Concetti Chiave
- La nascita del mondo secondo la religione ebraica è vista come opera divina, con l'origine del male attribuita all'uomo piuttosto che a Dio.
- Il diluvio biblico potrebbe essere una catastrofe naturale limitata, ma rappresenta un richiamo alla volontà di Dio e al ruolo dell'uomo nel mondo.
- La tradizione ebraica adotta una concezione progressiva del tempo, contrapposta alla visione ciclica delle culture antiche, evidenziando un'evoluzione lineare verso la salvezza umana.
- I racconti biblici mescolano elementi mitologici mesopotamici con concezioni culturali e morali innovative proprie della tradizione ebraica.
- La narrazione del diluvio e altre storie bibliche riflettono una progressione storica e morale coerente con la creazione divina e la realizzazione del disegno di Dio.
Indice
La Creazione e la Volontà Divina
Nella realtà dei fatti la nascita del mondo può essersi svolta in maniera molto diversa, ma, secondo la religione ebraica, rimane che essa sia opera della volontà divina. Non vi sono stati un primo uomo e una prima donna che hanno peccato, tuttavia gli ebrei ritengono che l'origine del male sia nell'uomo e non in Dio.
Il diluvio può essere stato una catastrofe naturale di portata molto più limitata, ma richiama i credenti a considerare la volontà di Dio e il ruolo nel mondo che egli ha riservato agli uomini. Ciò ci permette di comprendere meglio le particolari caratteristiche del testo biblico e della Genesi in particolare. Si tratta di un racconto in cui gli elementi provenienti dalla tradizione mitologica mesopotamica divengono un veicolo per tramettere le innovative concezioni culturali e morali della tradizione ebraica.Concezione Progressiva del Tempo
La concezione progressiva del tempo Il racconto delle vicende dei primi esseri umani e dei discendenti di Adamo ha l'andamento di un vero testo storico basato su precise indicazioni temporali, anche se i criteri utilizzati producono risultati per noi incredibili, come, ad esempio, il fatto che Adamo visse per 930 anni e suo figlio Set per 905 e che Noè affrontò il diluvio a 600 anni di età. La prima caratteristica della tradizione culturale ebraica è che essa ha del tempo una concezione progressiva: ciò significa che il trascorrere del tempo è visto come una linea che si dirige sempre in avanti. Questo è un aspetto rilevante perché, diversamente da quella ebraica, le culture più antiche ebbero riguardo al tempo anche una visione ciclica, tipica delle narrazioni mitologiche. La visione ciclica attribuisce agli avvenimenti la proprietà di svilupparsi compiendo cicli che si ripetono a intervalli regolari, in modo analogo a quanto accade in molti aspetti della natura: il corso del sole si verifica puntualmente ogni giorno, la luna fa il suo ciclo completo in un mese, le stagioni si ripropongono ogni anno determinando un ciclo continuo di rinnovamento della vegetazione, gli animali si riproducono e hanno un genere di esistenza apparentemente uguale e ripetitivo.
Assenza di Visione Ciclica
Sulla base di questi fenomeni, le culture antiche attribuivano anche agli eventi riguardanti gli dèi e gli uomini la capacità di ripetersi come se compissero giri completi. Nel testo biblico, invece, questa visione ciclica è completamente assente, perché le vicende del mondo, dopo l'iniziale creazione da parte di Dio, hanno assunto un movimento sempre rivolto in avanti, in coerenza con la morale religiosa: il mondo ha avuto un preciso momento di inizio con la creazione divina, e da allora procede verso la realizzazione del disegno formulato dal creatore, cioè la salvezza e la glorificazione di tutti gli uomini della terra.
Leggi Morali e Racconto del Diluvio
Le leggi morali usate per spiegare gli eventi In base alla concezione progressiva degli eventi, anche il racconto del diluvio rappresenta un momento di evoluzione nella storia dei rapporti tra Dio e gli uomini.Tutti questi elementi erano stati elaborati nell'ambito dell'antica cultura sumerica e sono stati conservati nella memoria dei discendenti di Abramo anche quando si sono allontanati dalla terra di Ur; infine, al momento della sua composizione, sono confluiti nel racconto biblico, mescolandosi con elementi che sono invece peculiari, come l'elencazione degli animali scelti per entrare nell'arca, modellata sulle descrizioni delle famiglie di animali nell'atto della creazione.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della volontà divina nella creazione del mondo secondo la religione ebraica?
- Come viene concepito il tempo nella tradizione culturale ebraica?
- In che modo il racconto del diluvio riflette la concezione progressiva del tempo?
- Qual è la differenza tra la visione ciclica e quella progressiva del tempo?
- Come si integrano le leggi morali nel racconto biblico del diluvio?
Secondo la religione ebraica, la creazione del mondo è opera della volontà divina, e nonostante le narrazioni mitologiche, gli ebrei credono che l'origine del male sia nell'uomo e non in Dio.
Nella tradizione culturale ebraica, il tempo è concepito in modo progressivo, come una linea che si dirige sempre in avanti, a differenza delle culture antiche che avevano una visione ciclica del tempo.
Il racconto del diluvio rappresenta un momento di evoluzione nella storia dei rapporti tra Dio e gli uomini, in linea con la concezione progressiva del tempo, che vede gli eventi come parte di un disegno divino in continuo avanzamento.
La visione ciclica attribuisce agli avvenimenti la capacità di ripetersi in cicli regolari, mentre la visione progressiva, tipica della tradizione ebraica, vede il tempo come un movimento lineare e in avanti, senza ripetizioni cicliche.
Le leggi morali nel racconto del diluvio spiegano gli eventi come parte di un'evoluzione storica e culturale, mescolando elementi della cultura sumerica con quelli peculiari della tradizione ebraica, come l'elencazione degli animali nell'arca.