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Concetti Chiave

  • Il primo esempio di notazione musicale moderna è attribuito a Guido d'Arezzo, che nel XI secolo creò il tetragramma e il sistema di solmisazione usando un inno a San Giovanni.
  • Magister Perotin, successore di Leonin alla Scuola di Notre-Dame, fu un pioniere della polifonia, ampliando il numero di voci nelle composizioni e contribuendo al Magnus Liber Organi.
  • Il "Carmina Burana" è un manoscritto medievale del XIII secolo contenente testi poetici e canti goliardici, successivamente musicati da Carl Orff nel 1937.
  • Giovanni Pierluigi da Palestrina è riconosciuto come il più grande compositore italiano del Rinascimento, con un vasto repertorio di messe e mottetti che influenzarono la musica sacra.
  • Il jazz è emerso all'inizio del XX secolo come una fusione di elementi africani ed europei, caratterizzato da improvvisazione e ritmi sincopati, influenzando musicisti di diversi generi.
Storia della musica

Ascolto: EPITAFFIO DI SICILO ( sicilo.asf )
E' un breve canto trovato inciso su una lapide a Tralles in Turchia, che risale al I o al II secolo d.C. . Sicilo è il nome di colui che l'iscrizione vuole ricordare:

Io sono l'immagine della pietra
Sicilo mi ha posto qui per sempre.
Simbolo duraturo di ricordo immortale.

FINCHE' VIVI TU APPARI.
NON RATTRISTARTI OLTRE MISURA
LA VITA DURA POCO
E IL TEMPO VUOLE IL SUO TRIBUTO

* * *
Ascolto: Victimae paschali laudes.mp3
(Lodiamo la vittima pasquale) di Wipone
E' una canto composto intorno al 1050 d.C.

Da Wipone, cappellano di corte tedesco.
Il testo in latino rievoca il momento in cui Maria Maddalena si reca al sepolcro
di Cristo il mattino dopo la crocifissione e qui scopre che è vuoto, trovandosi per prima di fronte al mistero della resurrezione di Cristo.
VICTIMAE PASCHALI LAUDES è una delle cinque Sequenze inserite nel repertorio liturgico stabilito dalla riforma del Concilio di Trento 1545-63 (Victimae paschali laudes per il giorno di Pasqua, Dies irae per i defunti, Stabat Mater per il venerdi santo, Veni Sancte Spiritus per la Pentecoste, Lauda Sion per il Corpus Domini)
CANTO GREGORIANO: è il canto della liturgia della chiesa romana, su testi in latino presi dalle Sacre Scritture. Non popolare, eseguito come preghiera dalle Scholae cantorum, monodico (ad una sola voce), senza l'accompagnamento di strumenti, il C.G. Viene eseguito con il ritmo libero della declamazione, dando ad ogni nota il valore normale della pronuncia di una sillaba: Costituisce un repertorio vasto di circa 3000 melodie, copiate e codificate da Papa Gregorio Magno (590 d.C.)
VICTIMAE PASCHALI LAUDES – testo in latino
Victimae paschali laudes, immolent cristiani.
Agnus redenti oves, Chistus innocens Patri
reconciliavit peccatores.
Mors e vita duello conclixere remirando:
dux vitae mostuus regnat vivus.
Dic nobis Maria quid vidis in via?
Sepulcrum Christi viventi set gloriam vidi resurgentis
Angelicos testes sudarium et vestes.
Surrexit Christus spes mea praecedet suos in Galileam.
Scinus Christum surrexisse, a mortuis vere
Tu nobs, victor Rex, Miserere. Amen Alleluja!

Ascolto: INNO DI S: GIOVANNI ( utqueantlaxis.mp3 )
Guido Monaco conosciuto anche come Guido d'Arezzo o Guido Aretino (991 ca –1050 ca.) è stato un importante teorico musicale ed è considerato l'ideatore della moderna notazione musicale e del tetragramma (rigo musicale con sole 4 righe) , che rimpiazzarono l'allora dominante notazione neumatica. Il suo trattato musicale, il Micrologus, fu il testo di musica più distribuito del Medio Evo, dopo i trattati di Severino Boezio. Fu monaco benedettino e curò l'insegnamento della musica nell'Abbazia di Pomposa, sulla costa Adriatica vicino a Ferrara, dove notò la difficoltà che i monaci avevano ad apprendere e ricordare i canti della tradizione Gregoriana. Per risolvere questo problema, ideò e adottò un metodo d'insegnamento completamente nuovo, che lo rese presto famoso in tutta l'Italia settentrionale. Per aiutare i cantori, Guido aveva usato le sillabe iniziali dei versi dell'inno a San Giovanni Battista, che erano intonati ciascuno su una nota della scala e le aveva usate per comporre la scala musicale stessa:
INNO DI SAN GIOVANNI di Guido D'Arezzo
Ut queant laxis
Resonare fibris ("affinché i tuoi servi possano cantare con voci libere
Mira gestorum le meraviglie delle tue azioni, cancella il peccato
Famuli quorum del loro labbro contaminato, oh san Giovanni").
Solve polluti
Labii reatum
Sancte Johannes
È a questo espediente che dobbiamo il nome delle note tuttora in uso, ad eccezione di quello del Do, che Guido chiamava Ut (nome ancora usato in altre lingue, ad esempio in francese: solo nel Seicento il teorico della musica italiano Giovanni Battista Doni propose il nome attuale, derivato dalle prime due lettere del suo cognome). In questo modo Guido pone le basi e sviluppa il sistema teorico detto solmisazione (la prima forma di solfeggio). Guido codificò inoltre il modo di scrivere le note (notazione) definendo le posizioni delle note sulle righe e negli spazi del rigo musicale e proponendo un sistema unificato per la loro scrittura (utilizzando, per la parte terminale della nota, un quadrato, che sarebbe poi diventato un rombo ed infine un ovale). Il rigo usato da Guido aveva quattro righe (a differenza del moderno pentagramma, che ne ha cinque) ed era perciò detto tetragramma. A Guido si deve inoltre l'invenzione di un sistema mnemonico, detto mano guidoniana, per aiutare l'esatta intonazione dei gradi della scala (esacordo di soli sei suoni). Tra le opere di Guido citiamo anche l’”Antiphonarium” (l’antifonario, purtroppo perduto.

Ascolto:Viderunt omnes gentes.wav di Magister Perotin (1160-1220)
Magister Perotin (1160-1240) è stato un grande compositore e direttore di Scholae cantorum della celebre Scuola di Notre-Dame. Successore di Leonin, Perotin fu uno dei primi sperimentatori delle esecuzioni vocali polifoniche (a più voci, mentre, fino allora i canti della liturgia venivano eseguiti ad una sola voce). Contribuì all'ampliamento del Magnus Liber Organi ("Grande libro di organum"), raccolta di composizioni musicali messa insieme dal magister Leoninus (Leonin). Aumentò il numero delle voci superiori e compose organa a tre e a quattro voci (organa triplum e quadruplum).Le opere più famose di Pérotin sono gli organa a quattro voci Sederunt principes e Viderunt omnes.

Ascolto: Frese nuevele.wav FRAGOLE NUOVE anonimo popolare del 1200
E’ uno dei primi esempi di musica medievale del XIII secolo che rivela la sua origine popolare. Infatti questa canzone è ambientata in un mercato: l’ortolano invita le massaie a comperare la sua merce, cantando “frese nuove” (fragole fresche) in lingua volgare.
Frese novelle, mule france.
La prima voce esegue continuamente la melodia con il testo “frese nouvelle”, le altre due si sovrappongono con testi diversi. Il risultato non è sempre intelleggibile.

Ascolto: Richiami di venditori.wav voci del mercato medievale
Questi canti sono alcuni esempi di canzoni popolari medievali che testimoniano come la musica cantata cominci a staccarsi dall’ambito religioso (monastero, schola cantorum) per diffondersi rapidamente tra il popolo. Ciò è dovuto non solo alla semplicità e alla spontaneità della musica utilizzata dai cantori-venditori ma anche alla progressiva diffusione della lingua volgare italiana.
Il pentolaio toscano: “Io ho pentole e pentolini e ramaioli, belle robine a buon prezzo io ve le vendo tutte”
Lo straccivendolo emiliano: “Strazi e ciabatte, donne!”
L’ortolano siciliano: “ Ragazzi, l’insalatina si vende a mazzi”.

Ascolto: CARMINA BURANA canti di Bauren 1100-1200
I carmina burana sono testi poetici contenuti in un importante manoscritto del XIII secolo, il Codex Latinus Monacensis, proveniente dal convento di Benediktbeuern (l'antica Bura Sancti Benedicti fondata attorno il 740 da San Bonifacio nei pressi di Bad Tölz in Baviera) e attualmente custodito nella Biblioteca Nazionale di Monaco di Baviera. Il termine Carmina Burana è stato introdotto dallo studioso Johann Andreas Schmeller nel 1847 in occasione della prima pubblicazione del manoscritto. Tale codice comprende 315 componimenti poetici su 112 fogli di pergamena decorati con miniature. Sembra che tutte le liriche dovessero essere destinate al canto, ma gli amanuensi autori di questo manoscritto non riportarono la musica di tutti i carmi, cosicché possiamo ricostruire l'andamento melodico solo di 47 di essi. Il codice è suddiviso in sezioni:
• Carmina moralia (1-55), argomento satirico e morale;
• Carmina veris et amoris (56-186), argomento amoroso;
• Carmina lusorum et potatorum (187-228), canti bacchici e conviviali;
• Carmina divina, argomento moralistico sacrale (questa parte fu probabilmente aggiunta all'inizio del secolo XIV).
I testi (tutti in latino eccetto 47, scritti in alto tedesco) hanno argomento evidentemente molto diverso tra loro, e dimostrano la poliedricità della produzione goliardica. Se da un lato troviamo i ben noti inni bacchici, le canzoni d'amore ad alto contenuto erotico e le parodie blasfeme della liturgia, dall'altro emergono un moralistico rifiuto della ricchezza e la sferzante condanna alla curia romana, dedita solo alla ricerca del potere.Così recita il carme n. 10: La morte ormai regna sui prelati che non vogliono amministrare i sacramenti senza ottenere ricompense, sono ladri e non apostoli, e distruggono la legge del Signore.Ancora il carme 11: Sulla terra in questi tempi il denaro è re assoluto. La venale curia papale ne è quanto mai golosa.
Esso impera nelle celle degli abati e la folla dei priori, nelle loro cappe nere, inneggia solo a lui. Queste parole dimostrano chiaramente come gli autori di questi versi (i cosiddetti clerici vagantes) non fossero unicamente dediti al vizio, ma che si inserissero anche loro in quella corrente contraria alla mondanizzazione della Chiesa e alla conformazione monarchica del papato, ma al contempo fautrice di una ideologia progressista, lontana dalla clausura della vita monastica. I testi originali sono inframmezzati da notazioni morali e didattiche, come si usava nel primo Medioevo, e la varietà degli argomenti (specialmente religioso e amoroso ma anche profano e licenzioso) e delle lingue adottate, riassume le vicende degli autori, i clerici vagantes altrimenti detti goliardi (dal nome del mitico vescovo Golia) che usavano spostarsi tra le varie nascenti università europee assimilandone lo spirito più concreto e terreno.
Nel 1937, il compositore tedesco Carl Orff musicò alcuni brani dei Carmina Burana, realizzando un'opera omonima. La prima rappresentazione fu l'8 giugno 1937 a Francoforte. La prima rappresentazione italiana invece si tenne al Teatro di San Carlo in Napoli. Per le sue caratteristiche può essere definita anche "cantata scenica" ed ha il sottotitolo "Cantiones profanae cantoribus et choris cantandae". L'opera non presenta una trama precisa e richiede tre solisti (un soprano,un tenore e un baritono), due cori (uno dei quali di voci bianche), mimi, ballerini e una grande orchestra (Orff ne ha composto anche una seconda versione dove l'orchestra è sostituita da due pianoforti e percussioni). Orff scelse di comporre una musica nuova, sebbene nel manoscritto originale fosse contenuta una traccia musicale per alcuni dei brani.
L'opera è strutturata in un prologo e due parti. Nel prologo c'è l'invocazione alla Dea Fortuna sotto cui sfilano diversi personaggi emblematici dei vari destini individuali. Nella prima parte si celebra la "Veris laeta facies" ovvero il lieto aspetto della primavera. Infine nella seconda, "In taberna", si hanno prevalentemente canti goliardici che inneggiano all'amore che si concludono con il coro di grazie alla fanciulla ("Ave, formosissima"). Nel finale si ha la ripresa del coro iniziale alla Fortuna.

1. O Fortuna.mp3
O Fortuna, velut Luna statu variabilis, semper crescis aut decrescis; vita detestabilis nunc obdurat et nunc curat ludo mentis aciem,
egestatem potestatem dissolvit ut glaciem. Sors immanis et inanis rota tu volubilis status malus vana salus semper dissolubilis,
obumbrata et velata mihi quoque niteris; nunc per ludum dorsum nudum fero tui sceleris. Sors salutis et virtutis mihi nunc contraria
est affectus et defectus semper in angaria. Hac in hora sine mora cordum pulsum tangite; quod per sortem sternit fortem mecum omnes plangite!

(trad.: O Fortuna, cangi di forma come la luna, sempre cresci o cali; l'odiosa vita ora abbatte ora conforta a turno le brame della mente,
dissolve come ghiaccio miseria e potenza. Sorte possente e vana, cangiante ruota, maligna natura,
vuota prosperità che sempre si dissolve,
ombrosa e velata sovrasti me pure; ora al gioco del tuo capriccio io offro la schiena nuda. Le sorti di salute e di successo ora mi sono avverse,
tormenti e privazioni sempre mi tormentano. In quest'ora senza indugio risuonino le vostre corde; come me piangete tutti: a caso ella abbatte il forte!)

14. In taberna quando sumus.mp3
Quando siamo all'osteria
In taberna quando sumus, non curamus quid sit humus, sed ad ludum properamus, cui semper insudamus.
Quid agatur in taberna, ubi nummus est pincerna, hoc est opus ut queratur, sic quid loquar, audiatur.
Quidam ludunt, quidam bibunt, quidam indiscrete vivunt. sed in ludo qui morantur, ex his quidam denudantur, quidam ibi vestiuntur, quidam saccis induuntur.
Ibi nullus timet mortem, sed pro Baccho mittunt sortem: Primo pro nummata vini,ex hac bibunt libertini; semel bibunt pro captivis, post haec bibunt ter pro vivis,
quater pro Christianis cunctis, quinquies pro fidelibus defunctis, sexies pro sororibus vanis, septies pro militibus silvanis, octies pro fratribus perversis,
nonies pro monachis dispersis, decies pro navigantibus, undecies pro discordantibus, duodecies pro penitentibus, tredecies pro iter agentibus.
Tam pro papa quam pro lege bibunt omnes sine lege. Bibit hera, bibit herus, bibit miles, bibit clerus, bibit ille, bibit illa, bibit servus cum ancilla, bibit velox, bibit piger,
bibit albus, bibit niger, bibit constans, bibit vagus, bibit rudis, bibit magus, bibit pauper et egrotus, bibit exul et ignotus, bibit puer, bibit canus, bibit presul et decanus,
bibit soror, bibit frater, bibit anus, bibit mater, bibit iste, bibit ille, bibunt centum, bibunt mille: Parum sexcente nummate durant, cum immoderate bibunt omnes sine meta.
Quamvis bibani mente leta, sic nos rodunt omnes gentes, et sic erimus egentes. Qui nos rodunt confundantur et cum iustis non scribantur. Io io io io io io !

(trad.: Quando siamo all'osteria che c'importa se siam cenere, noi ci buttiamo al gioco che non ci dà mai tregua. Che si fa all'osteria, dove danaro fa il coppiere,
è ben giusto chiederlo; ve lo dirò, ascoltate. Chi gioca, chi beve, chi si dà ai bagordi. Fra chi si accanisce al gioco c'è chi si spoglia, c'è chi si riveste, c'è chi si ricopre di sacco:
qui nessuno teme la morte, noi gettiamo i dadi per Bacco: Prima i viziosi bevono per il soldo del vino, una volta bevono per i carcerati,dopo bevono tre volte per i vivi, quattro
per tutti i cristiani, cinque per i fedeli defunti, sei per le buone donne, sette per i grassatori, otto per i frati pervertiti, nove per i monaci scappati, dieci per i naviganti, undici per i
litiganti, dodici per i penitenti, tredici per i viaggiatori. Per il papa o per il re bevon tutti senza limiti. Beve la dama, beve il signore, beve il soldato, beve il chierico, beve quello,
beve quella, beve il servo con l'ancella, beve il lesto beve il pigro, beve il bianco, beve il negro, beve il costante, beve il vano, beve il rozzo, beve il dotto,beve il povero e il malato,
beve l'esule e lo sconosciuto,beve il ragazzo beve il canuto, beve il vescovo e il decano,beve la suora, beve il frate,beve la nonna,beve la madre, beve questa, beve quello,bevon cento, bevon mille. Poco duran seicento denari, se bevon tutti alla grande senza limiti. Pur se bevon a mente lieta, ci fan tutti torto, siamo così poveracci!Chi ci sprezza sia confuso, e fra i giusti non sia scritto.)

24. Ave Formosissima.mp3
Salute a te, o bellissima
Ave formosissima, gemma pretiosa, ave, decus virginum, virgo gloriosa, ave, mundi luminar, ave, mundi rosa, Blanziflor et Helena, Venus generosa!
(trad.: Ave bellissima, preziosa gemma, ave perla delle vergini, gloriosa vergine, ave luce del mondo, ave rosa del mondo, Biancofiore ed Elena, Venere magnanima!)

Ascolto: Kalenda Maya.wav CALENDIMAGGIO di Rambeau de Vaqueiras

Calendimaggio (Cantar di maggio) è una festa popolare di primavera descritta in questo canto in lingua provenzale (lingua d’Oc parlata nella Francia meridionale)
Questo canto veniva eseguito nelle corti dai Trovatori, una sorta di musicisti (alcuni anche di grande valore e importanza), giocolieri, saltimbanchi e artisti itineranti. In Italia vennero chiamati menestrelli o giullari. Oggi potrebbero essere i cosiddetti “artisti di strada”.
Calendimaggio non c’è foglia di faggio
ne canto d’uccello ne fiore di giglio che mi piaccia,
o donna prode e gaia
sino a che un veloce messaggero della vostra persona
non mi rechi un nuovo piacere,
fino a che l’amore mi attragga e rallegri
e mi porti sino a voi o donna sincera:
e cada ferito il geloso prima che io mi allontani da voi.
Raimbaut de Vaqueiras: nato a Vaqueiras nel 1155 ca., fu uno dei primi trovatori che passarono le Alpi per cercare fortuna e successo, come giullare, presso la corte del marchese Bonifacio I del Monferrato a fianco del quale partecipò alla IV crociata Le composizioni poetiche di Raimbaut pervenuteci sono 35 (7 di dubbia attribuzione), ma soltanto sette hanno la melodia; tra queste spicca la notissima Kalenda maya (Calendimaggio)

Ascolto: DANZE MEDIEVALI

Nel Medioevo lo svago più importante degli aristocratici era il torneo cavalleresco, una specie di addestramento all’attività più consueta: la guerra. Spesso i tornei finivano con festeggiamenti caratterizzati da grandi balli. Erano balli energici, dai movimenti rudi, cui partecipavano solo gli uomini. Con l’ingentilirsi dei costumi anche le feste nei castelli se allietavano con i balli.

QUINTA ESTAMPIDA REALE.mp3 Poco alla volta anche le donne presero a partecipare alle feste danzanti nei castelli medioevali. Fiorivano allora i poeti-musicisti che cantavano l’amore delicato e le maniere cortesi: i Trovatori. E’ in questo tempo che nascono le danze di corteggiamento: Sono le prime danze di coppia dell’età moderna: la Estampide.

Saltarello.mp3 Salterello E’ un ballo tipico delle regioni centrali d'Italia, diffusa sia a livello popolare (veniva praticata facendo dei passi ondeggianti e saltati) che di corte. Come ballo di corteggiamento si diffuse dal XVI sec. in tutta Europa occidentale. I movimenti sono semplici, ripetitivi e vivaci: si balla tutti insieme, per lo più in tondo, con passi saltanti. Le melodie si svolgono spesso sopra ad un suono lungo, tenuto dal principio alla fine della danza. Tra gli strumenti musicali usati spesso ricordiamo la cornamusa e il tamburello a sonagli.

Ascolto: Ce fut en mai.wav di Moniot d’Arras
Moniot d’Arras fu uno dei Trovieri più importanti del secolo XIII, vissuto all’incirca tra il 1190 e il 1239, nell’abbazia di San Vaast. La notorietà di Moniot, è attestata da numerosi “contrafacta” operati dalle sue liriche. I componimenti a lui attribuiti nei manoscritti sono 23, ma soltanto 16 possono considerarsi sicuramente suoi, tra questi appunto “Ce fu en mai”.
Ce fut en mai Au douz tens gai
Que la saisons est bele, Main me levai,
Joer m'alai Lez une fontenele.
En un vergier Clos d'aiglentier Oi une viele;
La vi dancier Un chevalier Et une damoisele

“Era maggio. Nel dolce tempo lieto, quando la stagione è bella, mi sono alzato di buon mattino, sono andato a cantare vicino ad una fontanella. In un giardino di rose sento suonare una viella: là vedo danzare un cavaliere ed una damigella”

Ascolto: Tosto che l'alba appare.wav di Gherardello da Firenze

Questo brano è una caccia cioè un brano vocale a più voci nello del canone ispirato ad una vera e propria scena di caccia, con le grida dei cacciatori, l’incitamento dei cani e l’inseguimento della preda.
Nonostante Gherardello fosse famoso per le sue musiche sacre, poco ci è rimasto di questa produzione. Le musiche profane di Gherardello sono invece pervenute in gran quantità: dieci madrigali a due voci, cinque ballate per voce sola, ed la famosa caccia, “Tosto che l'alba” a tre voci. Dal punto di vista stilistico, la sua musica è tipica del primo XIV secolo, prevalentemente omoritmica, ad eccezione della caccia in cui le due voci superiori cantano un canone e la terza voce è un tenor senza testo (probabilmente strumentale) su note lunghe.
Molte delle musiche di Gherardello sono presenti nel Codice Squarcialupi anche se altri manoscritti, tutti provenienti dalla Toscana, contengono suoi lavori. Sul codice esiste un suo ritratto.

Tosto che l'alba appare
« Tosto che l'alba del bel giorno appare,
isveglia i cacciatori: Su ch'egli è 'l tempo.
Alletta il can. Tè, tè, tè, tè,
Viola tè, Primiera tè.
Sull'alto al monte co' buon' cani a mano
e gli brachetti al piano
e nella piaggia ad ordine ciascuno!
I' veggio sentir uno de' nostri miglior bracchi:
sta' avvisato!
Bussate d'ogni latociascun le macchie,
chè Quaglina suona!
Aiò, aiò! A te la cerbia vene!
carbon l'a pres'ed in bocca la tene.
Del monte que' che v'era su gridava:
A l'altra, a l'altra! e suo corno sonava. »

Ascolto: Ecco la primavera.wav di Francesco Landino

E’ una canzone a tre voci. La voce superiore è cantata le altre due suonate.

Ecco la primavera
Ecco la Primavera che 'l cor fa rallegrare.
Temp'è d'innamorare e star con lieta cera.
Noi veggiam l'aria e 'l tempo che pur chiam' allegrezza.
In questo vago tempo ogni cosa ha vaghezza.
L'erbe con gran freschezza e fior copron i prati
e gli alberi adornati sono in simil manera.
Ecco la Primavera che 'l cor fa rallegrare.

Francesco Landini o Landino (c. 1325 - Firenze, 2 settembre 1397) fu un compositore italiano, organista, cantore, poeta e costruttore di strumenti musicali. Cieco dall'infanzia (per questo chiamato anche “il Cieco degli organi) fu un maestro di grande fama, non solo come compositore, ma anche come cantore, poeta, organista e appassionato e devoto cittadino di Firenze. La sua reputazione di radunare folle di spettatori all'esecuzione delle sue musiche, fu così grande che alcuni cronisti scrissero: "la dolcezza delle sue melodie era tale da far scoppiare di gioia il cuore degli astanti".Landini fu il più alto esponente della musica italiana del Trecento chiamata anche Ars nova. La sua produzione fu esclusivamente di musica profana. Ciò che è giunto a noi è rappresentato da 89 ballate a due voci, 42 ballate a tre voci ed altre 9 che esistono sia nella versione a due che in quella a tre voci. Oltre alle ballate ci sono pervenuti un piccolo numero di madrigali.

Ascolto: L'alta bellezza.wav di Guillaume Dufay

Questo canto è una “ballata” del 1400, derivante dalle musiche medioevali composte per essere cantate e suonate. E’ una canzone d’amore dedicata alla donna amata

L’alta bellezza tua
L’alta bellezza tua, virtude, valore
A che donna n’hai donato amore
Quanto più miro il tuo leggiadro aspetto
Angelico, real, degno d’impero,
d’amor s’infiamma più l’ardente petto.
Svilendo ogn’altro, fermo il pensiero,
in te sola, dea, signor mio diletto
a farti ancora contenta certo spero.

Guillaume Dufay (1397 – Cambrai, 1474) è stato un compositore e teorico musicale francese-fiammingo. Come figura centrale della scuola di Borgogna, fu il più famoso e influente compositore europeo della metà del XV secolo, e la sua opera ha dato avvio al periodo rinascimentale in musica. La sua musica venne copiata, distribuita e cantata in ogni nazione ove la polifonia avesse messo radici. Quasi tutti i compositori della successiva generazione assorbirono alcuni elementi del suo stile. A sua volta, Dufay operò una straordinaria sintesi fra gli stili dei maggiori compositori della generazione immediatamente precedente, in particolare Johannes Ciconia e John Dunstable. Si può dire che la transizione fra lo stile del primo Quattrocento - erede diretto dell'Ars nova - e lo stile rinascimentale è avvenuta quasi interamente nell'opera di Dufay, che copre un arco temporale di oltre mezzo secolo. Nella sua opera, Dufay unisce magistralmente le influenze inglesi e le tendenze franco-fiamminghe ed italiane. Di Dufay ci sono pervenute 9 messe (tra le quali la Messa “L’homme armè) , 32 mottetti e 87 chansons.

Ascolto: La battaglia di Marignano.wav di Clement Janequin
La battaglia di Marignano, detta anche la battaglia dei giganti[1], fu una vittoria franco-veneta nell'ambito delle Guerre della Lega di Cambrai avvenuta tra il 13 e 14 settembre, 1515, a Melegnano, 16 km sud est di Milano. La battaglia fu combattuta per ottenere il controllo del Ducato di Milano, porta francese verso l'Italia.Da una parte c'erano le forze francesi di Francesco I, alcuni lanzichenecchi e, verso la fine della battaglia, gli alleati veneti; dall'altra parte erano schierati gli svizzeri, che dal 1512 avevano il controllo sostanziale di Milano, mentre quello "nominale" era del duca Massimiliano Sforza.
Clément Janequin (Châtellerault, Poitiers 1485 - Parigi 1558), è il compositore francese più prolifico del XVI secolo. La sua produzione presenta 286 chanson e circa 150 salmi e chansons spirituelles a fronte di due sole messe e un unico mottetto (uno, almeno, è quello che ci è pervenuto). Tipico di Janequin è uno stile di musica a programma e narrativa (evidente in brani come Le Chant des oiseaux e La Bataille) che avrebbe trovato molti imitatori. Spesso armonicamente statica, la sua musica si basa su effetti ritmici e descrittivi che imitano grida di battaglia, richiami di venditori ambulanti, versi di uccelli o voci umane.

La bataille de Marignan.
Escoutez, escoutez tous gentis
Gallois La victoire du noble roy Françoys!
Et orrez (si bien écoutez) Des coups ruez de tous costez.
Soufflez jouez soufflez toujours!Tornez, virez, faictes vos tours,
Phifres soufflez, frappez tabours!
Soufflez, jouez, frappez toujours! Adventuriers, bons compaignons
Ensemble croiséez vos tromplons; Nobles sautez dans les arçons,
La lance au poing, hardis et prompts!
Larme, alarme, chascun s’asaisonne
La fleur des lys, fleur de haut prix y est en personne;
Suivez François la fleur de lys, suivez la couronne!
Tricque, bricque, chipe, chope, torche, lorgne!
Bruyez, tonnez gros courtaults et faucons,
Sonnez trompettes et clérons Pour resjouyr les compaignons,
Boute selle, boute selle, donnez des horions!
A mort, à mort, courage, frappez dessus!
Gentis galans soyez vaillants, fers émoulus,
Zin zin zin, ils sont défaicts, ils sont perdus!
Frappez, tuez, ropez, ils sont confondus.
Victoire, victoire, tout e ferlor Bigott déscampir la tintelore
Victoire, victoire au noble roi Françoys!

Ascolto: Sicut Cervus.mp3 Giovanni Pierluigi da Palestrina

Sicut cervus desiderat ad fontes aquarum:
ita desiderat anima mea ad te, Deus.
Sitivit anima mea ad Deum vivum (meum):
quando veniam et apparebo ante faciem Dei mei
Fuerunt mihi lacrimae meae panes die ac nocte,
dum dicitur mihi per singulos dies: Ubi est Deus tuus?
“Come il cervo anela alle sorgenti delle acque:
così l’anima mia anela a te, o Dio.
L’anima mia è assetata del Dio vivente (del mio Dio):
quando verrò e comparirò al cospetto del mio Dio (del Signore)?
Le mie lacrime sono il mio cibo giorno e notte,
mentre mi viene chiesto tutti i giorni: Dov’è il tuo Dio?”
Palestrina nel suo Mottetto si limita a mettere in musica solo la prima frase (Sicut cervus desiderat ad fontes aquarum: ita desiderat anima mea ad te, Deus), facendo ripetere ogni volta alle voci le frasi musicali proposte ed intervenendo con variazioni nella ripetizione delle stesse e in fase di cadenza
Giovanni Pierluigi da Palestrina (Palestrina, 1525 – Roma, 2 febbraio 1594) è stato il più grande compositore italiano del rinascimento. Palestrina mostra il carattere che viene associato al genio: pienamente sa delle sue capacità e forte della popolarità guadagnata dalle sue composizioni, non fu mai costretto ad accettare incarichi non gratificanti per sopravvivere. Al contrario, seppe farsi ricompensare generosamente da tutti i suoi protettori, tanto che il Vaticano si trovò costretto ad aumentare continuamente il suo onorario annuo per trattenerlo a Roma, tali e tante furono le proposte che ricevette.Fu un uomo volitivo, ma con forti impulsi che lo portarono a scelte improvvise ed inaspettate, come le seconde nozze, celebrate dopo aver ricevuto gli ordini religiosi minori. Compositore prolifico, pubblicò molto in vita e le sue opere non conobbero mai l'oblio, ma vennero sempre apprezzate come capolavori della Polifonia:
104 messe (in partic. la “Missa Papae Marcelli”, 375 mottetti, Magnificat, Lamentazioni di Geremia, 42 madrigali spirituali, 91 madrigali profani, 68 offertori.
Una buona parte della sua produzione viene fatta risalire al periodo del suo ultimo incarico nella Basilica di San Pietro in Vaticano. L'organico Vocale della cappella vaticana era al tempo più vasto di quello di altre chiese (nel 1594 era composto in tutto da 24 cantori), ma non si adottò l'uso di strumenti, fatta eccezione per l'organo. Il linguaggio polifonico di Palestrina non si discosta tanto dalla maniera tradizionale dei maestri franco fiamminghi (nordici furono i suoi primi maestri a Roma). L'arte contrappuntistica di Palestrina si sviluppa soprattutto in direzione dell'intelligibilità delle parole e di una sonorità ordinata in maniera da evitare l'enunciazione simultanea di testi diversi. Per quanto riguarda l'andamento delle linee melodiche, è evidente l'influsso del canto gregoriano. In questo senso e per aver applicato le regole del Concilio di Trento., Palestrina fu considerato il compositore della Controriforma

Ascolto: Su su pastorelli vezzosi.wav di Claudio Monteverdi
Su, su pastorelli vezzosi
Su, su, su, pastorelli vezzosi, correte, venite
a mirar, a goder l'aure gradite, e quel dolce gioir,
ch'a noi porta ridente la bell'alba nascente.
Mirate i prati pien di fiori odorati
ch'al suo vago apparir ridon festosi.Su, su, su, augelletti canori, sciogliete, snodate al cantar, al garrir, le voci amate.

Claudio Monteverdi (Cremona, 1567 – Venezia, 1643) è stato un compositore, violinista e cantante italiano. Il suo lavoro di compositore segna il passaggio dalla musica rinascimentale alla musica barocca. Nel corso della sua lunga vita ha prodotto opere che possono essere classificate in entrambe le categorie, e fu uno dei principali innovatori che portarono al cambio di stile. Monteverdi scrisse una delle prime opere teatrali in cui fosse sviluppabile una trama drammatica, ovvero un melodramma, L'Orfeo, e fu abbastanza fortunato da godere del suo successo mentre era in vita. Monteverdi compose almeno diciotto opere, delle quali solo l'Orfeo, l'Incoronazione di Poppea, Il ritorno di Ulisse in patria, e la famosa aria "Lamento di Arianna", dalla sua seconda opera - appunto, L'Arianna - sono sopravvissute. Notevole anche la sua produzione di musica sacra, in particolare il “Vespro della Beata Vergine”, e quella dei madrigali, componendo in tutto otto libri. Il libro VIII, pubblicato nel 1638, comprende i cosiddetti Madrigali guerrieri et amorosi considerati la perfezione di questa forma.

Ascolto: CORALE Jesus Bleibet Meine Freude (BWV 147).mp3
dalla CANTATA 147 di Johann Sebastian Bach

Jesus bleibet meine Freude, Meines Herzens Trost und Saft,
Jesus wehret allem Leide, Er ist meines Lebens Kraft,
Meiner Augen Lust und Sonne, Meiner Seele Schatz und Wonne;
Darum lass ich Jesum nicht Aus dem Herzen und Gesicht.

Gesù è la mia gioia la consolazione e la linfa del mio cuore,
Gesù difende da tutti i dolori è la forza della mia vita,
il desiderio e la luce dei miei occhi
la ricchezza e la felicità della mia anima, per questo io non lascio che Gesù
abbandoni il mio cuore e il mio volto.

E’ il celebre corale finale della Cantata “Herz und Mund und Tat und Leben”, BWV 147, composta da Johann Sebastian Bach. In Italia è pubblicata con il titolo “Resta con noi” ed eseguita da vari organici strumentali.
Johann Sebastian Bach (Eisenach, 1685 – Lipsia 1750) fu il compositore e organista tedesco del periodo barocco, di fede protestante, universalmente considerato uno dei grandi della musica di tutti i tempi e uno dei più grandi geni dell’umanità. Le sue opere sono notevoli per profondità intellettuale, padronanza dei mezzi tecnici ed espressivi e assoluta bellezza artistica.La sua opera costituì la summa e lo sviluppo delle svariate tendenze compositive della sua epoca : il grado di complessità strutturale, la difficoltà tecnica e l'esclusione del genere melodrammatico resero tuttavia la sua opera appannaggio solo dei musicisti più dotati, e ne limitarono la diffusione su larga scala, in paragone alla popolarità raggiunta da altri musicisti contemporanei come Telemann o Händel. Dopo la sua morte, la sua opera rimase nella semioscurità per molti decenni, e, solo nel 1829, l'esecuzione della Passione secondo Matteo, diretta a Berlino da Felix Mendelssohn Bartholdy, riportò alla luce la grandiosità dell'opera compositiva di Bach.
J.S.Bach è uno degli autori più prolifici della storia della musica; il suo catalogo è immenso: Circa 300 Cantate sacre, L’Oratorio di Natale, 5 Passioni, il Magnificat, la Messa in Si minore e varie altre messe, circa 3000 Corali, Composizioni per Organo, Composizioni per Clavicembalo (ad es. Il clavicembalo ben temperato, l’Album di Maddalena, le Suites francesi e inglesi, le Invenzione a 2 e a 3 voci ), Sonate e Concerti per vari strumenti solisti, i 6 Concerti brandeburghesi e le 4 Suites per orchestra (nella terza in Re magg. c’è la celebre “Aria sulla quarta corda”), L’Offerta musicale e L’Arte della Fuga,

Ascolto: Ombra mai fu, largo.wma da “XERSE”
di Georg Friedrich Haendel
Ombra mai fu di vegetabile, cara ed amabile, soave più ;
Ombra mai fu di vegetabile, cara ed amabile, soave più,
cara ed amabile,
ombra mai fu di vegetabile, cara ed amabile, soave più, soave più.
E’ la celebre aria tratta dall’opera lirica “Serse” scritta da Haendel nel 1738, che ebbe al suo esordio solo cinque repliche, ma che nel tempo divenne uno dei successi strepitosi del compositore tedesco di adozione inglese. L’Aria “Ombra mai fu” è meglio conosciuta con il nome “Largo”, spesso eseguita in concerti o cerimonie come pezzo staccato.
Contemporaneo di Johann Sebastian Bach, Georg Friedrich Händel , (1685 – Londra, 1759) fu - a differenza di questi che visse prevalentemente nei piccoli borghi della Turingia, fino a Lipsia - più aperto ad esperienze nei maggiori centri europei e nelle maggiori corti (Roma, Firenze, Napoli, Amburgo etc. per poi approdare definitivamente a Londra, con viaggi temporanei successivi) e ricettivo nell'elaborazione di stilemi propri che comunque tennero sempre conto di tutte le caratteristiche peculiari timbriche della musica del primo Settecento.
Händel compose almeno quaranta opere per il teatro - fra cui molte di genere serio - diventate famose (e molte delle quali tutt'oggi rappresentate in tutto il mondo).
Fu autore anche di trentadue oratori altrettanto celebri tra cui il suo capolavoro “Messiah”, “Il trionfo del tempo e del disinganno”, “Saul”, “Israele in Egitto”, e “Belshazzar”.
Scrisse poi molte pagine di musica per orchestra. Tra esse Inni ed Anthem (sorta di inni celebrativi), e Sonate sacre, oltre a 110 cantate, 20 Concerti e 39 fra Sonate, Fughe e Suite per Cembalo. Tra i suoi lavori più noti ci sono senz'altro i 12 Concerti Grossi dell'opera 6.
Ascolto: Gloria.mp3 di Antonio Vivaldi

Il Gloria in re maggiore è una composizione sacra, concepita per orchestra, soli (soprano e contralto), e coro a quattro voci miste (soprani, alti, tenori e bassi).
E’ costituita da 12 pezzi:
I: Gloria in excelsis Deo, allegro. II: Et in terra pax hominibus, andante. III: Laudamus te, allegro. IV: Gratias agimus tibi, adagio. V: Propter magnam gloriam, allegro. VI: Domine Deus, largo. VII: Domine Fili Unigenite, allegro. VIII: Domine Deus, Agnus Dei, adagio. IX: Qui tollis peccata mundi, adagio. X: Qui sedes ad dextram, allegro. XI: Quoniam tu solus Sanctus, allegro. XII: Cum Sancto Spiritu, allegro.

Antonio Vivaldi (Venezia, 1678 – Vienna, 1741) è stato un violinista, compositore e presbitero italiano. Fu uno dei violinisti più virtuosi del suo tempo, sicuramente il più ammirato, e uno dei più grandi compositori di musica barocca. Considerato unanimemente il più importante, influente e originale compositore della penisola italiana della sua epoca, Vivaldi contribuì significativamente allo sviluppo del concerto, soprattutto solistico, genere iniziato da Giuseppe Torelli, e della tecnica del violino e dell'orchestrazione. Non trascurò inoltre l'opera lirica (46 opere teatrali). Vastissima la sua opera compositiva che comprende inoltre numerosi concerti, sonate e brani di musica sacra. Le sue opere influenzarono numerosi compositori suoi contemporanei, soprattutto tedeschi, tra cui Bach.
Le sue composizioni più note sono “I quattro concerti per violino” conosciuti come “Le quattro stagioni”, celebre esempio di “musica a programma” barocca.

Ascolto: LA CREAZIONE coro_con_soli.mp3 - di Franz Joseph Haydn
La “Creazione” è un Oratorio in tedesco. Composto tra il 1796 e il 1798, presenta come tema la Creazione del Mondo come viene raccontato nella Genesi.
Haydn, Franz Joseph (Vienna 1732 - Salisburgo 1809), compositore austriaco, uno dei massimi esponenti del classicismo. Haydn fu maestro di cappella alla corte dei principi Esterházy: per loro compose sinfonie (più di cento), opere, messe, musica da camera, danze di corte; inoltre svolse l’attività di direttore, istruiva i cantanti, curava la raccolta degli strumenti musicali e la biblioteca, e si esibiva come organista, violista e violinista. Pur oberato da mille incarichi, nel dorato isolamento di Esterházy, Haydn godeva di una posizione invidiabile. Citiamo, per il loro alto valore artistico, le sinfonie 'londinesi: La sorpresa (n. 94), La militare (n. 100), L'orologio (n. 101), Rullo di tamburo (n. 103), e Londra (n. 104). Nei suoi ultimi anni, trascorsi a Vienna, Haydn si dedicò alla composizione di messe e oratori, tra cui La creazione (1798) Di questo stesso periodo è il Quartetto dell'Imperatore (1797), divenuto in seguito l'inno nazionale tedesco.

Ascolto: Non più andrai farfallone amoroso (Figaro).mp3
di Wolfgang Amadeus Mozart
E’ un’Aria tratta dall’Opera buffa “Le nozze di Figaro” composta nel 1786. La vicenda è assai ingarbugliata, ricca di malintesi, di finzioni e di travestimenti in modo di creare uno stretto intreccio. Figaro fa una ramanzina a Cherubino, scoperto per l’ennesima volta a “ronzare” attorno a Rosina. Per liberarsene definitivamente il conte d’Almaviva decide di spedirlo al fronte arruolandolo nel suo reggimento.
Non più andrai, farfallone amoroso,
notte e giorno d'intorno girando,
delle belle turbando il riposo, Narcisetto, Adoncino d'amor.
Non più avrai questi bei pennacchini, quel cappello leggero e galante,quella chioma, quell'aria brillante, quel vermiglio, donnesco color.
Tra guerrieri, poffarbacco! Gran mustacchi, stretto sacco, schioppo in spalla, sciabla al fianco, collo dritto, muso franco, un gran casco, o un gran turbante,
molto onor, poco contante, ed invece del fandango, una marcia per il fango. Per montagne, per valloni, con le nevi e i sollïoni, al concerto di tromboni,
di bombarde, di cannoni, che le palle in tutti i tuoni all'orecchio fan fischiar. Cherubino, alla vittoria! Alla gloria militar!
Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 1756 – Vienna, 1791) è stato un compositore e pianista austriaco a cui è universalmente riconosciuta la creazione di opere musicali di straordinario valore artistico. Mozart è annoverato tra i geni della musica. Dotato di raro talento, manifestatosi precocemente, morì a trentacinque anni di età lasciando pagine indimenticabili di musica sinfonica, sacra, da camera e operistica. A quattro anni suona il violino e il cembalo; la sua prima composizione risale a solo due anni dopo.
Seguono gli studi a Salisburgo nel corso dei quali Amadeus compone la "Finta semplice", piccolo capolavoro teatrale di una mente che proprio nel teatro partorirà in età adulta le massime espressioni del genere. I viaggi si susseguono instancabili, tanto che finiranno per minare la sua già fragile salute: il piccolo Amadeus studia e si esibisce, come straordinario pianista, in tutta Europa e in particolare in molte città italiane.
Intanto Mozart compone capolavori di immenso valore: l'opera buffa "Ratto dal serraglio"
"Le nozze di Figaro", "Don Giovanni" e "Così fan tutte", il "Flauto magico", la "Clemenza di Tito e una quantità rilevante di Sinfonie, Concerti per vari strumenti (in particolare il pianoforte), sonate per pianoforte e molta musica sacra, in particolare il celebre “Requiem” Dies irae W.A.Mozart.mp3 Il 5 dicembre del 1791, si spegne all'età di soli 35 anni una delle più alte espressioni dell'arte (musicale ma non solo) di tutti i tempi. A causa delle avverse disponibilità economiche i suoi resti verranno tumulati in una fossa comune e mai più ritrovati. Le cause della sua morte restano a tutt'oggi un rompicapo difficilmente risolvibile.
Di recente Mozart è anche diventato fenomeno di costume, alimentato dal celebrato film di Milos Forman "Amadeus" (1985), tanto che una vera e propria "mozartmania" ha contagiato anche chi, prima di allora, non aveva mai ascoltato la musica del maestro austriaco.
Ricordiamo che la presenza della K e della numerazione è dovuta alla classificazione, in ordine cronologico, delle opere mozartiane, compiuta da Ludwig von Köchel nel suo catalogo pubblicato nel 1862.
Ascolto: Largo al factotum 4.mp3 di Gioacchino Rossigni da
“Il barbiere di Siviglia”, opera buffa in due atti.
Largo al factotum della citta'. Presto a bottega, che' l'alba e' gia'. Ah, che bel vivere, che bel piacere per un barbiere di qualita'! Ah, bravo Figaro! Bravo, bravissimo; fortunatissimo per verita'! Pronto a far tutto, la notte e il giorno sempre d'intorno, in giro sta.
Miglior cuccagna per un barbiere vita piu' nobile, no, non si da'.
Rasori e pettini, lancette e forbici,al mio comando tutto qui sta. V'e' la risorsa, poi, del mestiere colla connetta col cavaliere
Ah, che bel vivere, che bel piacere per un barbiere di qualita'!
Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono, donne, ragazzi, vecchi, fanciulle: Qua la parrucca Presto la barba Qua la sanguigna Presto il biglietto Figaro Figaro Son qua, son qua. Figaro Figaro Eccomi qua. Ahime', che furia! Ahime', che folla! Uno alla volta, per carita'! Pronto prontissimo son come il fulmine: sono il factotum della citta' Ah, bravo Figaro!bravo, bravissimo; a te fortuna non manchera'.
Gioacchino Rossini - (Pesaro, 1792 – Parigi, 1868) è stato un compositore italiano. La sua attività ha spaziato attraverso vari generi musicali, ma è ricordato soprattutto come uno tra i più grandi operisti della storia. La prima parte della sua vita fu come uno dei suoi celeberrimi, travolgenti crescendo (compose la prima opera all'età di quattordici anni); poi - come per iniziare una seconda esistenza - vennero il precoce ed improvviso abbandono del teatro, la depressione e il ritiro nella pace della campagna parigina di Passy, con molte pagine di musica ancora da scrivere. Rossigni è stato un compositore fecondo di Opere liriche tra le quali ricordiamo “L'Italiana in Algeri”, ”Il barbiere di Siviglia” “La gazza ladra” e il “Guillaume Tell”, di Musica da Camera vocale e strumentale e di Musica sacra (“Stabat Mater” e la “Petite Messe Solennelle”)

Ascolto: Beethoven - Symphony No. 9 Presto - Allegro Assai - Alla Marcia - Andante Maestoso - Allegro Energico - Allegro Ma Non Tanto -.mp3
INNO ALLA GIOIA dalla IX Sinfonia
di Ludwig van Beethoven
L'Inno alla gioia, su testo del poeta Friedrich von Schiller, è contenuto nel Quarto Tempo della Nona Sinfonia di Beethoven: è una marcia di gioia, festante, scintillante di colori argentini, che accompagna l'uomo che percorre il cammino gioioso della vita.
Infatti, l’Inno alla gioia ,oltre ad essere un capolavoro della musica classica, è soprattutto un grandissimo messaggio di pace e di fratellanza.
Con tale composizione Beethoven volle formulare un aperto invito alla fratellanza universale: e proprio per rendere tale messaggio il più chiaro possibile egli decise di far cantare nel finale un testo del poeta tedesco a lui contemporaneo, Friedrich von Schiller. L'ode "An die Freude (Alla Gioia)" è una lirica nella quale la gioia è intesa non come semplice spensieratezza e allegria, ma come risultato a cui l'uomo giunge quando si libera dal male, dall'odio e dalla cattiveria.
Proprio per questa esortazione alla fraterna amicizia la melodia su cui viene intonato l’ Inno alla gioia è stata adottata come "Inno europeo" dal Consiglio d´Europa nel 1972 e oggi rappresenta anche la speranza di una pacifica integrazione tra i popoli d´Europa.
An die Freude Inno Alla gioia
Freude, schöner Götterfunken, Gioia, bella scintilla divina,
Tochter aus Elysium, figlia degli Elisei,
Wir betreten feuertrunken , noi entriamo ebbri e frementi,
Himmlische, dein Heiligtum celeste, nel tuo tempio.
Deine Zauber binden wieder, La tua magia ricongiunge
Was die Mode streng geteilt ciò che la moda ha rigidamente diviso,
Alle Menschen werden Brüder, tutti gli uomini diventano fratelli,
Wo dein sanfter Flügel weilt. dove la tua ala soave freme.
Froh, wie seine Sonnen fliegen Lieti, come i suoi astri volano
Durch des Himmels prächt'gen Plan,attraverso la volta splendida del cielo
Laufet, brüder, eure Bahn, percorrete, fratelli, la vostra strada,
Freudig, wie ein Held zum Siegen.gioiosi, come un eroe verso la vittoria.
Seid umschlungen, Millionen! Abbracciatevi, moltitudini!
Diesen Kuss der ganzen Welt! Questo bacio (vada) al mondo intero
Brüder, über'm Sternezelt Fratelli, sopra il cielo stellato
Muss ein lieber Vater wohnen deve abitare un padre affettuoso.
Ihr stürzt nieder, Millionen? Vi inginocchiate, moltitudini?
Ahnest du den Schöpfer, Welt? Intuisci il tuo creatore, mondo?
Such' ihn über'm Sternenzelt! Cercalo sopra il cielo stellato!
Über Sternen muss er wohnen! sopra le stelle deve abitare!

L'Inno alla Gioia contiene dunque un chiaro messaggio: gli uomini devono essere fratelli, devono vivere in armonia e in pace gli uni con gli altri. Ognuno deve allora interiorizzare le idee che questa meravigliosa opera ci comunica: la pace non è una prospettiva irrealizzabile, anzi, con l'impegno di tutti noi sarà più facile costruire un mondo di fratellanza e di armonia.
ANEDDOTO
Si racconta che Beethoven, dopo l´ultima nota della prima esecuzione della Nona Sinfonia, rimase per parecchi secondi assorto nella sua sordità, seduto vicino al direttore con le spalle rivolte al pubblico che applaudiva furiosamente. La cantante Caroline Unger, che appena ventenne aveva preso parte come solista all'esecuzione, per costringerlo a voltarsi affinché vedesse l´esultanza della folla e capisse quale grande successo aveva riscosso, lasciò il suo posto e gli si avvicinò, lo prese amabilmente per mano e lo voltò verso la folla che acclamava entusiasta sventolando un mare di fazzoletti bianchi.
Anche ammettendo che l´aneddoto sia stato confezionato per caratterizzare meglio l´immagine della solitudine e dell´isolamento del genio, è vero che Beethoven rispose con l´Inno alla gioia ad uno dei periodi più tristi della sua vita.
Ludwig van Beethoven (Bonn, 1770 – Vienna, 1827) è stato un compositore e pianista tedesco. Beethoven è universalmente riconosciuto come uno dei grandi della musica classica occidentale. È anche una figura cardine nel passaggio tra il classicismo del XVIII secolo e il romanticismo del XIX secolo e la sua influenza sulle generazioni successive di compositori sarà profonda. Così come per Haydn e Mozart, le composizioni di Beethoven appartengono a quasi tutti i generi musicali del suo tempo: nel suo vasto catalogo ci sono 9 Sinfonie, numerosi Concerti, 32 Sonate per pianoforte, Sonate per altri strumenti (per Violino e per Violoncello), Quartetti per Archi e altra Musica da camera; 2 Messe, un Oratorio, un’Opera, alcuni Lieder, e altre composizioni di diverso genere. Dal punto di vista della forma musicale, Beethoven lavorò incessantemente sui principi della forma-sonata e sullo sviluppo dei temi e così la complessità della scrittura delle sue composizioni più ambiziose si accompagna ad una lunghezza dei movimenti non usuale per quel periodo storico.
Ascolto: Ave Maria 11.mp3 di Franz Schubert
Franz Peter Schubert (Vienna, 1797 – Vienna, 1828) è stato un compositore austriaco dalle grandi ed originali potenzialità; lo dimostra proprio la Sinfonia Grande in cui si vedono i segni delle due direttrici romantiche: aspirazione al monumentale ed espressione dei sentimenti intimi ed individuali. Tutta l'opera cameristica è di assoluta originalità: le composizioni per pianoforte trattano in modo nuovo l'armonia, con fare inquieto, alla maniera romantica. Quartetti e quintetti sono ora sapienti composizioni sulle orme dei classici, ora compiacimenti che paiono ammiccare a chi li sta ascoltando, ora vere e proprie canzoni suonate. Il Lied di Schubert rende bene la parola parlata, il grido, il sussurro, potenziati dall'intonazione musicale ma fedeli alla pronuncia, agli accenti ed ai toni.
Ascolto: Liederkreis op.24, Schöne Wiege meiner Leiden.mp3
di Robert Schumann
Robert Alexander Schumann (Zwickau 1810 – Bonn, 1856) è stato un compositore, pianista e critico musicale tedesco del periodo romantico La sua musica riflette la natura profondamente individualista del romanticismo. Intellettuale ed esteta, fu poco compreso in vita, ma la sua musica è oggi considerata audacemente originale per l'armonia, il ritmo e la forma. Tra le numerose opere di Schumann si ricordano: Carnaval op. 9, Phantasiestücke op. 12 , Kreisleriana op. 16, L’Album per la gioventù per pianoforte, le 4 Sinfonie e il celebre Concerto per pianoforte e orchestra in La minore.
Ascolto: Auf Flügeln des Gesanges, op.34 Nr.2.mp3 di Felix Mendelssohn
Felix Mendelssohn Bartholdy (Amburgo, 1809 – Lipsia, 1847) , direttore d'orchestra e compositore prolifico fin dalla giovane età. A quindici anni scrisse la prima sinfonia per orchestra completa., op. 11 in Do minore e a diciassette compose l'Ouverture per il “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare, opera che contiene la famosa Marcia Nuziale.
Mendelssohn ebbe il merito di riportare alla luce la musica di Johann Sebastian Bach, caduta in oblio in quel periodo, in particolare la Passione secondo Matteo (mai più interpretata dalla morte di Bach), di cui diresse un'esecuzione nel 1829, con un grande successo. Compose inoltre diversi Concerti per violino e per pianoforte ed orchestra, alcune Sinfonie, “Romanze senza parole” di straordinaria bellezza e gli Oratori “Paulus” ed “Elias”

Ascolto: Baby Lullabies -.mp3 Ninna-nanna di Johannes Brahms

Johannes Brahms (Amburgo, 7 maggio 1833 – Vienna, 3 aprile 1897) compositore, pianista e direttore d'orchestra tedesco. Amico di Franz Liszt e soprattutto di Clara e Robert Schumann che lo considerò immediatamente e senza riserve un genio, e lo indicò sulla sua Neue Zeitschrift für Musik come il musicista del futuro. L'estetica di Brahms - ciò che fa di lui uno dei grandissimi musicisti dell'800 - si fonda su uno straordinario mix tra forme classiche rigorose, fondate su una grande sapienza contrappuntistica e polifonica, e spirito profondamente romantico, che si manifesta nel magnifico colore musicale, nell'inventiva melodica, nel sovrapporsi sorprendente dei ritmi.
Tra le Opere di Brahms si ricordano: 4 Sinfonie, il “Doppio concerto per violino, violoncello e orchestra” in la minore, op. 102 (1887), 2 “Concerti per pianoforte e orchestra”, 2 “Rapsodie” op. 79, le Danze ungheresi. Per pianoforte: Sonate, 4 Ballate, circa 330 Lieder per canto e altro.
A Brahms è stato intitolato il “Cratere Brahms”, sulla superficie di Mercurio. Molti contemporanei lo considerarono il successore di Ludwig van Beethoven, e la sua Prima sinfonia fu descritta da Hans von Bülow come la Decima sinfonia di Beethoven.

Ascolto: dal “Nabucco” Va pensiero 10.mp3 di Giuseppe Verdi
Giuseppe Verdi (Roncole Verdi, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901) compositore italiano, autore di melodrammi che fanno parte del repertorio operistico dei teatri di tutto il mondo. Per lungo tempo Verdi è stato considerato un tranquillo uomo di campagna toccato dal genio, un uomo rustico e schietto. Tale immagine si univa a quella del patriota ardente, che a giusto titolo sedette come deputato nel primo parlamento dell'Italia unita (1861). In realtà Verdi fu un operista attento alle grandi correnti di pensiero che percorrevano l'Italia e l'Europa del tempo, pronto a mettersi in discussione e nel contempo profondamente conscio del proprio valore. Sempre aggiornatissimo, alla ricerca di nuovi soggetti cui ispirare le proprie opere, fu un grande frequentatore della capitale artistica dell'Europa del tempo, Parigi. Compositore meticoloso, dotato di un'eccezionale sensibilità drammaturgica che aveva ulteriormente affinato con gli anni, Verdi fu per tutta la sua vita uno sperimentatore, proteso verso traguardi sempre più alti e dotato di un senso critico fuori del comune, che gli permise di andare incontro ai gusti di un pubblico sempre più esigente pur senza mai rinunciare ai propri convincimenti di uomo ed artista. L'enorme epistolario che ci ha lasciato, oltre a rappresentare un affascinante affresco di quasi settant'anni di storia italiana (dalla metà degli anni trenta dell'Ottocento sino alla fine del secolo), è uno strumento per conoscere un Verdi "inedito", orgoglioso della propria estrazione contadina, ma allo stesso tempo uomo fondamentalmente colto e osservatore fine della realtà e dell'ambiente che lo circondavano, personaggio inquieto e protagonista carismatico di un'epoca memorabile. Stimato e amato da un ampio pubblico internazionale è, con Giacomo Puccini, l'operista più rappresentato al mondo.
Verdi si cimentò anche al di fuori dal campo operistico: nel 1862 compose, per l'Esposizione Universale di Londra, l'Inno delle Nazioni su testo di Boito. Molti anni più tardi, Verdi scrisse una “Messa di requiem” (Dies irae G.Verdi.mp3 )per la morte di Alessandro Manzoni Sempre nel campo della musica sacra, Verdi compose un Pater noster, su testo in volgare di Dante, pubblicato nel 1880 e i Quattro pezzi sacri, composti nella tarda maturità e pubblicati nel 1898: Ave Maria, Stabat Mater, Laudi alla Vergine e Te Deum. Di Verdi, nel genere cameristico, ricordiamo alcune opere giovanili come le Sei romanze (ed. 1838) e Album di sei romanze (ed. 1845) per voce e pianoforte e il Quartetto per archi in mi minore (1873).
Verdi partecipò attivamente alla vita pubblica del suo tempo. Fu, come si è accennato, un patriota convinto, anche se nell'ultima parte della sua vita traspare, dall'epistolario e dalle testimonianze dei suoi contemporanei, una disillusione, un disincanto, nei confronti della nuova Italia unita, che forse non si era rivelata all'altezza delle proprie aspettative. Fu sostenitore dei moti risorgimentali (pare che durante l'occupazione austriaca la scritta W V.E.R.D.I. fosse letta come Viva Vittorio Emanuele Re d'Italia). Il Paese lo volle, quasi a viva forza, membro del primo parlamento del Regno d'Italia (1861-1865) e, successivamente, senatore a vita dal 1874.
OPERE LIRICHE (alcune)
Oberto, Conte di San Bonifacio 1839- Dramma in due atti di T. Solera
Nabucco 1842 – Dramma lirico in quattro parti di T. Solera
I Lombardi alla prima crociata 1843 - Dramma lirico in quattro atti di T. Solera
Ernani 1844 - Dramma lirico in quattro parti di F. M. Piave
Giovanna d'Arco 1845 - Dramma lirico in un prologo e tre atti di T. Solera
Attila 1846 - Dramma lirico in un prologo e tre atti di T. Solera
Macbeth 1847 - Melodramma in quattro parti di F. M. Piave
La battaglia di Legnano 1849 - Tragedia lirica in quattro atti di S. Cammarano
Luisa Miller 1849 - Melodramma tragico in tre atti di S. Cammarano
Rigoletto La donna è mobile.mp3 1851 - Melodramma in tre atti di F. M.Piave
Il trovatore 1853 - Dramma in quattro parti di S. Cammarano,
La traviata Libiamo nei lieti calici.mp3 1853 - Melodramma in tre atti di F. M. Piave
Les vêpres siciliennes 1855 - Dramma in cinque atti di E. Scribe e C.Duveyrier)
Simon Boccanegra 1857 - Melodramma in un prologo e tre atti di F. M. Piave
Un ballo in maschera 1859 - Melodramma in tre atti di A. Somma
La forza del destino La vergine degli angeli.mp3 1862 - Opera in quattro atti di F. M. Piave
Don Carlos 1867 - Opera in cinque atti di J. Méry e C. Du Locle
Aida Gloria all'Egitto.mp3 (Marcia) 1871 - Opera in quattro atti di A. Ghislanzoni
Otello 1887 - Dramma lirico in quattro atti di A. Boito
Falstaff 1893 - Commedia lirica in tre atti di A. Boito

Va, pensiero, sull'ali dorate; Va, ti posa sui clivi, sui colli,
Ove olezzano tepide e molli L'aure dolci del suolo natal!
Del Giordano le rive saluta, Di Sionne le torri atterrate...
Oh mia patria si bella e perduta!
O membranza sì cara e fatal!

Arpa d'or dei fatidici vati, Perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto raccendi, Ci favella del tempo che fu!
O simile di Solima ai fati Traggi un suono di crudo lamento,
O t'ispiri il Signore un concento
Che ne infonda al patire virtù!

Ascolto: tristan und isolde - .mp3 (Tristano e Isotta) Richard Wagner
Richard Wagner (Lipsia, 22 maggio 1813 – Venezia, 13 febbraio 1883) compositore, librettista, direttore d'orchestra e saggista tedesco è riconosciuto come uno dei più importanti musicisti di ogni epoca ed è principalmente noto per la riforma del teatro musicale. Diversamente dalla maggioranza degli altri compositori, Wagner scrisse sempre da sé il libretto e la sceneggiatura per i suoi lavori.Le composizioni di Wagner, in particolare quelle del suo ultimo periodo, sono rilevanti per la loro tessitura contrappuntistica, il ricco cromatismo, le armonie, l'orchestrazione e per l'uso della tecnica del leitmotiv: temi musicali associati a persone, luoghi o sentimenti. Wagner inoltre fu il principale precursore del linguaggio musicale moderno: l'esasperato cromatismo del Tristano avrà infatti un effetto fondamentale nello sviluppo della musica classica. Wagner trasformò il pensiero musicale attraverso la sua idea di Gesamtkunstwerk (opera totale), sintesi delle arti poetiche, visuali, musicali e drammatiche. Questo concetto trova la sua realizzazione nel Festspielhaus di Bayreuth, il teatro da lui costruito appositamente per la rappresentazione dei suoi drammi (vedi anche: Festival di Bayreuth) La sua arte rivoluzionaria scatenò reazioni contrastanti nel mondo musicale e divise critici e appassionati in "wagneriani" e "antiwagneriani": fu anche per questo che il compositore conobbe il successo solo negli ultimi anni della sua vita.
OPERE LIRICHE (alcune)
L'olandese volante , Tannhäuser , Lohengrin , L'anello del Nibelungo in quattro parti:
Prologo: L'oro del Reno, Primo giorno: La Valchiria, La valchiria.mp3 Secondo giorno: Sigfrido
Terzo giorno: Il crepuscolo degli dei
Tristano e Isotta, I maestri cantori di Norimberga , Parsifal

Ascolto: dalla Turandot Nessun dorma.mp3 di Giacomo Puccini
Figura di punta del mondo operistico italiano a cavallo tra Ottocento e Novecento, Giacomo Puccini si dedicò in modo pressoché esclusivo alla musica teatrale e, al contrario dei maestri dell'avanguardia novecentesca, scrisse sempre pensando al pubblico, curando personalmente gli allestimenti e seguendo le sue opere in giro per il mondo.
Se diede alla luce soltanto dodici opere fu per mettere a punto organismi teatrali assolutamente impeccabili, tali da consentire ai suoi lavori di affermarsi stabilmente nei repertori dei teatri lirici di tutto il mondo. Interesse, varietà, rapidità, sintesi e profondità psicologica, abbondanza di trovate sceniche sono i fondamentali ingredienti del suo teatro.
OPERE TEATRALI (alcune)
Manon Lescaut, libretto di L. Illica,
La Bohème, libretto di L. Illica e G. Giacosa
Tosca, libretto di L. Illica e G. Giacosa
Madama Butterfly, libretto di L. Illica e G. Giacosa
La fanciulla del West, libretto di G. Civinini e C. Zangarini
Il trittico: Il tabarro, Suor Angelica, Gianni Schicchi,
Turandot, libretto di R. Simoni e G. Adami (incompiuta alla morte di Puccini, completata da
Franco Alfano)

Ascolto: Sinfonia n.8 finale.mp3 di Gustav Mahler
Gustav Mahler, (Kalištè, Boemia 1860 - Vienna 1911), direttore d’orchestra e compositore austriaco. Le sue composizioni segnarono il culmine dello sviluppo tardoromantico della sinfonia ed esercitarono una profonda influenza sull’opera di compositori del Novecento come Arnold Schönberg e Alban Berg.
Nel 1878 Mahler intraprese la carriera di direttore d’orchestra che lo portò nei principali teatri d’opera centroeuropei diventando uno dei più acclamati direttori d’orchestra. Mahler compose nove sinfonie, quattro delle quali includono parti vocali soliste o corali. A queste si aggiungono Il canto della terra (1908), una sorta di fusione tra il Lied e la sinfonia, e il movimento iniziale della Decima sinfonia (1910), rimasta incompiuta. I cicli Canti dei bambini morti (1902) e Il corno magico del fanciullo (1888) esistono in due versioni, accompagnati dal pianoforte e dall’orchestra, mentre Canti di un compagno viandante (1883) ha un accompagnamento orchestrale.
Come sinfonista, Mahler fu erede di Ludwig van Beethoven e Johannes Brahms oltre che di Richard Wagner e Joseph Anton Bruckner. L’uso del coro e della voce solista nell’ambito sinfonico estende il procedimento già adottato da Beethoven nella celebre Nona sinfonia, raggiungendo nel contempo un’unità musicale e drammatica d’impronta wagneriana. Come Wagner e Bruckner, Mahler impiegò vaste risorse orchestrali, ma l’orchestrazione, con la sua enfasi sul timbro degli strumenti, anticipa in più di un esito la musica del XX secolo.

Ascolto: La Flute de Pan.mp3 di Claude Debussy
Claude Debussy, considerato l'iniziatore della musica moderna, nasce a Saint Germain en Laye il 22 agosto 1862. A soli 10 anni entra al Conservatorio di Parigi dove studia pianoforte e composizione.
Dopo due tentativi, nel 1884 il giovane Claude Debussy ottiene il "Prix de Rome" con la Cantata "L'Enfant Prodigue", premio che gli permette di venire in Italia.
L'opera giovanile di Claude Debussy portano nella musica europea, fluidità e colori nuovi. Famosi restano "La damoiselle élue" (1888) e "Cinq poèmes de Baudelaire" (1889), dove si sente l'influenza di Richard Wagner, "Prélude à l'aprés-midi d'un faune" (1892) prelude to the afternoon of a faun.mp3 i "Nocturnes", "Quartetto d'archi" (1893) e molte canzoni e pezzi che si ispirano alle liriche di Verlain. Nel 1905 Claude Debussy compone i tre movimenti sinfonici del famosissimo "La mer", "De l'aube à midi sur la mer" (Dall'alba al meriggio sul mare), "Jeux des vagues" (Giochi d'onde) e "Dialogue du vent e de la mer" (dialogo del vento e del mare).
Debussy scrisse molta musica per pianoforte, per orchestra e per balletto utilizzando un suo stile particolarmente vario e fantasioso, leggero e sereno o veloce e incalzante, seguendo le emozioni ed immagini espresse.
Nel 1911 viene rappresentato il mistero "Le Martyre de Saint Sebastien" il cui testo è opera del poeta Gabriele D'Annunzio. Debussy espresse a meraviglia il clima poetico, raffinato e decadente, della Belle Epoque, finita con la prima guerra mondiale e che in Francia si era sviluppato verso la fine del secolo scorso, da Baudelaire in poi.

Ascolto: 3 Poemi testi di Mallarme.mp3 di Maurice Ravel

Maurice Ravel (1875 -1937) è uno dei più grandi compositori francesi
A soli 24 anni ottiene un grande successo di pubblico con la "Pavana pour une infante défunte" (la "pavana" o "padovana" era un'antica danza italiana o spagnola). In seguito collabora con S. Diaghilev, impresario dei Ballets Russes, creando il balletto "Daphnis et Chloé" che consacrerà il suo talento. Ravel si propone con un stile straordinariamente moderno ed equilibrato, con lo stesso intento di cambiare le forme classiche di Debussy, ma attraverso un rinnovamento degli elementi della tradizione – melodia, armonia, ritmo e timbro – di estrema piacevolezza e comprensibilità.
Fonda la Società Musicale Indipendente con altri musicisti, istituzione determinante per la diffusione della musica contemporanea. Conseguendo una continua e crescente simpatia da parte del pubblico, raggiunge il più clamoroso successo con il "Bolero", bolero de ravel.mp3 composto su richiesta della celebre ballerina franco-russa Ida Rubinstein, nel 1928.
Tra le sue composizioni più conosciute, oltre alle già citate, sono da ricordare: Mamma oca, cinque pezzi infantili per pianoforte a quattro mani e poi per orchestra, ispirata a cinque favole di C. Perrault, un delizioso mondo fiabesco realizzato in musica; due Concerti per pianoforte e Orchestra, di cui il secondo in re maggiore ha la caratteristica di avere la parte pianistica suonata con la mano sinistra.

Ascolto: cantata profana (the 9 splendid stags).mp3 di Bela Bartok
compositore, pianista ed etnomusicologo ungherese.
Studioso della musica popolare dell'Europa orientale e del Medio Oriente fu uno dei pionieri dell'etnomusicologia. Dopo aver scoperto le musiche contadine dei magiari, che erano le autentiche musiche popolari ungheresi, Bartók cominciò a includere canzoni popolari nelle proprie composizioni e a scrivere temi originali con caratteristiche simili, oltre ad usare frequentemente figure ritmiche di matrice folklorica. Il suo stile compositivo si basa su procedimenti armonici costituiti da intervalle diminuiti ed eccedenti, sulla bitonalità e su una ritmicità timbrica e barbarica
Composizioni (alcune)
Suite no.1 e 2 per orchestra, 2 Concerti per violino e orchestra, Romanian Folkdances, Romanian Folk Dances mp3 3 Concerti per pianoforte e orchestra), 5 Hungarian Folksongs per voce solista e orchestra, Musica per Archi, Percussioni e Celesta, Mikrokosmos per pianoforte, Il castello del principe Barbablù e Il mandarino meraviglioso

Ascolto Oedipus Rex, mp3 di Igor Stravinskij
compositore russo naturalizzato francese e in seguito statunitense. La maggior parte dei suoi lavori rientrano nell'ambito del neoclassicismo e poi della serialità, ma la sua popolarità è affidata a tre balletti: L'uccello di fuoco (1910), Petrushka (1911) e La sagra della primavera (1913), opere che reinventarono il genere del balletto. Stravinskij scrisse per ogni tipo di organico, spesso riutilizzando forme classiche. La sua opera omnia include composizioni d'ogni genere, dalle sinfonie alle miniature per pianoforte. Ottenne grande fama come pianista e direttore d'orchestra, dirigendo spesso le prime delle sue composizioni. Fu anche pubblicista. Scrisse anche due saggi di filosofia musicale, nei quali esponeva le giustificazioni riguardo la sua visione della musica come suprema arte dinamica che non può essere mai rinchiusa in canoni prestabiliti e un libricino teorico intitolato Poetica della musica, in cui tra le altre cose dichiara che la musica è incapace "di esprimere niente altro che se stessa".
Composizioni (alcune) Balletti: L'oiseau de feu, Petrushka, Le Sacre du Printemps, Pulcinella , Les noces , Jeu de cartes
Opera/Teatro: Le rossignol , Histoire du soldat , Oedipus rex , The Rake's Progress
Musica da camera : Ottetto , Concertino per 12 strumenti, Ragtime
Musica corale: Pater Noster , Sinfonia di Salmi , Messa, Abramo e Isacco.
Composizioni per orchestra:Concerti e sinfonie per strumenti a fiato e per orchestra , Le chant du rossignol , Variazioni , Ebony Concerto
Composizioni per pianoforte: Tarantella, Piano Rag Music , Circus Polka
Composizioni vocali: Three Songs da William Shakespeare, Four Songs, Elegy for J.F.K.

Ascolto: Alexander Nevskij - 4 Sorgi popolo russo mp3 S.Prokofiev
è uno dei più grandi compositori russi del Novecento.Dopo aver studiato al Conservatorio di Pietroburgo, nel 1918 inizia a viaggiare, tra Europa e Stati Uniti entrando in contatto con personalità come Diaghilev, Stravinskij e musicisti appartenenti a correnti d'avanguardia inclini al politonalismo (Honegger, Milhaud, Auric, Roussel etc.) e all'espressionismo in voga in quegli anni. Nel 1923 torna in Russia per partecipare attivamente al processo di trasformazione sociale e culturale del suo paese, ma viene accusato di formalismo dal miope apparato burocratico sovietico di Stalin e, per forza di cose, nei dieci anni che rimase nell'Unione Sovietica, il senso estetico di Prokofiev si affievolì, da posizioni d'avanguardia ad un andamento melodico più vicino ai desiderata dell'intellighenzia politica del momento. Considerato come uno dei massimi musicisti del secolo scorso, Prokofiev vanta una prodigiosa tecnica compositiva progressivamente elaborata sui modelli proposti da Liszt, Ciaikovskij, Stravinskij, Ravel, Debussy e Honegger mantenendo una originalissima vena ironica, sarcastica e persino grottesca propria di una eclettica personalità artistica. Di Prokofiev ricordiamo i 5 concerti e le 8 Sonate, l'avveniristica Suite Scita (1916) l'ossessiva "Seconda", "Terza" e "Quarta Sinfonia" e le colonne sonore per i film "Alexander Nevskij" e "Ivan il Terribile" del famoso regista del muto Eisenstein. Celeberrima è la favola musicale per bambini “Pierino e il Lupo”.

Ascolto: Mondestrunken .mp3 da “Pierrot Lunaire” di Arnold Schönberg

Il compositore Arnold Schönberg (Vienna 1874 - Los Angeles 1951) è, con Stravinskij, Bartók e con i "condiscepoli" Berg e Webern, uno dei padri della musica del Novecento, nonché il massimo esponente dell'Espressionismo musicale. Rifondò il linguaggio musicale dapprima attraverso l'atonalismo (sostanzialmente, l'abolizione della gerarchia dei suoni propria del sistema tonale, vigente ancora oggi nella comune didattica musicale, e la conseguente uguaglianza dei 12 suoni), e poi attraverso l'elaborazione del sistema dodecafonico, fondato sistematicamente sull'uso di serie di suoni comprendenti tutti e 12 le altezze del sistema tradizionale. Visse a Vienna e a Berlino, quando l'avvento del nazismo lo costrinse a lasciare la Germania per stabilirsi a Los Angeles. Il catalogo schönberghiano presenta capolavori in tutte le fasi dell'evoluzione linguistica del compositore. Tra le opere tardo-romantiche si ricordano il sestetto Verklärte Nacht e il poema sinfonico Pelléas und Mélisande. Tra quelle atonali, la Kammersymphonie op.9 , il monodramma Erwartung (L'attesa) e Pierrot lunaire op.21 (1912). Tra quelle dodecafoniche, la Suite op.25 per pianoforte e l'opera incompiuta Moses und Aron. Fondamentale anche la sua opera didattica, di cui è significativa testimonianza il Manuale d'armonia.

Ascolto: Russian Waltz - Jazz Suite .mp3 di Dmitri Shostakovich (cantato dal pubblico in sala)
Importante personalità della musica moderna russa, si formò artisticamente nel clima politicamente e culturalmente acceso della rivoluzione sovietica. Il suo linguaggio si rifà alla tradizione e cultura russa, mischiandola a una propria e originalissima visione della forma e contenuto. Le opere teatrali di Shostakovich come “Il Naso”, “Lady Macbeth” e le sue Sinfonie riflettono gli entusiasmi che seguirono la Rivoluzione d'Ottobre. La musica di Shostakovich è sovente tinteggiata di un colore livido, tetro, funereo, attraversato da un lirismo accesissimo, tragico e per questo adatta anche come colonna sonora in numerosi film.
Composizioni: (alcune) : 15 Sinfonie Sinfonia n.2 1927, le opere Lady Macbeth e Il naso, 2 Concerti per pianoforte 3 Concerti per violino 1947 2 per Violoncello, molte colonne sonore per film.

Ascolto: salmo ix - mp3 di Goffredo Petrassi
Direttore d'orchestra e compositore di fertile originalità espressiva, attentissimo all'evolversi del linguaggio musicale e a tutti i fatti della cultura. Nelle sue opere, c'è una continua ricerca di ogni possibilità strumentale, di ogni effetto timbrico, con una scrittura che non rifugge da posizioni neoclassiche come da posizioni d'avanguardia, sempre attuate con esemplare e personalissima indipendenza. Tra le opere della sua notevole produzione spiccano gli 8 Concerti per Orchestra.

Ascolto di Iannis Xenakis
Compositore, architetto e ingegnere greco naturalizzato francese. Per la rilevanza del suo lavoro teorico e compositivo, viene annoverato tra le figure maggiormente rappresentative tra i compositori della seconda parte del Novecento.La sua produzione comprende lavori per organici sempre molto differenziati, che vanno dallo strumento solo al gruppo da camera, dal quartetto d'archi alla grande orchestra, dal gruppo di voci sole fino alle composizioni per nastro magnetico.
Ai suoi esperimenti con i nastri magnetici si deve lo sviluppo della tecnica della sintesi granulare. Uno dei suoi capolavori è Metastaseis per orchestra (61 strumenti) interamente dedotta da regole e processi matematici. Con il sostegno tecnologico dei primi computer IBM compose i primi esperimenti di musica elettronica nei quali Xenakis tenta di riunire le differenti dimensioni spaziali particolari proprie all'arte del suono con quelle, più abituali, delle arti visive.
Ascolto: lux aeterna - a capella choral works -mp3 György Ligeti
compositore ungherese naturalizzato austriaco, visto è considerato uno fra i più grandi compositori di musica strumentale del XX secolo. Il suo capolavoro è Atmosphères (1961), scritto per una grande orchestra. Contiene molte delle innovazioni che anche altri compositori avrebbe esplorato nel corso degli anni ’60. Ligeti abbandona melodia, armonia e ritmo, per concentrarsi invece puramente sul timbro del suono prodotto, una tecnica conosciuta come Sound mass. In Atmospheres vengono usati giganteschi Cluster (insieme di suoni - accordi) nella tecnica compositiva chiamata"micropolifonia. Atmospheres venne impiegata, insieme ad alcuni estratti da Lux Aeterna e Requiem, nella colonna sonora di 2001 Odissea nello spazio di Kubrick;

Ascolto Rechant IV.mp3 di Olivier Messiaen compositore, organista francese, Messiaen riesce a combinare una tecnica compositiva immensamente sofisticata con un'espressività diretta e praticamente ingenua, rendendosi accettabile anche al grande pubblico. Nel corso degli anni cinquanta in risposta alle critiche di sentimentalismo approfondì all'estremo le ricerche in campo ritmico pervenendo ad opere di eccezionale astrazione e complessità che lo resero ancora una volta capofila delle avanguardie sperimentali contemporanee. Egli insegnò anche nei corsi di ricerca musicale di Darmstadt ad allievi come Boulez, Xenakis, e Stockhausen. Molte delle sue opere si giovano di masse orchestrali poderose e di affreschi elaborati, ispirate spesso da visioni vertiginose e abissali.

Ascolto Laborintus 2.mp3 di Luciano Berio Compositore e direttore d’orchestra dell’avanguardia italiana, fra i primi autori di composizioni elettro-acustiche nelle sperimenta le potenzialità del rapporto suono-parola, attraverso in particolare la vocalità femminile nella sua dimensione fonetica L’indagine sulla materia sonora intesa come suono, timbro e movimento nutre la serie delle “Sequenze”, ciascuna per un diverso solista, che Berio ha composto dagli anni 50 ad oggi. La necessità di sperimentare nuovi linguaggi, scoprendo il potenziale nascosto in ogni forma sonora, conduce Berio a rivisitare i canti popolari, reinterpreta i Beatles, ripensa i materiali classici da Monteverdi a Puccini

Ascolto: di Karlheinz Stockhausen
compositore tedesco tra i più significativi del XX secolo perché ha creato nuove forme di musica inserendo nuovi segni innovativi nel campo della notazione musicale. Come docente universitario ed autore di numerose pubblicazioni sulla teoria della musica, attraverso le sue attività per la radio e grazie a più di 300 proprie composizioni che spesso hanno modificato il confine di quello che era considerato tecnicamente possibile, ha partecipato in modo significativo a modificare la musica del XX secolo. E’ considerato uno dei fondatori della cosiddetta “musica puntuale” e ricercatore della "musica elettronica" e della musica elettro-acustica. Sua opera fondamentale è "Gesang der Jünglinge" (canto delle adolescenti) che pone nuovi obiettivi nel campo della musica spaziale.
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Ascolto Cantate Domino.mp3 di Arvo Part
Ascolto Solo for Voice 22.mp3 di John Cage
Pierre Boulez
Ascolto Offrandes, I- Chanson de Là-Haut.mp3 di Edgar Varèse
Ascolto God said Mass gospel.mp3 di Leonard Bernstein
Ascolto summertime.mp3 di Georg Gershwin
compositore, pianista e direttore d'orchestra statunitense. La sua opera spazia dalla musica classica al jazz. È considerato l'iniziatore del musical americano e le sue composizioni sono usate ancora oggi per descrivere l'entrata degli Stati Uniti nel panorama dei grandi compositori mondiali. Nel corso della sua breve carriera (Gershwin morì a soli 38 anni) realizzò 33 musical teatrali, 15 opere classiche, 7 musical cinematografici (di cui 3 pubblicati postumi) e più di 700 canzoni memorabili estratte dai musical, realizzate singolarmente o in coppia con il fratello paroliere Ira Gershwin. Quasi tutte queste canzoni sono diventate standard e sono state riproposte, con arrangiamenti più moderni, da cantanti e musicisti jazz del calibro di Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Judy Garland, Frank Sinatra e più recentemente da Janis Joplin, Madonna e Sting.
Riesce difficile collocare Gershwin in un gruppo omogeneo di musicisti e compositori contemporanei; la caratterizzazione che si avvicina di più alla realtà è dire che sia uno dei cinque grandi del musical americano, insieme a Cole Porter, Irving Berlin, Jerome Kern e la coppia Rodgers/Hart.
IL JAZZ
Il Jazz è un genere musicale che ha mosso i primi passi dalle influenze musicali afroamericane agli inizi del XX secolo. In generale si tratta di una musica caratterizzata dalla preminenza dell'interprete sul compositore, da un forte ricorso all'improvvisazione, dall'uso di blue notes e poliritmie. Rivelatosi all'inizio del ventesimo secolo come musica d'intrattenimento di “dubbia reputazione” il jazz arrivò ad occupare il posto d'onore tra i generi leggeri nel periodo compreso tra gli anni 20 e 30 del XX secolo, la cosiddetta Era dello swing.Per molti il Jazz è “la musica più vitale, libera e rappresentativa dell'epoca contemporanea” Al contrario Theodor Adorno, nei suoi scritti, tratta il Jazz alla stregua di tutta la musica popolare, come un prodotto commercial-culturale, e pertanto lo considerava "cattiva musica". Dal punto di vista tecnico, il jazz moderno è caratterizzato dall'uso estensivo dell'improvvisazione, di blue note, di poliritmie e di progressioni armoniche insolite se confrontate con quelle in uso nella musica classica. In particolare la pulsazione ritmica jazzistica, elastica e a volte scandita in maniera ineguale, chiamata swing, ha sempre rivestito grande importanza in quasi tutte le forme stilistiche di questa musica. Fin dagli inizi l'interpretazione jazzistica ha posto un grande accento sull'espressività, e, nel corso degli anni, anche sul virtuosismo strumentale. La musica jazz degli albori era basata su combinazioni di elementi musicali africani, articolata cioè su scale pentatoniche, con caratteristiche blue notes, mescolate ad armonie derivate dalla musica colta europea, ed un notevole uso di ritmi sincopati, e di poliritmi; musica colta e jazz si sono costantemente avvicinate al punto che non è raro assistere a performance classiche di musicisti jazz e performance jazz di musicisti classici. Caratteristica peculiare della musica jazz è senza dubbio l'improvvisazione la quale, partendo dalla semplice variazione sul tema iniziale, ha assunto via via sempre maggiore importanza, fino ad assumere (nella forma che fu chiamata Free Jazz e che ebbe il suo periodo d'oro negli’60-‘70) la completa preminenza sul tema, che poteva anche scomparire negli esperimenti che venivano a volte chiamati "improvvisazione totale collettiva". La formazione jazzistica moderna tipica è costituita da un gruppo musicale di dimensioni limitate. La combinazione più frequente è il quartetto, costituito da una sezione ritmica composta da batteria, basso, pianoforte e da uno strumento solista, generalmente un sassofono o una tromba. Nell'ambito della piccola formazione sono possibili e frequenti una gran varietà di cambiamenti. Per quello che riguarda la consistenza numerica, si trovano esempi di performance solistiche (spesso, ma non sempre, si tratta di pianoforte solo), fino ad arrivare al nonetto formazione che comincia già ad assumere caratteristiche orchestrali. Si hanno anche svariatissime combinazioni per quello che riguarda la qualità degli strumenti coinvolti: si hanno esempi di jazz suonato solisticamente con la maggior parte degli strumenti orchestrali (perfino oboe e arpa) o folcloristici (ad esempio, la kora). Il jazz possiede anche una lunga tradizione orchestrale, che ha avuto come protagonisti musicisti d'eccezione. Per lungo tempo territorio privilegiato dei musicisti afroamericani che lo inventarono, e avente come centro propulsore gli Stati Uniti d'America, il jazz è oggi suonato, composto e ascoltato ovunque in tutto il mondo come una nuova musica colta.
La musica Jazz si può considerare un genere che, partendo da un substrato che comprendeva le forme popolari del Blues, dei canti da lavoro ascolto: pick a bale of cotton.mp3 degli Spiritual ascolto:black gospel - go down moses.mp3 , del Gospel oh happy day.mp3 e della Musica bandistica ascolto ragtime band.mp3 e incorporando via via altre forme di musica nera (ad esempio il Ragtime ascolto: scott joplin the entertainer.mp3 degli anni 1920) arrivò ad utilizzare una base di standard usati come punto di partenza per modificarne di continuo ogni modulo armonico, melodico, e ritmico.
Tutta la musica jazz e derivata è stata definita come colta, appunto per il presupposto che è risultante della conoscenza della musica classica, e delle varie etnie musicali. Il passaggio di qualità può forse attribuirsi a George Gershwin, musicista di grande valore, che ebbe dei maestri importanti e fu ispirato da autori come Debussy e Ravel. La sua produzione è incredibilmente vasta, ma restano più valide le opere definite minori (circa 700), utilizzate anche ora come standard inesauribili. Ricordiamo che lo stesso Debussy venne influenzato dal jazz, come si può ben vedere in "Golliwogg's Cakewalk" ascolto: golliwog's cakewalk.mp3, brano posto alla fine del "Children's Corner", una delle sue più celebri suite per pianoforte, e in “The little negro” ascolto: the little negro(1).mp3
La musica che sarebbe stata chiamata "jass" (passo di danza) oppure “jasm” (eccitazione, energia, entusiasmo) e poco dopo "jazz" nasce quasi certamente a New Orleans all'inizio del XX secolo. Il musicista cui è attribuito il titolo di "padre del jazz", Buddy Bolden, è attivo a New Orleans nel 1904. Nel 1906 il pianista Jelly Roll Morton compose il brano "King Porter Stomp", che fu uno dei primi brani jazz a godere di vasta notorietà, e negli anni seguenti a New Orleans furono attive molte formazioni jazz: tra le più importanti, quella capeggiata dal cornettista Joe "King" Oliver. La parola jazz venne stampata da un quotidiano, per la prima volta, nel 1913.
Grande notorietà ebbe la Original Dixieland Jass Band (O.D.J.B.), composta da soli bianchi e diretta dal trombettista, di origini italiane, Nick La Rocca che registrò per la prima volta il brano jazz Livery Stable Blues. Per questo alla O.D.J.B. venne attribuito il titolo di "inventori del jazz".

Tra il 1910 e il 1920, molti musicisti di New Orleans, spinti dai maggiori guadagni che venivano offerti al Nord e dalla decadenza dell'intrattenimento a New Orleans si spostarono al nord e molti di essi scelsero Chicago, città che attrasse anche King Oliver, ascolto: st james' infirmary.mp3 ascolto: creole jazz band.mp3 e attorno alla quale si creò una scuola da cui emersero molti protagonisti soprattutto bianchi, tra cui Bix Beiderbecke, Frank Trumbauer, Pee Wee Russell.
Il jazz aumentava la sua popolarità, affermandosi tra l'altro come musica da ballo e nei locali notturni.. Nelle orchestre aumenta l'importanza del solista come simboleggia l'emergere della figura di Louis Armstrong, ascolto: when the saints go marching in.mp3 ascolto: what a wonderfull word494.mp3 reso famoso dalle registrazioni dei suoi gruppi, gli Hot Five e gli Hot Seven nel 1925.
Nacquero in questo periodo molte orchestre (Big band) tra le quali si ricorda quella del giovane Duke Ellington. La fiorente industria dell'intrattenimento e l'abbondanza di sale da ballo fanno di New York una delle città centrali per il jazz. Le orchestre jazz. diventarono il principale veicolo di diffusione del jazz. In questo periodo assunsero ai primi posti delle classifiche musicali le orchestre di Benny Goodman ascolto: puttin' on the ritz.mp3, Duke Ellington, ascolto: take the a train.mp3, Count Basie, ascolto: 'c' jam blues.mp3 , Glenn Miller ascolto: in the mood .mp3 , ascolto: chatanooga choo choo.mp3 .
New York,assunse ad un ruolo di preminenza sulla scena jazzistica, prima coi locali e le sale da ballo di Harlem (tra cui il famoso Cotton Club), poi coi club che fiorirono attorno al Greenwich Village, a Broadway e alla Cinquantaduesima strada, soprannominata "swing street" o "la strada che non dorme mai". Furono questi i palcoscenici che portarono al sucesso Billie Holiday ascolto:sophisticated lady.mp3
Le mutate condizioni economiche costrinsero alla chiusura la maggior parte delle grandi orchestre. Attorno al 1945, da un gruppo di giovani musicisti che si ritrovano a tarda ora alle jam session che si tenevano in due locali di Harlem, il Minton's Playhouse e il Monroe's. Il loro stile, detto dapprima rebop, poi bebop o semplicemente bop, dal suono di una frase ricorrente nei brani tipici di questa nuova musica, è caratterizzato da armonie complesse e tempi velocissimi. Il bebop fu tenuto a battesimo dal trombettista Dizzy Gillespie ascolto: a night in tunisia.mp3 che ne fu il pioniere assieme all'alto sassofonista Charlie Parker ascolto: night and day.mp3
La fine degli anni 40 videro una reazione agli aspetti più estremi del movimento bebop che prese il nome di cool jazz. Iniziato a New York dalle esperienze di Miles Davis e Gil Evans (dei quali si ricorda l'album "Birth of the Cool"), il cool jazz fu il primo stile jazz a radicarsi in California. Molti dei suoi protagonisti furono bianchi: Gerry Mulligan ascolto: gerry mulligan (2).mp3 e Chet Baker (che diedero vita ad un famosissimo quartetto), Lee Konitz, Dave Brubeck, i sassofonisti Stan Getz (che fu anche protagonista della fusione del jazz con la musica brasiliana) e Paul Desmond ascolto: take five.mp3 L'afroamericano John Lewis elaborò l'estetica cool creando un quartetto, il Modern Jazz Quartet, che fuse il jazz con elementi e sonorità derivanti dalla musica classica (soprattutto barocca) europea.
Il bebop nel frattempo maturò, abbandonando parte delle sue caratteristiche più sperimentali ed evolvendosi in un genere che fu chiamato hard-bop, tra i cui protagonisti si ricordano Art Blakey, e i suoi Jazz Messengers, Horace Silver, Miles Davis e le sue classiche formazioni comprendenti tra gli altri John Coltrane ascolto: the way you look tonight405.mp3
Le esperienze di jazz orchestrale continuarono, anche se con difficoltà, con le orchestre di Count Basie, Duke Ellington, Woody Herman, Stan Kenton, e con le originali collaborazioni di Miles Davis e Gil Evans. Il contrabbassista Charles Mingus ascolto: 03 - boogie stop shuffle.mp3 si segnalò come personaggio di grande spicco alla testa di formazioni allargate.
Genere ormai più colto che popolare, nel corso di questo decennio il jazz affrontò molteplici trasformazioni che finirono per frazionarlo in molteplici stili. La tendenza più radicale e controversa fu determinata dall'avvento di uno stile che venne dapprima chiamata "The New Thing" ("La cosa nuova") e in seguito "Free Jazz" ascolto:marcus_miller-milky_way-ser.mp3

ORIGINI DELLA CANZONE ITALIANA MODERNA

Alla fine del XVIII secolo s’afferma il concetto moderno di canzone: componimenti musicali e poetici, nati espressamente a tavolino, per celebrare determinate ricorrenze o per rendere omaggio ad una persona, come nel caso de “La biondina in gondoleta” di Simon Mayr, dedicata ad una nobildonna veneziana. Si ha notizia che già nel 1839 si teneva, nella grotta di Pozzuoli, un concorso di canzoni improvvisate, che venivano giudicate e premiate direttamente dal pubblico.
Il Risorgimento introduce l’inno patriottico, che porta alla nascita di un sentimento nazionale diffuso, in larga misura appreso dall’invenzione poetica, capace di infondere un senso di unità spirituale oltre che musicale Inno di Garibaldi si scopron le tombe285.mp3
ALL'ARMI! ALL'ARMI!
Si scopron le tombe, si levano i morti, I martiri nostri son tutti risorti,Le spade nel pugno, gli allori alle chiome,La fiamma ed il nome d'Italia sul cor.Corriamo! Corriamo! su O giovani schiere,
Su al vento per tutto nostre bandiereSu tutti col ferro, su tutti col fuoco,Su tutti col fuoco d'Italia nel cor. Va' fuori d'Italia! va' fuori ch'è l'ora! Va' fuori d'Italia! va' fuori, stranier!
La terra dei fiori, dei suoni, dei carmi, Ritorni qual'era la terra dell'armi; Di cento catene ci avvinser la mano, Ma ancor di Legnano sa i ferri brandir. Bastone Tedesco l'Italia non doma; Non crescon al gioco le stirpe di Roma: Più Italia non vuole stranieri e tiranni, Già troppo son gli anni che dura il servir. Va' fuori d'Italia! va' fuori ch'è l'ora! Va' fuori d'Italia! va' fuori, stranier!
mentre non mancarono gli accorati appelli musicali alla pace.
Alla canzone italiana è stata attribuita la capacità di interpretare e di spiegare, ancora meglio della storia e delle cronache politiche, le vicende degli italiani. In questo senso si può inserire la polemica a proposito del Canto degli Italiani di Novaro e Mameli (1848), noto come Fratelli d’Italia, periodicamente al centro di polemiche sulla sua attualità e sulla scarsa e rituale diffusione. fratelli d'italia (inno di mameli).mp3
Per interi decenni la canzone italiana è legata alle esperienze delle cantate regionali, con stornelli, serenate, villotte; poi nell’ultimo decennio dell’Ottocento si afferma la canzone da salotto di Francesco Paolo Tosti seguita da quella napoletana d’autore: “O sole mio” (1898) andrea bocelli - o sole mio.mp3di Di Giacomo e D’Annunzio, “I te vurria vasà” (1901) di Russo e di Capua. Sono gli anni dei “caffè concerto”, delle operette, dei primi fonografi (1895), e un decennio più tardi dell’abbinamento “cinema-disco” per l’accompagnamento sonoro.
LE CANZONI DEL CAFE’- CONCERTO
Il Cafè-concerto, è allo stesso tempo una sala da concerto e una sala da the, che riuniva un pubblico che pagava, con le consumazioni, il piacere di ascoltare brani d'opera o operetta, oppure canzonette o assistere a brevi recitazioni drammatiche o comiche. Il fenomeno del Cafè-concerto si diffuse con successo alla fine dell’800 in molte città italiane: proprio nei caffè-concerto iniziarono le carriere di molti famosi artisti della Rivista, del teatro e del cinema.
Ascolto: Edith Piaf - La Vie En Rose.mp3
Des yeux qui font baisser les miens Un rire qui se perd sur sa bouche
Voilà le portrait sans retouche De l'homme auquel j'appartiens
Quand il me prend dans ses bras Il me parle tout bas Je vois la vie en rose
Il me dit des mots d'amour Des mots de tous les jours Et ça me fait quelque chose
Il est entré dans mon cœur Une part de bonheur Dont je connais la cause
C'est lui pour moi Moi pour lui dans la vie Il me l'a dit, l'a juré pour la vie
Et dès que je l'aperçois Alors je sens en moi Mon cœur qui bat
LA CANZONE ITALIANA PRIMA DELLA GRANDE GUERRA
L’irruzione delle masse sulla scena politica genera nuovi canti auto rappresentativi, quali l’Inno dei lavoratori (1886), Bandiera Rossa (1880) modena city ramblers & punkreas - bandiera rossa.mp3 Bianco Fiore dei cattolici, Addio Lugano (1894) degli anarchici e Giovinezza giovinezza.mp3 che diventerà l’inno fascista ; l’emigrazione è cantata in Mamma mia dammi cento lire, vedi avanti, e più tardi in Core ‘ngrato (1911). Le imprese coloniali generano Inno a Tripoli (1912) e l’Inno a Roma scritto da Giacomo Puccini.
La canzone, piegata alle esigenze della guerra, si afferma seguendo tre linee: l’inno patriottico di carattere plebiscitario (La leggenda del Piave (vedi avanti), La canzone del Grappa, Le campane di San Giusto, le versioni alpine Bandiera Nera, Bombardano Cortina, Sul ponte di Bassano); la canzone di protesta (Gorizia, Addio padre e madre addio, La tradotta che parte da Novara); la canzone sentimentale-lacrimevole ‘O surdato ‘nnamurato), Come pioveva, Come le rose, e altre.

CANZONI SOCIALI
Ascolto: la bella gigogin.mp3
Rataplan! Tamburo io sento che mi chiama alla bandiera. Oh che gioia, oh che contento, io vado a guerreggiar. Rataplan! Non ho paura delle bombe e dei cannoni: io vado alla ventura,
sarà poi quel che sarà.
Oh, la bella Gigogin, col tromilerillellera, la va spasso col so' spincin, col tromilerillerà!
Di quindici anni facevo all'amore... Dàghela avanti un passo, delizia del mio core!
A sedici anni ho preso marito... Dàghela avanti un passo, delizia del mio core!
A diciassette mi sono spartita... Dàghela avanti un passo, delizia del mio cor!
La ven, la ven, la ven alla finestra, l'è tutta, l'è tutta, l'è tutta insipriata!
La dis, la dis, la dis che l'è malada per non, per non, per non mangiar polenta!
Bisogna, bisogna, bisogna aver pazienza, lassalla, lassalla, lassalla maridà!
Mi baciò, mi baciò il bel visetto. Ciacciaccià! Io le dissi, io le dissi: che diletto! Ciacciaccià!
Là più in basso, la più in basso, in quel boschetto, andaremo, andaremo a riposà!

“La bella Gigogin” è una canzone patriottica del Risorgimento Italiano, celebre in tutto il Nord Italia. Il testo è composto da un miscuglio di strofe popolari adattate alla musica dal maestro milanese Paolo Giorza nel 1858. Il contenuto è fortemente anti-austriaco. La prima parte del testo è probabilmente successiva all’ unificazione d’Italia: l’esortazione alle armi e alla Bandiera è infatti troppo esplicita perchè potesse venir tollerata con facilità dalla censura austriaca
Ascolto: Mamma mia dammi cento lire.mp3
Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar ...
Cento lire io te li dò, ma in America no, no, no. (2v.)
I suoi fratelli alla finestra, mamma mia lassela andar.
Vai, vai pure o figlia ingrata che qualcosa succederà. (2v.)
Quando furono in mezzo al mare il bastimento si sprofondò.
Pescatore che peschi i pesci la mia figlia vai tu a pescar. (2v.)
Il mio sangue è rosso e fino, i pesci del mare lo beveran.
La mia carne è bianca e pura la balena la mangierà. (2v.)
Il consiglio della mia mamma l'era tutta verità.
Mentre quello dei miei fratelli l'è stà quello che m'ha ingannà. (2v.)
Si cantava nei primi anni del vecchio millennio. L’America era l’America, era il nuovo mondo, era il simbolo della libertà. L’America non offriva soltanto lavoro, dava a tutti l’opportunità di diventare ricchi e famosi. Per qualcuno si aprì la carriera di boss. Ma è un’altra storia. Per l’America si partiva con i bastimenti, le vecchie navi a vapore. Pativano ‘per terre assaje luntane’ e a bordo erano, anche e soprattutto, ‘napulitane’. I bastimenti partivano dai porti di Napoli e di Genova e puntavano la rotta verso la, lontana e tanto sospirata, “Merica”. Questo esodo di massa ispirò la nascita delle prime canzoni che ci narrarono la nostalgia del paese natio, con crudezza e dolore, attraverso il dramma dell’emigrazione. Vista dalla parte di chi l’ha vissuta e sofferta.
“L’operaio non lavora e la fame lo divora” canzone (solo testo)
Chi non trovava lavoro nelle fabbriche del Nord-ovest industrializzato aveva una sola scelta. Partire verso nuovi mondi. L’America del Nord o, in alternativa, quella del Sud. ‘La dov’è la raccolta del caffè’, continuava la canzone. Il Brasile e l’Argentina cominciarono a popolarsi d’italiani, soprattutto di contadini provenienti dal Veneto, allora considerato il Mezzogiorno del Nord e di disperati provenienti dal Sud. I figli e i nipoti di questi emigranti ce li ritroveremo, a partire della fine degli anni cinquanta, nei nostri campionati di calcio. Campioni come Sivori, Maschio, Angelillo, Da Costa e tanti altri che, in seguito, vestiranno, da oriundi naturalizzati italiani, la maglia azzurra della nazionale di calcio.

“America allegra e bella” canzone (solo testo)
Le Americhe, sia quella del Nord o del Sud, erano, pur sempre, una speranza. Ma la speranza, il più delle volte, doveva fare i conti con la realtà perché: “.. e nell'America che siamo arrivati
abbiam trovato né paglia e né fieno, abbiam dormito sul piano terreno e come bestie abbiamo riposà, abbiam dormito sul piano terreno e come bestie abbiamo riposà.’
‘Partire’- diceva un vecchio adagio - ‘ è un po’ morire.’ E si moriva veramente, anche prima di arrivare verso il sogno americano. Qualche bastimento capitava che naufragasse. Un’altra canzone ci racconta il naufragio della nave Sirio, il Titanic dei poveri, che portava tantissimi emigranti italiani nell'America meridionale
Questa canzone, vecchia da oltre cent’anni, è stata ripresa e incisa nel CD ‘Sento il fischio del vapore’ rielaborata e cantata da Francesco De Gregori e Giovanna Marini.

Ascolto: IL TRAGICO NAUFRAGIO DELLA NAVE SIRIO G. Marini
il tragico nau.mp3
E da Genova In Sirio partivano Per l’America varcare Varcare i confin
Ed a bordo Cantar si sentivano Tutti allegri Del suo destin
Urtò il Sirio Un orribile scoglio Di tanta gente La misera fin
Padri e madri Bracciava i suoi figli Che si sparivano Tra le onde del mar
E fra loro un vescovo c’era Dando a tutti La sua benedizion

La tragedia del Sirio, Mamma mia dammi cento lire, America allegra e bella, fanno parte di quel repertorio di canti popolari legati alla tradizione del movimento operaio e contadino e propongono un immaginario popolare che lascia percepire la paura dell’ignoto, la perdita di una propria identità, di affetti lasciati a casa e ci ripropone la durezza delle condizioni di lavoro in Italia e all’estero
La nostalgia per la terra natia, per gli affetti lasciati a casa, a volte, è più pesante del lavoro stesso ed è sempre presente nelle canzoni degli italiani all’estero

‘Oh Italia, è un pianto, un'invocazion terra, terra nostra d'amor
squilla dalla riva il vapore il gran grido del cuore patria e mammà’
I versi di questa canzone sono arrivati dall’Argentina durante il fascismo e sono un’autentica testimonianza musicale (un fox trot della nostalgia) di tutti gli stereotipi diffusi dalla cultura del ventennio sul fenomeno dell'emigrazione, presentato non come necessità di sfuggire alla fame, ma come occasione per diffondere i valori dell'italianità nel mondo.

‘Mia cara madre, sta pe' trasí Natale, e a stá luntano cchiù mme sape amaro....
Comme vurría allummá duje o tre biangale... comme vurría sentí nu zampugnaro!...’
Anche la sceneggiata napoletana, pur sviluppando il classico dramma del tradimento familiare, ci rappresenta la condizione di vita dell'emigrante e il dolore per la lontananza dalle figlie e dalla sempre presente mamma. Il risultato è certamente drammatico, grazie anche a una musica che ci riporta alle melodie della romanza ottocentesca e all’interpretazione musicale e scenica di Mario Merola, che conclude amaramente
‘Io no, nun torno...mme ne resto fore e resto a faticá pe' tutte quante.
I', ch'aggio perzo patria, casa e onore, i' só' carne 'e maciello: Só' emigrante!

E arriviamo al primo dopoguerra. L’Italia è in ginocchio, al Nord con la riapertura delle fabbriche, riapre la speranza dei contadini meridionali delusi dal fallimento della Riforma agraria. Si parte con la valigia di cartone, quando c’è, verso il Triangolo industriale italiano, verso le miniere del Belgio e le fabbriche siderurgiche tedesche.

Ascolto: SENTO IL FISCHIO DEL VAPORE Giovanna Marini
01 sento il fischio del vapore.mp3
Sento il fischio del vapore del mio amore che âl va via
Sento il fischio del vapore del mio amore che âl va via
E l’è partito per l’ Albania chissà quando ritornerà
Ritornerà sta primavera con la spada insanguinata
Ritornerà sta primavera con la spada insanguinata
E se mi trova già maritata ohi che pena ohi che dolor!
Ohi che pena ohi che dolor che brutta bestia è mai l’amore
Ohi che pena ohi che dolor che brutta bestia è mai l’amore
Starò piuttosto senza mangiare ma l’amore la voglio far
La voglio far mattina e sera finchè vien la primavera
La voglio far mattina e sera finchè vien la primavera
La primavera è già arrivata ma il mio amore non è tornà

LE CANZONI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
La prima Guerra Mondiale è la prima dell'età moderna e anche questa non fu una guerra dettata dall'odio di un popolo verso l'altro: i soldati combatterono perchè costretti. Fu una guerra logorante, trascorsa in gran parte con le truppe a fronteggiarsi immobili nelle opposte trincee. Quelli che seguono sono alcuni dei testi delle canzoni che accompagnavano i soldati nelle lunghe ore in trincea o durante le marce, canti nati, tranne qualche eccezione, nel fango delle trincee per farsi compagnia e sconfiggere la nostalgia degli affetti familiari e la paura dell'assalto. Ma anche canti di protesta nati dal disagio e dai pericoli della guerra. Chiamati alle armi molti poeti, nel freddo delle trincee, partorirono opere rimaste immortali. Prive della retorica di Stato queste poesie testimoniano le tristi condizioni e i sentimenti dei soldati in guerra. Nei canti di trincea possiamo trovare almeno tre funzioni: 1. EVASIONE-DISTRAZIONE: la musica è serena per "far dimenticare" il posto dove sta il soldato. 2. SOLIDARIETA': per non sentirsi soli, per sentire il conforto fraterno di chi vive le tue stesse sofferenze. 3. RIAFFERMAZIONE DELLA PROPRIA IDENTITA': in una situazione di violenza pura com'è la trincea, in cui il soldato è ridotto a macchina per uccidere, c'è un solo modo per sentirsi di nuovo se stessi: riandare col pensiero alla propria storia privata e ricordarsi della vita e della realtà civile provvisoriamente abbandonata. Infatti la musica delle canzoni che si cantano in trincea è la stessa musica delle canzoni di tutti i giorni di pace,. è quella del paese: il soldato la richiama qui per rendere meno insopportabile una realtà così disperante come la trincea.
Ascolto: Monte Canino Canti Alpini - Monte Canino.mp3
Non ti ricordi quel mese d' Aprile quel lungo treno che andava al confine
e trasportava migliaia di alpini su su correte, è l'ora di partir.

Dopo tre giorni di strada ferrata ed altri due di duro cammino
siamo arrivati sul Monte Canino e a ciel sereno ci tocca riposar.

Se avete fame guardate lontano se avete sete a tazza la mano
se avete sete a tazza la mano che ci rinfresca la neve ci sarà.
Ascolto: La Leggenda del Piave Canti Alpini - Il Piave.mp3
Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti, il Ventiquattro Maggio: l'Esercito marciava per raggiunger la frontiera per far contro il nemico una barriera...Muti passavan quella notte i fanti: tacere bisognava , e andare avanti ! S'udiva intanto dalle amate sponde,sommesso e lieve il tripudiar dell'onde. Era un presagio dolce e lusinghiero. Il Piave mormorò :"Non passa lo straniero!" Ma in una notte triste si parlò di un fosco evento, e il Piave udiva l'ira e lo sgomento..... Ahi, quanta gente ha visto venir giù, lasciare il tetto, poichè il nemico irruppe a Caporetto! Profughi ovunque! Dai lontani monti, venivano a gremir tutti i suoi ponti. S'udiva allor, dalle violate sponde, sommesso e triste il mormorio dell'onde: come un singhiozzo, in quell'autunno nero, il Piave mormorò:"Ritorna lo straniero!" E ritornò il nemico, per l'orgoglio, per la fame: volea sfogare tutte le sue brame... Vedeva il piano aprico, di lassù: voleva ancora sfamarsi, e tripudiare come allora... No!- disse il Piave.- No!- dissero i fanti, mai più il nemico faccia un passo avanti! Si vide il Piave rigonfiar le sponde! E come i fanti combattevan le onde... Rosso del sangue del nemico altero, il Piave comandò: " Indietro, và, straniero!" Indietreggiò il nemico fino a Trieste, fino a Trento... E la vittoria sciolse le ali al vento! Fu sacro il patto antico: Tra le schiere furon visti risorgere Oberdan, Sauro, Battisti... Infranse, alfin, l'italico valore le forche e l'armi dell'impiccatore. Sicure l'Alpi...Libere le sponde... E tacque il Piave: si placaron le onde... Sul patrio suolo, vinti i torvi imperi, la Pace non trovò nè oppressi, nè stranieri!
Ascolto: Il Testamento del Capitano Il testamento del capitano.mp3
Il Capitano l'è ferito l'è ferito e sta per morir. Manda a chiamare i suoi alpini che lo vengano a ritrovà. I suoi alpini gli manda a dire che non han scarpe per camminà. " O con le scarpe o senza scarpe i miei alpini li voglio qua " E co fu stato alla mattina i suoi alpini sono rivà " Cossa comandelo, sior capitano, che i suoi alpini sono rivà?" E io comando che il mio corpo in cinque pezzi sia taglià. Il primo pezzo al Re d'Italia che si ricordi del suo capitan. Secondo pezzo al reggimento che si ricordi dei suo soldà. Il terzo pezzo alla mia mamma che si ricordi del suo figlio alpin. Il quarto pezzo alla mia bella che si ricordi del suo primo amor. Il quinto pezzo alle montagne che lo ricopran di rose e fior.
Ascolto: Era una notte che pioveva Era una notte che pioveva.mp3
Era una notte che pioveva e che tirava un forte vento, immaginatevi che grande tormento per un alpino che stava a vegliar
A mezzanotte arriva il cambio, accompagnato dal capoposto.
Oh! Sentinella ritorna al tuo posto sotto la tenda a riposar.
Quando fui stato sotto la tenda sentii un rumore giù per la valle,
sentivo l'acqua giù per le spalle, sentivo i sassi a rotolar.
Mentre dormivo sotto la tenda sognavo d'esser con la mia bella,
e invece ero di sentinella a fare la guardia allo stranier.
La Penna Nera La Penna Nera.mp3
Sul cappello, sul cappello che noi portiamo c'è una lunga, c'è una lunga penna nera che a noi serve, che a noi serve da bandiera su pei monti, su pei monti a guerreggiar. Su pei monti, su pei monti che noi saremo pianteremo, pianteremo l'accampamento brinderemo, brinderemo al reggimento viav il corpo, viva il corpo degli alpin. Su pei monti, su pei monti che noi saremo coglieremo, coglieremo le stelle alpine per donarle, per donarle alle bambine farle piangere, farle piangere e sospirar. Su pei monti,su pei monti che noi saremo pianteremo, pianteremo il tricolore o Friuli, o Friuli del mio cuore ti verremo, ti verremo a liberar.

LA CANZONE NELL’ETÀ DELLA RADIO

Fin dal 1924 sono sperimentate in Italia le prime trasmissioni radiofoniche, irradiate prima dall’U.R.I. (Unione Radiofonica Italiana), e poi dal 1927 dall’E.I.A.R. (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche). Il mezzo radiofonico favorisce la diffusione e la notorietà delle canzoni e provoca un’evoluzione dei modelli musicali. L’esecuzione musicale diventa il sottofondo sonoro delle attività casalinghe e del lavoro artigiano; la fortuna della musica leggera porta al rapido declino la canzone popolare Gli anni venti segnano il tramonto della Belle Epoque, con ultime canzoni evocanti quelle atmosfere Sono canzoni destinate esclusivamente ad un pubblico adulto e solo il fascismo orienterà la musica al pubblico giovanile, con lo scopo di esaltare le virtù “maschili” della società che voleva costruire. La canzone italiana presentava diffusi stereotipi, con l’uomo guerriero e conquistatore e la donna – secondo il caso – come madre, sposa fedele o sorella.
Il commercio discografico e le contaminazioni musicali attraverso gli strumentali che lavoravano sulle navi-passeggeri, lungo le rotte atlantiche, portarono ad una rapida diffusione dei ritmi americani. Il jazz, in auge grazie anche a musicisti e compositori di origine italiana, one-step, fox-trot, shimmy, charleston, s’impongono tra i più giovani. Dall’America meridionale giungono i cosiddetti ritmi “latini”, sull’onda del successo di ritorno del tango, che generano canzoni, quali: Creola (1926), Tango delle capinere (1928) il tango delle capinere.mp3 Sono canzoni destinate ad un successo particolare, soprattutto quando utilizzate per confezionare delle parodie irriverenti su personaggi e situazioni tipicamente italiane.
S’inizia a ballare, in luoghi pubblici, al suono delle orchestrine, ed a casa, con i dischi e con la radio. Il ballo si diffonde a tutti i livelli sociali e soprattutto il ballo non è più un’esibizione di distinte classi sociali.
Sono esperienze guardate con favore anche dai futuristi, incuriositi dalla modernità dei nuovi ritmi. Una parte non irrilevante del successo, è data pure all’affermazione del cinema (si pensi alla figura di Rodolfo Valentino) e del cinema sonoro (Il cantante di Jazz).
Anche il cinema italiano lancia dei motivi di successo, come Parlami d’amore Mariù parlami d'amore mariù.mp3 , Vivere claudio villa - vivere.mp3, Mille lire al mese.
Le battaglie ideologiche del fascismo d’esaltazione delle radici rurali, che accompagnano le grandi bonifiche, la battaglia del grano le campagne autarchiche, impongono la riscoperta del tratto popolare della canzone italiana, con decisi inserti dialettali e il recupero di motivi musicali localistici. Nel corso delle guerre d’Etiopia e di Spagna, durante le sanzioni contro l’Italia, la canzone si adegua al clima con la nota Faccetta Nera. Diversi compositori si propongono di sollevare o di distrarre la gente comune dalle incertezze di quegli anni; s’impongono i filoni malinconici (Signorella, Non ti scordar di me), interpretati Beniamino Gigli e lo swing italiano, grazie ad autori come Gorni Kramer ed interpreti quali Alberto Rabagliati e il Trio Lescano (Mister Paganini, Bambina innamorata, Ba-ba-baciami piccina quartetto cetra - ba ba baciami piccina.mp3, Ma le gambe trio lescano - ma le gambe.mp3, Non dimenticar le mie parole) che riusciva far passare la musica nord-americana, malgrado la censura fascista.
Un grande successo è garantito dal filone scherzoso, con canzoni che spesso erano una satira del regime e di alcuni influenti suoi esponenti: Bombolo, Ciri biribin, Quel motivetto che mi piace tanto, Pinguino innamorato, Maramao perché sei morto trio lescano - maramao perche sei morto.mp3, Crapa pelada.

La canzone davanti ad un’altra guerra
I giovani entrano in guerra, accompagnati dai motivi del Valzer della candele, di Rosamunda, di Pippo non lo sa e da quelli riproposti del decennio precedente. I compositori cercano vie di fuga, con testi poco impegnativi, divagativi e tendenti al “non sense”, quali Tulipan trio lescano - tulipan.mp3, Evviva la torre di Pisa che porta al successo il Quartetto Cetra.nella vecchia fattoria (3).mp3 Arrivano anche le canzoni di guerra, come Vincere, Canzone dei sommergibili. In assoluto la canzone della guerra è Lilì Marlen di Lale Andersen, lilli marlen (german orig1939)4.mp3 suonata e cantata universalmente da tutti gli eserciti in lotta.
I compositori italiani producono in quegli anni testi che rappresenteranno, in antitesi alla drammaticità di quei tempi, un’epoca: Bixio e Cherubini compongono Mamma claudio villa - mamma - .mp3; sempre il cinema lancia Ma l’amore no di D’Anzi . Nel sud d’Italia, mentre si stavano imponendo i nuovi ritmi, come il boogie woogie, c’era ancora spazio per qualche novità, capace di recepire il rinnovamento, ma anche il senso della transizione (Dove sta Zazà gabriella ferri - dove sta zazà.mp3; Tammuriata nera dell’intramontabile E.A. Mario). Arrivano poi con la guerra partigiana, le canzoni di lotta, spesso riprese ed aggiornate dai canti politici della guerra di Spagna o dell’emancipazione politica dei lavoratori (La Brigata Garibaldi, Fischia il vento, Bella ciao).

LE CANZONI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
Armata rossa Armata Rossa torrente d'acciaio nelle tue file si vince o si muor; Armata Rossa torrente d'ardore l'imperialismo saprai schiacciar. Avanti avanti, rosse falangi, spezziam le reni dell'oppressor;Al sole brillano le baionette dei battaglioni del lavor. Al sole brillano le baionette dei battaglioni del lavor. Nelle officine, sui campi e sui mar, son gli sfruttati decisi a lottar; stride la macchina, romba il motore, tuona il cannone, lo sterminator. Avanti avanti, rosse falangi,... Alzatevi in piedi proletari del mondo, per il comunismo venite a lottar; guai a chi tocca la Russia dei Soviet contro di noi dovrà cozzar. Avanti avanti, rosse falangi,...
Ascolto: BELLA CIAO Giorgio Gaber - O Bella Ciao.mp3
Questa mattina mi sono alzato o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao questa mattina mi sono alzato e ho trovato l'invasor. O partigiano portami via o bella ciao... o partigiano portami viaché mi sento di morir. E se muoio da partigiano o bella ciao... e se muoio da partigiano tu mi devi seppellir. E seppellire lassù in montagna o bella ciao... e seppellire lassù in montagnasotto l'ombra di un bel fior. E le genti che passeranno o bella ciao... e le genti che passeranno e diranno "oh, che bel fior" E' questo il fiore del partigiano o bella ciao... è questo il fiore del partigiano morto per la libertà.
BOVES Non ti ricordi il trentun di dicembre, quella colonna di camion per Boves che trasportava migliaia di ``Tuder'' contro sol cento di noi partigian. E tra San Giacomo e la Rivoira e Castellar e Madonna dei Boschi, la` infuriava la grande battaglia contro i tedeschi e i fascisti traditor. Dopo tre giorni di lotta accanita fra tanti incendi e vittime borghesi non son riusciti coi barbari sistemi noi partigiani poterci scacciar. Povere mamme che han perso i suoi figli, povere spose che han perso i mariti, povera Boves che e` tutta distrutta per la barbarie del vile invasor. Ma dopo un anno di vita montana tra fame e freddo e dure fatiche e` giunta l'ora della nostra riscossa, noi partigiani sapremo vendicar.
Ascolto: FESTA D'APRILE festa d'aprile.wma E` gia` da qualche tempo che i nostri fascisti si fan vedere poco, sempre piu' tristi hanno capito forse se non son proprio tonti che sta arrivando l'ora della resa dei conti. Forza ch'e` giunta l'ora, infuria la battaglia per conquistar la pace e liberar l'Italia scendiamo giu' dai monti a colpi di fucile evviva i partigiani, e` festa ad aprile! uando un repubblichino omaggia un Germano alza la mano destra al saluto romano ma se per caso incontra noi altri partigiani per salutare alza entrambe le mani. Forza ch'e` giunta l'ora ... Nera camicia nera che noi t'abbiam lavata non sei di marca buona, ti sei ritirata! Si sa le mode cambiano quasi ogni mese per il fascista oggi si addice il borghese. Forza ch'e` giunta l'ora ... Da qualche settimana pei cari tedeschi maturano le nespole anche sui peschi il caro Duce e il Fuehrer ci davan per mortipero` noi partigiani siam sempre risorti. Forza ch'e` giunta l'ora ...
Ascolto: FIGLI DELL'OFFICINA figli dell'officina.mp3
Figli dell'officina, o figli della terra gia` l'ora s'avvicina della piu' giusta guerra, la guerra proletaria, guerra senza frontiere, innalzeremo al vento bandiere rosse e nere! Avanti siam ribelli, fiori vendicator d'un mondo di fratelli, di pace e di lavor! Dai monti e dalle valli giu' giu' scendiam piu' in fretta, pure le man dai calli noi la farem vendetta. Del popolo gli Arditi, noi siamo i fior piu' puri, fiori non appassiti dal lezzo dei tuguri. Avanti siam ribelli... Noi salutiam la morte, bella, vendicatrice, noi schiuderem le porte a un'era piu' felice. Ai morti ci stringiamo e senza impallidire per l'Anarchia pugnamo, o vincere o morire! Avanti siam ribelli...
Ascolto: FISCHIA IL VENTO fischia il vento.mp3
Fischia il vento e infuria la bufera, scarpe rotte e pur bisogna andar, a conquistare la rossa primavera, dove sorge il sol dell'avvenir. A conquistare... Ogni contrada è patria del ribelle, ogni donna a lui dona un sospir, nella notte lo guidano le stelle, forte il cuor e il braccio nel colpir. Nella notte... Se ci coglie la crudele morte, dura vendetta verrà dal partigian; ormai sicura è già la dura sorte di quei vili che ognor cerchiam. Ormai sicura... Cessa il vento, calma è la bufera, torna a casa il fiero partigian, sventolando la rossa sua bandiera; vittoriosi, alfin liberi siam! Sventolando...
COMPAGNI FRATELLI CERVI
Metti la giubba di battaglia, mitra, fucile e bombe a mano, per la libertà lottiamo, per il tuo popolo fedel. E' giunta l'ora dell'assalto, il vessillo tricolore, e noi dei Cervi l'abbiam giurato vogliam pace e libertà, e libertà. Compagni, fratelli Cervi, cosa importa se si muore per la libertà e l'onore al tuo popolo fedel. E' giunta l'ora dell'assalto... m Compagni, fratelli Cervi...

Ascolto: LA BRIGATA GARIBALDI la brigata garibaldi.mp3

Fate largo che passa La Brigata Garibaldi La più bella la più forti La più forte che ci sia
Fate largo quando passa Il nemico fugge allor Siam fieri siam forti Per cacciare l'invasor
Abbiam la giovinezza in cor Simbolo di vittoria Marciamo sempre forte E siamo pieni di gloria
La stella rossa in fronte La libertà portiam Ai popolo oppressi La libertà noi porterem
Fate largo che passa La Brigata Garibaldi La più bella la più forte La più ardita che ci sia
Fate largo quando passa Il nemico fugge allor Siam fieri siam forti Per cacciare l'invasor
Col mitra e col fucile Siam pronti per scattare Ai trditori fascisti Gliela la faremo pagare
Con la mitraglia fissa E con le bombe a mano Ai traditor e ai fascisti Gliela farem pagar
Noi lottiam per l'Italia Per il popolo ideale Per il popolo italiano Noi sempre lotterem

Ascolto: I RIBELLI DELLA MONTAGNA modena city ramblers i ribelli della montagna (con bandabardò).mp3
Dalle belle citta` date al nemico fuggimmo un di' su per l'aride montagne cercando liberta` fra rupe e rupe contro la schiavitu' del suol tradito. Siamo i ribelli della montagna viviam di stenti e di patimenti ma quella fede che ci accompagna sara` la legge dell'avvenir. Lasciammo case, scuole ed officine mutammo in caserme le vecchie cascine armammo le mani di bombe e mitraglia temprammo il cuore e i muscoli in battaglia. Siamo i ribelli della montagna ... E` giustizia la nostra disciplina liberta` e` l'ideal che ci avvicina rosso sangue il color della bandiera d'Italia siam l'armata forte e fiera. Siamo i ribelli della montagna ... Sulle strade dal nemico assediate lasciammo talvolta le carni straziate provammo l'amor per la patria nostra sentimmo in cuor l'ardor della riscossa. Siamo i ribelli della montagna ...
INSORGETE
Lasciate le fabbriche, le scuole, le case, correte correte uniti all'attacco. Brigate d'assalto le armi impugnate e contro i fascisti e i tedeschi sparate. Compagni insorgete! Son qui i partigian. I nostri migliori finiti han la lotta, colpiti, accoppati, inchiodati alla gogna. Noi non paventiam la tortura e la morte; avanti fratelli, siam pronti, siam pronti. A noi la vittoria. Sorgete, Italiani! Il sangue dei nostri ci grida vendetta; nulla può arrestare il furor delle masse. A Genova, Spezia, Torino e Milano, scacciate i nazisti con l'arma alla mano. Scacciate i nazisti. Avanti, Italiani!

ITALIA COMBATTE
Va' fuori d'Italia, va' fuori che è l'ora,va' fuori d'Italia, va' fuori che è l'ora. Sinigaglia, Lanciotto, Rosselli son brigate di garibaldini che guidate dagli inni più belli combattiam per migliori destini d'una patria tradita vilmente da unventennio di lutti ed orror liberata sarà finalmente dal tiranno tedesco invasor. Siamo i partigiani si lotta, si vince, si muor siamo gli Italiani e abbiamo una fede nel cuor pel l'Italia bella tutto daremo ancor contro i barbari nazi-fascisti l'inesorabile nostro valor. Va' fuori d'Italia... Fanciullacci, Caiani, "Potente" son tre nomi coperti di gloria trucidati così barbaramente dai nemici di tutta la storia ma sapranno che i martiri nostri son con noi sempre in piedi così e gridando che "noi non siam morti" marceremo con voi un dì. Siamo i partigiani... Va' fuori d'Italia...
Ascolto: PIETA` L'E` MORTA pietà l'è morta11.mp3
Lassu' sulla montagna bandiera nera E` morto un partigiano nel far la guerra E` morto un partigiano nel far la guerra Un altro italiano va sotto terra. Laggiu' sotto terra trova un alpino Caduto nella Russia con il ``Cervino'' E` morto nella steppa assiderato Ferito o da amputare congelato. Ma prima di morire ha ancor pregato Che Dio maledica quell'alleato Che Dio maledica chi ci ha tradito Lasciandoci sul Don e poi e` fuggito. Tedeschi traditori l'alpino e` morto Ma un altro combattente oggi e` risorto Combatte la sua guerra da vecchio alpino Fatiche, freddo e fame gli son compagne. Combatte il partigiano la sua battaglia Tedeschi e fascisti fuori d'Italia Tedeschi e fascisti fuori d'Italia Gridiamo a tutta forza Pieta` l'e` morta.
QUANDO VEDRAI
Quando vedrai brillare la stella blu vuol dire che Benito non c'è più. Quando vedrai brillare la stella nera vuol dire che Benito l'è in galera. Quando vedrai brillare la stella rossa vuol dire che Benito è nella fossa.
LE CANZONI DEL DOPO GUERRA
Il clima del dopoguerra è bene rappresentato dal ritornello di Simmo ’e Napule: “Scurdammoce o passato!”, in quanto il compito della canzone è di sollevare lo spirito degli italiani Tra la fine degli anni quaranta e inizi degli anni cinquanta, la canzone italiana rimane isolata e non segue le linee di rinnovamento che giungono dall’incubazione del rock americano o dall’apporto “alto” dei poeti dell’esistenzialismo alla canzone francese (Sartre, Prévert, Queneau). Casomai giungono i ritmi latino-americani, importati attraverso le commedie musicali di Macario e di Wanda Osiris. La canzone italiana sopravvive negli accompagnamenti musicali delle prime pubblicità televisive, nelle esecuzioni delle orchestre che operano all’interno della Rai (Angelini, Barzizza, Canfora, Trovajoli, Kramer, Luzzati), e nel festival di Sanremo e pure in quello della canzone partenopea. Sono gli anni di Campanaro, Buongiorno tristezza, Vecchio scarpone vecchio scarpone.mp3, ma anche del boom dei dischi con Grazie dei fior interpretata da Nilla Pizzi (1951), Papaveri e papere nilla pizzi - papaveri e papere.mp3, Casetta in Canadà gino latilla - casetta in canadà (con duo fasano).mp3 e Tutte le mamme (1954).
Nel 1955 l’innovazione giunge dalla canzone napoletana con Roberto Murolo e soprattutto con Renato Carosone che canta “Tu vuo’ fa’ l’americano” tu vuo' fà l'americano.mp3. Si afferma pure Fred Buscaglione, deceduto nel 1960 in un incidente, che introduce una canzone, sullo stile francese, in versione comico-demenziale, vero manifesto degli anni del boom economico (Che bambola!, Teresa non sparare, Eri piccola così fred buscaglione - eri piccola cosi.mp3).

Altra innovazione giunge dalla canzone da “night”, dal tono confidenziale, per voce e
pianoforte, con le esecuzioni dei giovani Peppino di Capri, Fred Bongusto (Una rotonda sul mare) e del più maturo Bruno Martino (E la chiamano estate) bruno martino - e la chiamano estate.mp3
Una linfa praticamente perenne giunge dalle esibizioni dei complessi, come il Quartetto Cetra, dal lancio dei primi cantautori, come Domenico Modugno, con Vecchio frack (1954), che trova la fama definitiva quattro anni più tardi a Sanremo con Nel blu dipinto di blu (Volare) domenico modugno - volare (original).mp3. Allora il festival della canzone non lanciava i cantanti ma le canzoni, che erano presentate in due versioni canore e le prime trasmissioni televisive erano centrate solo sulle canzoni, come per il caso de “Il Musichiere” di Mario Riva. I cantanti, invece, trovavano la loro fama nelle commedie musicali, soprattutto quelle firmate da Garinei e Giovannini, ed interpretate da artisti come Renato Rascel.
Il 1959, l’anno del “boom economico” è accompagnato da un grande fervore che si traduce, nel campo della musica italiana, in nuove esperienze echeggianti i ritmi americani e soprattutto la forte penetrazione del rock a’roll: arrivano a Sanremo un giovane Adriano Cementano
Ascolto: adriano celentano - 24 mila baci.mp3
adriano celentano - azzurro469.mp3
adriano celentano - il ragazzo della via gluck.mp3

I PRIMI ANNI SESSANTA: TRA BOOM ADOLESCENZIALE E CANTAUTORI

L’arrivo sulla scena, dal 1964, di cantanti giovani e giovanissimi, sull’onda del successo inglese dei Beatles (vedi più avanti), che sostituiscono piccole “band” musicali, con una batteria e chitarre elettriche, offre una nuova dimensione alla canzone italiana. Si era mosso, per un’altra linea il citato Celentano, che presto formerà il “Clan” con Don Backy, Pilade, Migliacci, Mogol, mentre Mina (Annamaria Mazzini), nel 1958 aveva già stupito con Le mille bolle blu le mille bolle blu.mp3, e mina - brava(2).mp3 che fin dagli esordi rivela le sue straordinarie capacità vocali.
I CANTAUTORI ITALIANI
Si affermano progressivamente anche i cantautori italiani, espressione di un rinnovato lirismo che trae spunto dalle contraddizioni della vita quotidiana. E’ un fenomeno prettamente settentrionale, che s’identifica nelle due città. Genova e Milano, che hanno visto il più forte afflusso di emigranti, attratti dalle opportunità dello sviluppo industriale. Si affermano progressivamente Fabrizio De Andrè, Gino Paoli, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Luigi Tenco, fino a Guccini e Lucio Dalla,. Sono autori legati all’esperienza della canzone francese, a quella di Brel e di Brassens, mentre altri si avvicineranno alla cosiddetta “British invasion”, come Paolo Conte, Lucio Battisti.
Ascolto:
Fabrizio De Andrè il pescatore.mp3 la guerra di piero.mp3 don raffae'.mp3
bocca di rosa.mp3 creuza de mä.mp3
Gino Paoli sapore di sale(2)(2).mp3 Giorgio Gaber destra-sinistra.mp3
Enzo Jannacci vengo anch'io no tu no.mp3
Luigi Tenco mi sono innamorato di te.mp3
Francesco Guccini dio è morto.mp3 il vecchio e il bambino.mp3 auschwitz.mp3
Lucio Dalla caruso.mp3 l’anno_che_verra’.mp3
Paolo Conte onda su onda.mp3
Lucio Battisti il mio canto libero.mp3 la canzone del sole.mp3
Le spallate musicali inglesi non scuotono ancora la musica italiana, che si rigenera nelle sonorità dei teen-ager, scoprendo attraverso i molti concorsi per voci nuove (Castrocaro, per tutti) i nuovi idoli: Rita Pavone, Gianni Morandi gianni morandi - fatti mandare dalla mamma.mp3 , Patty Pravo (direttamente dagli ambienti del locale da ballo “Piper” di Roma), Johnny Dorelli, il casco d’oro Caterina Caselli.
Se da una parte le vocalità degli americani “Platters” sembrano già lontane ma non irriproducibili, come nel caso del successo di Bobby Solo 05 - bobby solo - una lacrima sul viso.mp3 , nel panorama musicale italiano, dall’altra la canzone italiana continua a sfornare facili ed orecchiabili successi, trascinati dalle migliori edizioni televisive di Canzonissima, dai film-musicarelli e dalla fortuna dei motivi balneari, interpretati principalmente da Edoardo Vianello (Watussi, Abbronzatissima, abbronzatissima.mp3 ) dai Los Marcelos Ferial (Quando calienta el sol), da Fred Bongusto (Frida, Una rotonda sul mare), da Franco I e Franco IV (Ho scritto t’amo sulla sabbia), da Nico Fidenco (Legata a un granello di sabbia), da Jimmy Fontana (Luglio), fino a Mario Tessuto (Lisa) lisa dagli occhi blu.mp3 Sono gli anni delle prime vacanze estive, celebrate come un rito collettivo, inevitabilmente accompagnate dai juke-box, che rilanciano i successi di Mina (Città vuota, E’ l’uomo per me).
Continua la stagione del rock ‘a roll con Little Tony ed i suoi successi, come “Cuore matto” little tony - cuore matto(1)(2).mp3 , mentre un’altra rivoluzione generazionale si profila all’orizzonte, alla quale i gruppi musicali più avvertiti, i complessi, si stavano rivolgendo, importando le versioni in italiano dei maggiori successi inglesi ed americani: sono, tra gli altri, i “Dik Dik” dik dik - l'isola di wight.mp3 , l’ “Equipe 84” equipe 84 - ed ho in mente te.mp3 .
Nel 1967 esce in Inghilterra il disco dei Beatles “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, a Monterey si tiene il festival della musica pop, a San Francisco i giovani sfilano accompagnati dalla musica, e in quell’estate le canzoni più gettonate dagli italiani sono: “A whiter shade of pale” dei Procol Harum procol harum - whiter shade of pale(2)(3).mp3 , “Nel sole” di al Bano, La banda di Mina, “La coppia più bella del mondo” di Celentano e Claudia Mori, adriano celentano & claudia mori - la coppia più bella del mondo.mp3 “A chi” di Fausto Leali, “Dio è morto” dei Nomadi nomadi - dio è morto originale149.mp3 , “Stasera mi butto” di Rocky Roberts 11 stasera mi butto.mp3 . Il rivoluzionario ’68 fu dichiarato “fiacco” sotto il profilo della produzione musicale italiana, eppure De Andrè scandalizza con “Si chiamava Gesù”, Sergio Endrigo vinceva Sanremo con “Canzone per te” sergio endrigo ci vuole un fiore(2).mp3 , Caterina Caselli vinceva il Cantagiro con “Il volto della vita”, Patty Pravo entrava in classifica con “La bambola” 08 patty bravo - la bambola26.mp3 , esplodeva l’irrivenza di Enzo Jannacci con il profetico Vengo anch’io;

Il ROCK breve cronistoria
Anni Cinquanta
Elvis Presley, “The King”, rivoluzionò la canzone popolare, introducendo tutti gli elementi iconografici che sarebbero stati sfruttati dalle star nel decennio successivo. Soprannominato anche: “Elvis the pelvis”, a causa del movimento conturbante del bacino che accompagnava le sue esibizioni, diffuse questo nuovo genere musicale in tutto il mondo. Canzoni con un ritmo che entrava nel sangue scatenando l’adrenalina, cioè: la vera essenza del Rock.
Ascolto Elvis Presley rock around the clock.mp3 only you.mp3
tutti frutti.mp3
Anni Sessanta
Il germe diffuso da Elvis venne raccolto da quattro ragazzi di Liverpool, dando il via alla “Rivoluzione degli anni sessanta”. I Beatles cambiarono per sempre il concetto di musica popolare, con composizioni che divennero classici della musica di tutti i tempi. Il loro impatto sul mondo musicale e sul costume fu enorme, inimitabile, ed inarrestabile fino al loro scioglimento. Sull’onda di questa rivoluzione nacquero molti gruppi che approfittarono del momento favorevole per diffondere la loro arte. I Rolling Stones, che scelsero una vena più rock, gli Who che invece indirizzarono i loro sforzi verso composizioni a tema, i concept album, tra i quali spicca il capolavoro: Tommy. Gruppi sperimentali, che abbracciarono dal 1967 il nascente movimento psichedelico, con paradisi artificiali indotti dall’uso di sostanze non troppo legali. I più originali fra questi: i Pink Floyd e Jimi Hendrix, guitar solo.mp3 house of the rising sun.mp3 il padre della chitarra elettrica moderna. Impossibile elencare tutti i cantanti, i cantautori, i gruppi che iniziarono negli anni sessanta la loro attività, continuando ancora oggi con alternanza di successo.
BOB DYLAN, è un cantautore, compositore e musicista statunitense . Nella sua lunga carriera è stato ed è tuttora anche uno scrittore, poeta, pittore, attore e conduttore radiofonico e rappresenta una delle più importanti figure nella musica degli ultimi cinquant'anni.
La maggior parte delle sue canzoni più conosciute risale agli anni sessanta, quando l'artista si è posto come figura chiave del movement, il movimento di protesta americano. Canzoni come Blowin' in the Wind bob dylan - blowin' in the wind.mp3 e The Times They Are a-Changin' sono diventate gli inni dei movimenti pacifisti e per i diritti civili.
I testi delle sue prime canzoni affrontano temi politici, sociali e filosofici, e risentono di influenze letterarie, sfidando le convenzioni della musica pop e appellandosi alla controcultura del tempo.

Anni Settanta
Finita l’era beat, il Rock, questo strano camaleonte della cultura internazionale, assunse nuove connotazioni. Si trasformò nel “Rock Progressivo”, dove lo stile classico si fuse con nuove idee musicali. I musicisti divennero dei virtuosi, e le loro canzoni, ma forse sarebbe più esatto chiamarle opere, considerando la durata dei pezzi (a volte oltre i venti minuti) toccarono i temi più diversi: dalla riscoperta della mitologia al puro viaggio onirico. Fra i complessi più importanti: i Genesis di Peter Gabriel, e gli Yes. Una tecnica strumentale incredibile per dischi che indussero il pubblico a riflettere, a leggere con attenzione i testi, a spingersi oltre i limiti della stessa musica. Considerato da molti un genere troppo ermetico, il movimento lasciò spazio a nuovi artisti che giocarono con astuzia sull’ambiguità del Rock. Il più eclettico fra tutti: David Bowie. Bowie cambiò stile e pelle a seconda della moda, delle tendenze, abbracciando ogni sorta di sperimentazione; sempre con ottimi risultati. Verso la metà degli anni settanta il “Rock Progressivo” iniziò a segnare il passo, qualcosa di rivoluzionario stava emergendo in Inghilterra, qualcosa che avrebbe spazzato via per sempre le forme complesse della musica progressiva. Era nato il Punk Rock. Una rabbiosa ribellione, con forme musicali dure ed elementari, e “musicisti” a volte del tutto improvvisati. Un’onda che durò nella sua essenza solo pochi mesi, e che vide nei Sex Pistols sex pistols & the clash - anarchy in the usa.mp3 i maggior esponenti. Un movimento distruttivo e piuttosto coreografico (la cresta sulla testa e le spille da balia nelle labbra), quando in realtà le idee si conducevano ad un semplice concetto: anarchia per tutti. In parallelo, uno stile allegro e spensierato prese voga, uno sfogo voluto dai giovani che erano stanchi di essere depressi a causa di guerre, complicazioni esistenziali e problemi di tutti i giorni. Nacque la Disco Music che in breve tempo spopolò nelle discoteche. Malgrado non avesse molto da dire a livello di stile, fece divertire e ballare un’intera generazione sull’orlo di una crisi di nervi. I primi che imposero questa tendenza furono i Bee Gees, bee gees - stain alive.mp3 insieme ad altri artisti come “Donna Summer” e tanti altri che unirono un look sgargiante a della musica studiata a tavolino, dove il ritmo era tutto ciò che serviva per fare ballare il pubblico. Molti di questi cantanti si rivelarono delle meteore nel firmamento dello spettacolo, e si spensero in fretta dopo il primo quarantacinque giri.
Anni Ottanta
Dopo un decennio così fervido d’idee e movimenti sembrava che il Rock avesse terminato la sua carica vitale: triturato dal Punk ed avvilito dalla Disco Music. Invece, come la fenice tornò a nuova vita con il “Rock Elettronico”. La musica elettronica, già anticipata dalla trilogia berlinese di David Bowie, prese sempre più vigore con nuovi artisti come i Kraftwerk e gli Ultravox. Gli anni ottanta, famosi per i loro repentini cambi di stile, abbinarono tantissime tendenze: dalla New Wave al Dark, fino alla musica più commerciale. Ci fu anche un timido tentativo di ritorno al Rock Progerssivo, ma le mode erano così transitorie che si può parlare di tentativi incompiuti, piuttosto che d’esperimenti riusciti. Ne sono una testimonianza i Duran Duran, duran duran - hungry like the wolf.mp3 che all’inizio della loro carriera fecero gridare al miracolo. Ma tutto durò solo un paio di anni prima del declino. Fatto importante: qualcosa era cambiato nelle forme di comunicazione di massa, la velocità delle notizie e l’instabilità delle mode. Tutto divenne effimero, ogni cosa si consumava a ritmo frenetico, tendenza che non è cambiata ai giorni nostri. Malgrado ciò, la musica degli anni ottanta ha lasciato un segno nella cultura moderna, con i suoi artisti “usa e getta”, che non fecero in tempo a farsi conoscere ed erano già dimenticati, e ricordati solo per una canzone da classifica. Uno stile simile alla disco, con canzoni pop irresistibili di facile ascolto. Dolce ricordo di Paninari che all’epoca, ventenni ruspanti, rimpiangono oggi i bei tempi passati.
Anni Novanta
Un decennio strano. Una sensazione di attesa passiva, in fondo era l’ultimo scorcio del millennio, ed il Rock dov’era finito? Non accadde molto dal punto di vista musicale, furono le notizie delle guerre che attirarono l’attenzione dei media. Tutto quello che resta di quei cocci di anni novanta sono il “Garage Rock” di ottimi gruppi come i Nirvana, all apologies.mp3 e del Rap eminem - lose yourself.mp3 di strani guru vestiti in tuta da ginnastica. E dire che proprio nei primi anni novanta si era estesa, perfino in Italia, la moda della “New Age” enya - final fantasy celtic moon theme.mp3 con il suo stile quieto, acustico, un ritorno alla natura e alle musiche etniche. Con il pesante fardello di cinquant’anni di mutazioni, il Rock si presentò alla fine del millennio con il fiato lungo, stremato per la corsa senza fine. Adesso giace in qualche angolo nascosto in attesa che qualcuno lo raccolga e lo rinnovi, che sappia dargli nuova linfa vitale e… soprattutto uno scopo. Per parafrasare una famosa canzone di Neil Young: “Rockn’Roll can never die”.
Ascolto: I BEATLES
I Beatles è stato un gruppo musicale britannico, originario di Liverpool e in attività dal 1962 al 1970. I Beatles hanno segnato un'epoca non solo nella musica ma anche nel costume, nella moda e nella moderna Pop Art. Considerati uno dei maggiori fenomeni della musica contemporanea, a distanza di vari decenni dal loro scioglimento ufficiale - e dopo la morte di due dei quattro componenti - i Beatles contano ancora su un vasto seguito. I loro lavori sono regolarmente commercializzati in versione digitale, ed arricchiti dal recupero di materiale inedito
Il nome del gruppo evoca l'humus musicale in cui erano cresciuti: la Musica Beat, (battito, pulsazione come unità del tempo). Per tutti però Beatles significa “scarafaggi” Fin dall'inizio le canzoni dei Beatles non si limitavano ad attingere dal blues e dal rock 'n' roll, ma includevano diverse influenze musicali: dallo skiffle (una forma di Folk importata dagli USA), allo stile Motown. A questa varietà di stimoli si aggiunsero via via il rapporto con Bob Dylan, il confronto a distanza con i Beach Boys, con i Monkees e con i Byrds, i loro veri rivali musicali, la fascinazione per l'India e per le avanguardie musicali e per tutti i movimenti nascenti ma ancora sotterranei o poco noti (basti pensare alla comunità hippy di San Francisco visitata dai Beatles per trarne una fonte di ispirazione). Tutti fattori che contribuirono, direttamente o indirettamente, alla nascita di uno stile Beatles che trascendeva i limiti dei generi. I "Fab Four" Le innovazioni nel campo della melodia hanno di fatto creato la moderna musica pop, permettendo al rock di fiorire come ambito musicale a sé stante e di diventare anche forma d'arte. Fondamentale fu anche l'apporto nel campo delle innovazioni tecnologiche per la registrazione e la manipolazione del suono, nonché la cura nell'ottenerne la migliore qualità. I Beatles: John Lennon chitarra e voce, Paul McCartney basso e voce, Ringo Starr batteria e voce e George Harrison chitarra e voce. Per molti, la ditta Beatles avrebbe potuto chiamarsi tranquillamente Lennon-McCartney: i due firmavano ufficialmente insieme musica e parole della maggior parte dei brani, anche di quelli composti singolarmente, ma soprattutto di tutti i brani più noti. Ma il contributo degli altri due fu comunque determinante: Harrison compose una serie di canzoni di ottima qualità e introdusse le sonorità indiane poi divenute celebri. Ringo Starr, autore in proprio soltanto di due brani, mise di suo una voce particolare e una predisposizione alla comicità ed una simpatia che funse da collante anche in diversi momenti di crisi, oltre ad uno stile batteristico semplice ma efficace. In totale le canzoni effettive dei Beatles sono 203. Vanno aggiunte poi le Raccolte, i Live, i filmati e l’enorme materiale registrato (prove, esperimenti acustici, ecc.)in occasione di concerti in varie parti del mondo. Alcuni titoli delle canzoni più conosciute: Love Me Do 1962 love me do.mp3 - She Loves You 1963 she loves you ya ya.mp3 - Can't Buy Me Love 1964- I Feel Fine 1964 - Ticket To Ride 1965 - Help! 1965 help!.mp3 - Yellow Submarine 1966 yellow submarine.mp3 - Penny Lane 1967 penny lane.mp3 - All You Need Is Love 1967 all you need is love.mp3 - Lady Madonna 1968 - Hey Jude 1968 hey jude.mp3 - The Ballad of John and Yoko 1969 Let it Be 1970 let it be201.mp3 - The Long And Winding Road1970) Michelle michelle.mp3 – Yesterday yesterday.mp3 - Ob-là-di ob-la-dà ob-la-di, ob-la-da.mp3 Here comes the sun here comes the sun(2).mp3
Ascolto: The DOORS break on through130.mp3
riders on the storm.mp3
Sono stati un gruppo musicale rock statunitense, fondato nel 1965 da Jim Morrison (cantante), Ray Manzarek (tastierista), Robby Krieger (chitarrista) e John Densmore (batterista), e scioltosi definitivamente nel 1973, due anni dopo la morte di Morrison. Sono considerati fra i gruppi più influenti della musica rock, alla quale hanno unito con successo elementi blues, rock psichedelico, pop. Molti dei loro brani, come Light My Fire e Riders on the Storm, sono considerati dei classici assoluti e sono stati reinterpretati da numerosi artisti delle generazioni successive.
Ascolto: ROLLING STONES satisfaction.mp3
Sono un gruppo musicale britannico, una delle band più importanti di sempre e una delle maggiori espressioni del rock, quel genere musicale che è l'evoluzione del rock & roll anni '50, rivisitato da loro in chiave più dura con ritmi lascivi e canto aggressivo, con continui riferimenti a sesso e con la celebrazione delle droghe pesanti. Per il loro essere trasgressivi furono chiamati i "brutti, sporchi e cattivi" e contrapposti ai più rassicuranti Beatles, anche se tale contrapposizione fu creata spesso dagli stessi Rolling Stones che si comportavano in modo volutamente antitetico rispetto ai Beatles, creando così un modello alternativo ad uso e consumo della stampa musicale. I Rolling Stones sono stati, e sono tuttora, una autentica pietra miliare nell'evoluzione della musica del novecento, portando sotto i riflettori il malcontento e di conseguenza la protesta di intere generazioni, incarnando così il travagliato spirito dei grandi bluesman del passato.
Ascolto: PINK FLOYD the wall - another brick in the wall.mp3
dark side of the moon - money.mp3 wish you were here.mp3
I Pink Floyd sono una rockband britannica formatasi nella seconda metà degli anni Sessanta che, nel corso di una lunga carriera, è riuscita a riscrivere le tendenze musicali della propria epoca e diventare uno dei gruppi più importanti della storia del rock. Sono considerati da molti artisti "i poeti ermetici del rock", ed è una delle band che ha ricevuto più dischi di platino. Impegnati in un primo periodo in un'assidua ricerca di sonorità psichedeliche e sperimentazioni elettroniche raggiunsero il successo mondiale grazie a hit-single quali Wish You Were Here e Money, e concept-album quali The Dark Side of the Moon e The Wall.I suoi componenti sono: David Jon “Dave” Gilmour - chitarra e voce, George Roger Waters - basso e voce - Nicholas Berkeley “Nick” Mason - batteria, Richard William “Rick” Wright - tastiere e voce, Roger Keith “Syd” Barrett - chitarra e voce. Scelsero come nome del gruppo l’unione dei nomi di due bluesman da loro molto amati (Pink Anderson e Floyd “dipper boy” Council).
Ascolto: The QUEEN we are the champions(2).mp3
bohemian rhapsody.mp3 radio ga ga.mp3
Sono uno dei più importanti gruppi rock della storia della musica, molto popolare soprattutto negli anni settanta ed ottanta, nonostante la morte del frontman Freddie Mercury, avvenuta nel 1991. Ognuno dei componenti del gruppo era in grado di occuparsi della parte compositiva dei brani ma era Freddie Mercury il personaggio più noto del gruppo, sia per via del ruolo di leader sia per le proprie straordinarie capacità vocali (con un'estensione pari a tre ottave, senza l'uso del falsetto, ed a 3 e mezzo con l'uso dello stesso.). Ad oggi molti critici ritengono Freddie Mercury il miglior cantante della storia. Tra i brani scritti da Freddie Mercury si ricordano We Are the Champions, Bohemian Rhapsody (più volte proclamata da critici e da sondaggi popolari "la migliore canzone di sempre"). Degli altri membri della band sono molto citati anche Radio Ga Ga di Roger Taylor, We Will Rock You e Who Wants to Live Forever di Brian May, ed Another One Bites the Dust e I Want to Break Free di John Deacon.

SUPERTRUMP gruppo rock britannico nato nel 1970. I loro dischi più ispirati hanno svelato la fantasia e la versatilità di un ensemble di musicisti molto preparati, in grado di passare con disinvoltura da refrain spensierati a complesse suite strumentali, quasi opere rock in miniatura, degne di band anche più celebrate di loro. Con l'umiltà dei clown di strada, di quei vagabondi cui si ispiravano fin nel nome, questi artigiani inglesi hanno aperto nuove porte al pop-rock degli anni 70, partorendo uno stile inconfondibile e inimitabile. supertrump-the logical song.mp3
I GENESIS sono un gruppo rock britannico, cresciuto ed affermatosi all'interno del vasto movimento del rock progressivo. Sono da molti considerati una delle band più importanti e innovative della storia del rock.
Durante la loro carriera, hanno venduto più di 150 milioni di dischi in tutto il mondo, inserendosi nella lista dei trenta artisti di maggior successo commerciale di tutti i tempi. Nel corso della propria storia il gruppo ha subito diversi cambiamenti di formazione, mantenendo tuttavia inalterata la presenza di Tony Banks (alle tastiere) e Mike Rutherford (alle chitarre). Le formazioni più celebri e riconosciute sono due: la prima, quella dell'affermazione negli anni settanta, comprendeva Phil Collins, Mike Rutherford, Tony Banks, Steve Hackett e Peter Gabriel; la seconda, quella degli anni ottanta e novanta, Phil Collins, Mike Rutherford e Tony Banks. genesis - land of confusion.mp3
AC/DC back in black.mp3
GUN’S ROSES Paradise City.mp3
GREEN DAY american idiot - wake me up when september ends.mp3 boulevard of broken dreams427.mp3
RED HOT CHILI PEPPERS Californication.mp3 City of Angels.mp3

…. e la storia della Canzone continua ……………….

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza dell'Epitaffio di Sicilo nella storia della musica?
  2. L'Epitaffio di Sicilo è un breve canto inciso su una lapide a Tralles, in Turchia, risalente al I o II secolo d.C., ed è significativo perché rappresenta uno dei più antichi esempi di notazione musicale conosciuti.

  3. Chi era Guido d'Arezzo e quale fu il suo contributo alla musica?
  4. Guido d'Arezzo, noto anche come Guido Monaco, fu un importante teorico musicale del Medioevo, ideatore della moderna notazione musicale e del tetragramma, che sostituì la notazione neumatica. Il suo metodo di insegnamento rivoluzionò l'apprendimento dei canti gregoriani.

  5. Cosa rappresentano i Carmina Burana e quale compositore li ha resi celebri nel XX secolo?
  6. I Carmina Burana sono una raccolta di testi poetici medievali, molti dei quali destinati al canto. Nel XX secolo, il compositore tedesco Carl Orff li ha resi celebri musicandone alcuni brani, creando un'opera omonima.

  7. Qual è il significato del canto "Kalenda Maya" e chi era il suo autore?
  8. "Kalenda Maya" è un canto in lingua provenzale che celebra la festa popolare di primavera. Fu composto da Raimbaut de Vaqueiras, un trovatore che cercò fortuna presso la corte del marchese Bonifacio I del Monferrato.

  9. Quali sono le caratteristiche principali delle danze medievali come la "Estampida" e il "Saltarello"?
  10. Le danze medievali come la "Estampida" e il "Saltarello" erano caratterizzate da movimenti energici e vivaci. La "Estampida" era una danza di corteggiamento, mentre il "Saltarello" era diffuso sia a livello popolare che di corte, con passi saltanti e melodie semplici.

Domande e risposte