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Soluzione della Seconda prova scritta dell’esame di Stato di Istituto Tecnico
Professionale per Tecnico delle industrie elettriche (TIE) 2012
A cura dei Docenti dell’Istituto Professionale S.Simoni di Castelnuovo di Garfagnana (LU)
Prof. Mosè LAURENZANO e Prof. Carlo BRISIGHELLI
Traccia:
M045 – ESAME DI STATO DI ISTITUTO PROFESSIONALE
CORSO DI ORDINAMENTO
Indirizzo: TECNICO DELLE INDUSTRIE ELETTRICHE
Tema di: ELETTROTECNICA, ELETTRONICA ED APPLICAZIONI
All’interno del capannone di lavorazione di uno stabilimento per il trattamento e riciclaggio di
rifiuti sono presenti i seguenti macchinari, azionati da motori asincroni trifase, aventi le seguenti
caratteristiche elettriche:
L’impianto elettrico, con tensione 230V/400V, prevede anche un gruppo elettrogeno alimentato con
motore a scoppio per queste utenze trifase del capannone e un gruppo di continuità con batteria
tampone per l’illuminazione e l’alimentazione degli utilizzatori monofase nella palazzina dove sono
ubicati uffici.
Inoltre nel capannone é presente un motore in corrente continua pilotato da un circuito
raddrizzatore monofase a ponte semicontrollato. Il valore medio della tensione fornita dal circuito al
motore nelle condizioni nominali è pari a V=100V. Il motore può essere alimentato anche da un
impianto fotovoltaico.
Il candidato, fatte eventuali ipotesi aggiuntive,
1. descriva l’impianto mediante uno schema, specificando la funzione e le principali caratteristiche
di ogni componente;
2. calcoli la potenza apparente minima del gruppo elettrogeno per alimentare i motori trifase del
capannone;
3. dimensioni la linea lunga 60m di alimentazione dei motori trifase del capannone considerando
un’adeguata perdita di potenza;
4. determini il rapporto di trasformazione del trasformatore che alimenta il circuito raddrizzatore.
Si desidera, infine, automatizzare il ciclo di lavoro del motore del vagliatore. Una volta avviato, il
ciclo è formato da 3 fasi:
fase 1 di durata T , rotazione in verso orario,
1
fase 2 di durata T = T , rotazione in verso antiorario,
2 1
fase 3 di durata T = 2 T , rotazione in verso orario.
3 2
Il candidato illustri una possibile configurazione del sistema automatico, integrandolo
eventualmente con ipotesi aggiuntive, e proponga una soluzione dell’automatismo utilizzando un
linguaggio di sua scelta. Svolgimento:
QUESITO 1:
Per la realizzazione dello schema è possibile seguire in modo letterale (e scolastico) la descrizione
della traccia come riportato in seguito nello schema 1. Tuttavia è possibile realizzare lo schema
come riportato nello schema 2. Questa seconda soluzione possiede una gestione dell’emergenza più
calzante con la pratica comune impiantistica (l’UPS dopo il suo intervento viene comunque
alimentato dal gruppo elettrogeno dopo circa 20 secondi) e l’impianto fotovoltaico è connesso in
rete. In questo modo grazie all’energia prodotta è possibile vendere l’energia immessa in rete e
ottenere inoltre i contributi per tutta l’energia prodotta.
DESCRIZIONE DEI COMPONENTI (QUI DI SEGUITO E’ PROPOSTA UNA DESCRIZIONE
MINIMA ma è chiaro che in sede di esame è auspicabile una descrizione più ricca e completa anche
grazie all’ausilio del manuale tecnico):
Interruttore Magnetotermico: serve a proteggere la linea da correnti di corto circuito e da correnti
di sovraccarichi.
Interruttore differenziale: serve per la protezione dai contatti indiretti. Il principio di
funzionamento si basa sulla rilevazione di correnti che vanno a terra perché una massa si trova in
tensione. In presenza di questo evento pericoloso l’interruttore differenziale apre i suoi contatti.
Condizione necessarie è che la massa in questione abbia un idoneo collegamento a terra.
UPS: E’ un dispositivo che garantisce continuità elettrica. Fondamentalmente è composto da un
raddrizzatore che carica delle batterie, poi un inverter che trasforma in alternata la tensione delle
batterie. Di seguito uno schema di principio.
Raddrizzatore Semicontrollato: Consente di trasformare una tensione alternata in una tensione
continua di ampiezza regolabile. Viene spesso utilizzato per controllare la velocità di un motore in
cc. Di seguito uno schema di principio.
Inverter: Consente di trasformare una tensione continua in una tensione alternata. Di recente molto
diffuso a causa del maggiore utilizzo di impianti fotovoltaici.
Generatore fotovoltaico: Un insieme di moduli fotovoltaici collegati in serie fino al
raggiungimento di una determinata tensione idonea per gli ingressi dell’inverter è chiamato stringa.
Una o più stringhe in parallelo (al fine di raggiungere la potenza desiderata) formano un generatore
fotovoltaico.
Un gruppo elettrogeno è una macchina generatrice di energia elettrica costituita essenzialmente da
un motore a combustine interna accoppiato ad un generatore elettrico.
QUESITO 2:
E’ necessario determinare la potenza convenzionale delle 4 linee(trituratore, vagliatore, pressa e
nastri) che sono diramate dalla linea Motori Trifasi per poi sommarle.
Pconven zionale (di un gruppo motori)=N *Pm*ku*kc/η [1]
Dove
N= numero di motori
Pm= potenza meccanica
ku= fattore di utilizzazione
kc= fattore di contemporaneità
η= rendimento
il rendimento è possibile trovarlo sulle tabelle del manuale.
Applicando la [1] otteniamo:
P1=1*11000*0.8*1/0.87=10115 W
P2=1*14000*0.8*1/0.88=12728 W
P3=1*15000*0.8*1/0.885= 13560 W
P4=6*3000*0.9*0.7/0.835=13581W
Da cui è possibile calcolare le 4 correnti attraverso la formula:
I=P/(√
3*V*cosφ) [2]
Applicando la [2] otteniamo:
I1=10115/(√
3*400*0.84 ) = 17,4 A
I2=12728/(√
3*400*0.82 ) = 22,43 A
I3=13560/(√
3*400*0.83 ) = 23,6 A
I4=13581/(√
3*400*0.85 ) = 23,1 A
La corrente totale che è quella che circola nella linea motori asincroni lunga 60 metri si può
calcolare con ottima approssimazione come somma di queste 4 correnti. (in impianti sono ovvie
queste approssimazioni, invece in elettrotecnica la somma dei moduli di quattro correnti non da il
modulo della corrente totale perché tale somma dovrebbe essere eseguita tra i fasori delle correnti.
In particolar modo in questo esercizio, dove le quattro linee hanno carichi con cosφmolto simili,
l’approssimazione è più corretta in quanto i fasori sono quasi paralleli e quindi l’errore commesso è
veramente trascurabile)
It=I1+I2+I3+I4= 86,53 A
La potenza apparente S=√
3 * V*I=1,73*400*86,53=59.879 VA≈
60 kVA [4]
QUESITO 3:
Sarebbe possibile approcciarsi al dimensionamento della linea con il criterio della perdita di potenze
ammissibile che viene utilizzato prevalentemente per linee aeree. Inoltre questo metodo spesso non
viene trattato o approfondito negli istituti professionali.
Una trattazione coerente con il percorso di studi dei candidati potrebbe essere la seguente:
dimensionale la linea facendo una verifica termica e una verifica di c.d.t.. in questo modo si
determina la sezione minima ammissibile. A questo punto si può calcolare la potenza dissipata dalla
linea ed il rendimento. Per ottenere dei rendimenti superiori basta aumentare la sezione (diminuisce
la R di linea).
E’ necessario fare ulteriori ipotesi:
tipo di posa: su passerelle perforate
temperatura ambiente: 35°C
numero di circuiti:1
isolamento in EPR
Sapendo che la corrente di impiego è di circa 87 A cercheremo una sezione tale da determinare una
portata Iz maggiore di 87 A. E dato che la linea è abbastanza lunga è possibile che dopo la verifica
della c.d.t. possa essere necessario aumentare tale sezione.
Osservando la tabella con i valori della portata I0 (CEI 35024/1)
Considero la sezione da 16 mmq, per posa n°13, isolamento in EPR, 3 conduttori caricati(trifase)
e ottengo I0=107A
dato che Iz=I0*k1*K2 [5]
dove k1 è il fattore di correzione per temperature diverse da 30°C
e k2 è il fattore di correzione per più circuiti installati in fascio o in strato.
Si ha
Iz=I0*k1*K2=117*0,96*1=112,3A≈
112A
Quindi la verifica termica è soddisfatta perché Iz>Ib.
(Inoltre l’interruttore a protezione della linea dovrà rispettare la condizione Iz>In>Ib)
Adesso bisogna verificare la c.d.t. .
Dal punto di consegna sino all’ultimo utilizzatore è ammesso il 4% cioè 16V.
Per calcolare la c.d.t. su una linea si utilizza, in genere, la formula della c.d.t. industriale:
ΔV=√3 *L*I*(rL*cosφ+xL*senφ)[6]
Dove
L=lunghezza della linea
rL=resistenza per unità di lunghezza
xL=induttanza per unità di lunghezza
I=corrente di impiego
ma
rL=ρ(70°)/S=0,0213/16=0,0013 Ω/m
Ω
mentre xL=0,0001 /m
è, visti i dati, considerando un cosφmedio di 0,835
Applicando la [6]
ΔV=1.73*60*87(0,0013*0,835+0,0001*0,55)=10,3V
Quindi in percentuale ΔV% = ΔV /V * 100=10.3/400 * 100=2,58 %
E’ ragionevole attribuire quindi a questa linea, che è un tratto importante del percorso fino
all’utilizzatore, un 2,58 % di c.d.t. . Verificando in seguito che nelle altre linee a monte e a valle sia
ammesso complessivamente meno dell’1,42 % di c.d.t. .
Per poter consideriamo se la perdita di potenza è adeguata, in funzione delle esigenze del gestore
del capannone:
si può calcolare la potenza dissipata su una linea trifase come
Pd= 3 *RL*I² [7] Ω
Dove RL=rL*L=0,0013*60=0,078
Quindi
Pd= 3 *RL*I² = 3*0,078*7569=1772 W
ΔP%=Pd/P * 100=1778/49984
La perdita di potenza percentuale * 100≈
3,6%
Considerando il numero di ore/anno di funzionamento atteso è anche possibile calcolare l’energia
dissipata e di conseguenza anche il costo.
QUESITO 4:
La prima parte del quesito chiede di determinare il rapporto di trasformazione del trasformatore che
alimenta il circuito raddrizzatore.
Il rapporto di trasformazione nominale di un trasformatore è definito come il rapporto tra il valore
efficace delle tensioni concatenate presenti alle coppie di morsetti primari e secondari e si riferisce
al funzionamento a vuoto del trasformatore.
K=V1n/V20 [8]
È necessario notare che affinché all’uscita di un ponte trifase, come quello precedentemente
rappresentato, ci sia una tensione media di 100 V(che è l’alimentazione del motore in C.C.) bisogna
applicare una tensione alternata con valore efficace 100/1,35 cioè 74V(come da tabella tab
).
XVIII.4.1 del manuale di elettrotecnica e automazione Hoepli
Quindi all’uscita del trasformatore dovrò avere una tensione V20=74V e dato che all’ingresso è
presente una V1n=400V il rapporto di trasformazione vale
K = V1n/V20 = 400/74 = 5,4
La seconda parte del quesito numero 4 è la risoluzione di un esercizio di automazione. Per questo
esercizio sono state proposte due possibili soluzioni. La Soluzione n.1 è stata proposta sia in
linguaggio Grafcet che con il Ladder Diagram. La n.2 solo in linguaggio Grafcet.