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L’obiettivo di questa tesina è quello di sviluppare gli argomenti tesina dell’alienazione e
dell’incomunicabilità dell’individuo nella società moderna, attraverso tre importanti
forme di espressione: musica, arte, letteratura.
Il motore di tutto il lavoro, come dimostra anche il titolo, è l’album The Wall dello
storico gruppo dei Pink Floyd
Arte - Il Grido Di Munch
Italiano - La Metamorfosi di Kafka; alienazione in Pirandello
Il disco, suonato in concerto già dal 1972 è un concept album che propone musica
concettuale, alla quale si affiancano testi dal profondo contenuto filosofico e di
riflessione sulla condizione umana, elemento che caratterizzerà la restante carriera del
gruppo. Difficile ripetere un successo come quello, ma il gruppo, ormai dal punto di
vista compositivo nelle mani di Roger Waters, ci riesce con Wish You Were Here. In un
periodo di tendenza al concept album pubblicano anche Animals e soprattutto il
monumentale doppio lavoro The Wall. Il successivo album pubblicato nel 1983 allarga
ancora di più il solco che divide Waters dai suoi compagni fino alla sua conseguente
uscita dal gruppo. La formazione, appunto, non subisce sostanziali cambiamenti fino al
1985, escludendo una parentesi in cui Wright appare solo come turnista. I membri
rimanenti pubblicano altri due album in studio di notevole successo: A Momentary
Lapse of Reason e The Division Bell.
Il gruppo cessa la propria attività nel 1995, e si scioglie nel 2006, quando Gilmour nega
ufficialmente la possibilità di una reunion. Con la morte di Wright, nel 2008, si
spengono di fatto anche le speranze dei fan. Nella loro lunga e travagliata carriera, i
Pink Floyd hanno saputo riscrivere le tendenze musicali della propria epoca, diventando
uno dei gruppi più importanti della storia della musica.
A sorpresa, nel luglio 2014, la moglie di David Gilmour annuncia con un tweet la
pubblicazione di The Endless River, nuovo lavoro dei Pink Floyd ricavato da incisioni
effettuate tra il 1993 e il 1994 da David Gilmour, Nick Mason e Richard Wright,
durante le session di registrazione di The Division Bell e pensato proprio come un
omaggio allo scomparso Wright. –
Discografia ufficiale (1965 2014)
–
1967 The Piper at the Gates of Dawn
–
1968 A Saucerful of Secrets
–
1969 More
–
1969 Ummagumma
–
1970 Atom Heart Mother
–
1971 Meddle
–
1972 Obscured by Clouds
–
1973 The Dark Side of the Moon
–
1975 Wish You Were Here
–
1977 Animals
–
1979 The Wall
–
1983 The Final Cut
–
1987 A Momentary Lapse of Reason
–
1994 The Division Bell
–
2014 The Endless River 6
Prima di The Wall:
The Dark Side of the Moon (1973)
Con The Dark Side Of The Moon Roger Waters assume
la leadership ufficiale dei Pink Floyd, e riversa
nell’album la sua personale concezione del mondo, e il
lavoro appare un ribellismo sovversivo all'appassionata
difesa dei valori umani, valori capaci di liberare
l'individuo dalla palude dell'alienazione. L'album è
basato su un concetto tematico unitario: una disamina di
tutte le forme di alienazione della modernità che possono
portare l'individuo alla pazzia.
Animals (1977) La visione del mondo di Waters è pervasa da un cupo
pessimismo, espresso nell'assoluta sfiducia verso un
genere umano ritenuto irrimediabilmente corrotto, e
all'interno del quale il singolo individuo si ritrova
impotente, rassegnato, lacerato. Interamente composto da
Roger, l'album tratteggia un affresco esistenziale che
codifica gli essere umani nelle tre categorie allegoriche di
pecore, cani, maiali. In particolare il brano Dogs
racchiude l'essenza più cupa dell'intero lavoro
presentando l'orrore di una modernità in cui i cani dell'avidità si sbranano l'un l'altro per
poi ritirarsi in solitudine e morire di cancro, arrivando a costituire in sostanza la
premessa per i temi del successivo concept album, The Wall.
The Wall (1979):
Il punto di inizio di The Wall è proprio l'ultima performance del tour di Animals tenutasi
“Tenere
a Montreal, il 6 luglio 1977. A questo proposito, il frontman dichiara: concerti
era diventata un'impresa del tutto alienante, e fu così che maturai la piena
consapevolezza del muro che ci divideva dal nostro pubblico”. Il 16 novembre 1979 i
Pink Floyd pubblicano The Wall, album che, insieme a The Dark Side of the Moon, li
consacrerà alla storia della musica. Nel luglio 1982 esce sugli schermi la versione
cinematografica di The Wall, diretta da Alan Parker, il cui scopo era quello di creare un
insieme frammentato con una progressione narrativa condotta dalla sola forza motrice
della musica, e in cui giocano un ruolo importante le animazioni di Gerald Scarfe.
7
Il nuovo album ha richiesto ben sette mesi di lavoro in sala di registrazione, ed è
prodotto da Bob Ezrin, David Gilmour, James Guthrie, Roger Waters (autore di tutti i
brani), con la collaborazione tecnica di molti altri personaggi. La cover, creata da
Gerald Scarfe e Roger Waters, avvolge di mattoni stilizzati il doppio concept album.
Curato fin nei minimi dettagli, è il risultato di un lavoro molto approfondito: lo rivelano
i perfetti particolari, le sfumature sonore, l'“ingegneria” creativa del lavoro, imperniato
sul ruolo di ogni singolo solco, la grande perizia compositiva. Un'accuratezza perfino
esasperante per un album denso di effetti sonori, di voci filtrate in modo superbo, di
sovraincisioni ben dosate, secondo linee suadenti e pervase di un'energia nuova.
L'album presenta un'allegoria della società contemporanea, sviluppata attraverso un
muro oppressivo e invalicabile, eretto attorno all'individuo: un muro formato dai
mattoni della scuola-istituzione, della famiglia-prigione, della repressione e della
frustrazione che ogni individuo è costretto a subire nel corso della sua esistenza.
L'opera, ideata da Waters, tratta inoltre i temi della solitudine e dell'assenza di
comunicazione dovute alla presenza di un muro posto tra le persone: tale barriera è
costruita dalla società moderna, la cui critica era stata sviluppata anche nel precedente
lavoro. Alla fine dell'opera il muro cade, lasciando spazio ad un messaggio positivo e di
speranza: «Soli o a coppie | quelli che davvero ti amano | camminano su e giù fuori dal
muro». Questi concetti sono presentati attraverso la storia di una rockstar di nome Pink,
nella quale si distingue chiaramente la figura di Waters, che per le cause sopracitate
costruisce il muro che lo separa dalle altre persone e che lo porta alla follia, dal quale si
libera solo dopo una sorta di processo mentale (The Trial) che lo condanna
conducendolo all'abbattimento del muro. 8
La genesi del muro
Il muro pinkfloydiano è la barriera che isola l'individuo alienato, una barriera che divide
e imprigiona, un'allegoria dell'incomunicabilità e della solitudine. Un muro opprimente
e invalicabile, i cui mattoni corrispondono ai singoli meccanismi distruttivi della
società: la famiglia, la scuola, il lavoro, i rapporti umani, i legami sentimentali, la
sessualità. Con questo lavoro, Roger Waters estremizza, sul versante concettuale, il suo
pessimismo esistenziale e il suo disincanto socio-culturale. I mattoni del muro sono un
padre ucciso nel corso della Seconda Guerra Mondiale e gli orrori della guerra, una
madre che incarna il legame edipico, una scuola come camera di tortura e istituzione di
conformismo, una donna intesa come compagna frustrante e infedele. The Wall è quindi
uno dei momenti più alti della storiografia del pop-rock, una magistrale conferma di
come la musica contemporanea, al suo più alto livello, possa riuscire ad esprimere
concetti di grande portata esistenziale e culturale ben al di là del riduttivo concetto di
evasione ed intrattenimento, o di puro virtuosismo tecnico-strumentale.
Partendo dall’esperienza personale di Waters, The Wall diventa anche una metafora
straordinariamente efficace per spiegare la trasformazione della musica rock in una
macchina subdola, che assegna al musicista il ruolo di tiranno rispetto ai suoi fan. Fu
capì che c’era bisogno di ergere un muro invalicabile tra sé, la
così che Roger Waters
rockstar tiranna, e il suo pubblico, a simboleggiare l’incomunicabilità umana.
“Credo che l'idea di The Wall sia nata da dieci anni di tour e di spettacoli rock, e in
particolare dagli ultimi anni, quelli tra il 1975 e il 1977, quando abbiamo suonato
davanti a platee molto vaste. […] Suonavamo in grandi arene, spazi grandi da decine di
migliaia di spettatori, e i nostri show si erano trasformati in un'esperienza piuttosto
alienante. Ho via via sviluppato una chiara consapevolezza del muro che si era alzato
tra noi e il nostro pubblico, ed è da questo che il disco ha preso forma: come un modo
per esprimere quelle sensazioni.” (Roger Waters)
Ma The Wall è anche e soprattutto il tentativo di Waters di fare i conti con il proprio
passato e i propri tormenti, è il suo personale lavoro in cui spinge all'estremo il suo
pessimismo verso la società e l'esistenza umana.
9
Disc 1
Side A:
- In the Flesh?
- The Thin Ice
- Another Brick in the Wall (part I)
- The Happiest Days of Our Lives
- Another Brick in the Wall (part II)
- Mother
Side B:
- Goodbye Blue Sky
- Empty Spaces
- Young Lust
- One of My Turns
- Don't Leave Me Now
- Another Brick in the Wall (part III)
- Goodbye Cruel World
Disc 2
Side A:
- Hey You
- Is There Anybody Out There?
- Nobody Home
- Vera
- Bring the Boys Back Home
- Comfortably Numb
Side B:
- The Show Must Go On
- In the Flesh
- Run Like Hell
- Waiting For the Worms
- Stop
- The Trial
- Outside the Wall 10
Analisi del muro
Pink (personaggio fittizio basato su Roger Waters e in parte su Syd Barrett) è un artista
che, anche a causa dei tragici avvenimenti della propria esistenza (la morte del padre in
guerra durante i suoi primi mesi di vita, la spersonalizzazione da parte della scuola, la
morbosità della madre, l'alienante vita da rockstar, il divorzio dalla moglie), si chiude in
un muro psicologico, protettivo ed invalicabile, che lo soffoca inesorabilmente
trascinandolo ai limiti della follia. Dopo un’introduzione sull’infanzia e la prima
–
giovinezza del protagonista (disco 1 lato A), Pink, ormai divenuto una celebre
rockstar, comincia ad analizzare il suo difficile rapporto con la madre ed i fans, mentre
il legame con la moglie si è ormai incrinato a causa della loro reciproca
incomunicabilità. Si chiude il muro col quale Pink cerca di proteggersi dalla vita,
restando solo più che mai. Chiuso in un paranoico isolamento, i produttori discografici
lo salvano da un'overdose solo a fini economici (Comfortably Numb) per il suo
ennesimo concerto, immaginato da Waters come causa e prodotto di una forte
massificazione giovanile e perdita di identità.
Resta l'isolamento del protagonista. Pink capisce che potrà vincere la propria solitudine
in un solo modo, analizzando la propria vita. Così si apre un processo mentale (The
Trial), con accusa, giudice e testimoni, il cui esito è immaginato da Pink come una
sentenza che lo condanna ad abbattere il muro. Il doppio album si chiude con la ballata
Outside the Wall, brano dal tono introspettivo, in cui Waters spiega come sia difficile
non cadere nella follia psichica.
Dal punto di vista musicale, le canzoni dell'album spaziano tra sbotti di rabbia anche
molto violenti (One of My Turns) e ballate delicate ma strazianti (Nobody Home). La
novità del sound si afferma fin dai primi brani dell'album: particolare attenzione
meritano i suoni bellici, dalla batteria di Nick Mason che richiama una mitragliatrice
all'elicottero di The Happiest Days Of Our Lives evocatore di scene di guerra che, legate
alla morte del padre di Waters (deceduto nel 1944 ad Anzio), dominano la prima side
dell'album.
Il concept album comincia con il brano interrogativo In the Flesh?, il cui testo breve e
secco fa riferimento alla dichiarata insofferenza di Waters nei confronti di fan troppo
turbolenti e non interessati alla musica, insofferenza culminata in alcuni episodi
accaduti durante il tour americano del 1977, intitolato appunto “Pink Floyd in the Flesh
Tour”.
“If you wanna find out what's behind these cold eyes
You just have to claw your way through the Disguise”
11
Inizia un percorso duro e opprimente attraverso le costrizioni e i conformismi che
alienano sempre di più e snaturano l'essenza dell'individuo, in cambio di una falsa
personalità, la maschera appunto, adeguata alle esigenze sociali. E sotto questa
maschera si cela innanzitutto l’infanzia illusoria e ingannevole di un bambino: da qui
(“Il ghiaccio sottile”), allegoria della precarietà e