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Sintesi
Italiano - Tommaso Marinetti: Manifesto del Futurismo
Inglese - George Orwell: 1984
Francese - Joris Karl Huysmans: A' rebours (Des Esseintes à la recherche d'un monde idéal)
Matematica - La più grande ambizione del matematico: dimostrare tutta la realtà
Storia - Benito Mussolini e fascismo: la Grande Italia
Latino - Seneca: De Clementia
Filosofia - Socialismo Utopistico: caratteri generali e critica di Marx
Estratto del documento

LATINO

SENECA: “DE CLEMENTIA”

TEMI DELL’OPERA

Il “De Clementia” è un trattato politico composto tra il 55 e il 56 d.C. E’ composto di tre libri

dedicati all’imperatore Nerone, di cui Seneca è il precettore per cinque anni. Nell’opera

viene tracciato un progetto utopico, imperniato sull’ordinamento del principato. Il

problema che si pone Seneca non è tanto quello della forma di governo da assumere,

quanto piuttosto quello del sovrano che dovrà detenere il potere. Seneca, infatti, oltre ad

avere elaborato l’idea di monarchia assoluta come forma di stato perfetta e ottimale

(all'unica condizione che il sovrano sia sapiente, e trattenendo i suoi sentimenti più violenti,

sappia esercitare con temperanza il suo potere), dato che la repubblica, secondo l’autore

latino, sarebbe stato un governo impossibile e, dunque, utopico, cerca di trasmettere

all’imperatore Nerone i più alti valori rintracciati in un ordinamento simile ed indicare lui il

princeps speculum,

miglior comportamento. L’autore vuole porsi di fronte al come uno

per mostrargli l’immagine che questi dovrebbe riflettere, piuttosto di quella che Nerone

doveva riflettere nella realtà effettiva. Seneca vuol impartirgli i giusti modi per ben

governare la monarchia assoluta.

LA FIGURA DEL SOVRANO

Il sovrano:

1. deve manifestare moderazione, mitezza, indulgenza, che invita a comportarsi con i

suoi sudditi come un padre con i figli, e clemenza, definita come la “moderazione

d'animo di chi può vendicarsi";

2. deve essere “illuminato”, ossia dotto e istruito;

3. deve avere il totale rispetto nei confronti del popolo per ottenere il loro consenso;

4. detenendo il potere assoluto, deve trattenersi dal governare in modo tirannico, per

evitare di incutere terrore alle genti;

5. deve assumere un comportamento umanistico-filantropo, ossia deve interessarsi

alla felicità e al benessere del prossimo, anche attraverso atti di solidarietà;

6. deve saper legiferare, avvalendosi di concetti morali e filosofici.

STORIA

FASCISMO: LA GRANDE ITALIA

DESCRIZIONE GENERALE DEL PROGETTO

“Grande Italia” o “Italia imperiale” fu un progetto con il quale il fascismo italiano aspirava

a creare un impero italiano nell'area del bacino del Mediterraneo. Il progetto della

Grande Italia venne anticipato già nel Manifesto dei Fasci italiani di combattimento

del 1919.

Il progetto consisteva in una Grande Italia che doveva includere: Nizza, Savoia, Ticino,

Venezia Giulia, Dalmazia, Corfù, Malta e Corsica, popolate in parte anche da comunità

italofone, e alcune zone dell'Africa settentrionale e orientale: Libia, Egitto, Sudan e Corno

d'Africa, abitate da italiani dal XIX secolo.

L'espansione in questi territori avrebbe permesso all'Italia di riprendere il dominio del

Mediterraneo, considerato dai fascisti come “Mare nostrum”, perso con la caduta

dell'Impero romano d'Occidente.

FASI

L’utopico piano dell’Italia fascista presentava tre fasi principali:

1. Il primo passo per la formazione della Grande Italia fu fatto da Cesare Maria De Vecchi:

nel 1936, diventato governatore del Dodecaneso, dette il via ad un processo di

italianizzazione delle isole greche, imponendo l'uso della lingua italiana.

Il progetto originale prevedeva anche l’annessione delle isole di Samo e di Chio, in

passato appartenute alla Repubblica di Genova.

2. Il secondo passo fu fatto da Italo Balbo, un leader fascista: promosse l'incremento delle

comunità italiane in Libia, colonia italiana dal 1912, ottenuta con la vittoria sui Turchi.

Balbo chiamò Tripolitania e Cirenaica la Quarta Sponda dell'Italia, in riferimento alle

altre tre sponde (tirrenica, adriatica e ionica) della penisola italiana. Nel 1938 Balbo dette

il via alla spedizione dei primi coloni italiani in Libia, provenienti principalmente da

Napoli e da Genova. L’anno successivo venne dato il via ad una seconda spedizione con

un numero assai maggiore di coloni.

Grazie a queste spedizioni, alla vigilia della Seconda guerra mondiale, i dati della

colonizzazione italiana della Libia apparivano assai promettenti. Nel 1942 anche la

Tunisia venne inclusa nella Quarta Sponda, ma pochi mesi dopo fu riconquistata dagli

Alleati.

3. L’ultimo passo fu fatto con l’aiuto dei Tedeschi: grazie all'aiuto degli alleati della

Germania, l'Italia riuscì a sconfiggere la Grecia e conquistare parte della Jugoslavia,

annesse parte della Slovenia e della Dalmazia. Vittorio Ambrosio, comandante

dell'Esercito italiano durante queste ultime conquiste, creò una linea d'occupazione

italiana dalla “Slovenia italiana” al Montenegro, la quale fu considerata confine orientale

della Grande Italia. Questa frontiera includeva Montenegro, Albania e parte dell’Epiro.

TRA SPERANZA E ARRESA

In caso di vittoria delle Potenze dell'Asse, Benito Mussolini era intenzionato ad acquisire il

controllo di Creta (occupata dai tedeschi) e le circostanti isole greche, così da allargare i

possedimenti italiani oltre Dodecaneso e le Isole Ionie. Alcuni esponenti fascisti sognarono

una Grande Italia che comprendesse Egitto, Sudan e l'Africa Orientale Italiana, come era

stato prestabilito prima di avviare la campagna.

Tuttavia, tale progetto dovette essere abbandonato con la sconfitta delle Potenze

dell’Asse, la vittoria degli Alleati e la successiva caduta del fascismo.

FRANCESE

HUYSMANS: LE MONDE ARTIFICIEL DE DES ESSEINTES

LE ROMAN EN GÉNÉRAL

Le roman le plus important de Joris Karl Huysmans est « À Rebours ». Déjà à partir du

titre, on peut souligner le thème principal de l’œuvre, c’est-à-dire le conduire une vie

« contre nature », qui va au-dehors de la vie ordinaire des personnes communes.

Dans ce roman, Huysmans raconte les épisodes d’un duc, Jean Floressas Des Esseintes,

qui est le dernier descendant d’une grande famille qui tombe en décadence.

Comme son créateur, Huysmans, le duc souffre d’une terrible névrose: la maladie

décadente par excellence, à la mode parmi les aristocrates, parce qu’ils avaient tous les

types de divertissement, de plaisir et, donc, on peut affirmer qu’ils avaient même « le

temps de s’ennuyer », pour ce motif on croyait que la névrose était causée par le culte

de l’art et par la solitude.

À LA RECHERCHE DU LIEU IDÉAL

En vivant une existence fondée sur l’amusement caractérisant le monde parisien, Des

Esseintes décide de quitter le monde et d’aller vivre tout seul, en détruisant

n’importe quelle liaison avec la société qui paraît, selon le duc, désormais sans sens.

Il achète, ainsi, une villa dans la banlieue de Paris, Fontenay-aux-Roses, pour s'y créer

un monde conforme à ses goûts, qu’il fait aménager délibérément et de façon

artificielle avec une luxe impeccable, par exemple il choisit les couleurs des murs des

salles, il achète une tortue qui fera embellir par des pierres précieuses.

Sa vie s’écoule parmi les alcools, les fleurs, les parfums. Sa solitude lui permet de revivre

ses souvenirs et de s’abandonner à une infinie succession de pensées nées de sa tête

malade et inquiète.

Sa névrose s’aggrave, les hallucinations le tourmentent et, donc, son médecin lui conseille

de rentrer, à contrecœur, dans le monde réel, dans la société parisienne.

Des Esseintes croit que la seule solution à sa crise mentale est la création d’un monde

personnel. Ce qu’il cherche à trouver est un lieu idéal où vivre à sa volonté, mais il se

cache dans une dimension solitaire et qui est au-dehors du temps, de laquelle il est

destiné à en sortir. FILOSOFIA

IL SOCIALISMO UTOPISTICO

TRATTI GENERALI

Il socialismo utopistico è la prima corrente del moderno pensiero socialista, sviluppatasi

fra il XVIII e il XIX secolo in Europa. Il termine fu introdotto da Marx per distinguere tale

corrente utopista dal socialismo scientifico, basato invece su un’analisi scientifica della

realtà sociale. Riescono a cogliere Propongono di sostituire al

OWENIANI liberismo economico, un

per primi alcune nuovo sistema sociale

importanti fondato sulla produzione

motivazioni della cooperativa e

crisi della città: il Marx e Engels

sull'associazione.

ritardo, rispetto al commentano così le

avvertono l'esigenza di

mondo industriale e teorie di Fourier: “Del

riorganizzare la società

militare, con cui resto i signori

puntando

vengono applicate fourieristi divengono

contemporaneamente ad

le tecniche ogni giorno più noiosi.

una teoria sociale ed ad

all'ambiente sociale; Le comunicazioni delle

un modello urbanistico

la carenza dei opere postume di

FOURIERISTI complementari tra loro.

servizi; la distanza Fourier si limitano tutte

Questo modello spaziale

tra le residenze ed al mouvement

tra l'altro ha anche la

i luoghi di lavoro aromal e

funzione di ampliare la all’accoppiamento dei

suggestione della proposta

Sono accomunati

 pianeti, che plus ou

presso i politici, che in

dal fatto che moins pare che

questo modo possono

credono che al avvenga per di dietro”.

vedere qualcosa che va

principio oltre una semplice

dell'individualismo si enunciazione di principi e

debba sostituire metodi.

quello

dell'interesse

collettivo, e che Sostengono la necessità di

quest'ultimo debba una pianificazione

SANSIMONI essere il punto scientifica su larga scala

ANI d'appoggio per la diretta dallo Stato.

trasformazione

del mondo

SI TRATTA SOLO DI UN PROGETTO IRRAGGIUNGIBILE

Ma il conflitto con le realtà produttive e sociali contrarie, e la sottovalutazione degli

ostacoli materiali che si frappongono alla realizzazione dei loro progetti, portano

all'inevitabile fallimento di tutti i tentativi di riforma, operati quasi tutti nei grandi spazi

liberi del continente americano; il loro fallimento estingue anche quei modelli spaziali che

avevano suscitato tanto interesse inizialmente. Anche se la durata di queste esperienze e la

loro influenza pratica è praticamente nulla, considerevole è invece il loro peso ideologico.

L'abolizione della proprietà privata, della famiglia, del contrasto tra città e

campagna, la trasformazione della collettività in amministratrice della produzione,

sono tutti aspetti che la teoria marxista abbraccia, criticando però di questa ipotetica

società, lo scarso sviluppo che viene attribuito alla classe proletaria. Il proletariato è

quella classe sociale che ha una funzione storica autonoma, ma che non viene

riconosciuta dal socialismo utopico, che nonostante sia valutato positivamente, ha in sé

questo limite. Marx propone un completamento della teoria social-utopistica,

attraverso il "socialismo scientifico", che vede nella formazione del proletariato

industriale, il portatore reale della trasformazione comunistica della società e nella lotta di

classe rivoluzionaria il metodo della trasformazione.

ITALIANO

MARINETTI: IL MANIFESTO DEL FUTURISMO E LE AMBIZIONI DEL

FUTURISTA

Il 20 febbraio 1909 il giornale parigino “Le Figaro” pubblica in prima pagina un

curioso manifesto, “Le Futurisme”. È l'atto di nascita ufficiale del Futurismo, un grande

movimento d'avanguardia, italiano ed europeo, che coinvolge tutti i campi

dell'espressione umana, dalla letteratura alle arti figurative, dal cinema alla moda, dalla

musica all'erotismo. Ne è autore Filippo Tommaso Marinetti, scrittore e poeta italiano

alla ricerca di una nuova formula letteraria coraggiosa e ribelle, adatta ai tempi.

SEZIONI

1. Dapprima, con una scrittura fortemente simbolista e biografica, egli illustra la

mitica fondazione del movimento: durante una notte di baldoria un manipolo di

poeti si lancia in una corsa sfrenata in automobile, che termina con il tuffo

di Marinetti nell'acqua fangosa di un'officina. È un bagno fortificante e

purificatore, in cui l'automobile si impone come un simbolo di vitalità.

LA CITTA’ FUTURISTA: Appare già nella prima pagina del manifesto una visione

della "città futurista", città di desiderio, città dalle gigantesche interconnessioni tra

un edificio e l'altro, spinti verso l'alto da un ascensionale verticalismo. Allo stesso

tempo la città futurista si presenta come il primo modello in assoluto

di città delle macchine. I futuristi comprendono il ruolo e l'importanza che il

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