melody_gio
Genius
9 min. di lettura
Vota 5 / 5

Concetti Chiave

  • Priamo, il re di Troia, sacrifica agnelli e prega gli dei per mantenere i giuramenti tra Troiani e Achei.
  • Ettore e Ulisse preparano il campo di battaglia per il duello tra Paride e Menelao.
  • Le sorti decretano che Paride sarà il primo a lanciare la lancia nel duello.
  • Entrambi gli eserciti pregano Zeus di punire chi ha causato il conflitto.
  • Paride e Menelao si preparano e si affrontano armati per il combattimento, osservati con ansia dai loro eserciti.

Indice

  1. Il sacrificio degli agnelli
  2. Il voto degli Achei e Troiani
  3. Il ritorno di Priamo a Troia
  4. Preparativi per il duello
  5. L'armatura di Alessandro
  6. Il confronto tra Alessandro e Menelao

Il sacrificio degli agnelli

Sosterrò mia ragione, e rimarrovvi

Finchè punito il mancator ne sia.

Disse; e col ferro degli agnelli incise

Le mansuete gole, e palpitanti

Sul terren li depose e senza vita.

Il voto degli Achei e Troiani

Ciò fatto, il sacro di Lïeo licore

Dal cratere attignendo, agl’Immortali

Fean colle tazze libagioni e voti;

E qualche Teucro e qualche Acheo s’intese

In questo mentre così dire: O sommo

Augustissimo Giove, e voi del cielo

Dii tutti quanti, udite: A chi primiero

Rompa l’accordo, sia Troiano o Greco,

Possa il cerébro distillarsi, a lui

Ed a’ suoi figli, al par di questo vino,

E adultera la moglie ir d’altri in braccio.

Il ritorno di Priamo a Troia

Così pregâr: ma chiuse a cotal voto

Giove l’orecchio. Il re dardanio allora,

Uditemi, dicea, Teucri ed Achei:

Alla cittade io riedo. A qual de’ due

Troncar debba la Parca il vital filo

Sol Giove e gli altri Sempiterni il sanno.

Ma contemplar del fiero Atride a fronte

Un amato figliuol, vista sì cruda

Gli occhi d’un padre sostener non ponno.

Sì dicendo, sul cocchio le sgozzate

Vittime pose il venerando veglio,

E ascesovi egli stesso, e tratte al petto

Le pieghevoli briglie, al par con seco

Fe’ Anténore salire, e via con esso

Al ventoso Ilïon si ricondusse.

Preparativi per il duello

Ettore allora primamente e Ulisse

Misurano la lizza. versi 383-454 del libro 3 dell'IliadeIndi le sorti

Scosser nell’elmo a chi primier dovesse

L’asta vibrar. L’un campo intanto e l’altro

Le mani alzando supplicava al cielo,

E qualche labbro bisbigliar s’udía:

Giove padre, che grande e glorïoso

Godi in Ida regnar, quello de’ due,

Che tra noi fu cagion di sì gran lite,

Fa che spento precipiti alla cupa

Magion di Pluto, ed una salda a noi

Amistà ne concedi e patti eterni.

L'armatura di Alessandro

Fra questo supplicar l’elmo squassava

Ettór, guardando addietro: ed ecco uscire

Di Paride la sorte. Allor s’assise

Al suo posto ciascun, vicino a’ suoi

Scalpitanti destrieri e alle giacenti

Armi diverse. Della ben chiomata

Elena intanto l’avvenente sposo

Alessandro di fulgida armatura

Tutto si veste. E pria di bei schinieri

Che il morso costrignea d’argentea fibbia,

Cinse le tibie. Quindi una lorica

Del suo germano Licaon, che fatta

Al suo sesto parea, si pose al petto:

All’omero sospese il brando, ornato

D’argentei chiovi; un poderoso scudo

Di grand’orbe imbracciò; chiuse la fronte

Nel ben temprato e lavorato elmetto,

A cui d’equine chiome in su la cima

Alta una cresta orribilmente ondeggia.

Ultima prese una robusta lancia

Che tutto empieagli il pugno. In questo mentre

Del par s’armava il bellicoso Atride.

Il confronto tra Alessandro e Menelao

Di lor tutt’arme accinti i due guerrieri

S’appresentâr nel mezzo, e si guataro

Biechi. Al vederli stupor prese e tema

I Dardani e gli Achei. L’un contra l’altro

L’aste squassando al mezzo dell’arena

S’avvicinâr sdegnosi; ed il Troiano

Primier la lunga e grave asta vibrando

La rotella colpì del suo nemico.

Sosterrò le mie motivazioni e rimarrò fino a che non finirò la guerra. Pronunciò queste parole, e tagliò con l'impietosa arma forgiata di bronzo la gola agli agnelli. E poi li poggiava sul terreno, gementi ancora nel momento in cui gli mancava la vita: infatti il bronzo li aveva spossati, togliendo loro le forze. Poi prendevano il vino per mezzo delle coppe dal cratere, successivamente lo rovesciavano sul terreno e rivolgevano una preghiera agli dei eterni. In questo modo ogni singolo Troiano e Acheo pronunciava queste parole: «Zeus glorioso e immenso, e voi dei immortali! coloro che per primi non rispettano i giuramenti, gli sgoccioli il cervello per terra nello stesso modo in cui sgocciola questo vino, a loro, sì, e ai loro figli - e le loro mogli vengano sottomesse a uomini stranieri!»

Così essi parlavano: ma il Cronide non esaudiva il voto fatto da loro. Tra essi, il re Priamo, discendente di

Dardano, cominciò a pronunciare le seguenti parole: «Sentitemi, Troiani e Achei! Ora io me ne vado nella città ventosa di Troia, in quanto non ho il coraggio di rimanere qua a vedere, davanti ai miei occhi, mio figlio Paride duellare con il coraggioso re Menelao. Certamente lo sa Zeus, così come anche gli dei immortali, chi dei due morirà.»

Così affermò e poneva, l’eroe somigliante a un Dio, gli agnelli sopra il carro, salì su questo e iniziò a tirare a sé indietro le briglie. Vicino a questi, sullo splendido cocchio, salì anche Antenore. I due poi tornarono a Troia (Ilio).

Quindi Ettore Ettore che era il figlio del re Priamo e il divino Ulisse iniziarono a misurare in primo luogo il territorio in cui si sarebbe tenuto il duello, in un secondo momento poi iniziarono a prendere le sorti, agitandolo all'interno degli elmi di bronzo, in modo tale da capire chi tra i due avrebbe dovuto scagliare la lancia.

In seguito i due guerrieri iniziarono a pregare gli dei sollevando le braccia, e dunque sia gli Achei che i Troiani iniziarono a pronunciare le seguenti parole: «Zeus padre, signore della città di Ida, tu valoroso e immenso, chi è la causa di questa situazione tra Achei e Troiani, fa’ si che muoia nell'abitazione di Abe, e fa si che tra i nostri due popoli si raggiunga un accordo e che si stringano dei patti corretti (leali)!» Queste parole pronunciarono. E il glorioso Ettore si mise a agitare le sorti, avendo gli occhi rivolti all'indietro: improvvisamente si palesò il contrassegno di Paride. Tutti i presenti si iniziarono a sedere nelle loro schiere, in cui ognuno deteneva i propri cavalli scalpitanti e le proprie armi arricchite di fregi. Nel frattempo lo splendido Alessandro, marito di Elena dai folti capelli, teneva indosso la sua splendida armatura. In primo luogo si mise nelle gambe degli eleganti schinieri e iniziò ad allacciarseli alle caviglie con delle fibbie in argento.

Dopo indossò la corazza del fratello Licaone - la calzava bene. Si era appeso a tracolla la spada che aveva borchie

argentee, che era di materiale bronzeo, e in seguito lo scudo grande e solido, e sul capo forte indossò l'elmo ben realizzato, decorato con una criniera di cavallo. Il cimiero sulla parte alta si muoveva in un modo che destava terrore. Prese tra le mani alla fine una solida lancia, che riusciva ad impugnare bene con la mano. Così, nel medesimo modo, strinse le sue armi il combattivo re Menelao. Poi dopoché loro, da entrambe le parti dei due eserciti, si furono dotati di armi, si facevano avanti in mezzo al terreno di battaglia guardandosi in modo bieco. Nell'osservarli - tutti rimasero attoniti - i Troiani che erano domatori di cavalli e i Greci dai buoni schinieri. Si fermarono in mezzo al terreno di battaglia, entro il luogo che era stato segnato per il duello, scuotendo le lance: vicendevolmente provavano rabbia e odio. Alessandro iniziò per primo a gettare la sua asta dalla lunga ombra, cogliendo nel segno Menelao nel suo scudo di forma rotonda, ben costruito da ogni parte.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del sacrificio degli agnelli nel contesto del testo?
  2. Il sacrificio degli agnelli rappresenta un rito di purificazione e un'offerta agli dei per ottenere il loro favore e sancire i giuramenti tra Achei e Troiani.

  3. Cosa simboleggia il voto degli Achei e Troiani?
  4. Il voto simboleggia un impegno solenne tra i due popoli, invocando la punizione divina su chiunque infranga l'accordo, augurando che il loro cervello sgoccioli come il vino versato.

  5. Perché Priamo decide di tornare a Troia?
  6. Priamo decide di tornare a Troia perché non ha il coraggio di assistere al duello tra suo figlio Paride e Menelao, temendo per la vita del figlio.

  7. Come vengono scelti i duellanti tra Alessandro e Menelao?
  8. I duellanti vengono scelti tramite un sorteggio, con le sorti agitate all'interno degli elmi di bronzo, determinando chi tra i due avrebbe dovuto scagliare la lancia per primo.

  9. Qual è l'importanza dell'armatura di Alessandro nel duello?
  10. L'armatura di Alessandro è descritta in dettaglio per sottolineare la sua preparazione e il suo status di guerriero, evidenziando la sua determinazione e prontezza per il confronto con Menelao.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community