Francy1982
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Concetti Chiave

  • Durante la fuga da Troia in fiamme, Enea prende sulle spalle il padre Anchise, mentre il figlio Iulo lo segue e la moglie Creusa rimane indietro.
  • Nel caos della fuga, Creusa scompare misteriosamente, lasciando Enea disperato e colpevole per non essersi accorto della sua assenza.
  • Enea torna indietro per cercare Creusa tra le rovine di Troia, affrontando il pericolo e il caos della città distrutta.
  • Lo spirito di Creusa appare a Enea, confortandolo e rivelando che il suo destino è di andare in esilio e trovare una nuova patria in terra d'Esperia.
  • Alla fine, Enea si riunisce con i compagni e i nuovi rifugiati pronti a seguirlo verso l'esilio, mentre l'alba segna l'inizio di un nuovo capitolo.

Indice

  1. Preparativi per la fuga
  2. La perdita di Creusa
  3. Il ritorno a Troia
  4. L'apparizione di Creusa
  5. La partenza verso l'esilio

Preparativi per la fuga

Disse; e già per le mura il fuoco più chiaro

si ode, e in volute si approssima l'ardore degli incendi.

Su dunque, diletto padre, salimi sul collo;

ti sosterrò con le spalle, e il peso non mi sarà grave;

dovunque cadranno le sorti, uno e comune sarà

il pericolo, una per ambedue la salvezza. Il piccolo Iulo

mi accompagni, e la sposa segua discreta i miei passi.

Voi, o servi, ascoltate quanto vi dico.

All'uscita della città v'è un colle e un vetusto

tempio di Cerere abbandonato, e accanto un antico cipresso

conservato per molti anni dalla devozione dei padri.

Da diverse direzioni verremo a quest'unico luogo.

Tu, o padre, prendi i sacri arredi e i patrii

Penati; io non posso toccarli appena uscito da tale

lotta e strage, finché non mi mondi a una viva

sorgente.

"

Detto così, distendo sulle larghe spalle

e sul collo reclino una coperta, la pelle d'un fulvo leone,

e mi sottopongo al peso; alla destra mi si stringe il piccolo

Iulo, e segue il padre con passi ineguali;

dietro viene la sposa. Muoviamo per oscure contrade;

e mentre poc'anzi non mi turbavano i dardi scagliati

né i Greci raccolti in avversa schiera, adesso

un alito m'atterrisce, un suono mi allarma, inquieto

e timoroso allo stesso modo per il compagno e per il peso.

La perdita di Creusa

E già mi avvicinavo alle porte, e mi sembrava di essere

scampato

a tutto il percorso, quando d'un tratto mi parve

di udire un appressarsi di passi; il padre, scrutando

nell'ombra, "Figlio" esclama, "fuggi, o figlio, s'avvicinano.

Vedo splendenti scudi e bronzi scintillanti".

Ignoro qual nume nemico mi confuse la mente

e me la tolse nello sgomento. Mentre seguo di corsa

sentieri remoti ed esco dalla zona delle vie

note, ahi me misero, strappata dal destino Creusa

si fermò, o uscì di via, o sedette stanca?

Lo ignoro; non riapparve più ai nostri occhi.

Non mi avvidi di averla perduta e non le prestai attenzione,

prima che fossimo giunti al colle e al tempio

dell'antica Cerere; qui infine, tutti raccolti,

ella sola mancò, e sfuggì ai compagni e al figlio e al marito.

Chi non accusai, dissennato, degli uomini e degli dei?

O cosa vidi di più crudele nella città distrutta?

Affido ai compagni Ascanio e il padrc Anchise e i teucri

Penati, e li celo nella cavità della valle.

Il ritorno a Troia

Ritorno in città e mi cingo delle fulgide armi. Decido

di riaffrontare tutti gli eventi, di ripercorrere l'intera

Troia e di esporre di nuovo la vita ai pericoli.

Da principio raggiungo le mura e le oscure soglie

della porta da cui ero uscito, e seguo a ritroso

nella notte ed esploro con lo sguardo i segni delle orme.

Dovunque orrore e silenzio atterriscono l'animo.

Poi ritorno a casa, se mai vi si fosse recata.

I Danai avevano invaso e occupavano tutto l'edificio.

Presto il fuoco vorace s'avvolge per il vento alla cima

dei tetti, le fiamme sovrastano infuria all'aria la vampa.

Procedo e torno a visitare il palazzo e la rocca di Priamo.

E già nei vuoti portici, asilo di Giunone,

scelti come custodi Fenice e il crudele Ulisse

facevano la guardia alla preda. Qui da tutte le parti

si ammucchia il tesoro troiano strappato agli arsi sacrari,

e le mense degli dei, e i crateri d'oro massiccio, e le vesti

predate. Fanciulli e donne atterrite in lunga fila

stanno d'intorno.

Osando persino lanciare grida nell'ombra

riempii di clamore le vie e mesto chiamai

invano ripetendo ancora ed ancora Creusa.

L'apparizione di Creusa

Mentre deliravo così e smaniavo senza tregua tra le case

della città, mi apparve davanti agli occhi l'infelice simulacro

e l'ombra di Creusa, immagine maggiore di lei.

Raggelai, e si drizzarono i capelli e la voce s'arrestò nella

gola.

Allora parlò così confortando i miei affanni:

Perché abbandonarsi tanto ad un folle dolore

o dolce sposo? Ciò accade per volere divino;

non puoi portare via con te Creusa,

no, non lo permette il sovrano del superno Olimpo.

Lunghi esilii per te, e da solcare la vasta

distesa marina; in terra d'Esperia verrai,

dove tra campi ricchi d'uomini fluisce con placida

corrente l'etrusco Tevere; là ti attendono lieti

eventi, e un regno e una sposa regale. Raffrena

le lagrime per la diletta Creusa: non vedrò le superbe

case dei Mirmidoni o dei Dolopi, non andrò a servire donne

greche, io, dardana, e nuora della dea Venere

la grande Madre degli dei mi trattiene in queste terre.

E ora addio, serba l'amore di nostro figlio".

Com'ebbe parlato così, mi lasciò in lagrime,

desideroso di dirle molto, e svanì nell'aria lieve.

Tre volte tentai di cingerle il collo con le braccia:

tre volte inutilmente avvinta l'immagine dileguò

tra le mani, pari ai venti leggeri, simile a un alato sogno.

La partenza verso l'esilio

Così, consunta la notte, ritorno a vedere i compagni.

E qui trovo con meraviglia che era affluita

una moltitudine di nuovi compagni, donne e uomini,

popolo radunato all'esilio, miserevole turba.

Si raccolsero da tutte le parti, pronti d'animo e di forze,

in qualunque terra volessi condurli per mare.

E già Lucifero sorgeva dagli alti gioghi

dell'Ida, e portava il giorno; i Danai presidiavano

le porte, e non v'era speranza di aiuto; mi mossi,

e levato il padre sulle spalle mi diressi verso i monti.

Parlo e già si vedeva più chiaro il fuoco nelle murai ode, e in volute si approssima l'ardore degli incendi.

si sente il rumore e si avvicina sempre di più il fuoco dell'incendio

su, sbrigati padre diletto sali sulle mie spalle

ti sosterrò con le spalle e il tuo peso non sarà per me troppo grande

comunque andrà la situazione sarà uguale per noi

il pericolo, e sarà una per noi la salvezza

il piccolo iulio mi accompagni, mia moglie segua con discrezione i miei passi

e voi servi ascoltate le mie parole

all'uscita della città c'è un colle e un vecchio

tempo di Cerere abbandonato e accanto un vecchio cipresso

conservati lì da molti anni dalla devozione dei padri

dai diversi luoghi ci ritroveremo in quell'unico luogo.

Tu o padre prendi gli arredi sacri e dei padri penati

io che sono appena uscito da una simile lotta e strage non posso toccarli

finché non mi riesco a depurare ad una sorgente viva

sorgente. "

detto così distese le larghe spalle

e piegò sul collo una coperta, la pelle del leone.

Mi sottopongo al pesa; alla mano destra si stringe il piccolo

Iulio che segue il padre con gli stessi passi

dietro di lui viene la moglie. Ci muoviamo per luoghi oscuri

e mentre poco prima non mi turbavano le frecce lanciate

ne i raccolti greci della schiera avversa, adesso

un alito mi atterrisce, un suono mi allarma, inquieto

e timoroso allo stesso modo per il compagno e per il peso.

E già mi avvicinavo alle porte, e mi sembrava di essere

scampato

a tutto il percorso, quando d'un tratto mi parve

di udire un appressarsi di passi; il padre, scrutando

nell'ombra, "Figlio" esclama, "fuggi, o figlio, s'avvicinano.

Vedo splendenti scudi e bronzi scintillanti".

Ignoro qual nume nemico mi confuse la mente

e me la tolse nello sgomento. Mentre seguo di corsa

sentieri remoti ed esco dalla zona delle vie

note, ahi me misero, strappata dal destino Creusa

si fermò, o uscì di via, o sedette stanca?

Lo ignoro; non riapparve più ai nostri occhi.

Non mi avvidi di averla perduta e non le prestai attenzione,

prima che fossimo giunti al colle e al tempio

dell'antica Cerere; qui infine, tutti raccolti,

ella sola mancò, e sfuggì ai compagni e al figlio e al marito.

Chi non accusai, dissennato, degli uomini e degli dei?

O cosa vidi di più crudele nella città distrutta?

Affido ai compagni Ascanio e il padre Anchise e i teucri

Penati, e li celo nella cavità della valle.

Ritorno in città e mi cingo delle fulgide armi. Decido

di riaffrontare tutti gli eventi, di ripercorrere l'intera

Troia e di esporre di nuovo la vita ai pericoli.

Da principio raggiungo le mura e le oscure soglie

della porta da cui ero uscito, e seguo a ritroso

nella notte ed esploro con lo sguardo i segni delle orme.

Dovunque orrore e silenzio atterriscono l'animo.

Poi ritorno a casa, se mai vi si fosse recata.

I Danai avevano invaso e occupavano tutto l'edificio.

Presto il fuoco vorace s'avvolge per il vento alla cima

dei tetti, le fiamme sovrastano infuria all'aria la vampa.

Procedo e torno a visitare il paiazzo e la rocca di Priamo.

E già nei vuoti portici, asilo di Giunone,

scelti come custodi Fenice e il crudele Ulisse

facevano la guardia alla preda. Qui da tutte le parti

si ammucchia il tesoro troiano strappato agli arsi sacrari,

e le mense degli dei, e i crateri d'oro massiccio, e le vesti

predate. Fanciulli e donne atterrite in lunga fila

stanno d'intorno.

Osando persino lanciare grida nell'ombra

riempii di clamore le vie e mesto chiamai

invano ripetendo ancora ed ancora Creusa.

Mentre deliravo così e smaniavo senza tregua tra le case

della città, mi apparve davanti agli occhi l'infelice simulacro

e l'ombra di Creusa, immagine maggiore di lei.

Raggelai, e si drizzarono i capelli e la voce s'arrestò nella

gola.

Allora parlò così confortando i miei affanni:

Perché abbandonarsi tanto ad un folle dolore

o dolce sposo? Ciò accade per volere divino;

non puoi portare via con te Creusa,

no, non lo permette il sovrano del superno Olimpo.

Lunghi esili per te, e da solcare la vasta

distesa marina; in terra d'Esperia verrai,

dove tra campi ricchi d'uomini fluisce con placida

corrente l'etrusco Tevere; là ti attendono lieti

eventi, e un regno e una sposa regale. Raffrena

le lagrime per la diletta Creusa: non vedrò le superbe

case dei Mirmidoni o dei Dolopi, non andrò a servire donne

greche, io, dardana, e nuora della dea Venere

la grande Madre degli dei mi trattiene in queste terre.

E ora addio, serba l'amore di nostro figlio".

Com'ebbe parlato così, mi lasciò in lagrime,

desideroso di dirle molto, e svanì nell'aria lieve.

Tre volte tentai di cingerle il collo con le braccia:

tre volte inutilmente avvinta l'immagine dileguò

tra le mani, pari ai venti leggeri, simile a un alato sogno.

Così, consunta la notte, ritorno a vedere i compagni.

E qui trovo con meraviglia che era affluita

una moltitudine di nuovi compagni, donne e uomini,

popolo radunato all'esilio, miserevole turba.

Si raccolsero da tutte le parti, pronti d'animo e di forze,

in qualunque terra volessi condurli per mare.

E già Lucifero sorgeva dagli alti gioghi

dell'Ida, e portava il giorno; i Danai presidiavano

le porte, e non v'era speranza di aiuto; mi mossi,

e alzato il padre sulle spalle mi diressi verso i monti.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i preparativi per la fuga descritti nel testo?
  2. Il protagonista prepara la fuga portando il padre sulle spalle, accompagnato dal figlio Iulo e seguito dalla moglie. Si dirigono verso un tempio abbandonato di Cerere, dove si riuniranno con altri.

  3. Cosa accade a Creusa durante la fuga?
  4. Creusa si perde durante la fuga. Il protagonista non si accorge della sua assenza fino a quando non raggiungono il tempio di Cerere, e non riesce a ritrovarla.

  5. Come reagisce il protagonista alla perdita di Creusa?
  6. Il protagonista è disperato e accusa uomini e dei per la perdita di Creusa. Decide di tornare in città per cercarla, affrontando nuovamente i pericoli.

  7. Cosa rivela l'apparizione di Creusa al protagonista?
  8. L'apparizione di Creusa conforta il protagonista, spiegando che la sua perdita è voluta dagli dei. Gli predice un lungo esilio e un futuro regno in terra d'Esperia, e lo esorta a non piangere per lei.

  9. Qual è la situazione alla partenza verso l'esilio?
  10. Alla partenza, il protagonista trova una moltitudine di nuovi compagni pronti a seguirlo in esilio. Con il padre sulle spalle, si dirige verso i monti mentre i Danai presidiano le porte della città.

Domande e risposte

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