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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2008

Titolo: Utopia

Autore: Stella Orlandino

Descrizione: si tratta di un percorso multimediale sul significato della parola utopia e delle varie interpretazioni date nel corso dei secoli, si parte dal disegno utopico dello stato di platone, di atlantide, della città  del sole ecc. per arrivare alla "pace utopic

Materie trattate: filosofia, latino, storia dell'arte, italiano, inglese, astronomia, fisica, storia

Area: umanistica

Sommario: Innanzitutto è bene chiarire il significato di "utopia" : Per utopia si intende un progetto apparentemente irrealizzabile basato su dei principi giudicati universalmente giusti. L'utopista è colui che non vuole basare le sue preferenze e le sue scelte ideologiche partendo dallo studio della realtà , ma decide di voler seguire un ideale che ritiene giusto pur sapendo che questo ideale resterà  irrealizzato.. Tuttavia il termine fu coniato da Thomas More (successivamente latinizzato in S. Tommaso Moro), filosofo e statista inglese del XVI sec., L'etimologia proviene dal gioco di parole greche ou topos (luogo che non c'è) ed eu (bene) + topos(luogo felice) : entrambi i significati possono essere compresi nell'accezione di Tommaso Moro in quanto si trattava di un isola fantastica, quindi non esistente, ma dove regnava la concordia, la tranquillità  ed il benessere tra i cittadini. Egli volle immaginare un'isola felice in cui gli abitanti conducessero una vita migliore, solidale e pacifica : si trattava dell'isola di Utopia. Il concetto di "utopia" nasce nell'età  classica grazie alla "Repubblica" di Platone, in cui egli descrive la "polis ideale". Platone immagina una società  tripartita composta dai produttori, detentori della ricchezza (contadini, artigiani, commercianti), a cui seguivano i custodi, cioè i soldati difensori della città , ed infine i governanti, i quali dovevano essere i filosofi. Per ogni classe vi è stabilita una ben specificata educazione sociale seguita dalle virtù e dai doveri che i componenti dovevano possedere. Al fine di scardinare ogni possibile egoismo viene abolita la proprietà  privata, la famiglia e le parentele . Platone era pienamente conscio dell'inattuabilità  del suo progetto, in ogni caso è stato il primo scritto nella storia nel quale viene ipotizzata una società  "ideale" in tutte le sue componenti e, a distanza di 2000 anni, verrà  ripreso ancora da socialisti, comunisti e perfino dai nazisti per le proprie tesi. Oltre alla "polis ideale", Platone dà  vita ad "Atlantide", che viene descritta in altre due sue opere (dialoghi) Timeo e Crizia. Atlantide è una leggendaria isola (o continente) che si trovava, secondo Platone nel mezzo dell'oceano Atlantico e che sarebbe stata distrutta da un terremoto o da un maremoto tra i diecimila e i quindicimila anni fa. Nel Clizia Platone descrive più nel dettaglio la situazione geopolitica di Atlantide: era un isola ricca e potente divisa in 10 zone,ognuna governata da un figlio di Poseidone e al centro della città  vi era il tempo dedicato a Poseidone e Clito. Nel Timeo si racconta che Atlantide era una monarchia assai potente, con enormi mire espansionistiche. Situata geograficamente oltre le Colonne d'Ercole, politicamente controllava l'Africa fino all'Egitto e l'Europa fino all'Italia.

Estratto del documento

Questi racconta di aver visto un isola all’altezza dell’equatore, identificata da alcuni critici nell’odierno Sri

Lanka, in cui sorgeva la “Città del Sole”, una fortezza praticamente inespugnabile circondata da sette mura

ed avente quattro ingressi situati in corrispondenza dei quattro punti cardinali.

Il capo assoluto della città è il sacerdote Sole o Metafisico, al quale vengono associati tre principi con

funzioni di collaborazione : Pon (Potenza), Sin (Sapienza) e Mor (Amore). Il primo si occupa dell’esercito e

dell’arte militare, il secondo dell’istruzione e delle scienze, infine Mor dell’educazione, della generazione,

della salute, del vestiario e del cibo.

Vi è la totale messa in comune di ogni bene quali il vitto, le scienze, gli svaghi e perfino le donne! Anche i

figli sono cresciuti in comune.

Tutti i cittadini hanno la giornata lavorativa fissata a 4 ore ed il resto del tempo è dedicato oltre che alla

preghiera, all’apprendimento e ed allo studio.

Vi è una sorta di forte ripudio verso il commercio, l’unica forma di scambio tollerata è il baratto.

Infine vi è un ampia parte dedicata alla religione : i cittadini credono nell’immortalità dell’anima, inoltre il

Sole, capo assoluto della città, riesce a capire i bisogni di questa tramite un complesso sistema piramidale di

‘confessioni’.

A concludere il filone utopico del periodo umanista sarà sir Francis Bacon (successivamente italianizzato in

Francesco Bacone), filosofo, magistrato e politico inglese del XVII sec. con lo scritto “La nuova Atlantide”,

composto tra il 1614 e il 1617, rivisto nel 1624 ma mai completato.

Bacone è anche uno dei capostipiti del metodo scientifico moderno.

In “La nuova Atlantide” immagina di essere naufragato in un isola fino ad allora sconosciuta, su cui sorge la

città di Bensalem, e che dopo aver superato una prima riluttanza da parte dei suoi abitanti, riuscirà ad

entrare ed a conoscere il sistema e la società della città stessa.

Viene riaffermato il valore della famiglia, vista come istituzione basilare della società.

Viene rivisto il tema della religione, che per Campanella aveva assunto una singolare importanza, mentre in

Bacone viene limitato all’unico compito di tenere a freno i vizi.

Da notare che i cittadini di Bensalem sono tutti cristiani…

Al di là della famiglia, particolare rilievo assume la parte relativa alla scienza. La città viene concepita come

un grande laboratorio scientifico all’aria aperta in cui vengono studiati tutti i fenomeni della natura e

sperimentate nuove tecniche e invenzioni nei più disparati campi: “vi sono luoghi per vari tipi di esperienze:

caverne, stagni, cascate, pozzi, fonti, osservatori marini, grazie ai quali condurre esperimenti in condizioni

ambientali particolari; laboratori per esperimenti meteorologici, case di cura e termali, orti botanici,

giardini zoologici, gabinetti ottici, laboratori per lo studio dei suoni e dei profumi, officine meccaniche.”

Secondo Bacone il sapere scientifico e tecnologico è la vera chiave per garantire il benessere di tutti i

cittadini.

Quella di Bensalem ne risulta essere una civiltà scientificamente avanzata, in cui l’uomo ha addirittura

imparato a volare o ha già inventato medicine in grado di allungare la vita.

A governare la città non sono più i filosofi di Platone, detentori di una conoscenza ‘astratta’, né addirittura

il sacerdote di Campanella, il quale non è detto che abbia delle capacità innate per farlo, ma gli scienziati,

detentori di un sapere ‘pratico’.

Latino:

La città di Dio (in Latino De Civitate Dei,) è un'opera latina scritta in ventidue volumi da Sant'Aurelio

Agostino tra il 412 e il 426.

L'opera rappresenta una apologia del Cristianesimo nei confronti della civiltà pagana, in essa vengono

trattati argomenti come Dio, il martirio, i Giudei ed altri argomenti riguardanti la filosofia cristiana. Il

movente occasionale fu il saccheggio di Roma da parte dei Goti di Alarico.

Questo testo può essere suddiviso in due parti:I-X e XI-XXII.

Nella prima parte Agostino fa ricadere la responsabilità delle sciagure che hanno travolto l’impero Romani

sul paganesimo.

Nella seconda parte si teorizza l’esistenza di due civitates, quella terrena e quella celeste; la prima, del

diavolo,è fondata sull’amore di sé ed è organizzata secondo criteri di potere, ricchezza e piacere, gli abitanti

di questa città inoltre godono dei beni terreni come se fossero valori autonomi. Invece quella celeste, è

fondata sull’amore di Dio, è abitata da coloro ai quali la rivelazione ha indicato la retta via. Questa anticipa

in terra la vera e unica “città” dell’umanità, quella “di Dio” nei cieli; è costituita dai cristiani e dalla chiesa,

ma neppure essa è in grado di realizzare completamente la città di Dio, perché la vera patria dell’umanità

non può essere di questo mondo e non può appartenere al tempo.

Dell’una e dell’altra Agostino narra l’inizio e la fine, per giungere alla conclusione che, con il giudizio

universale, avverrà la completa separazione delle due “civitates”, quella di Dio sarà salva per l’eternità,

quella terrena sarà dannata.

Storia dell’arte:

Ippodamo da Mileto (V sec. a.C.) fu un grande architetto e urbanista greco. Ideò lo schema ippodameo, l'

impostazione urbanistica tipica delle città greche, che si diffuse poi in tutto il Mediterraneo, caratterizzando

anche le città fondate dai Romani. Questo schema si basava su una pianta ortogonale cittadina con assi

perpendicolari fra loro; alcuni detti cardi, (direzione nord-sud) altri detti decumani (direzione est-ovest) che

si incrociavano formando angoli retti, detti "a scacchiera". Si formavano degli isolati rettangolari in cui si

disponevano le case. Le strade secondarie variavano di larghezza da tre a cinque metri, ed erano un

numero più elevato rispetto alle strade principali, che erano larghe da cinque a dieci metri. Le strade minori

erano distanziate più o meno trenta metri l'una dall'altra, le strade maggiori da cento a duecento metri.

Una generale impostazione urbanistica come questa era già stata inventata prima di Ippodamo, ma fu

grazie a lui se essa trovò una teoria corretta e coerente per essere realizzata. Creò progetti urbanistici

basati sul suo schema ippodameo per le città di Mileto, di Priene, Olinto e, forse, per Agrigento, Pompei e

Paestum.

L'Utopia di Ippodamo da Mileto

Ippodamo fu anche un filosofo politico, e la sua aspirazione alla città perfetta consisteva in un centro

abitato creato unendo fattori della società spartana e quella ateniese. Il suo progetto contava un ideale di

diecimila abitanti, spartiti in tre classi sociali: gli artigiani; gli agricoltori; i guerrieri. Lo spazio doveva essere

diviso in tre zone, una dedicata alla venerazione gli dei, una pubblica e una riservata alle proprietà private.

Vi dovevano essere poi terre di proprietà dei contadini e terre adibite all'uso comune. Dei giudici anziani

erano a capo della giustizia e le cariche pubbliche dovevano essere elette dal popolo.

Lo scherma urbano di Ippodamo da Mileto è un fondamento dell'urbanistica di oggi, e ci ha permesso di

progettare nuove città ben strutturate.

Piano Regolatore

Il piano regolatore generale (PRG) è lo strumento di programmazione del territorio. Esso è composto da

zone omogenee contrassegnate dalle lettere A B C D E F

A= centro storico

B= zona di completamento

C= zona di espansione

D= insediamenti produttivi

E= verde agricolo

F= attrezzature di interesse collettivo (parchi, verde attrezzato)

Il PRG si attua con il Piano particolareggiato che è lo strumento nel quale vengono visualizzati: le strade, le

sagome degli edifici, il verde pubblico, le urbanizzazioni secondarie(scuole, asili nido, chiese ecc)

Infine l’ultimo strumento attuativo del piano regolatore è la concessione edilizia. Il piano regolatore di

pachino, adottato nel 1984, approvato nell’88, è scaduto nel 98 (dura 10 anni). A tutt’oggi la revisione del

piano regolatore obbligatoria non è avvenuta. Pachino opera con uno strumento urbanistico obsoleto e non

riesce a programmare il nuovo piano. Da qui diventa un’ utopia anche la programmazione urbanistica e

aiuta l’abusivismo edilizio.

Il piano del colore

Esso è un elaborato contenuto nel piano particolareggiato dei centri storici o del piano di recupero dei

centri storici(aree vincolate). E’ lo strumento caratterizzante del recupero delle tradizioni costruttive di una

collettività. la sua elaborazione consiste: nella ricerca storica di ogni singolo monumento o costruzione,

nella ricerca di tutti quegli elementi caratterizzanti delle murature ed infine nella riproduzione originaria

delle coloriture che sono tipiche di ogni zona del territorio. Si pensi che alcuni centri storici hanno come

colore predominante il giallo ocra ad esempio, altri il rosa antico e così via.

La policromia tipica delle aree di espansione diventa dispersiva e non caratterizzante, al contrario un centro

storico monocromatico diventa omogeneo e caratterizzante. Il piano del colore è stato brillantemente

sperimentato solo in alcune città d’Italia ( Firenze, Roma, Siena ecc), in Sicilia esempi importanti di piano

del colore non se ne conoscono; quasi sempre esso si identifica con le scelte di qualche sovrintendente che

autonomamente stabilisce il colore di un determinato centro storico. Tale imposizione nel tessuto urbano,

se da una parte rende omogeneo parte del nucleo abitato, dall’altra parte non lo caratterizza in quanto non

è basato su ricerche scientifiche tipiche del piano del colore. A pachino non si è riusciti a stabilire un’unica

coloritura per i centri storici poichè spesso i cittadini non rispettano nessuna regola, da qui ne deriva che il

piano del colore a Pachino diventa un’ utopia.

Italiano:

La tematica dell’utopia la si può intravedere anche da un punto di vista prettamente letterario ed è

possibile analizzarla tramite il futurismo italiano, movimento letterario che si sviluppò dal 1909 fino

all’inizio della seconda guerra mondiale.

Al 1909 risale infatti la pubblicazione a Parigi da parte di Marinetti del “Manifesto del Futurismo”, dal quale

è possibile capire gli scopi che si proponeva questa corrente.

E’ un movimento aggressivo, affascinato dalla velocità, dalla “guerra – sola igiene del mondo - il

militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore del liberatori, le belle idee per cui si muore e il disprezzo

della donna.”

Vi è inoltre il rifiuto d’ogni aspetto del passato : “Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le

accademie d’ogni specie”, è necessario pertanto elaborare uno stile libero ed un pensiero nuovo.

Vi è quindi un nuovo stile, in cui ovviamente non vi è alcun elemento proveniente dalla cultura classica o

ottocentesca, ma anzi vi è una totale rielaborazione caratterizzata dall’uso delle “parole in libertà”, ovvero

nella mancanza di qualsiasi legame sintattico – grammaticale fra loro.

La giustificazione della guerra, da parte dei futuristi, è perché è l’unico modo per cancellare il passato e

costruire un nuovo mondo.

I futuristi, infatti, furono tutti interventisti all’inizio della prima guerra mondiale, e successivamente fu un

movimento fortemente legato al fascismo.

Ma la glorificazione della guerra fu ben presto un illusione che disperse, durante e dopo la prima guerra

mondiale, molti degli intellettuali e dei letterati che fino a prima avevano dato pieno appoggio a questo

movimento.

La conoscenza e il vivere in prima persona gli orrori che provoca la guerra, d’altronde, ha avuto effetti

shockanti su di loro.

Anche il dopoguerra, caratterizzato da un periodo difficile e doloroso, che apriva un futuro non facile ma

anzi totalmente ignoto, fu un'altra delle cause per la morte del movimento.

Inglese:

An anti-utopia is the reverse of a conventional utopia. Its aim is to promote the creation of a better society

by presentino a negative society as hideous. An anti-utopian novel tends also to exaggerate tendencies

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