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Concetti Chiave

  • La chimera d'Arezzo è una scultura mitologica, rappresentante un mostro con testa di capro e leone e coda di serpente, rinvenuta nel 1553.
  • L'opera è stata restaurata nel XVIII secolo, con la ricostruzione della coda di serpente, probabilmente originariamente rivolta verso lo spettatore.
  • La chimera è raffigurata in posizione di attacco, con la testa di capra ferita e morente, e presenta un'iscrizione votiva alla divinità etrusca Tinia.
  • La stilizzazione è evidente: struttura quadrangolare della testa, costato in evidenza, e tensione espressa dai tendini e dall'irta criniera.
  • L'uso dei colori rosso e bianco delle tuniche, contrastato dal verde, e la bidimensionalità delle superfici, conferiscono vitalità ai soggetti.

Indice

  1. La Chimera nella Mitologia
  2. Restauro e Significato Storico
  3. Stilizzazione e Linguaggio Visuale

La Chimera nella Mitologia

Un soggetto mitologico: Secondo la mitologia, la chimera era un terribile mostro che sputava fuoco, distruggendo i raccolti. Aveva testa di capro e di leone e coda di serpente. Fu uccisa da Bellerofonte, montato sul cavallo alato Pegaso donatogli dalla dea Atena.

Restauro e Significato Storico

L’opera qui analizzata, rinvenuta ad Arezzo nel 1553, venne restaurata nel XVIII secolo, quando fu ricostruita la coda a forma di serpente; con ogni probabilità, in origine il serpente fronteggiava lo spettatore, volgendosi dalla stessa parte della testa del leone.

La chimera è raffigurata mentre prepara un attacco. Dalla schiena sporge la testa di capra, ferita sul collo e dunque morente. Sulla zampa anteriore destra è incisa l’iscrizione tinsvil, dedica votiva alla divinità etrusca Tinia, e ciò fa supporre che fosse collocata in un luogo du culto.

Stilizzazione e Linguaggio Visuale

Il linguaggio visuale: L’opera presenta una evidente stilizzazione: la testa ha una struttura quadrangolare, rigorosamente geometrica; il dorso, privo di manto, mette in evidenza il costato ed è segnato da una cresta, che sottolinea l’incarnarsi del busto nella posizione di attacco. Andamenti lineari fanno percepire la tensione dei tendini e il movimento dell’irta criniera, accentuando l’effetto di aggressività; carattere, questo, evidenziato dalla superficie levigata e lucente del bronzo. L’insieme è caratterizzato da un forte senso del volume. Il ritmo presenta però elementi di variazione: lo vediamo nella direzione delle teste e nella disposizione dei colori, in cui si alternano il rosso e il bianco delle tuniche. L’evidenza di questi colori è affidata anche alla presenza diffusa e contrastante del verde. Le tinte sono stese in modo piatto, determinando superfici bidimensionali. Una linea di contorno delimita le figure, facendole risaltare rispetto allo sfondo. Queste, quindi, appaiono stilizzate, ma al tempo stesso, i soggetti mostrano vitalità, grazie alla morbidezza del segno.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato storico della Chimera di Arezzo?
  2. La Chimera di Arezzo, rinvenuta nel 1553 e restaurata nel XVIII secolo, è un'opera di grande importanza storica. L'iscrizione "tinsvil" sulla zampa anteriore destra suggerisce che fosse una dedica votiva alla divinità etrusca Tinia, indicando che probabilmente era collocata in un luogo di culto.

  3. Come viene rappresentata la Chimera nell'opera analizzata?
  4. La Chimera è raffigurata in posizione di attacco, con una stilizzazione evidente. La testa ha una struttura quadrangolare e geometrica, mentre il dorso mette in evidenza il costato. La tensione dei tendini e il movimento della criniera sono accentuati, conferendo un effetto di aggressività.

  5. Quali elementi stilistici caratterizzano il linguaggio visuale dell'opera?
  6. L'opera è caratterizzata da una stilizzazione con un forte senso del volume. Le tinte rosse e bianche delle tuniche si alternano, contrastate dal verde, creando superfici bidimensionali. Le figure sono delimitate da una linea di contorno, risaltando rispetto allo sfondo, e mostrano vitalità grazie alla morbidezza del segno.

Domande e risposte

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