Concetti Chiave
- Turno fugge disperatamente per la pianura, inseguito da Enea nonostante la sua ferita, in una corsa frenetica intorno al campo di battaglia.
- Enea, paragonato a un cane da caccia, rincorre Turno con determinazione, mentre Turno cerca invano una via di fuga tra i Rutuli e la città.
- Dopo diversi giri, Enea sfida Turno a un combattimento diretto, mentre Turno lotta contro la paura e l'indecisione.
- Turno scaglia un masso contro Enea, ma la sua forza vacilla, rendendo inefficace l'attacco e lasciandolo vulnerabile.
- Enea, vedendo la cintura di Pallante su Turno, viene sopraffatto dalla rabbia e, ignorando le suppliche di Turno, lo uccide con un colpo di spada.
La fuga disperata di Turno
Turno scappa precipitosamente per tutta la pianura, correndo follemente dappertutto: da un lato è circondato da una grande folla di Troiani, dall’altro c’è una grande palude e infine le altissime mura di Laurento. Nonostante a volte le ginocchia gli tremino, a causa della ferita che rallenta la sua corsa, Enea lo insegue lo stesso minacciosamente e con grande furia, sfiorando quasi con il suo piede quello di Turno.
È come un cane da caccia che affronta un cervo la cui corsa è ostacolata da un fiume o dalle penne rosse poste dai cacciatori sul percorso di caccia, e che rincorre abbaiando l’animale.
Spaventato dall’alta sponda o dalle penne, il cervo scappa avanti e indietro, dappertutto, cercando una via di fuga, ma il cane gli sta addosso affannosamente, sta quasi per prenderlo, e, sicuro di ucciderlo, dà a vuoto un gran colpo di denti, mordendo il nulla.
Allora tutti gridano: la palude e le sponde fanno eco, il cielo rimbomba in modo cupo.
Turno, mentre sta scappando via, si rivolge a tutti i Rutuli, li sgrida e chiede la sua spada. Ma Enea a sua volta minaccia di uccidere chiunque proverà a venire a aiutare Turno, spaventa i Latini timorosi, giurando che avrebbe distrutto la città. Anche se è ferito continua l'inseguimento.
Fanno cinque giri di corsa, poi ne fanno altri cinque nel senso opposto, percorrendo tutta la pianura. I due eroi non combattono per gioco o per un premio, ma in pericolo è la vita di Turno.
Il confronto tra Enea e Turno
Enea si avvicina scuotendo l'enorme lancia grande come un albero e con animo spietato grida:”O Turno perché ti trattieni e temporeggi? Non si tratta di correre ormai ma di combattere corpo a corpo con armi crudeli. Trasformati in tutti gli aspetti che vuoi, raccogli tutto il coraggio e le furbizie che puoi. Desidera magari di volare fino alle stelle o rinchiuderti al sicuro nel profondo della terra”. E Turno scuotendo il capo dice :”O crudele Enea non sono le tue parole a spaventarmi ,ma gli dèi e Giove nemici“. Non disse altro. Girandosi vede un grandissimo e antico masso che si trovava in mezzo alla pianura posizionato lì per segnare il confine del campo di battaglia in caso di lite. Dodici uomini moderni, dei nostri giorni, lo reggerebbero con fatica sulle spalle ma Turno lo solleva con mano ansiosa e in corsa ergendosi più in alto che può, riesce a buttarlo contro Enea. Eppure non riconosce se stesso né nel correre ,né nel camminare, né nell'alzare e scaraventare quel grandissimo masso. Le ginocchia gli tremano, il sangue è gelido. Il masso rotolando nel vuoto non percorre tutto lo spazio e non colpisce con successo Enea.
E come di notte, in un sogno, nel momento in cui una debole quiete cade sugli occhi, ci sembra di voler correre inutilmente e a perdifiato, e durante le nostre fatiche cadiamo giù stanchi, la lingua incapace di parlare, le forze del corpo svanite, privi di parole e di voce.
Così la furia nega ogni speranza e ogni successo a Turno ,qualunque sia il suo tentativo. Allora nel profondo del suo animo ci sono sentimenti contrastanti. Guarda i Rutuli e la città, è rallentato dalla paura . Trema a causa dell'arrivo della morte. Non sa come fuggire o come affrontare il nemico. Enea mentre egli temporeggia scuote in aria la freccia mortale e, visto il punto preciso dove colpire, lancia da lontano un colpo con tutta la sua forza.
Mai così violenti i sassi fremono da una macchina d’assedio, né i rumori rimbombano così forte per un fulmine.
La freccia, volando come un vortice, reca una terribile fine: fischiando, attraversa i lati dell’armatura e dello scudo fatto da sette strati di cuoio e trafigge la coscia.
Il grande Turno cade e poggia il ginocchio a terra. Si alzano precipitosamente in piedi i Rutuli gridando e la montagna intorno rimbomba e le profonde foreste emettono un eco.
La supplica finale di Turno
Turno implorante e sottomesso si rivolge ad Enea con gli occhi e le mani in atto di preghiera e gli dice. “Ho meritato questa fine e non chiedo perdono. Segui pure il tuo fato. Ti prego solamente per questo: se hai pietà e misericordia di un padre infelice come lo fu il tuo, sii clemente della vecchiaia di mio padre Dauno , restituiscimi ai miei genitori vivo oppure consegna loro il mio corpo defunto, come vuoi tu. Hai vinto, i popoli italici hanno visto che io sconfitto ti ho supplicato. Lavinia è già tua sposa, non spingerti oltre nella vendetta.”
Enea pensieroso si fermò a guardare il nemico trattenendo un altro colpo di lancia.
Le suppliche di Turno riuscivano quasi a commuoverlo ,quando però vide sulla spalla del nemico sconfitto la misera cintura riempita di borchie d'oro appartenente al giovane Pallante, figlio di Evandro, che Turno aveva ucciso con un colpo mortale e di cui indossava come premio i resti.
Alla vista di quel cinturone, ricordo di un dolore straziante, infuriato di rabbia disse: tu forse che hai indossato come trofeo i resti dei miei amici vorresti sottrarti a me? Solo pallante ti sacrifica e vendica la sua morte con il tuo sangue malvagio."
Conficca così ,irato, la spada nel petto del nemico.
Le membra si sciolgono nel freddo e la sua vita amareggiata scende giù tra le ombre.
Domande da interrogazione
- Qual è il motivo principale del duello tra Enea e Turno?
- Come si comporta Turno durante il duello?
- Qual è l'elemento che fa cambiare l'atteggiamento di Enea al momento di decidere il destino di Turno?
- Quali sono le conseguenze della morte di Turno per i popoli coinvolti?
- Come viene descritta la battaglia fisica e emotiva tra Enea e Turno nel testo?
Il duello tra Enea e Turno è motivato dalla disputa per la mano di Lavinia, che entrambi desiderano come sposa, e dalla volontà di Enea di vendicare la morte del giovane Pallante, ucciso da Turno.
Turno mostra segni di paura e indecisione durante il duello; tenta di scappare, cerca aiuto tra i Rutuli e, infine, quando ferito, implora Enea per la sua vita e quella di suo padre Dauno.
L'atteggiamento di Enea cambia quando vede la cintura di Pallante, ucciso da Turno, sul nemico. Questo ricordo riaccende la sua rabbia e lo porta a uccidere Turno senza pietà.
La morte di Turno segna la vittoria di Enea e dei Troiani, assicurando il matrimonio con Lavinia e, implicitamente, l'unificazione dei Troiani con i popoli italici, sotto la guida di Enea.
La battaglia è descritta come intensa e carica di emozioni contrastanti. Turno lotta con paura e disperazione, mentre Enea è inizialmente incline alla pietà, ma viene sopraffatto dalla rabbia e dal desiderio di vendetta al vedere il simbolo del suo amico ucciso, portando a una conclusione violenta e definitiva del duello.