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Sintesi
Introduzione Bricks in the Wall, Schiavi del Sistema tesina


Una discussione in famiglia mi ha portata alla stesura di questa tesina, in cui mi propongo
di trattare, attingendo a conoscenze acquisite grazie a esperienze personali e scolastiche,
un argomento a me molto caro: quanto l’uomo sia influenzato dalle norme imposte
dal sistema, inteso come società nella totalità di tutte le sue numerose caratteristiche.

Italiano - Il dissidio interiore di Adelchi, Alessandro Manzoni
Latino - Il Satyricon di Petronio
Greco - Le Baccanti di Euripide
Arte - Sera nel corso Karl Johann - Edvard Munch
Storia - La propaganda allo scoppio delle guerre mondiali
Filosofia - Sigmund Freud e la teoria della differenziazione della psiche
Inglese - The strange case of Dr Jekill and Mr Hyde di R.L. Stevenson
Estratto del documento

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E’ possi ile t ova e u a app ese tazio e del siste a udele he sop affà og i uo o

ell’atto dell’Adelchi,

V (scene VIII-X) tragedia composta dal grande scrittore ottocentesco

Alessandro Manzoni, nel quale il giovane Adelchi, figlio di Desiderio, re dei Longobardi

muore in una battaglia che neanche avrebbe voluto combattere solo per difendere la sua

Patria. Adelchi si fa portavoce della pessimistica visione manzoniana, secondo cui nel mon-

o solo la viole za e l’i giustizia, giustifi ate da u a fo za udele he egola la

do esisto

sto ia e he gli uo i i hia a o di itto , di o segue za l’uo o o può o pie e il e-

ne, può essere solo oppressore o vittima. Gli uomini dunque non sono liberi, ma oppressi

da un ideale dannosissimo e ingannevole: per sopravvivere sono portati a fare del male, o a

L’u i a

riceverlo dagli altri. vera possibilità di salvezza e libertà in questo contesto è Dio, la

e sio e dell’ete ità: Ve go alla pa e tua so o le ulti e pa ole p o u ziate da Adel-

di

chi, il cui sacrificio viene presentato dal Manzoni come doloroso ma fecondo nella dimen-

sio e dell’ete ità. sto ia dello s itto e, o ’ possi ilità affi h

Secondo la visione pessimistica della

l’uo o ies a a vive e li e o e feli e, a o u a visio e o divisa da tutti.

Ognuno di noi deve seguire il proprio percorso tenendo presenti gli insegnamenti che ci

so o stati do ati, i odo da t ova e la st ada ve so l’auto ealizzazio e e ve so il su esso,

i totale li e tà. Alla ase della li e tà posta l’auto os ie za, ovve o la completa cono-

scenza di se stessi e la consapevolezza dei propri limiti, senza la quale il nostro operato sa-

rebbe stabile quanto un castello di carte.

Utile ese pio a uesto p oposito la figu a di Pe teo e Le Ba a ti del t agediografo

Euripide: un uomo che ragiona secondo schemi tradizionali e troppo ovvi per

gli Ateniesi del suo tempo. Egli non si rende conto che la crisi provocata da Dioniso nella

città è più profonda e tale da stravolgere non solo la tradizionale divisione tra i sessi, ma

anche lo stesso principio di identità individuale. Penteo si oppone alla novità poiché troppo

legato alla tradizione, è imprigionato in un sistema di norme e leggi di cui egli stesso è so-

vrano: crede di essere libero, ma non lo è poiché non è consapevole dei suoi limiti e di chi

sia realmente. Crede di essere a capo del sistema ma è in realtà suo schiavo, concepisce so-

lo una delle migliaia di sfumature della realtà e per questo motivo non può evolversi, poi-

h i lui a a l’i t ospezio e, manca la capacità di vedere oltre gli schemi.

E’ posto agli a tipodi ispetto al suo ugi o Dio iso, il uale o os e la li itatezza del pen-

siero di Penteo e lo mette in difficoltà sottoponendolo a delle prove che è consapevole non

a supe a e, paga do la sua e ità o l’u iliazio e pu li a ed i fi e o la o te

riuscirà

per mano della sua stessa madre.

Dunque Penteo non avendo preso coscienza della sua vera essenza e della sua fallacità, di-

venne oggetto di scherno, perdendo per sempre la personalità vuota e profondamente

omologata al codice di norme imposto che tanto lo contraddistinse.

Molte persone come Penteo si lasciano trasportare dalla forza non indifferente del Siste-

vie e i posta

ma, la quale ancor prima di nascere: non appena si viene al mondo infatti,

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ecco che una serie di norme e divieti ci vengono imposti, prima dai genitori, poi dagli inse-

gnanti e in seguito dalla società e dai suoi numerosissimi mezzi di comunicazione: uno di

questi mezzi è la propaganda.

l'attività di disse i azio e di

La propaganda idee e informazioni con lo scopo di indurre

a spe ifi i atteggia e ti e azio i ovvero il "conscio, metodico e pianificato utilizzo di tec-

niche di persuasione per raggiungere specifici obiettivi atti a beneficiare coloro che orga-

izza o il p o esso .

L'uso della propaganda è dannoso per la libera e naturale formazione dell'opinione perso-

nale e pubblica e il danno poi si riflette sulla persona stessa e sulla società. Un tipico esem-

pio di propaganda particolarmente dannosa è stata quella utilizzata durante il Nazismo:

tramite un uso sapiente dei mezzi di comunicazione di massa, Hitler aveva convinto le folle

a massacrare degli innocenti e ha condotto un'intera nazione in una guerra che ha devasta-

to la Germania e mezzo mondo producendo milioni di morti. Durante le due guerre mon-

diali una fabbrica di trattori poteva diventare produttrice di carri armati, una sartoria pas-

sa e al o fezio a e to di divise, l’i dust ia i e atog afi a ealizzare cinegiornali e film

fatto api e l’i edi ile pote ziale pe suasivo del-

di propaganda. La guerra aveva dunque

la propaganda: la possibilità attraverso immagini forti di manipolare la mente delle perso-

a idea e l’i o i o U le “a e il suo ele e tito-

ne. Fu la Committee on Public Information

lo: I Wa t You fo U“ A , he fu utilizzato pe p o uove e il e luta e to di soldati sia

nella Prima che nella Seconda Guerra Mondiale. Durante il secondo conflitto mondiale

l’age zia Tho pso ealizzò uella he i o os iuta o e u a delle a pag e belliche di

maggior successo: Rosie the Riveter, la ribattitrice. Nel manifesto una donna americana in

tuta da ope aio, ost a do il suo i ipite us oloso, di eva: We Ca Do It . La a pag a,

che lanciava alle donne americane un messaggio di parità, riuscì a coinvolgere più di due

ilio i di uove lavo at i i el o do dell’industria di guerra. Enormi masse di uomini

hanno combattuto e perso la vita per vincere una guerra della quale ignoravano le cause

reali, giovani soldati illusi di combattere per nobili scopi. La propaganda garantiva l'accet-

tazione passiva della guerra da parte di larghi settori della popolazione, unita all'uso del

terrore come mezzo di intimidazione di coloro che rifiutavano di obbedire. Ad ogni occa-

sione, i responsabili della propaganda diffusero il messaggio accattivante dell'unità nazio-

nale e di un futuro utopistico, facendo breccia nelle menti di milioni di cittadini. Durante le

guerre, gli autori della propaganda cercarono l'uso della forza militare, dipingendola come

moralmente necessaria e sostenibile. Agire diversamente avrebbe messo in pericolo il mo-

rale dell'opinione pubblica e la sua fede nel governo e nelle forze armate. Si trattava, in-

somma, di propaganda tesa ad ingannare, a imbrogliare e a disinformare le popolazioni.

Quando il sistema bellico cominciò le operazioni di reclutamento dei soldati durante le

o aveva o al u pote e de isio ale igua do all’e t a a fa

guerre mondiali, i giovani

pa te dell’ese ito, poi h i aso di obiezione di coscienza venivano considerati criminali e

dunque obbligati alla reclusione in carcere. Così i giovani non erano liberi in nessuno dei 4

due asi: el p i o, o l’adesio e all’ ese ito, pe deva o la li e tà di s elta, il li e o a i-

o do, o l’i a e a e to pe deva o la li e tà fisi a e ve iva o eputati dal

trio; nel se

sistema e dunque dalla società, dei criminali che avevano tradito lo Stato.

Du a te uegli a i a dava o solida dosi il o etto della so ietà di assa , ovve o la

società caratterizzata da un significativo ruolo delle masse nello svolgimento della vita poli-

tica e sociale, ma anche da una loro crescente omologazione, perdita di autonomia, con-

formismo, facilità di manipolazione ed eterodirezione. La nascita della pubblicità e dei di-

vertimenti di massa, come il cinema, il melodramma e i grandi spettacoli sportivi, diedero

inizio al processo di globalizzazione che, adesso come allora, presenta inevitabili conse-

gue ze. Le uove i ve zio i, la es e te o petitività, l’i se i e to dell’i dividuo i u

mondo dinamico e in continua espansione economica e mentale, ebbero un impatto psico-

logi o olto fo te. L’uo o si t ovò solo ella assa a o i a, lo ta o da uella solidarietà

o sa all’a uisto, i pe e e

che il mondo contadino offriva; schiacciato dalla sfrenata i-

valità con gli altri individui, disorientato da una società in continuo cambiamento e da un

futuro incerto. Ansia e angoscia divennero il frutto di queste difficoltà. Non è un caso che

l’a te per prima percepì questo disagio, tanto che un grande artista come Edvard Munch

rappresentava folle di persone sole, spaventate, angosciate, incapaci di trasmettere la loro

solitudine, e con lui tutti gli esponenti di quel fecondo movimento artistico che fu

l’Esp essio is o: uesto si o e t ò sull’ i te io ità più p da dell’a i o u a o.

ofo

Nell’ope a di Mu h “e a sul viale Ka l Joha , dipi ta el il boulevard della città di

Cristiania diventa un luogo di azione, in cui vengono rappresentati i temi che in quel mo-

e to defi is o o la i e a a tisti a dell’auto e: l’alie azio e, la solitudi e e la pau a.

Come si vede osservando il quadro, le persone che camminano in modo spettrale verso chi

le osse va so o tagliate all’altezza del petto e della vita affi h lo spettato e viva u a sen-

sazione di soffocamento e di oppressione, come se la fiumana di persone che si dirige ver-

so di lui lo dovesse travolgere. Si tratta della società borghese rappresentata nel suo aspet-

to più terribile, priva di sentimento, passione, interesse per qualsiasi cosa. Si tratta in un

certo senso di una rappresentazione dei morti viventi, che senza scopo si dirigono in cerca

di qualcosa di non definito. I loro visi sono assenti, gli occhi spalancati, i volti non assumono

alcuna espressione; Munch vuole, infatti, sottolineare come le maschere che queste per-

sone sono costrette, dalle loro regole e dalle loro convenzioni, ad indossare siano per lui

fa ili da app ese ta e. Diet o alla fiu a a di pe so e appa e l’edifi io del Pa lamento le

ui lu i so o a ese. E’ u luogo fo dato pe p otegge e uelle egole e uelle o ve zio i

che rappresentano la borghesia. A destra un uomo, di spalle, cammina in direzione opposta

alla folla, probabilmente è il pittore che si allontana da quella visione rimanendo nel campo

visivo, come a non poter uscire da quel mondo che lo atterrisce e angoscia: incurante del

consenso della massa, rema comunque contro corrente. Di lui non vediamo il volto, ma

possiamo essere certi che avrà il volto di un uomo e non di uno scheletro.

Il conformismo è dunque un tema molto importante quando si parla di società, è la ten- 5

denza a conformarsi, anche solo in apparenza, a dottrine, usi, opinioni prevalenti social-

mente e politicamente. Il conformista tende infatti a fare proprie, in modo passivo, le dot-

trine politiche e religiose seguite dalla maggioranza dei componenti del gruppo cui appar-

tiene.

Nel mondo ci sono tante persone che pur di apparire e sentirsi importanti, vivono la loro

vita sa ifi a dola all’opi io e alt ui, dedi a dola alla i e a di iò he può pia e e e di iò

he può i hia a e l’i vidia e l’a i azio e degli alt i. “o o olti gli individui che condu-

cono uno stile di vita che è costruito in base a ciò che va di moda e in base alle tendenze

del periodo in cui vivono, dimenticandosi di ciò che importa realmente, dimenticandosi

quali siano i valori che sentono nel profondo.

Dimenticano ciò che sono, in favore di ciò che gli altri vogliono che siano.

Ora, un esempio di questa categoria di uomini schiacciati dal conformismo è Trimalchione,

un liberto arricchito che ha accumulato una grandissima fortuna grazie ai suoi affari, di cui

i pa la Pet o io ell’ ope a “at i o . No osta te il li e to p ovi a di ost a e agli alt i

quanto sia fortunato e felice, in realtà è in preda a un dissidio interiore, poiché le sue ric-

chezze materiali non riescono a soddisfare i suoi bisogni più profondi.

T i al hio e a h’esso vitti a di u a so ietà, uella Ne o ia a, asata sul p i ipio As-

se ha eas, asse valeas di ui e le a ed i a azio e: spe de le sue i hezze pe

comprare gli oggetti più superflui e spettacolari, con il semplice scopo di sfoggiarli e di pro-

vo a e l’a i azio e dei suoi ospiti. Il suo odo di pa lare trasuda insoddisfazione e insi-

curezza, mascherata da un ridicolo tentativo di apparire colto e potente, nonché di buon

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