Rosabianca 88
Ominide
2 min. di lettura
Vota 5 / 5

Concetti Chiave

  • Nel XVI secolo, due principali scuole polifoniche emersero in Europa: la scuola romana e la scuola veneta, entrambe influenzate dai maestri fiamminghi.
  • La scuola romana si concentrava sulla musica sacra, caratterizzata da fervore spirituale e influenze mediterranee, con Giovanni Pierluigi da Palestrina come figura chiave.
  • La scuola veneta era più profana, nota per la vivacità e la ricchezza coloristica, spesso accompagnata da strumenti, con rappresentanti come Willaert e i Gabrieli.
  • Le composizioni principali della scuola romana erano la Messa e il Mottetto, mentre nella scuola veneta predominava il Madrigale, una forma vivace e drammatica.
  • Il Madrigale, sviluppato ulteriormente da compositori come Monteverdi, divenne una forma rappresentativa, capace di raccontare storie sulla scena.

Indice

  1. Le scuole polifoniche del XVI secolo
  2. Differenze della scuola veneta
  3. Il predominio del madrigale

Le scuole polifoniche del XVI secolo

Due grandi scuole polifoniche, fondate dai maestri fiamminghi, si affermarono nel XVI secolo come le più importanti non solo d’Italia ma in tutta l’Europa: la scuola romana e la scuola veneta. Nella prima ebbe il massimo splendore la musica di genere sacro e religiosa che seppe unire alla compattezza della musica vocale di origine fiamminga la plasticità, il commosso fervore e la spiritualità tutta mediterranea dell’artista italiano. Il più grande Maestro di questa scuola fu Giovanni Pierluigi da Palestrina e con lui vanno ricordati Orlando di Lasso, i fratelli Nanino, Tommaso da Vittoria, Felice e Giovanni Anerio.

Differenze della scuola veneta

La scuola veneta si differenziò da quella romana per il carattere più profano, per la maggiore vivacità e delicatezza delle sue musiche, per il senso sfarsozo con il quale i maestri veneti trattenevano la musica vocale, inserendo anche degli strumenti a sostegno, per maggior ricchezza coloristica. I più celebri rappresentanti della scuola veneta sono: il fiammingo Willaert, Giovanni e Andrea Gabrieli, Cipriano de Rore, Gioseffo Zarlino, il modenese Orazio Vecchi, il bolognese Adriano Banchieri.

Il predominio del madrigale

Mentre le composizioni più usate dai maestri della scuola romana furono la Messa e il Mottetto, nella scuola veneta ebbe il predominio il Madrigale, composizione a 4 o 5 voci su testo poetico generalmente di argomento amoroso. Grandi compositori di madrigali, oltre ai già citati, furono: Luca Marenzio, Carlo Gesualdo, Claudio Monteverdi. Questa forma trionfò su tutte nella seconda metà del secolo e grazie al Vecchi e al Banchieri divenne drammatica e rappresentativa, ebbe cioè la possibilità di raccontare una vicenda, un fatto rappresentabile sulla scena da mimi o danzatori mentre il coro eseguiva il madrigale che descrivevano e commentavano vivacemente l’azione del dramma. Il testo è in lingua tedesca e non in latino. Il corale trovò in Martin Lutero uno dei primi compositori ed è il canto ufficiale della chiesa protestante.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali differenze tra la scuola romana e la scuola veneta del XVI secolo?
  2. La scuola romana si concentrava sulla musica sacra e religiosa, mentre la scuola veneta era più profana, vivace e delicata, con un uso maggiore di strumenti per arricchire la musica vocale.

  3. Chi furono i principali rappresentanti della scuola romana e della scuola veneta?
  4. Giovanni Pierluigi da Palestrina fu il più grande maestro della scuola romana, mentre tra i rappresentanti della scuola veneta vi furono Willaert, Giovanni e Andrea Gabrieli, e Cipriano de Rore.

  5. Quale forma musicale predominava nella scuola veneta e come si evolse?
  6. Il Madrigale predominava nella scuola veneta e si evolse in una forma drammatica e rappresentativa, capace di raccontare vicende attraverso mimi o danzatori, con il coro che eseguiva il madrigale.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community