Concetti Chiave
- Nei poemi omerici, la morte è descritta attraverso espressioni formulari ricorrenti, che talvolta alludono genericamente alla vita che se ne va.
- Le espressioni legate alla morte spesso richiamano l'assenza di luce e lo scioglimento delle membra, evidenziando il piegarsi delle ginocchia nei combattimenti.
- La narrazione delle battaglie nei poemi omerici si concentra su immagini visive e uditive, con una rappresentazione realistica e dettagliata degli scontri e delle ferite mortali.
- Il poeta descrive il corpo umano attraverso le sue parti, come membra, occhi e ossa, concependolo come una pluralità di elementi piuttosto che un'unità.
- Le descrizioni della morte di personaggi come Patroclo nei poemi omerici esemplificano l'uso di immagini evocative e l'attenzione ai dettagli del corpo.
Indice
Descrizioni della morte nei poemi omerici
Nei poemi omerici la morte viene descritta con espressioni formulari che occupano un intero verso o una parte di esso e che ricorrono ora in modo identico ora leggermente variate.
Queste espressioni talvolta alludono genericamente alla morte e alla vita che se ne va; ad esempio: «a lui sugli occhi scese rossa la morte e il duro destino»; «la vita lasciò le sue ossa», «subito la vita lasciò le sue membra»; «la morte l'avvolse, / la vita volò via dalle membra e scese nell'Ade», che descrive la morte del giovane Patroclo (vv. 856-857).
Espressioni di assenza di luce
Sono particolarmente frequenti espressioni riferite all'ambito semantico dell'assenza di luce e dello scioglimento delle membra.
Sono esempi dell'assenza di luce: «gli calò sugli occhi la tenebra», «l'ombra coperse i suoi occhi»; «nera nube di morte lo avvolse», «lo avvolse il buio della morte»; «a quello una notte oscura discese sugli occhi».
Scioglimento delle membra nei combattimenti
Sono esempi dello scioglimento delle membra e delle ginocchia in particolare, dato che nei combattimenti la perdita delle forze che precede la morte si manifesta in primo luogo nel piegarsi delle ginocchia: «il colpo gli fiaccò le ginocchia»; "Agamennone lo colpì e gli sciolse le membra» e la sua variante «le membra si sciolsero»; «gli vennero meno le forze».
Realismo nelle scene di battaglia
Nella narrazione delle battaglie l'attenzione è rivolta alle immagini visive e uditive (lo scintillio delle armi, il sangue che scorre a fiotti, le grida dei combattenti, i lamenti, il frastuono delle armi). Il poeta, sapendo di rivolgersi a un pubblico che ben conosce la guerra, rappresenta le scene di scontri collettivi con grande realismo, indicando con precisione le parti del corpo colpite e descrivendo gli effetti delle ferite mortali nei particolari anche più cruenti e coinvolgenti.
Dettagli cruenti e coinvolgenti
Ecco due esempi tratti dalla battaglia che si scatena dopo la conclusione del duello tra Paride e Menelao: Per primo Antiloco abbatté un guerriero troiano, un valoroso tra i campioni davanti alle file, Echeporo figlio di Talisio. Per primo lo colpì al cimiero dell'elmo dalla folta criniera di cavallo, e gli piantò la lancia in fronte. Trapassava l'osso, fin dentro, la punta di bronzo. E il buio della notte gli avvolse gli occhi.
Dolore, alla gamba destra fu percosso da un macigno tutto a punte, vicino alla caviglia: e a colpirlo era il condottiero dei Traci, Pirro, figlio di Imbrasio.
Concezione del corpo nei poemi
Osservando tutti gli esempi possiamo notare che non vi compare un termine che indichi il corpo nella sua interezza; il poeta nomina le parti del corpo: membra, occhi, respiro, ossa, o ancora braccia, gambe, ginocchia, spalle, petto. Quello che agli occhi del poeta appare come qualcosa di vivo sono gli elementi che compongono il corpo, e l'uomo viene concepito come pluralità di tali elementi, non come unità corporea; negli esempi che abbiamo presentato, infatti, sono nominate parti per intendere tutto il corpo. Nei versi che raccontano la morte di Patroclo possiamo vederne altri esempi: «l'insanguinata tunica intorno al petto tu stracci»; «essi l'arme dalle spalle mi tolsero».
Domande da interrogazione
- Come viene descritta la morte nei poemi omerici?
- Quali espressioni sono usate per indicare l'assenza di luce?
- In che modo viene rappresentato lo scioglimento delle membra nei combattimenti?
- Qual è l'approccio del poeta nella descrizione delle scene di battaglia?
- Come viene concepito il corpo nei poemi omerici?
Nei poemi omerici, la morte è descritta con espressioni formulari che spesso occupano un intero verso, alludendo alla vita che se ne va, come "la vita lasciò le sue ossa" o "la morte l'avvolse".
Espressioni come "gli calò sugli occhi la tenebra" e "nera nube di morte lo avvolse" sono usate per indicare l'assenza di luce nei poemi omerici.
Lo scioglimento delle membra è rappresentato attraverso immagini di perdita di forza, come "il colpo gli fiaccò le ginocchia" e "le membra si sciolsero", evidenziando la debolezza che precede la morte.
Il poeta adotta un approccio realistico, concentrandosi su immagini visive e uditive dettagliate, come lo scintillio delle armi e il sangue che scorre, per rappresentare le battaglie in modo cruento e coinvolgente.
Nei poemi omerici, il corpo è concepito come una pluralità di elementi, con il poeta che nomina specifiche parti del corpo come membra, occhi e ossa, piuttosto che considerarlo un'unità corporea.