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Diritto= Le teorie sulla società di Karl Popper paragonate alla società del Paese dei Balocchi
Scienza delle Finanze= L'evasione e l'IRPEF paragonate a Paperon De Paperoni
Inglese= Christmas Carol e Ebenezer Scrooge paragonato a Paperon De Paperoni
Introduzione
Parlando di Walt Disney, si pensa immediatamente all’infanzia e al mondo ormai perduto dei giochi e
della fantasia. Per questo motivo, le creazioni di Disney vengono spesso considerate infantili e
bambinesche. Non è così! Il “re di cartoonia” ha creato appositamente questo duplice effetto: velati da un
aspetto infantile, si nascondono profondi messaggi che permettono agli uomini di continuare a crescere
secondo giusti principi ed insegnare ai nuovi bambini a vivere in un mondo migliore. Secondo Serena
nel suo libro “L’ideologia di Walt Disney”, i film d’animazione del “re dei sogni” permettono
Todisco, agli “adulti un’immersione-regressione nel mondo infantile in cui la
realtà si presenta più rassicurante e controllabile rispetto al vissuto
quotidiano”.
mia trattazione, intendo “spezzare una lancia” a favore del
In questa
grande inventore dei cartoni e dimostrare che nelle sue opere si
nasconde un messaggio più profondo e per verificare che Disney
intendeva creare un mondo nuovo, perfetto e magico, come Dickens o
Pascoli. Nel suo mondo non ci sarebbero state regole né mezzi
d’oppressione alle libertà personali e non ci sarebbero stati tributi da
pagare allo Stato. Questa società perfetta, chiaramente utopica, è frutto
della fantasia di un grande inventore le cui creazioni però vengono
considerate banali e solamente per un pubblico minore. Grazie alle sue
creazioni gli uomini possono tornare a scherzare e a giocare, imparando comunque un’importante lezione
al “reale con una malinconia per il mondo perduto”.
per la vita. Dopo aver visto le sue creazioni, si ritorna
Il titolo della trattazione, “Tra Palco e Realtà”, deriva da una canzone di Luciano Ligabue e penso che sia
adatto per ciò che andrò a sostenere. Disney è esattamente a metà tra il “Palco”, rappresentato dalle sue
opere, e la “Realtà”; per tanto anche i suoi film potranno essere visti in questo duplice punto di vista:
quello del palco e della fantasia; e quello della realtà e della materialità della storia.
Joice, una sorta di “flusso di coscienza” ovvero effettuare
Intendo creare, come viene definito da James
dei paragoni tra le opere disneyane e la realtà cercando di distruggere i soliti luoghi comuni su Disney
detti in precedenza. Può sembrare senza un filo conduttore ma questo effetto è frutto di pensieri tra loro
discordi ma riconducibili tutti alle considerazione della gente sul grande inventore dei cartoni.
“Ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta” si sosteneva al tempo.
L’obiettivo di Walt Disney era quello di cambiare la concezione dei cartoni nella società: dovevano essere
il motivo principale per cui la gente andava al cinema. Con la mia trattazione, chiaramente non pretendo
di poter spiegare il successo del grande Walt Disney, ma di dimostrare la sua serietà e accuratezza nei
dettagli. 4
L’isola che non c’è di Giovanni Pascoli
intere generazioni di bambini facendo parlare il “fanciullino” che era in lui.
Disney ha fatto sognare
Un altro grande autore italiano ha saputo togliersi la maschera da adulto e liberare la sua anima infantile e
puerile: Giovanni Pascoli. Per capire questa affermazione, basta pensare al titolo del saggio sul quale il
di agire: “Il fanciullino”.
poeta fonda la sua ideologia e il suo modo
Tale opera, scritta nel 1897 e pubblicata su una rivista fiorentina, guiderà l’intera produzione poetica di
Pascoli. Idea centrale dell’opera è che in ognuno di noi è presente un “fanciullino” che rappresenta la
infantile ed istintuale della nostra anima. Grazie a questa presenza, l’uomo può vedere il
parte più intima,
mondo con occhi diversi, vedere la bellezza delle “piccole cose” e fare poesie trasformando questi piccoli
particolari in qualcosa di sensazionale, stupendosi per ogni elemento naturale che osserva. Solo il poeta è
in grado di far rivivere il proprio fanciullino, mentre gli adulti cercano di sopprimerlo e soffocarlo.
Questa rappresentazione di una parte interna agli uomini che rimane bambina è, ovviamente, presente
anche in Walt Disney, l’”eterno fanciullino”. Un esempio eclatante di questa affermazione è Peter Pan.
“Dimenticali Wendy, dimenticali tutti.... vieni con me dove non dovrai mai, mai pensare alle cose dei
grandi!!”. Questa è l’esatta rappresentazione del fanciullino Peter: scappare via, lontano, in un posto
sconosciuto e inesplorato piuttosto che prendersi le proprie
responsabilità e crescere. Molto meglio continuare a giocare e
divertirsi per sempre.
Il titolo originale dell’opera di James Matthew Barrie è molto
significativo: “Peter Pan, or the Boy who wouldn’t grow up”
ovvero “il bambino che non voleva crescere”. “Peter è molto
vecchio, ma in realtà ha sempre la stessa età e quindi l'età non
ha la minima importanza per lui.[...] La ragione è che era
sfuggito alla condizione di essere umano”.
Il Fanciullino, sia quello visto da Barrie che quello visto da Pascoli, non vuole crescere, non vuole avere
responsabilità; vuole solamente divertirsi e stupirsi per ogni piccolo particolare del mondo. Secondo
Pascoli, però, il fanciullino non è presente in tutti gli uomini. Purtroppo è solamente presso coloro che lo
sanno ascoltare e mettono in pratica i suoi insegnamenti; questa sua presenza permette agli uomini di
considerarsi fratelli, poiché tutti i fanciullini sono fratelli tra di loro, e irradia un senso di felicità estrema.
Coloro che invece soffocano le iniziative del bambino interiore, si rendono infelici e si isolano dal resto
della società. “Senza di lui, non solo non vedremmo tante cose a cui non badiamo di solito, ma non
potremmo nemmeno pensarle e ridirle ” sostiene il poeta italiano.
Secondo Pascoli, il fanciullino preferisce dialogare e mostrarsi all’uomo adulto, come Disney, poiché è
l’essere umano più diverso da lui. I giovani parlano con difficoltà con il proprio fanciullino perché si
vergognano di un passato ancora troppo recente per loro. Ma perché è così importante che il Fanciullino
ci parli come ha fatto con Pascoli, Barrie e Disney? Semplice: per vivere meglio e per far poesia. I film di
Walt Disney, ed in particolare Peter Pan, sono considerati magici perché dialogano non con lo spettatore
in sala ma bensì con il suo intimo e inconscio, la sua parte più istintuale e profonda: il fanciullino
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strepitoso grazie all’identificazione del pubblico nel
appunto. Peter Pan ha potuto riscuotere un successo
personaggio principale. Quanti vorrebbero tornare indietro e poter vivere spensieratamente tutta la vita?
Purtroppo, Peter è l’unico a poter sfuggire a questa legge naturale. Il pubblico, una volta finito il film,
ritorna alla realtà e alla sua vera età anagrafica.
per poter continuare a vivere l’emozione che opere come quelle di Disney
Pascoli propone una soluzione
suscitano: ascoltare i messaggi provenienti dal proprio fanciullino. I segni della sua presenza sono
semplici e umili: “ha paura del buio perché al buio vede o crede di vedere; quello che alla luce sogna o
sembra di sognare”; “piange e ride senza un perché”; “è quello che ci fa sciogliere in lacrime, e ci salva” e
soprattutto “parla alle bestie”(proprio come Walt Disney e Peter Pan). I fanciulli comunicano tra loro, per
tanto il fanciullo è in grado di “consolare la bambina che è nella donna”. È colui che da il nome alle cose,
è l’Adamo che con stupore e curiosità guarda il mondo; rimpicciolisce
gli elementi per poterli vedere e li ingrandisce per poterli ammirare. Per
ognuno di questi particolari, il fanciullino riesce a creare vere e proprie
poesie. “Poesia è trovare nelle cose [...] il loro sorriso e la loro lacrima,
e ciò si fa da due occhi infantili che guardano semplicemente e
serenamente di tra l’oscuro tumulto della nostra anima”. Questa è la
concezione di poesia secondo Pascoli: una manifestazione del
Fanciullino interno. “Per la poesia la giovinezza non basta: la
vuole!”.
fanciullezza ci
Analizzando l’opera di Pascoli, si notano somiglianze tra il
comportamento del Fanciullino e quello di Peter Pan. Entrambi sono
istintivi e guidano altre persone (per il primo il poeta e per il secondo
Wendy) a seguirli perché, con loro, il mondo è più magico e si può vedere con occhi nuovi e meravigliosi.
Anche Barrie, come Pascoli, è contrario alla legge naturale della crescita, vedendo nella gioventù il
periodo più florido e ricco della vita umana. “I bambini non dovrebbero mai dormire. Si svegliano più
vecchi di un giorno e senza che uno se ne accorga sono cresciuti” sostiene lo scrittore.
Disney crea un personaggio fiabesco molto particolare: non è indirizzato ai bambini. Non è nemmeno
Peter Pan è l’esempio del tentativo di Walt
indirizzato agli adulti, è realizzato per il loro fanciullino.
Disney di far regredire gli adulti alla condizione infantile, comunicando messaggi al loro bambino
interiore. Peter Pan è il fanciullino di Walt Disney che viene rappresentato sulla pellicola. Secondo
Pascoli, essendo questa una comunicazione tra due fanciulli, potrebbe essere considerata poesia. I film di
Disney sono poesia.
Nelle numerose trasposizioni cinematografiche dell’opera di Barrie, ricorre una frase: “Tutti i bambini
crescono... Tranne uno”. Sarebbe meglio dire “Tranne Tre”: Barrie, Disney e Pascoli.
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Libertà e tolleranza nel Paese dei Balocchi
Essendo film creati da un “fanciullino”, il mondo immaginario che si viene a formare è pieno di
caratteristiche che, ad un primo sguardo, possono sembrare tipicamente infantili. Ad esempio, nel paese
fantastico creato da Disney, i personaggi di tutte le sue creazioni vivono in piena libertà e anarchia. Non
un’organizzazione statale e la
esistono regole, principi, leggi o organi governativi che permettano
creazione di una Costituzione. Nel mondo reale questo sarebbe irrealizzabile.
Se prendiamo come esempio il film “Pinocchio”, prodotto da Walt Disney nel 1940, abbiamo un classico
tipo di legge, tipica del mondo Disneyano. “Dove vuoi
esempio di società anarchica e senza nessun
trovare un paese più salubre per noialtri ragazzi? Lì non vi sono scuole, lì non vi sono maestri, lì non vi
sono libri. In quel paese benedetto non si studia
mai. [...]. Ecco un paese come piace veramente a
me! Ecco come dovrebbero essere tutti i paesi
civili!...”. Così Carlo Collodi, nella sua opera “Le
avventure di Pinocchio. Storia di un burattino”,
descrive il “Paese dei Balocchi”: villaggio abitato
interamente da ragazzi dove non esistono regole e
obblighi, ma solo divertimento e tempo libero. Ben
presto, però, Pinocchio si trasformerà in un asino
perché, come racconta Collodi, “Oramai è scritto
nei decreti della sapienza, che tutti quei ragazzi
svogliati che, pigliando a noia i libri, le scuole e i
maestri, passano le loro giornate in balocchi, in
giochi e in divertimenti, debbano finire prima o poi col trasformarsi in tanti piccoli somari.” e “non
possono far altro che una fine disgraziata!”.
Il Paese dei Balocchi, a causa della sua allegria, dei suoi colori e dei suoi divertimenti, inebria i suoi
giovani abitanti, illudendoli di poter vivere senza nessuna regola e in piena libertà e indipendenza. Per i
bambini, questo rappresenta il Paradiso poiché nell’infanzia non si capisce la reale portata ed importanza
delle norme. Le regole sono viste come una limitazione alla libertà di giocare e quindi non sono
compatibili con il divertimento che ci sarebbe se esse non esistessero. Una società basata su questi
precetti e credenze è insostenibile. Il mondo Disneyano conserva la sua magia proprio per la sua
irrealizzabilità. l’uomo, per vivere in società, deve essere
Secondo il filosofo americano Karl Popper (1902-1994),
soggetto al cosiddetto “paradosso della libertà”. Tale principio sostiene che il popolo si può sentire
pienamente libero non quando viene lasciato all’anarchia e alla sua piena volontà, ma quando gli vengono