Concetti Chiave
- Aiace Telamonio, noto anche come il Grande Aiace, è il figlio di Telamone e Peribea, legato alla mitologia greca per la sua invulnerabilità parziale.
- Aiace era un comandante greco nella guerra di Troia, combattendo al fianco di Achille con uno scudo gigantesco fatto di sette pelli di toro.
- Era riconosciuto per la sua statura imponente e la forza, al punto che le sue ginocchia erano grandi come dischi da pentathlon.
- Dopo la morte di Achille, Aiace fu coinvolto in una disputa con Odisseo per ereditare le armi di Achille, ma fu scelto Odisseo.
- Colpito dalla follia indotta da Atena, Aiace si suicidò usando la spada donatagli da Ettore, e fu sepolto presso il Capo Reteo.
Origini e invulnerabilità di Aiace
Figlio di Telamone (re di Salamina) e di Peribea, è noto anche come il Grande Aiace. Deriva il proprio nome (in greco Aias) da quello dell’aquila ( aietòs) che apparve in cielo allorché Eracle invocò la benevolenza di Zeus, chiedendogli un figlio maschio per l’amico Telamone. Non appena Peribea ebbe dato alla luce Aiace, Eracle lo avvolse nella sua pelle di leone, rendendo il corpo del piccolo invulnerabile, anche se non completamente: il collo e le ascelle erano rimaste infatti al di fuori della pelle del leone Nemeo.
Aiace nella guerra di Troia
Da Omero (Iliade) e da Sofocle (Aiace) sappiamo che egli comandava al fianco di Achille la flotta ellenica nell’impresa della guerra di Troia. Uomo di bell’aspetto e di elevata statura (le fonti riportano che le ossa delle sue ginocchia erano grandi quanto i dischi usati per il pèntathlon) , combatteva reggendo uno scudo di enormi dimensioni, fabbricato con la pelle di ben sette tori, dietro il quale nelle azioni guerresche trovava rifugio il fratellastro Teucro, uno dei più abili arcieri che la Grecia ebbe mai. Scelto dai compagni per sostituire Achille (ritiratosi nel frattempo dalla guerra con i suoi Mirmidoni) , sfidato a duello da Ettore, il Grande Aiace sostenne la lotta con lo sfidante per un’intera giornata, al termine della quale i due eroi, lodandosi scambievolmente per il loro valore, si scambiarono dei doni: Aiace dette a Ettore il suo balteo rosso ed Ettore ricambiò con una spada dall’elsa d’argento.
La tragica fine di Aiace
Dopo la morte del suo valoroso e amato cugino Achille, Aiace e Odisseo rimanevano i due più valorosi eroi del campo greco e, come tali, entrambi meritevoli di ereditarne le armi. Ma Agamennone e Menelao, arbitri dell’assegnazione, gli preferirono Odisseo. Deciso a vendicarsi, Aiace fu colpito per intervento di Atena da un accesso di follia, sotto l'influsso del quale massacrò e sgozzò gran parte delle greggi che erano state prese ai Troiani. Rinsavito e piombato nella disperazione, si uccise dirigendo verso l’ascella la spada donatagli da Ettore, dopo un primo tentativo nel quale la lama, per l’elsa nel terreno, si era piegata ad arco non riuscendo a penetrare il suo corpo invulnerabile. Fu sepolto in una bara da suicidi presso il Capo Reteo e non bruciato sul rogo come spettava a chi cadeva in battaglia.
Domande da interrogazione
- Quali sono le origini e l'invulnerabilità di Aiace?
- Qual era il ruolo di Aiace nella guerra di Troia?
- Come si concluse il duello tra Aiace ed Ettore?
- Qual è stata la tragica fine di Aiace?
Aiace, figlio di Telamone e Peribea, è noto come il Grande Aiace. Il suo nome deriva dall'aquila apparsa quando Eracle chiese a Zeus un figlio per Telamone. Eracle avvolse Aiace nella pelle del leone Nemeo, rendendolo invulnerabile, tranne che al collo e alle ascelle.
Aiace comandava la flotta ellenica al fianco di Achille. Era un uomo di grande statura e forza, noto per il suo enorme scudo fatto con la pelle di sette tori. Fu scelto per sostituire Achille e combatté Ettore in un duello che durò un'intera giornata.
Il duello tra Aiace ed Ettore si concluse senza un vincitore. I due eroi si lodarono reciprocamente per il loro valore e si scambiarono doni: Aiace diede a Ettore il suo balteo rosso, mentre Ettore ricambiò con una spada dall’elsa d’argento.
Dopo la morte di Achille, Aiace non fu scelto per ereditare le sue armi, preferendogli Odisseo. Colpito dalla follia per intervento di Atena, uccise le greggi troiane. Rinsavito e disperato, si suicidò con la spada donatagli da Ettore, dirigendola verso l'ascella, l'unico punto vulnerabile del suo corpo. Fu sepolto presso il Capo Reteo.