Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • L'opera "Attila" di Giuseppe Verdi, con libretto di Temistocle Solera, fu rappresentata per la prima volta a Venezia nel 1846, esplorando la figura storica di Attila attraverso una lente più sfumata.
  • Il prologo e i tre atti dell'opera raccontano le vicende di Attila e dei suoi scontri con i Romani, evidenziando personaggi come Odabella, che promette vendetta e infine uccide Attila.
  • Verdi intreccia diversi temi principali nell'opera: patriottismo, amore, tradimento e il potere del sogno, ognuno dei quali contribuisce alla complessità narrativa e caratteriale.
  • Il patriottismo è centrale, con il generale romano Ezio che incarna il desiderio di un'Italia unita e libera dagli invasori, suscitando sentimenti nazionalistici nel pubblico dell'epoca.
  • Odabella è un personaggio di grande rilievo, inizialmente vista come traditrice ma che evolve in eroina, mostrando il tema del tradimento e della vendetta personale.

Indice

  1. Attila, davvero il flagello di Dio?
  2. Prologo
  3. Atto I
  4. Atto II
  5. Atto III
  6. Commento

Attila, davvero il flagello di Dio?

Attila è un'opera in tre atti e prologo di Giuseppe Verdi, Libretto di Temistocle Solera, rappresentata per la prima volta a Venezia il 17 marzo 1846.
L'immaginario collettivo ha fatto di Attila il flagello di Dio. Questo soprannome, usato molto tempo dopo la sua morte dalle autorità cristiane, equiparava gli Unni e il loro leggendario condottiero alla punizione divina, una delle più terribili piaghe della tarda antichità sia all'interno dell'Impero Romano d'Oriente che in quello d'Occidente. Il suo nome, ormai sinonimo di un re sanguinario e crudele, bastava ad alimentare le fantasie più sfrenate. Come sempre, la Storia, quella vera, è più sfumata e cerca di rimettere questo misterioso personaggio al suo giusto posto, in un'epoca profondamente travagliata, in cui la stabilità dell'Europa era minata dalle invasioni barbariche e dove un popolo di guerrieri nomadi, gli Unni, creò un potente regno le cui entrate, basate su saccheggi, riscatti e tributi negoziati, implicavano una continua espansione. Giuseppe Verdi incontrò casualmente questo personaggio leggendario durante una lettura dell'opera teatrale dell'autore romantico tedesco Zacharias Werner a Venezia nel 1844. L'immagine di Attila, così come la può percepire Verdi, è il risultato contrastante di una letteratura che, fin dall’Alto Medioevo, romanzavano la vita e le vicende del re degli Unni a volte in modo radicalmente diverso: se divenne un personaggio buono e generoso nei paesi germanici, l'epica italiana del XIV secolo presenta Attila come un mezzo uomo, mezzo-essere animale animato dai vizi più profondi e nemico giurato del Cristianesimo.

Prologo

Ad Aquileia (Italia nord-orientale) gli Unni vittoriosi regnano sulle rovine romane a cui è stato dato fuoco e acclamano il loro re Attila. Quest'ultimo si meraviglia che le mogli dei combattenti nemici non siano state uccise: Uldino gliele offre come schiave, visto che partecipato alla battaglia. Colpito dal loro coraggio, Attila trattiene vicino a sé una di loro, Odabella, offrendole persino la sua spada. Quest'ultima si ripromette di vendicarsi del suo popolo.
Successivamente, Attila riceve un messaggero romano, Ezio, che gli offre di mettere il mondo ai suoi piedi se a lui gli l'Italia. Ma Attila rifiuta di allearsi con un traditore.
Intanto, nelle lagune dell'Adriatico gli eremiti stanno pregando quando, improvvisamente appaiono in lontananza. Delle imbarcazioni, dalle quali sbarcano gli abitanti di Aquileia, sopravvissuti alle stragi di Attila. Alla loro guida, c’è Foresto, il marito di Odabella, che continua a sperare di ritrovare la donna un giorno.

Atto I

In un bosco vicino all'accampamento di Attilla, Odabella piange la sua sorte. Foresto la sorprende e l’accusa di tradimento, ma la donna gli mostra la spada di Attilla e gli rivela l'intenzione di vendicare la sua patria. I due coniugi finiscono l'uno nelle braccia dell'altro.
Nella sua tenda, Attila è colto da un incubo in cui un vecchio gli proibisce di attaccare Roma. Ma sfidando lo spettro, raduna le truppe, pronto per marciare alla conquista di Roma. I canti guerrieri dei suoi soldati sono interrotti da voci celesti che accompagnano il vescovo Leone, nel quale Attila riconosce il vecchio del sogno. Quando Leone ripete le parole udite in sogno, Attila è preso dal terrore, mentre Odabella e Foresto, presenti tra la folla, lodano la potenza dell'Eterno.

Atto II

Ezio si rammarica di aver firmato la tregua tra Roma e Attila e della debolezza di cui ha dato prova la sua terra natale. Foresto lo avverte che Attila morirà il giorno stesso e gli consiglia anche di prepararsi ad attaccare gli Unni non appena vedrà divampare un incendio. Nonostante gli ordini ricevuti, Ezio accetta al fine di evitare la caduta di Roma.
Nell'accampamento di Attila i soldati festeggiano. Ezio viene invitato da Attila a suggellare la tregua, nonostante gli avvertimenti dei Druidi e ordina alle sacerdotesse di cantare. Ma il vento improvvisamente spegne tutte le torce. Mentre gli ospiti sono presi dall'orrore, Attila rifiuta ancora una volta la proposta di Ezio di suddividersi il mondo. In un angolo, Uldino versa del veleno nella coppa del suo capo. Mentre Attila sta per bere alla coppa, Odabella, venuta a sapere che il tiranno si è dato la morte con le sue stesse mani, lo avverte che nella coppa c’era del veleno. Foresto si assume la colpa, salvando così Uldino, che gli giura fedeltà. Come ricompensa, Odabella ottiene la grazia di Foresto e la mano di Attila.

Atto III

Convinto di essere stato tradito da Odabella, Foresto progetta di ucciderla prima del matrimonio con Attila. Appare Ezio, pronto a lanciare le sue truppe, mentre il cuore di Foresto si spezza nell’udire i canti nuziali. Appare Odabella, promettendogli che il suo amore verso lui resterà immutabile. Attila, trovandoli tutti e tre, capisce di essere oggetto di un complotto: sostiene, ma invano, di aver risparmiato Foresto, sposato Odabella che era una schiava e stretto una tregua con la Roma di Ezio. Odabella gli trafigge il cuore con la propria spada.

Commento

Per Verdi si tratta qui di coniugare il più perfettamente possibile l'arte del canto e la potenza tragica. Tutto il suo lavoro va in tale direzione. Quattro tematiche principali sono presenti nell’opera:

Patriottismo: Verdi era ormai solito inserire all’interno delle sue opere alcune invettive che colpissero nel segno, che fossero facilmente recepite da un pubblico stanco di un'Italia frammentata dominata da molteplici invasori. La famosa tirata del generale romano Ezio provocò un'insurrezione patriottica ad ogni rappresentazione di Attila in tutte le città d'Italia dove l'opera veniva rappresentata.

Amore: un tema che nessuna opera verdiana può ignorare. Se l'idillio qui è molto artificioso, resta comunque la chiave dell’opera. Una cosa è chiara: Attila non è il bruto che ci aspettiamo. Sa amare. Si tratta di un amore che è contemporaneamente amore la debolezza del tiranno e l’arma dell'eroe, uno strumento al servizio del patriottismo e della vendetta.
Tradimento: Verdi lo affida alla sola Odabella. Traditrice agli occhi degli italiani, essa passa, in modo incoerente, da un campo all’altro, senza spiegazioni. o spettatore capisce subito che non si tratta di un vero e proprio tradimento, mentre i protagonisti dell'opera vengono ingannati.

Il sogno: nell'Ottocento è molto comune integrare il sogno, premonitore o meno, all'interno del teatro, della poesia o del romanzo. Qui Attila viene assalito e raggelato dal terrore di una voce “tuonante” che gli proibisce di avanzare verso per Roma e provoca un motivo di debolezza in Attila, fino ad allora signore incontrastato della guerra.

Domande da interrogazione

  1. Chi è l'autore dell'opera "Attila" e in quale anno è stata rappresentata per la prima volta?
  2. L'opera "Attila" è stata composta da Giuseppe Verdi, con il libretto di Temistocle Solera, e rappresentata per la prima volta a Venezia il 17 marzo 1846.

  3. Qual è l'immagine storica di Attila e come viene reinterpretata nell'opera di Verdi?
  4. Storicamente, Attila è visto come il flagello di Dio, un re sanguinario e crudele. Nell'opera di Verdi, tuttavia, l'immagine di Attila è più sfumata, presentandolo come un personaggio capace di amare e mostrando le complessità del suo carattere oltre alla sua ferocia.

  5. Quali sono i temi principali affrontati nell'opera "Attila" di Verdi?
  6. I temi principali dell'opera includono il patriottismo, l'amore, il tradimento e il sogno. Questi elementi sono tessuti nella narrazione per esplorare la complessità dei personaggi e della storia.

  7. Come viene rappresentato il personaggio di Odabella nell'opera e quale ruolo gioca nella trama?
  8. Odabella è un personaggio chiave nell'opera, inizialmente presentata come una donna coraggiosa che si ripromette di vendicarsi di Attila. Il suo ruolo evolve da vittima a traditrice, e infine a eroina che uccide Attila, dimostrando la sua complessità e l'importanza del tema del tradimento.

  9. In che modo l'opera "Attila" riflette il contesto storico e culturale dell'Italia del XIX secolo?
  10. L'opera riflette il contesto storico e culturale dell'Italia del XIX secolo attraverso il tema del patriottismo, con invettive che risuonavano con il pubblico dell'epoca, stanco di un'Italia frammentata e dominata da invasori. La rappresentazione di Attila ha provocato insurrezioni patriottiche, dimostrando come l'opera sia stata un veicolo per l'espressione del sentimento nazionale italiano.

Domande e risposte