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Ludwig van Beethoven
La vita di Beethoven fu difficile e solitaria. Nacque a Bonn il 16 dicembre 1770 da una famiglia cdimodeste origini che aveva delle tradizioni musicali. Visse un'infanzia difficile, suo padre beveva tanto, mentre la madre morì durante la giovane età del ragazzo che si dovette anche occupare dei fratelli minori.Dovette mantenersi agli studi musicali suonando come organista presso gli edifici dell’arcivescovo di Bonn. Nel 1792, su consiglio di amici, si trasferì nella città di Vienna per sempre. Qui compose molte opere musicali, teneva concerti, pubblicava le sue opere, insegnava. Divenne ottimista e cercava di porre questo ottimismo nelle sue opere, fino a quando non iniziò a perdere l'udito. La malattia lo ress cupo, poco socievole, conducendolo anche a meditare il suicidio. Iniziò a isolarsi dal resto del mondo e si immerse nella composizione guidato dal suo “orecchio interiore”. Morì nel 1827 a Vienna a causa della polmonite.
Nel periodo in cui cominciò a perdere l’udito, fino alla sua morte, nascono le opere più profonde: le sinfonie n°5,6,9, la Messa Solenne, Per Elisa, le ultime sonate e gli ultimi quartetti. Le sue opere vennero inizialmente influenzate da Mozart e Haydn e poi diventano sempre più audaci e innovative, aprendo la strada al Romanticismo. Beethoven diventa così un maestro immortale e la sua musica è senza tempo e unica, assoluta!. In occasione del congresso di Vienna (nel 1814/1815), Beethoven diresse la sua Settima Sinfonia. Le opere di Beethoven sono in totale:138 composizioni: le 9 sinfonie, i 5 concerti con pianoforte ed orchestra, il concerto per violino, le 2 messe, l’opera teatrale Fidelio, le 32 sonate per pianoforte e i 16 quartetti per archi.
Delle sinfonie composte da Beethoven, la Nona (e ultima), è senza dubbio la più famosa, ed è quella che diede più lustro al suo autore. Quello che più sorprende di questa composizione musicale è che fu elaborata quando il musicista era completamente sordo. Nonostante il dolore per la perdita dell’udito, Beethoven ha la forza d’animo necessaria per mettere in musica, nella parte conclusiva del brano, l’Inno alla Gioia, scritto dal poeta Friedrich Schiller. L’Inno alla Gioia è un grandissimo messaggio di pace e fratellanza. Proprio per questa esortazione alla fraterna amicizia questa melodia è stata adottata come Inno europeo dal consiglio d’Europa nel 1972.
"Un urlo alla gioia"
Si racconta che Beethoven, dopo l’ultima nota della prima esecuzione della Nona Sinfonia, era seduto vicino al direttore con le spalle rivolte al pubblico che applaudiva furiosamente. La cantante Caroline Unger lasciò il suo posto e si avvicinò al maestro, lo prese per mano e lo voltò verso la folla affinché vedesse l’esultanza del pubblico che sventolava un mare di fazzoletti bianchi.
La vita di Beethoven fu tormentata e solitaria.
Nacque a Bonn il 16 dicembre1770 da una umile
famiglia con tradizioni musicali. Ha un’ infanzia
difficile, suo padre era alcolizzato, mentre sua
madre muore quando è ancora ragazzo
lasciandogli la responsabilità di curare i suoi due
fratelli minori. Si mantiene agli studi musicali
suonando come organista presso l’arcivescovo di
Bonn. Nel 1792, spinto da amici, si trasferisce a
Vienna, città che non abbandonerà più. Qui
compone, dà concerti, pubblica le sue opere,
insegna. Si sente animato da una forte carica di
ottimismo e di amore per l’umanità, che cerca di
trasmettere nelle sue opere. Ma comincia a
manifestarsi un male “impossibile” per un
musicista: la perdita dell’udito. La malattia lo
rende cupo, poco socievole, medita persino il
suicidio. Si isola dal resto del mondo e si tuffa
nella composizione guidato dal suo “orecchio
interiore”. Nel 1827, colpito da polmonite, muore
a Vienna. Nel periodo in cui comincia a perdere l’udito, fino alla sua
morte, nascono le opere più profonde: le sinfonie n°5,6,9, la
Messa Solenne, Per Elisa, le ultime sonate e gli ultimi quartetti. Le sue
opere vennero inizialmente influenzate da Mozart e Haydn e poi diventano
sempre più audaci e innovative, aprendo la strada al Romanticismo.
Beethoven diventa così un maestro immortale e la sua musica è senza
tempo e unica, assoluta!! In occasione del congresso di Vienna (nel
1814/1815), Beethoven diresse la sua Settima Sinfonia. Le opere di
Beethoven sono in totale:138 composizioni: le 9 sinfonie, i 5 concerti con
pianoforte ed orchestra, il concerto per violino, le 2 messe, l’opera teatrale
Fidelio, le 32 sonate per pianoforte e i 16 quartetti per archi.
Delle sinfonie composte da Beethoven, la Nona (e ultima), è senza dubbio la più famosa,
ed è quella che diede più lustro al suo autore. Quello che più sorprende di questa
composizione musicale è che fu elaborata quando il musicista era completamente sordo.
Nonostante il dolore per la perdita dell’udito, Beethoven ha la forza d’animo necessaria per
mettere in musica, nella parte conclusiva del brano, l’Inno alla Gioia, scritto dal poeta
Friedrich Schiller. L’Inno alla Gioia è un grandissimo messaggio di pace e fratellanza.
Proprio per questa esortazione alla fraterna amicizia questa melodia è stata adottata come
Inno europeo dal consiglio d’Europa nel 1972.
Si racconta che Beethoven, dopo l’ultima nota della prima esecuzione della Nona Sinfonia,
era seduto vicino al direttore con le spalle rivolte al pubblico che applaudiva furiosamente.
La cantante Caroline Unger lasciò il suo posto e si avvicinò al maestro, lo prese per mano
e lo voltò verso la folla affinché vedesse l’esultanza del pubblico che sventolava un mare di
fazzoletti bianchi.
Beethoven impiegò quattro anni per finire la sua Quinta Sinfonia, che fu
eseguita per la prima volta il 22 dicembre 1808 in un memorabile concerto.
La Quinta Sinfonia è senza dubbio uno dei brani musicali più conosciuti e
amati di ogni tempo. La sinfonia è sempre stata vista come un simbolo della
lotta dell’ Uomo contro il Destino, pare che Beethoven, riferendosi alle
celeberrime quattro note iniziali abbia detto: “Ecco il Destino che batte alla
porta”. La Quinta Sinfonia utilizza per la prima volta nella storia della
sinfonia i tromboni.
Le quattro note introduttive della Quinta Sinfonia
furono usate dalle trasmissioni in italiano della
famosa Radio Londra durante la Seconda
Guerra Mondiale, in quanto in codice Morse tre
punti e una linea formano l'iniziale V di Victory.