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Concetti Chiave

  • I due eserciti, Troiani e Achei, si preparano per la battaglia con approcci contrastanti: i Troiani rumorosi, i Greci silenziosi e determinati.
  • Alessandro (Paride) avanza tra i Troiani sfidando i migliori guerrieri Greci, ma si ritira spaventato alla vista di Menelao.
  • Ettore rimprovera duramente Alessandro per la sua codardia, sottolineando il disonore che porta a se stesso e a Troia.
  • Alessandro propone un duello con Menelao per risolvere la disputa su Elena e le sue ricchezze, lasciando in pace i due eserciti.
  • Ettore accoglie con favore la proposta di Alessandro, cercando di fermare i combattimenti per permettere il duello tra i due contendenti.

Indice

  1. L'inizio della battaglia
  2. Il confronto tra Alessandro e Menelao
  3. Il rimprovero di Ettore ad Alessandro
  4. La proposta di Alessandro
  5. La tregua proposta da Ettore

L'inizio della battaglia

Poichè sotto i lor duci ambo schierati

Gli eserciti si fur, mosse il troiano

Come stormo d’augei, forte gridando

E schiamazzando, col romor che mena

Lo squadron delle gru, quando del verno

Fuggendo i nembi l’oceán sorvola

Con acuti clangori, e guerra e morte

Porta al popol pigmeo.

Ma taciturni

E spiranti valor marcian gli Achivi,

Pronti a recarsi di conserto aita.

Come talor del monte in su la cima

Di Scirocco il soffiar spande la nebbia

Al pastore odïosa, al ladro cara

Più che la notte, nè va lunge il guardo

Più che tiro di pietra: a questa guisa

Si destava di polve una procella

Sotto il piè de’ guerrieri che veloci

L’aperto campo trascorrean. Venuti

Di poco spazio l’un dell’altro a fronte

Gli eserciti nemici, ecco Alessandro.

Nelle prime apparir file troiane

Bello come un bel Dio. Portava indosso

Una pelle di pardo, ed il ricurvo

Arco e la spada; e due dardi guizzando

Ben ferrati ed aguzzi, iva de’ Greci

Sfidando i primi a singolar conflitto.

Il vide Menelao dinanzi a tutti

Venir superbo a lunghi passi; e quale

Il cor s’allegra di lïon che visto

Un cervo di gran corpo o caprïolo,

Spinto da fame a divorarlo intende,

E il latrar de’ molossi, e degli audaci

Villan robusti il minacciar non cura;

Tale alla vista del Troian leggiadro

Esultò Menelao. Piena sperando.

Far sopra il traditor la sua vendetta,

Balza armato dal cocchio: e lui scorgendo

Venir tra’ primi, in cor turbossi il drudo,

E della morte paventoso in salvo

Si ritrasse tra’ suoi. Qual chi veduto.

In montana foresta orrido serpe

Risalta indietro, e per la balza fugge

Di paura tremante e bianco in viso,

Tal fra le schiere de’ superbi Teucri,

L’ira temendo del figliuol d’Atreo,

L’avvenente codardo retrocesse.

Ettore il vide, e con ripiglio acerbo

Gli fu sopra gridando: Ahi sciagurato!

Ahi profumato seduttor di donne,

Vile del pari che leggiadro! oh mai

Mai non fossi tu nato, o morto fossi

Anzi ch’esser marito, chè tal fora

Certo il mio voto, e per te stesso il meglio,

Più che carco d’infamia ir mostro a dito.

Odi le risa de’ chiomati Achei,

Che al garbo dell’aspetto un valoroso

Ti suspicâr da prima, e or sanno a prova

Che vile e fiacca in un bel corpo hai l’alma.

E vigliacco qual sei tu il mar varcasti

Con eletti compagni? e visitando

Straniere genti tu dall’apia terra

Donna d’alta beltà, moglie d’eroi,

Rapir potesti, e il padre e Troia e tutti

Cacciar nelle sciagure, agl’inimici

Farti bersaglio, ed infamar te stesso?

Perchè fuggi? perchè di Menelao

Non attendi lo scontro? Allor saprai

Di qual prode guerrier t’usurpi e godi

La florida consorte: nè la cetra

Ti varrà nè il favor di Citerea,

Nè il vago aspetto nè la molle chioma,

Quando cadrai riverso nella polve.

Oh fosser meno paurosi i Teucri!

Chè tu n’andresti già, premio al mal fatto,

D’un guarnello di sassi rivestito.

Ed il vago a rincontro: Ettore, il veggo,

A ragion mi rampogni, ed io t’escuso.

Ma quel duro tuo cor scure somiglia

Che ben tagliente una navale antenna

Fende, vibrata da gagliardi polsi,

E nerbo e lena al fenditor raddoppia.

Non rinfacciarmi di Ciprigna i doni,

Chè, qualunque pur sia, gradito e bello

Sempre è il dono d’un Dio; nè il conseguirlo

È nel nostro volere. Or se t’aggrada

Ch’io scenda a duellar, fa che l’achee

Squadre e le teucre seggansi tranquille,

E me nel mezzo e Menelao mettete

D’Elena armati a terminar la lite,

E di tutto il tesor di ch’ella è ricca.

Qual si vinca di noi s’abbia la donna

Con tutto insieme il suo regal corredo,

E via la meni alle sue case; e tutti

Su le percosse vittime giurando

Amistà, voi di Troia abiterete

L’alma terra securi, e quelli in Argo

Faran ritorno e nell’Acaia in braccio

Alle vaghe lor donne. - A questo dire

Brillò di gioia Ettorre, ed elevando

L’asta brandita e procedendo in mezzo,

Di sostarsi fe’ cenno alle sue schiere.

Tutte fêr alto: ma gl’infesti Achei

A saettar si diero alla sua mira

E dardi e sassi, infin che forte alzando

La voce Agamennón: Cessate, ei grida,

Cessate, Argivi; non vibrate, Achei,

Ch’egli par che parlarne il bellicoso

Ettore brami. - Riverenti tutti

Cessâr le offese, e si fur queti. Allora

Fra questo campo e quello Ettor sì disse:

Troiani, Achivi, dal mio labbro udite

Ciò che parla Alessandro, esso per cui

Fra noi surta ed accesa è tanta guerra.

Egli vuol che de’ Teucri e degli Achei

Quete stian l’armi, e sia da solo a solo

Col bellicoso Menelao decisa

D’Elena la querela, e in un di quanta

Ricchezza le pertien. Quegli de’ due

Che rimarrassi vincitor, si prenda

La bella donna, e in sua magion l’adduca

Col tutto che possiede: e sia tra noi

Con saldi patti l’amistà giurata.

parafrasi dei versi 1-120 del terzo libro dell'Iliade

Nel momento in cui i due eserciti, organizzati schiera per schiera, vennero schierati in ordine per la battaglia in compagnia dei loro comandanti, iniziavano a muoversi i Troiani con urlo e strepito nello stesso modo degli uccelli: in modo simile a quello delle gru che vociano davanti alla volta del cielo, nel momento in cui cercano di lasciare l'inverno e la pioggia infinita, e iniziano a volare con le loro grida in direzione delle correnti dell'Oceano a seminare stragi e morte tra i Pigmei, di primo mattino le gru quindi iniziano a condurre la lotta furiosa.

Gli antichi Greci invece procedevano in maniera silenziosa e presentavano nei visi un'energica risolutezza, avevano sui volti un'energica determinazione. Erano molto risoluti ad aiutarsi tra loro sul campo.

E nello stesso modo in cui lo scirocco sparge la nebbia dalle vette della montagna - la quale non è molto amata dai pastori, ma molto importante per il ladrone nel corso della notte - e uno ci scorge lontano fino al luogo in cui è in grado di lanciare una pietra: allo stesso modo si presentava il polverone che si alzava in modo ampio sotto i piedi dei soldati che erano in marcia, in modo così rapido camminavano nella pianura.

Il confronto tra Alessandro e Menelao

E nel momento in cui si trovarono vicini a battersi tra di loro, si iniziò a fare avanti, tra l'esercito dei Troiani, come un campione, Alessandro che assomigliava a un Dio. Egli aveva nella tracolla la pelle di pantera, l'arco dalla forma curva e la spada, e tra le mani muoveva in maniera agitata due lance che presentavano del bronzo in punta: in questo modo quindi lanciava una sfida ai più valorosi tra i soldati greci per far sì che combattessero uno di fronte all'altro in una lotta accesa. Nel momento in cui Menelao il glorioso lo vide avanzare a passi rapidi davanti al grande gruppo di soldati, egli fu simile a un leone esultante che si imbatteva in un grande animale disteso per terra. - a trovare o un cervo con le grandi corna o una capra selvatica, nella sua lunga situazione di fame: e lo mangia in maniera vorace, sebbene cerchino comunque di cacciarlo via degli scattanti cani e dei giovani molto fiorenti. In questo modo gioì Menelao alla vista di Alessandro: pensava infatti alla vendetta da arrecare al suo nemico scellerato. Menelao scese dal carro rapidamente con le sue armi sul terreno di battaglia. Nel momento in cui Alessandro lo vide apparire tra i primi soldati, fu assalito dal terrore: e indietreggiava tra la folla dei suoi compagni cercando di scampare la morte.

Come quando una persona scorge tra le gole di una montagna un serpente e fa un passo all'indietro, balzando e fuggendo via. Il tremito si impossessa di lui fino alle gambe; e indietreggia, le sue guance diventano pallide: nello stesso modo Alessandro si dileguò tra la folla dei soldati troiani, provava un sentimento di paura il figlio di Atreo.

Il rimprovero di Ettore ad Alessandro

Lo vide però Ettore, rimproverandolo con parole dure: Paride, scellerato Paride, bello solo

per il suo aspetto fisico! Uomo pazzo per le donne, un codardo seduttore! Oh, se non fossi mai venuto al mondo! Saresti dovuto morire senza essere sposato - sì, soprattutto questo vorrei, che tu fossi migliore - anziché essere una così grande vergogna e tanto inviso agli altri. Adesso, sono sicuro, si rallegrano gioiosamente i Greci: credevano che tu

fossi un guerriero virtuoso perché hai anche un bell'aspetto, e invece in te non c'è segno di coraggio, non c'è dell'energia. E codardo come sei, attraversavi con le navi il mare in compagnia di tanti compagni a te fedeli? e entravi in contatto con persone straniere? e portavi con te una stupenda donna di un Paese lontano, nuora di soldati armati di lancia, per la grande sfortuna di tuo padre, di Troia e dell'intero nostro Paese, e per l'esultanza dei nemici (gli Achei) e prendevi con te una donna bellissima di una terra lontana, una nuora di guerrieri armati e della tua medesima umiliazione? E in questo momento non vuoi, veramente, batterti contro il valoroso re Menelao? Sapresti in questo modo di quale valoroso guerriero detieni la bellissima sposa (Elena)! Non ti aiuteranno, credo, la cetra e i doni che ti ha porto Afrodite, la chioma e la tua grande bellezza, quando cadrai sul terreno polveroso. Ma i Troani sono troppo generosi: altrimenti, certamente, già da tempo indosseresti una veste di pietre, per tutte le cose malvagie che hai commesso.»

La proposta di Alessandro

Allora Alessandro replicò a lui assomigliando a un dio: «Ettore, hai le tue ragioni per rimproverarmi - non hai

torto.

Però il tuo cuore, ti dico, risulta essere sempre duro come una scure. Così, sembra la scure che perfora il legno

ad opera dell'uomo, nel momento in cui con una certa arte taglia via una trave per nave, ed essa ne accetta lo slancio

fiero. Così duro tu hai l’animo nel tuo cuore. Quindi non mi rinfacciare i bei doni che mi ha porto la bella dea Afrodite. Anche tu lo sai, non si rinnegano i bellissimi doni fatti dagli dei: sono loro che li offrono, uno non li può avere con tutta la sua buona volontà. Ma adesso, se adesso tu vuoi che io mi presenti sul campo di battaglia e combatta, fai in modo che gli altri Troiani e tutti i Greci si siedano: e ponete al mio cospetto il re Menelao dal gran valore, a combattere sul campo per Elena e per tutte le ricchezze. Quindi, colui che riesce vittorioso e si rivela più valoroso, si impossessi di tutti i tesori e si porti Elena a casa. E tutti voi, dopo avere raggiunto un accordo e aver portato avanti con sacrificio dei patti leali, potrete continuare a vivere, lo spero, il territorio fiorente di Troia: loro invece possano ritornare ad Argo nutrice di cavalli e in territorio greco dalle loro splendide donne.»

La tregua proposta da Ettore

In questo modo si esprimeva: e ne fu vivamente soddisfatto Ettore nel sentire quella proposta. Egli repentinamente andò in mezzo al campo di battaglia e cercava di frenare i soldati Troiani con una lancia impugnata a metà asta: i Troiani si arrestarono tutti quanti. Ma i greci dalle teste chiomate continuavano ad assalirlo con gli archi e gli lanciavano le frecce: tentavano anche di colpirlo con le pietre.

E allora urlò Agamennone, signore di guerrieri: «Fermatevi, Achei! Non combattete,

figli degli Achei! Ettore sembra voler dire qualcosa.»

Così disse: e gli Achei smisero di combattere e stettero zitti. Quindi Ettore iniziò a parlare

stando in mezzo ai due eserciti: «Ascoltate le mie parole, Troiani e Achei! Ascoltate la proposta di Alessandro! - dato che per causa sua è sfociata la guerra. Ecco: chiede che tutti i Troiani e tutti gli Achei smettano di combattere posando le loro belle armi. Sul terreno di battaglia combatteranno lui e il re Menelao per Elena e le ricchezze. E colui che è in grado di vincere si dimostri più forte, entri in possesso di tutte le ricchezze e della donna, prenda tutti quanti i tesori e si meni a casa la donna. Noi altri successivamente giungeremo ad un accordo e porteremo avanti con sacrificio patti leali.»

per approfondimenti vedi anche:

Iliade

Iliade - Trama

Iliade - Introduzione generale

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'inizio della battaglia tra Troiani e Achei?
  2. La battaglia inizia con i Troiani che avanzano rumorosamente come uno stormo di uccelli, mentre gli Achei procedono silenziosamente e con determinazione.

  3. Come si svolge il confronto tra Alessandro e Menelao?
  4. Alessandro avanza tra le file troiane sfidando i Greci, ma quando Menelao lo affronta, Alessandro si ritira spaventato tra i suoi compagni.

  5. Qual è il rimprovero di Ettore ad Alessandro?
  6. Ettore rimprovera Alessandro per la sua codardia e per aver causato la guerra portando Elena a Troia, sottolineando la sua mancanza di coraggio nonostante l'aspetto esteriore.

  7. Cosa propone Alessandro per risolvere il conflitto?
  8. Alessandro propone un duello tra lui e Menelao per decidere il destino di Elena e delle sue ricchezze, con l'accordo che il vincitore prenda tutto e che la pace sia giurata tra Troiani e Achei.

  9. Come reagisce Ettore alla proposta di Alessandro?
  10. Ettore accoglie con gioia la proposta di Alessandro e cerca di fermare i combattimenti per permettere il duello tra Alessandro e Menelao.

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