Concetti Chiave
- La canzone "In galera lì panettieri" del 1577 riflette la ribellione popolare contro i fornai a Napoli, accusati di speculare sul prezzo del pane durante una carestia.
- I fornai, visti come capri espiatori dalle autorità politiche dell'epoca, vennero arrestati, soddisfacendo temporaneamente il popolo affamato.
- La canzone è caratterizzata da un ritmo incalzante e un linguaggio napoletano intenso, esprimendo la frustrazione e la rabbia del popolo.
- "Gli scariolanti" documenta le dure condizioni di lavoro dei braccianti nella piana ravennate alla fine dell'Ottocento, durante le opere di bonifica e arginatura.
- Il canto degli scariolanti è lento e rassegnato, utilizzando un italiano popolare con elementi dialettali per denunciare la pesantezza del lavoro.
In galera lì panettieri
Napoli ha una storia ricca di sommosse popolari, legate all’ingiusta distribuzione delle ricchezze e quindi alla miseria di una gran parte degli abitanti. La canzone In galera lì panettieri risale addirittura al 1577, quando durante una carestia la folla si scagliò contro i fornai, accusandoli di speculare sul prezzo del pane. I panettieri vengono accusati di essersi voluti arricchire alle spalle della popolazione: si credevano già importanti come dei nobili (“cavalieri” e “baroni”) quando, con grande soddisfazione dei poveri affamati, vennero arrestati.
Certamente la carestia non può dipendere solo dalla speculazione dei fornai: le autorità politiche del tempo lì utilizzarono come capro espiatori per non essere travolte anche loro dall’insurrezione. Rimane però la sincerità della protesta del popolo, che a volte sbaglia bersaglio ma che difficilmente si lamenta a torto. Nella versione musicale il ritmo è incalzante e aggressivo. La lingua impiegata è un napoletano sanguigno e corposo.Gli scariolanti: tra gli ultimi anni dell’Ottocento e i primi del Novecento nella piana ravennate vennero compiuti grandi lavori di bonifica e di arginatura delle acque fluviali. Nella zona giunsero migliaia di braccianti, che lavoravano in condizioni durissime. Gli scariolanti è uno dei documenti che testimoniano la drammatica situazione degli “scariolanti”, gli sterratori che, muniti di una carriola, durante la notte trasportavano la terra rimossa. Venivano assunti settimanalmente, e quanti non si presentavano in fretta con le loro carriole – quando, “a mezzanotte in punto” di domenica, i sorveglianti li convocavano al suono di un corno , perdevano il lavoro.
Le parole, apparentemente neutre, denunciano una situazione lavorativa molto pesante; nella versione musicale il ritmo è lento e rassegnato. Il canto è in italiano popolare, con alcuni elementi dialettali (“ingané2 per “ingannato”, “i’2 per “essi”, “a” per “hanno”, “si sente tromba suonar” per “si sente suonare una tromba”).