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Sintesi
Italiano: Luigi Pirandello (disgregazione dell'io);

Inglese: R. Louis Stevenson (Dott. Jekyll and Mr Hyde);

Informatica: manipolazione informatica;

Diritto: il consumismo;

Storia: anarchia ed Equitalia
Estratto del documento

Fight Club

<<Noi siamo i figli di mezzo della storia, cresciuti dalla televisione a

credere che un giorno saremo milionari e divi del cinema e rockstar, ma

non andrà così. E stiamo or ora cominciando a capire questo fatto.>>

Candidato: Miriana Di Feo 5°A T.G.A Anno Scolastico 2011/2012

INTRODUZIONE

Ho scelto il libro “Fight Club” di Chuck Palahniuk come tema centrale della mia tesina, perché

l'idea di approfondire il pensiero anarchico, promosso allo scopo di rendere liberi gli uomini in

modo rivoluzionario, destabilizzando il potere della società vigente, mi affascina molto.

Penso inoltre, sia interessante la possibilità di creare ciò che vorremmo essere, poter parlare

con “noi stessi” e vedere in un finto uomo tutti i nostri desideri irrealizzati.

Credo che l'autore con la sua opera abbia voluto descrivere non solo la società odierna ma

anche il male che ne deriva; forse l'idea di renderci tutti uguali senza regole non è poi cosi

male, ma infondo se siamo noi i creatori di questo mondo, possiamo essere noi gli stessi

distruttori. INDICE

TRAMA

Titolo originale Fight Club

Chuck

Autore Palahniuk

1996

1ª ed. originale Romanzo

Genere satira

Sottogenere Inglese

Lingua originale 1

Pirandello

e la disgregazione dell'io

Luigi Pirandello da famiglia borghese a Càvusu nella provincia di

nasce il 28 Giugno 1867

Agrigento, che al momento della sua nascita aveva cambiato la sua denominazione originaria in

"Caos".

Iniziò i suoi studi universitari a Palermo nel per recarsi in seguito a Roma, dove continuò gli

1886,

studi di filologia romanza che poi, nel fu costretto a completare a Bonn laureandosi sui dialetti

1889,

greco-siculi.

Nel sposa che grazie alla sua notevole dote permetterà di

1894 Maria Antonietta Portulano

aumentare l'agiata situazione economica del marito e della sua famiglia.

Nel però a causa della frana nella miniera di zolfo di proprietà del padre, in cui era stata

1904

investita parte della dote della moglie, li ridusse sul lastrico accrescendo il già presente disturbo

mentale di Antonietta tanto da dover essere ricoverata in un manicomio.

Successivamente l'autore diede conferma delle sue dote letterarie dando vita a molte opere, tra le

più importanti si ricordano “Il fu Mattia Pascal” del “Uno, nessuno e centomila” nel e nel

1904, 1909

pubblica “I quaderni di Serafino Gubbio operatore”.

1915

Inoltre compare sul fronte teatrale con “Il berretto a sonagli” e “Così è se vi pare” entrambi del e

1917

2

“Sei personaggi in cerca d'autore” nel 1921.

Pirandello visse negli anni dell'avvento del Fascismo al quale aderì nel egli aveva una forte

1925:

idea patriottica risorgimentale che vide incarnarsi nel Fascismo, se ne allontanò pochi anni dopo

essendo stato fortemente criticato da alcuni intellettuali e politici italiani.

due anni dopo aver ricevuto il premio Nobel alla letteratura.

Morì nel 1936,

La malattia della moglie portò lo scrittore ad approfondire il rapporto tra individuo e realtà segnando il

passaggio ad una nuova visione della vita sulla relatività della verità portandolo nel alla

1904

pubblicazione del romanzo “Il in cui manifesta il suo pensiero sulla società odierna

fu Mattia Pascal”

che impone all'uomo un determinato ruolo da rappresentare, costruendosi una forma che definisce

maschera che copre il flusso inarrestabile della vita, in continuo mutamento, come il magma di un

vulcano, che non può essere fermato, altrimenti si solidifica e muore. L'uomo in questo continuo fluire

tenta di capire e cogliere la verità, di conoscere l'essenza delle cose che invece sfuggono, mutano,

vengono falsificate dal continuo fluire, lasciandolo solo con la propria forma.

La maschera quindi non porta altro che alla condanna e alla spersonalizzazione dell'individuo. Infatti

spesso sono le convenzioni sociali, l'ipocrisia, le preoccupazioni per gli interessi, più che un vero

attaccamento ai valori reali, a determinare la forma che ogni uomo ha, inoltre la necessità di avere

una maschera è dettata dalla civiltà e dall'esistenza stessa dell'individuo, che nella realtà di ogni

giorno diviene personaggio, recitando sempre la propria parte nella vita divenuta un “enorme

Palcoscenico”.

In diversi componimenti i personaggi subiscono una frantumazione dell'io acquistando non più una

ma centomila identità diverse. C'è chi come Mattia Pascal, cerca di sottrarsi alla maschera simulando

il suicidio di Adriano Meis, e chi accettando la forma convive gustandosi i piccoli momenti in cui è da

solo, dando sfogo all'io con cui si identifica in quel momento facendo fare la “carriola” al suo cane.

A fare la scoperta di questo sistema di apparenze, di mutazioni e di forme è Vitangelo Moscarda

protagonista del romanzo “Uno, nessuno e centomila”, che, come Mattia Pascal, si illude di trovare

se stesso in una nuova identità; costretto a restare sospeso tra la vecchia la nuova, al contrario di

Mattia, cercherà con tutte le sue forze una vera e reale identità a cui aggrapparsi, smascherando e

superando tutte le forme dettate dalla società. Avvia cosi un processo di distruzione della forma.

Tutto inizia quando un giorno Moscarda scopre di avere il naso lievemente storto. La banalissima

constatazione, riguardante l’altrettanto banale difetto fisico, gli provoca la consapevolezza di essere

visto e giudicato da altri in modi molteplici e differenti, di essere visto in “centomila” prospettive

diverse e inconciliabili. Progressivamente, egli è assillato dal bisogno di scoprire un’immagine

obiettiva di sé, che coinciderà con la liberazione da tutti i condizionamenti, fino al punto di arrivare ad

3

essere “nessuno”, ovvero egli trova la libertà solo uscendo dalla società e non riconoscendosi in

nessuno ma immergendosi nel flusso vitale della natura.

“Se potevo svegliarmi in un posto diverso, in un momento diverso, potevo svegliarmi diverso io

stesso?“ (il protagonista, “Fight Club”)

“Il fu Mattia Pascal” è la fase precedente alla scomparsa delle forme ovvero la ricerca dell'identità. La

vicenda narra di Mattia Pascal, un giovane che fugge dal proprio paese natale alla ricerca di una

nuova vita, di una nuova identità. Alcuni eventi, tra cui il più significativo è la scoperta di un annuncio

recante la sua morte, lo portano a cambiare nome in Adriano Meis: egli si illuderà di aver conquistato

la libertà tanto agognata, ma dopo lunghi viaggi si stabilirà a Roma dove comprenderà i limiti della

sua libertà. In preda alla delusione egli si suiciderà nel nome di Adriano Meis per rinascere di nuovo

come Mattia Pascal. Alla fine della vicenda egli tornerà nel suo paese natale per vivere in solitudine

come fu Mattia Pascal, portando i fiori alla sua tomba.

Pirandello con questa opera vuole che Mattia Pascal sia il testimone esemplare dell’assurda

condizione di uomo prigioniero delle “maschere sociali”, ovvero esprime la sofferenza di quest’uomo,

angosciato dall’impossibilità di sfuggire alle convenzioni e ai vincoli della società che sono una

catena, un freno inibitore e che forse sono l’unico modo d’esistere...di esistere davvero. Pirandello in

questo romanzo rappresenta tutta la crisi esistenziale e storica dell’uomo moderno, e questa

rappresentazione, tra realtà e illusione, è consapevole dell’incapacità di essere totalmente artefici del

proprio destino e del sopravvento del caso.

“... io mi addormento e Tyler se ne scappa con il mio corpo e la mia faccia pestata a

commettere qualche crimine. Il giorno dopo mi sveglio stanco morto e tutto ammaccato e sono

sicuro di non aver dormito affatto”(il protagonista, “Fight Club”).

In Fight Club riscontriamo gli stessi problemi che Pirandello si pose più di 100 anni fa: gli uomini, o

meglio le loro identità, non sono mai le stesse. I partecipanti al Fight Club devono diventare un

personaggio diverso da quello che sono nella vita quotidiana, devono costruirsi una maschera

diversa.

“Chi eri nel fight club non corrispondeva a chi eri nel resto del mondo”

(il protagonista, “Fight Club”). 4

Le identità dei singoli sono cancellate, distrutte, essi devono divenire un tutt'uno. Il protagonista

rappresenta gli stessi uomini oppressi della società, che Pirandello ci aveva proposto nei suoi

romanzi: egli è imprigionato in una maschera che gli serve per potersi relazionare con gli altri

individui, la sua maschera è legata alle necessità di trovare una vita quasi perfetta. Oppresso dalla

sua stessa maschera il protagonista inizia a desiderare la libertà. Interessante notare la forte

analogia tra il protagonista di Fight Club e Mattia: entrambi sono personaggi che recitano nella loro

maschera, forgiata solo per motivi pratici (il protagonista cerca una casa perfetta e uno stile di vita

perfetto, grazie al suo lavoro). Ma entrambi sono inetti, hanno un forte rifiuto verso al società ed

entrambi sognano la libertà e si illudono di trovarla in una nuova identità. Infatti cambieranno nomi,

uno in Adriano Meis, l'altro in Tyler Durden, e in questo alter ego vedranno realizzato il loro sogno di

essere finalmente liberi.

Ma capiranno ben presto che questo nuovo personaggio è solo un'altra trappola che li costringerà ad

isolarsi, a rendersi conto di non essere più nessuno e negare loro anche l'amore (quello di Adriana

verso Mattia e quello di Marla verso il protagonista). La soluzione sarà una: suicidarsi, uccidere la

loro nuova identità per rinascere nella loro vecchia identità. Alla fine della vicenda entrambi gli autori

decreteranno che i loro personaggi, cosi come tutti gli uomini, sono destinati ad essere dei “fu”.

5

L'anarchia

ed Equitalia

Dopo averlo esaminato sotto un punto di vista letterario, ora vedremo come il “Fight Club” presenti

forti analogie con alcune problematiche storiche, come ad esempio il problema della libertà.

"Anarchia" è una parola di origine greca: letteralmente significa "senza archè" ovvero senza governo,

sempre intendendo una società priva di ogni dominio politico e di ogni autorità. E quindi di caos, di

disordine e assenza di armonia.

Libertà ed eguaglianza sono i due concetti-chiave attorno ai quali si articolano tutti i progetti libertari.

Essi devono essere "concreti", cioè sociali e fondati sul riconoscimento uguale e reciproco della

libertà di tutti. La libertà dell'individuo infatti non è limitata ma confermata dalla libertà altrui.

Il punto di partenza di una moderna teorizzazione dell'anarchia, può essere fatto risalire al filosofo

francese Pierre-Joseph Proudhon che propone un nuovo ordinamento sociale fondato sulla giustizia,

definendo quest'ultimo come “il rispetto, spontaneamente

provato e reciprocamente garantito, della dignità umana, in qualsiasi

persona.

Sempre secondo Proudhon, la giustizia, è la legge del progresso.

Egli rifiuta la concezione della giustizia imposta all’uomo

dall’esterno, da un Dio. Questa è la giustizia della rivelazione, alla

quale Proudhon contrappone la giustizia della rivoluzione,

quella giustizia cioè che è immanente nella coscienza e nella storia

umana.

L'anarchia intende presentarsi come il complemento indispensabile per la realizzazione

del socialismo e la migliore garanzia della libertà individuale.

Facendo invece un salto fino ai giorni nostri, prendiamo coscienza che i movimenti anarchici sono

6

ancora molto presenti. Dunque un'alternativa, una possibilità. Il fatto che tale alternativa necessiti di

una rivoluzione sociale è vero, ma non più di quanto furono necessari altri stravolgimenti sociali per

l'affermarsi del capitalismo, del fascismo e del nazionalsocialismo.

L'idea che gli anarchici siano dei comunisti rivoluzionari è ovviamente falsa e fonte di confusione in

coloro che sono in animo di sistemare etichette; essa ha comunque preso piede per via del fatto che

ovunque ci sia stato da passare a vie di fatto per abbattere il potere costituito, gli anarchici c'erano e

sempre in prima fila. A cominciare dalla Rivoluzione russa, ma anche prima.

In verità, gli anarchici semplicemente sanno che senza rivoluzione sociale qualunque cosa si faccia è

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