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Ho cercato di condensare in una tesina tutto il mistero delle incognite che ci circondano, soprattutto nel quotidiano. Sono passato dall'area scientifica a quella umanistica usando Freud come collegamento.
Le incognite sono ovunque, negli esseri animati ma anche in cose inanimate, per questo c'è il sottotitolo "La vita e il mondo in funzione delle incognite".
Materie interessate: Scienze, Fisica, Filosofia, Italiano, Latino, Inglese, Storia, Arte
FISICA: I buchi neri, incognita come presenza oscura
LE PARTICELLE ELEMENTARI L'incognita come rivoluzione: un nuovo modo di conoscere la materia
FILOSOFIA: SIGMUND FREUD E L'APPARATO PSICHICO L'incognita come labirinto della mente: la struttura del subconscio
ITALIANO: LUIGI PIRANDELLO ED EUGENIO MONTALE L'incognita come vita: due prospettive diverse per far fronte all'esistenza
LATINO: VIRGILIO E LUCANO L'incognita come Fatum : disegno divino e caos irrazionale a confronto
INGLESE: "WAITING FOR GODOT " BY SAMUEL BECKETT L'incognita come incapacità : la paralisi nell'attendere un "risolutore"
STORIA: LA QUESTIONE EBRAICA L'incognita come crudeltà umana: "il lato oscuro della modernità "
ARTE: RENÈ MAGRITTE L'incognita come amore per l'ignoto: non esiste una realtà unica
Considero questo progetto come un prezioso regalo, giunto all'improvviso, grazie a un'arte meravigliosa: la musica. L'ispirazione mi ha colpito, anzi, folgorato, mentre ascoltavo un pezzo dei Coldplay (un famosissimo gruppo rock inglese, a me carissimo), intitolato, appunto, X&Y. Da lì ho iniziato a cercare possibili sviluppi per un percorso tematico ed è nata la tesina che presento.
La consapevolezza di essere circondati da incognite mi affascina profondamente; mi ritrovo pienamente nell'argomento, in quanto spesso le mie giornate sono scandite da improvvisi passaggi dall'essere ottimista al pessimismo più assoluto. Questo è lo spirito di X&Y! Sono proprio due lettere efficaci, che rappresentano una mediazione degli opposti (bianco/nero, amore/odio ) e il tema dell'opposto contrastante.
Il tratto fondamentale da cui muovo è però un altro: l'impossibilità di conoscere tutto, di possedere complessivamente il sapere. Questo "difetto" è il più grande pregio per l'uomo: non si finisce mai di apprendere. Ognuno è un "portatore sano" di incognite, pronte a essere svelate o a rimanere nascoste chissà per quanto.
In virtù di ciò, ho voluto apporre il sottotitolo: "La vita e il mondo in funzione delle incognite", poiché ogni fibra, vivente o inanimata, su questa Terra risente dell'azione dell'incognito. Non esiste ancora alcuna teoria per prevedere con certezza l'oscuro o il mutevole futuro e credo che non verrà mai sviluppata. Se non c'è incognita, non c'è futuro: è qui, per me, tutto il fascino di X&Y.
Ho diviso la trattazione in due grandi aree che si intersecano ad un certo punto:
1) AREA X (scientifica): qui parlo delle grandi incognite rivelate dalla scienza, con l'esempio di due fenomeni affascinanti. La "X" è una lettera che rappresenta la "perfezione approssimata".
2) AREA Y (umanistico/storica): qui invece tratto il sublime mistero dell'inconoscibile, in campo umanistico, artistico, storico, filosofico. La soggettività è dominante nella sezione, tanto che ho scelto la "Y" perché può essere vista come una "X" senza una stanghetta.
La grafica che ho deciso di adottare è del tutto particolare; infatti le combinazioni di quadrati colorati nelle varie figure sono solo apparentemente casuali. Per realizzarle è stato usato un codice inventato dal francese Baudot nel 1870. Questo codice, molto particolare, era frequentemente usato tra il XVIII e il XIX secolo nelle comunicazioni telegrafiche e soprattutto per le telescriventi: si tratta di un codice di 32 caratteri che, in qualche modo, anticipa gli attuali codici informatici come il codice ASCII. Ogni carattere è infatti codificato con 5 bit (o cifre binarie 0, 1), con un totale di 32 caratteri possibili. Il designer Mark Tapplin decise di usare lo stesso codice, scritto però dal basso verso l'alto, per creare una immagine da copertina per l'ultimo album dei Coldplay. Il testo di questa canzone dei Coldplay condensa tutto quello che ho scritto fino ad ora: parla dell'assenza di certezze definitive nel conoscere e nel conoscersi. Questi quattro ragazzi inglesi mi hanno dato molta carica emotiva mentre realizzavo il progetto, per cui lo considero anche come un omaggio alla loro poesia.
BIBLIOGRAFIA
• B. Greene, L'universo elegante, Einaudi
• L. Pirandello, Saggio sull'umorismo
• L. Pirandello, Uno, Nessuno e Centomila, Mondadori
• S. Guglielmino, Guida al Novecento, Principato editore
• Autori Vari, Concentus - Armonia di voci dal Mondo Classico, volume IV, Petrini Editore
• Autori Vari, Antico Presente - Storia e testi della Letteratura Latina, volume III, Petrini Editore
• W. A. Camps, Introduzione all'Eneide, Milano, 1973, pp. 58-61
• F. Tottola - A. Allegrezza - M. Righetti, Nuovo corso di Chimica, Minerva Italica
• M. Perl, Tante domande, qualche risposta - Cinquant'anni di fisica delle particelle elementari, Di Renzo Editore
• S. Freud, L'Io e l'Es, in Opere, volume IX, Boringhieri
• G. Mosse, Il razzismo in Europa dalle origini all'Olocausto, Laterza
• B. De Luca - D. J. Ellis - P. Pace - S. Ranzoli, "Books and Bookmarks", volume 2B (Reading the 20th Century), Loescher
• I Ragazzi del Liceo Volta, La memoria sopravvive - A Tina
• Autori Vari, Magritte. Con un saggio di Robert Hughes, Rizzoli
C onsidero questo progetto come un prezioso regalo, giunto all’improvviso, grazie a un’arte
meravigliosa: la musica. L’ispirazione mi ha colpito, anzi, folgorato, mentre ascoltavo un
pezzo dei Coldplay (un famosissimo gruppo rock inglese, a me carissimo), intitolato,
appunto, X&Y. Da lì ho iniziato a cercare possibili sviluppi per un percorso tematico ed è
nata la tesina che presento.
La consapevolezza di essere circondati da incognite mi affascina profondamente; mi ritrovo
pienamente nell’argomento, in quanto spesso le mie giornate sono scandite da improvvisi passaggi
dall’essere ottimista al pessimismo più assoluto. Questo è lo spirito di X&Y! Sono proprio due
lettere efficaci, che rappresentano una mediazione degli opposti (bianco/nero, amore/odio…) e il
tema dell’opposto contrastante.
Il tratto fondamentale da cui muovo è però un altro: l’impossibilità di conoscere tutto, di possedere
complessivamente il sapere. Questo “difetto” è il più grande pregio per l’uomo: non si finisce mai
di apprendere. Ognuno è un “portatore sano” di incognite, pronte a essere svelate o a rimanere
nascoste chissà per quanto. In virtù di ciò, ho voluto apporre il sottotitolo: “La vita e il mondo in
funzione delle incognite”, poiché ogni fibra, vivente o inanimata, su questa Terra risente dell’azione
dell’incognito. Non esiste ancora alcuna teoria per prevedere con certezza l’oscuro o il mutevole
futuro e credo che non verrà mai sviluppata.
Se non c’è incognita, non c’è futuro: è qui, per me, tutto il fascino di X&Y.
Ho diviso la trattazione in due grandi aree che si intersecano ad un certo punto:
1) AREA X (scientifica): qui parlo delle grandi incognite rivelate dalla scienza, con l’esempio
di due fenomeni affascinanti. La “X” è una lettera che rappresenta la “perfezione
approssimata”.
2) AREA Y (umanistico/storica): qui invece tratto il sublime mistero dell’inconoscibile, in
campo umanistico, artistico, storico, filosofico. La soggettività è dominante nella sezione,
tanto che ho scelto la “Y” perché può essere vista come una “X” senza una stanghetta.
La grafica che ho deciso di adottare è del tutto particolare; infatti le combinazioni di quadrati
colorati nelle varie figure sono solo apparentemente casuali. Per realizzarle è stato usato un codice
inventato dal francese nel 1870. Questo codice, molto particolare, era frequentemente usato
Baudot
tra il XVIII e il XIX secolo nelle comunicazioni telegrafiche e soprattutto per le telescriventi: si
tratta di un codice di 32 caratteri che, in qualche modo, anticipa gli attuali codici informatici come il
codice ASCII. Ogni carattere è infatti codificato con 5 bit (o cifre binarie 0, 1), con un totale di 32
caratteri possibili. Il designer Mark Tapplin decise di usare lo stesso codice, scritto però dal basso
verso l’alto, per creare una immagine da copertina per l’ultimo album dei Coldplay.
Il testo di questa canzone dei Coldplay condensa tutto quello che ho scritto fino ad ora: parla
dell’assenza di certezze definitive nel conoscere e nel conoscersi.
Questi quattro ragazzi inglesi mi hanno dato molta carica emotiva mentre realizzavo il progetto, per
cui lo considero anche come un omaggio alla loro poesia. Luca Farina
Cose che non capisco
Things I Don't Understand Come le maree controllano il mare, e cosa ne è di
How tides control the sea, and what becomes me
of me Come le piccole cose possono scivolarti via dalle
How little things can slip out of your hands mani
How often people change, no two remain the Quanto spesso le persone cambiano, nemmeno
same due rimangono le stesse
Why things don't always turn out as you plan Perchè le cose non si realizzano mai come hai
These are things that I don't understand previsto
Yeah, these are things that I don't understand Queste sono cose che non capisco
Si, queste sono cose che non capisco
Non riesco, non riesco a decidere
I can't, and I can't decide Male, tutto il mio male dal bene
Wrong, all my wrong from right Il giorno, tutto il mio giorno per la notte
Day, all my day for night Il buio, tutto il mio buio per la luce
Dark, all my dark for light Vivo, ma amo questa vita
I live, but I love this life Quant'è infinito lo spazio, e chi decide il tuo
How infinite is space, and who decides your destino
fate Perchè tutto si dissolve come sabbia
Why everything will dissolve into sand Come evitare la sconfitta, dove la verità e la
How to avoid defeat, where truth and fiction fantasia si scontrano
meet Perchè niente si realizza mai come hai pianificato
Why nothing ever turns out as you planned Queste sono cose non capisco
These are things that I don't understand Si, queste sono cose che non capisco
Yeah, these are things that I don't understand Non riesco, non riesco a decidere
I can't, and I can't decide Male, tutto il mio male dal bene
Wrong, all my wrong from right Il giorno, tutto il giorno per notte
Day, all my day for night Il buio, tutto il mio buio per la luce
Dark, all my dark for light Vivo, ma amo questa vita
I live, but I love this life
I BUCHI NERI
L’incognita come presenza oscura:
quasi nulla li rivela
U n buco nero è un corpo celeste estremamente denso, dotato di un'attrazione gravitazionale
talmente elevata da non permettere l'allontanamento di alcunché dalla sua superficie,
nemmeno della radiazione elettromagnetica, inclusa la luce. Tale superficie ideale è
denominata Poiché neanche la luce riesce a fuggire da quest'orizzonte,
orizzonte degli eventi.
l'oggetto celeste risulta invisibile: la sua presenza può essere attestata solo indirettamente.
In effetti l'esistenza dei buchi neri è predetta dalla Relatività Generale, la principale teoria della
gravitazione oggi accettata dalla comunità scientifica internazionale, quindi possono essere visti
come grazie pure alla mole di studi condotti su di loro in tutto il Novecento.
incognita rivelata,
Verso il termine del proprio ciclo vitale, il nucleo di una stella si spegne, avendo trasformato tramite
fusione nucleare tutto l'idrogeno in elio. La forza gravitazionale, che prima era in equilibrio con la
pressione generata dalle reazioni di fusione nucleare, prevale e comprime la massa della stella verso
il suo centro. Se la stella supera una massa critica, detta pari a 1,4 volte la
limite di Chandrasekhar,
massa solare, le reazioni nucleari continuano sempre più rapidamente, con la formazione di vari
56 . Non si formeranno altri elementi più pesanti poiché l’energia
elementi chimici, fino al Ferro Fe
26
di innesco necessaria è superiore a quella che può produrre il Ferro se portato a fusione.
14 3
La densità è enorme, pari a 10 g/cm ; a seguito anche di questo, cade il Principio di esclusione di
e si ha un cambiamento nello stato della materia, con la , secondo la
neutronizzazione
Pauli
reazione: ν
+ → +
p e n
Il nucleo ora è composto per l’80% da neutroni, gli strati stellari più esterni rimbalzano sul nucleo
centrale a causa della fortissima densità e vengono scagliati verso l’esterno dando luogo a
Se inoltre la massa residua supera le 3 Masse Solari,
spettacolari esplosioni dette Supernovae.
secondo la Relatività Generale, la pressione interna diventa essa stessa una sorgente del campo
gravitazionale, a causa della elevatissima densità del nucleo, rendendo così inevitabile il collasso
infinito.
A questo punto la densità della stella morente, ormai diventata un buco nero, raggiunge
velocemente valori tali da creare un campo gravitazionale talmente intenso da non permettere a
nulla di sfuggire alla sua attrazione, neppure alla luce: si ha una curvatura infinita dello
spazio-tempo.
A causa delle loro caratteristiche, i buchi neri non possono essere osservati direttamente, ma
possono essere scoperti a causa degli effetti di attrazione gravitazionale che esercitano nei confronti
della materia vicina.
Ogni corpo celeste la cui gravità non è trascurabile è caratterizzato da una sua velocità di fuga tanto
maggiore quanto è maggiore la sua massa e minore è il suo raggio. La velocità di fuga è dunque la
velocità che un corpo qualsiasi deve raggiungere (o superare) per sfuggire dall’attrazione
gravitazionale di un corpo astronomico.
Essa è definita dalla formula: 2
GM
=
V f R ⋅ 2
N m
−
⋅ 11
dove: G è la costante di gravità di Newton e vale 6, 67 10 2
Kg
M è la massa del corpo sorgente del campo gravitazionale
R è la distanza tra il centro del corpo ed il punto per cui si calcola la velocità di fuga.
La velocità di fuga deriva dal fatto che un corpo qualsiasi, trovandosi sulla superficie di un corpo
astronomico, possiede Energia Gravitazionale e nello stesso tempo ha Energia Cinetica poiché è in
movimento con una velocità tale da eguagliare le due forze.
1 2
GM
GMm
= → = → =
2
E E mV V
G C f
2
R R
I buchi neri sono oggetti così compatti che la loro velocità di fuga è pari o superiore a quella della
luce = 300000 chilometri al secondo. Dal momento che nulla in natura può superare tale velocità,
c
questo significa che niente può abbandonare un buco nero, luce compresa.
Se la velocità di fuga di un corpo cresce con la sua compattezza, è possibile definire un raggio
critico per cui si arriva ad avere . I buchi neri sono dunque oggetti il cui raggio è minore o
V = c
f
uguale a questo raggio critico, detto .
Raggio di Schwarzschild
Per entrare in dettaglio, il è definito dalla formula:
Raggio di Schwarzschild
2
GM
=
R 2
S c ⋅ 2
N m
−
⋅ 11
dove: G è la costante di gravità di Newton e vale 6, 67 10 2
Kg
M è la massa del corpo considerato
⋅ 8
c è la velocità della luce, pari a 3 10 / sec
m
Un’altra caratteristica dei buchi neri è il cosiddetto , una superficie ideale che
orizzonte degli eventi
circonda l'oggetto. Qualunque cosa oltrepassi questo limite (che può essere calcolato
matematicamente), posto ad una distanza dal centro del buco nero (chiamato singolarità; è il punto
di massima densità) pari al , non può più uscirne o trasmettere segnali
Raggio di Schwarzschild
all'esterno.
In realtà un buco nero non è del tutto nero: esso emette particelle, in quantità inversamente
proporzionale alla sua massa, portando ad una sorta di evaporazione. Questo fenomeno, dimostrato
nel 1974 per la prima volta dal fisico è noto come ed è
radiazione di Hawking
Stephen Hawking,
alla base della termodinamica dei buchi neri.
Altri effetti fisici sono associati all'orizzonte degli eventi, in particolare per la Relatività Generale il
tempo proprio rallenta all'aumentare del campo gravitazionale fino ad arrestarsi completamente
sull'orizzonte: le leggi fisiche note non valgono più. Il buco nero è talmente denso da annullare le
linee geodetiche in cui è diviso lo spazio-tempo secondo Einstein.
Per meglio comprendere l’ultimo concetto, è necessario introdurre le nozioni base della Teoria della
Relatività Generale formulata da Einstein.
Essa sostiene che . Infatti il tempo scorre in modo
la gravità è la curvatura dello spazio e del tempo
diverso al mutare dell’accelerazione di gravità: più aumenta quest’ultima, più il tempo scorrerà
lentamente. Ciò avviene sostanzialmente poiché l’universo è formato dalle linee spazio-temporali (o
geodetiche). Esiste una quarta dimensione spaziale, ovvero lo scorrere del tempo, che è “ospitato”
dalle linee geodetiche. Questa teoria rivoluzionò la fisica classica. In assenza di materia ed energia,
lo spazio per è : per millenni l’uomo si è raffigurato l’universo in questo modo. Ma
piatto
Einstein
che accade in presenza di un oggetto massiccio come il Sole? Prima di la risposta era
Einstein
semplice: non succede niente, perché lo spazio (e il tempo) non sono altro che il “palcoscenico”
inerte su cui gli eventi accadono. Il ragionamento di porta a conclusioni diverse: la
Einstein
presenza di un oggetto massiccio deforma la struttura dello spazio circostante; secondo una
approssimata analogia, lo spazio è come una membrana di gomma su cui venga posata una palla
pesante. Lo spazio dunque si modifica a seconda della presenza di corpi massicci: le linee