui che suscita la sua gelosia, Manrico, è in realtà suo fratello, un tempo rapito dalla zingara e che tutti credono morto.
Atto II
Siamo in un campo di zingari. Azucena racconta a Manrico la stessa storia che abbiamo già sentito nel prologo, da parte di Ferrando, ma dal suo punto di vista. Azucena, figlia di una zingara, bruciata per stregoneria, crebbe Manrico come figlio. Solo lei conosce il vero rapporto di parentela esistente fra Manrico e il Conte di Luna junior. Nel raccontare a Manrico, suo figlio adottivo, il passato, rivede la pira dove è stata gettata sua madre. Implorando il figlio di vendicarla, gli racconta come ha rubato il figlio del vecchio conte di Luna (conte di Luna senior), responsabile della condanna di sua madre. Voleva gettare questo bambino nel fuoco ma, per errore, vi gettò dentro il proprio figlio e tenne Manrico per sé. Tuttavia, quando Manrico la interroga sulla loro vera parentela per saperne di più, si riprende immediatamente, sostenendo di aver inventato la storia.Gli ricorda anche come essa si prendeva cura delle sue ferite, quando il Conte di Luna junior lo attaccò con l’inganno e come dopo il duello, preso da una strana premonizione, lo abbandonò come se fosse morto, pur essendo stato risparmiato. La donna gli consiglia di non lasciare che il giovane conte di Luna gli salvi la vita una seconda volta.
Un messaggero arriva per informare Manrico che Leonora, credendolo morto, sta per entrare in convento. Manrico si precipita a prenderla, nonostante le suppliche di sua madre affinché resti .
Al convento, il conte arriva con i suoi uomini per rapire Leonora. Egli è follemente innamorato e, nonostante il rifiuto della ragazza i suoi uomini preparano per rapirla. Inizia la cerimonia dei voti. Mentre il Conte si prepara a compiere il suo crimine, Manrico, che tutti credono morto, si avvicina per prendere le difese di Leonora.
Atto III
Manrico e Leonora sono trincerati nel loro accampamento a Castellor. Le truppe del conte, mentre si preparano a dare l’assalto catturano una zingara che Ferrando identifica in Azucena, la figlia della strega. La donna invoca il figlio, Manrico, perché venga a salvarla. A sentire questo nome, il conte esulta, sapendo ora di avere un'arma formidabile contro il suo nemico.Mentre nella cappella di Castellor, Manrico e Leonora si preparano per le nozze, entra un messaggero per annunciare che Azucena è stata catturata e condannata ad essere bruciata viva. Manrico si prepara a combattere per liberarla, nonostante il dolore che ciò provoca a Leonora.
Atto IV
Il piano di Manrico per salvare Azucena fallisce ed ora egli è tenuto prigioniero con sua madre. Leonora si reca al palazzo del conte per implorare pietà e cercare, quindi, di salvarli. Ad un tratto, sente, provenire dalla prigione, le preghiere di un coro, poi un canto d'amore del Trovatore, destinato a lei. Trova il Conte e gli chiede di avere pietà di Manrico, cosa che non fa che aumentare la sua furia. Giura quindi davanti a Dio di offrirsi a lui, se libera Manrico. Dopo aver precisato, a parte, che Il Conte l’avrà solo da morta, beve una fiala di veleno.In carcere, Manrico cerca di rassicurare la madre che ha paura della morte sul rogo, ricordando l'orribile spettacolo della morte della propria madre. Azucena alla fine si addormenta, mentre appare Leonora, che dice a Manrico che sono stati liberati. Ma Manrico si rifiuta di andarsene senza di lei, poiché crede che la ragazza l’abbia tradito.
Comprendendo finalmente il sacrificio di Leonora, su cui, però, il veleno sta facendo effetto, Manrico si pente di quanto detto. Il Conte, rendendosi conto di essere stato ingannato, fa giustiziare Manrico. Azucena, che nel frattempo si è svegliata, gli rivela che ha appena ucciso il fratello. Il conte è inorridito mentre Azucena invoca sua madre. Essa trionfa: lasciando che il conte uccidesse il fratello, ha vendicò sua madre.
Personaggi
Manrico: è il trovatore, adottato da Azucena, fratello nascosto del conte di Luna, amante di Leonora. È il personaggio eponimo dell'opera. Diversi eventi sconvolgono la sua serena vita di poeta: il duello con il Conte di Luna da cui esce ferito, la cattura di Leonora da parte del Conte e quella della madre adottiva Azucena. Manrico è così costretto ad agire secondo gli eventi, a volte abbandonando la madre per aiutare Leonora, a volte tralasciando la sua amante quando un messaggero lo informa che Azucena è stata imprigionata dal Conte di Luna.Il Conte di Luna: è un aristocratico della corte d'Aragona. Il Conte di Luna è il rivale di Manrico, sia politicamente che in amore. Veramente innamorata di Leonora, egli vuole anche vendicare suo padre, che una volta ha perso il secondogenito, ignaro che questo defunto fratello non è altri che Manrico. Il suo ruolo richiede sia qualità liriche che forza drammatica per incarnare l'amante respinto, geloso e impulsivo ed è anche una figura di potere alla corte d'Aragona.
Leonora: dama di compagnia della Regina d'Aragona, amante di Manrico. Leonora è uno dei pochi personaggi dell'opera che non è spinto da un desiderio di vendetta, cercando invece di calmare i conflitti tra Manrico e il conte di Luna. È una donna devota esclusivamente al suo amante, pronta ad entrare in convento quando crede che l’uomo sia stato ucciso, o ad avvelenarsi dopo aver negoziato per darsi al Conte, in cambio della liberazione di Manrico. La gamma di questo ruolo passa dal registro basso e medio del mezzosoprano al virtuosismo di un soprano lirico, rendendolo un ruolo eminentemente difficile, spesso attribuito a soprani drammatici.
Azucena: zingara, madre adottiva di Manrico. È l'unica a sapere che Manrico è il fratello del Conte di Luna. Azucena ricopre uno dei ruoli più drammatici mai scritti per mezzosoprano, riflettendo in ciò la complessità della psicologia del personaggio. Dopo aver inavvertitamente ucciso il proprio figlio, combattuta tra l'amore per il figlio adottivo Manrico e l'ordine ricevuto dalla madre di vendicarsi, uccidendo il fratello Conte di Luna (cioè lo stesso Manrico), Azucena finisce sull'orlo della follia (o forse lo è fin dall’inizio), esultando disperata alla notizia della morte del figlio adottivo. È il personaggio chiave della trama, importante quanto il trio amoroso Manrico-Leonora-Luna.
Ferrando: Capitano della guardia del Conte di Luna
Conte di Luna senior (presente nel racconto di don Ferrando e di Azucena)
García: uno dei tre figli del Conte de Luna senior (presente nel racconto di don Ferrando e di Azucena)
Ruiz: soldato di Manrico
Iñes: confidente di Leonora
Un vecchio zingaro
Un messaggero
Analisi
Tra amore e follia, Il Trovatore è profondamente radicato nel romanticismoLa presenza della zingara ridimensiona fortemente l'aspetto guerresco dell’opera. Il fatto che l'opera inizi con il racconto di eventi passati (la zingara bruciata per aver lanciato un incantesimo sul bambino e il rapimento del bambino da parte di sua figlia), dà all'intera opera l'aspetto di una favola che ha per sfondo un luogo sinistro. L'eroismo di Manrico è glorioso, ma filtrato da una terribile leggenda, come se Verdi avesse voluto dare alla sua opera un taglio fantasioso. L'aria "Stride la vampa" all'inizio del secondo atto, ci fa rivivere la scena dell'incendio attraverso i ricordi allucinati di Azucena. Da questo momento in poi, la zingara occupa un posto sempre più importante nel dramma. Al contrario, il contesto politico viene cancellato. Manrico è a capo di una banda di ribelli, ma non è più chiaro perché. Lungi dal ritornare al dramma storico, Verdi coglie la dimensione romantica della vicenda.
L'importanza della notte, l'allucinazione, persino la marginalità, sono tutti temi che ancorano fortemente quest'opera al dramma romantico. Anche la follia ha la sua parte. Le immagini della pira perseguitano Azucena. Appena la donna entra in scena, la musica annuncia la sua probabile demenza. Azucena è pericolosa, ma non ce ne rendiamo subito conto. È solo alla fine dell'opera, quando aspetta che Luna abbia ucciso suo fratello per rivelare finalmente le origini di Manrico, che ci rendiamo conto che è stata pazza fin dall'inizio.
Nelle opere successive, la presenza degli zingari contribuisce solo a creare un angolo pittoresco.
Domande da interrogazione
- Quali sono le opere che compongono la "Triade popolare" e perché sono chiamate così?
- In quale contesto storico e geografico è ambientata l'opera "Il Trovatore"?
- Chi è Azucena e quale ruolo gioca nella trama di "Il Trovatore"?
- Qual è il tema principale di "Il Trovatore" e come viene esplorato nell'opera?
- Come viene rappresentata la figura della zingara nell'opera e quale importanza ha?
La "Triade popolare" è composta da "Rigoletto", "La Traviata" e "Il Trovatore". Sono chiamate così perché i protagonisti di queste opere non appartengono all'alta nobiltà, differenziandosi per questo aspetto dalle convenzioni dell'epoca.
"Il Trovatore" è ambientato nella Biscaglia e nell'Aragona, agli inizi del XV secolo, offrendo uno sfondo storico e geografico preciso per la narrazione.
Azucena è una zingara, madre adottiva di Manrico e l'unica a conoscere il vero legame di parentela tra Manrico e il Conte di Luna junior. Gioca un ruolo cruciale nella trama, essendo il personaggio chiave che connette i principali eventi e segreti dell'opera.
Il tema principale di "Il Trovatore" è l'intreccio tra amore e follia, esplorato attraverso la tragica storia di vendetta, segreti e identità nascoste. L'opera si radica profondamente nel romanticismo, enfatizzando elementi come l'allucinazione, la marginalità e la notte.
La figura della zingara, rappresentata da Azucena, ridimensiona l'aspetto guerresco dell'opera e introduce un elemento di mistero e follia. La sua presenza e la sua storia personale conferiscono all'opera un'atmosfera da favola oscura, essendo centrale per lo sviluppo della trama e per il suo esito tragico.