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Utopia e distopia, tesina
Arte - Il Neoclassicismo Utopistico (Boullèe - Ledoux)
Inglese - Dystopian Novel - George Orwell
Storia - Socialismo Utopico e Totalitarsmi
Filosofia - Karl Marx
I
l movimento artistico noto come Neoclassicismo si sviluppò tra la
seconda metà del settecento e i primi decenni dell’ottocento e rispecchiò
al meglio gli ideali dell’Illuminismo, che proprio in quegli anni si stava
diffondendo in tutta Europa.
Il neoclassicismo, che coinvolse diversi settori dell’arte, dall’architettura
all’urbanistica, si interessò notevolmente all’arte antica poiché,
rifacendosi al pensiero dell’illuminista Rousseau, il mondo antico veniva
considerato incorrotto e per questo esempio di moralità, virtù e di una
Johann
civiltà perfetta. Uno dei maggiori esponenti del Neoclassicismo fu
Joachim Winckelmann (1717-1768), col iniziò lo studio delle antichità
greche e la ricerca archeologica, che aveva acquisito molta importanza
dopo il ritrovamento della città di Pompei. Il movimento neoclassico si
diffuse rapidamente in tutta Europa e in particolare in Francia assunse
caratteristiche tipicamente visionarie e utopiche. Gli architetti che
rappresentano al meglio questa filone utopistico sono certamente
Etienne-Louis Boullèè Claude-NicolasLedoux
(1728-99) e (1836-1906).
Etienne-Louis Boullée era figlio di Claude Louis, architetto del re. Dopo
aver iniziato gli studi di pittura fu costretto dal padre ad intraprendere la
professione di architetto. Nel 1746 divenne insegnante alla parigina
“École Nationale des Ponts et Chaussées” . A partire dal 1780 progettò le
sue invenzioni più spettacolari, del 1784-1785 è il progetto della
Biblioteca reale, un monumento al sapere piuttosto che un luogo
funzionale allo studio. Allo stesso periodo risale anche il progetto per il
Cenotafio , un mausoleo dedicato a Newton, studiato a forma di sfera
come omaggio al grande genio della cosmologia.
Questi progetti rimasero tali e non trovarono mai realizzazione, restando
di fatto progetti Utopici. In particolare il progetto del Cenotafio di
Newton prevedeva la costruzione di un’immensa sfera alta oltre 150 metri
appoggiata su una base cilindrica a gradoni su cui erano collocate file di
cipressi. All’interno la sfera doveva essere cava; con al soffitto appeso un
gigantesco astrolabio sferico (sfera armillare) che rappresenta il modello
della sfera celeste inventato da Erastotene nel 255 a.c. A terra doveva
Utopia e distopia
L’utopia nell’arte - Il Neoclassicismo utopistico
situarsi il sarcofago. Il progetto del Cenotafio rappresenta al meglio il
pensiero architettonico di Boullèè basato sull’essenzialità delle forme
geometriche assolute. Lo scopo del progetto era quindi quello di
generare nell'osservatore sensazioni cosmiche davanti ad uno spazio che
doveva riprodurre l'immensità dell'universo. Il progetto con il suo
gigantismo e le sue forme geometriche elementari in cui confluiscono gli
ideali dell'Illuminismo voleva essere un omaggio a una delle personalità
scientifiche più importanti del settecento, Newton.
In uno dei suoi scritti Boullèè dichiarò infatti:
“O Newton! Se con l'estensione dei tuoi lumi e il sublime tuo genio hai
definito la figura della terra, io ho concepito il progetto di avvolgerti nella
tua stessa scoperta!”
Altra progetto utopistico importante di Boulleé fu il “Monumento per i
tributi all’essere supremo” realizzato nel 1794, subito dopo l’annuncio
della fondazione da parte di Robespierre del “Culto dell’essere
de l’Etre supreme)
supremo” (Culte Ciò concepiva una divinità che non
interagisce con il mondo naturale e non interviene nelle faccende terrene
degli uomini. Boulleé fu entusiasta nel creare un edificio per la
venerazione di tale essere. Affermò infatti che creare un edificio di tale
maestosità avrebbe evocato idee sublimi.
Utopia e distopia
L’utopia nell’arte - Il Neoclassicismo utopistico
Il monumento diventa una metafora per la natura divina dell’Essere
Supremo; Boulleé stesso disse che questo posto bellissimo sarebbe stato
immagine della bontà dell’Essere supremo: “avrebbe riempito i nostri
cuori con un senso di gioia e sarebbe stato per noi un vero paradiso in
terra”.
Claude-Nicolas Ledoux fu uno dei principali architetti francesi di fine
700. Ledoux progettò un'intera città impostata su un anello ellittico il cui
perimetro era formato da due serie concentriche di edifici: l'interno
riservato agli uffici amministrativi, l'esterno ad edifici per attrezzature,
residenze di vario tipo, tra cui un ospizio, un mercato e un cimitero; e
strutture a carattere pubblico: il Palazzo della Concordia, la Casa
dell'Unione, il Tempio della Memoria, la Casa della Vita Comune, la Casa
dell'Educazione. Infine l'asse sul diametro minore veniva a coincidere
con la casa del direttore e con le officine. I lavori iniziati nel 1775 , per
ideale",
questa moderna "città non vennero mai portati a termine,
interrompendosi nel 1779 a causa della rivoluzione francese . I pochi
edifici realizzati mostrano l'impiego di forme semplici ma imponenti,
mentre la decorazione si ispira a motivi arcaici come nel portico di
accesso, scavato in modo tale da emulare la roccia naturale
Ledoux attraverso il progetto di questa città volle presentare
un’allegoria: attraverso rappresentazioni figurative (gli edifici) incarnava
riflessioni sociali filosofiche e morali. modello di una nuova organizzazione
Quello che realizza per Chaux è il
sociale e urbana, emerge una visione dell'architettura come strumento di
una riforma sociale egualitaria. La forma degli edifici indicata l’attività
che viene svolta al loro interno. Ledoux giunse ad un linguaggio
semplificato ed innovatore indirizzato, così come fu per Boullèè, verso
forme pure come sfere, piramidi e cubi. Tutto ciò porta alla creazione di
parlante”,
una vera e propria “architettura simbolica, in grado di
comunicare la propria funzione civile. La forma della città è il simbolo
stesso della comunità, edificata intorno ad un centro comune. Quello
che era intenzionato a creare Ledoux era “un mondo isolato dal mondo
stesso”, un’utopia.
Utopia e distopia
Le utopie nella storia
L e utopie non hanno influenzato solamente l’arte, ma hanno altresì
segnato la storia e la filosofia. E’ importante citare in questo contesto il
Utopico”,
cosìdetto “socialismo corrente del pensiero socialista sviluppatasi
tra il XVIII e il XIX secolo in Europa.
I maggiori esponenti di questo movimento furono Saint-Simon, Fourier,
Owen e Proudhon. Questi furono accumunati dall’aver idealizzato società
fondate sulla tutela dei più deboli.
Robert Owen (1771-1858) fu dell’idea che un operaio più contento
lavorasse e producesse di più, per questo motivo migliorò le condizioni
dei lavoratori introducendo scuole serali per gli operai e asili per
Charles Fourier
accudire i loro bambini. (1772-1837) progettò delle
“falanstieri”,
comunità autosufficienti che chiama comunità in cui non era
presente la proprietà privata e in cui gli uomini avrebbero vissuto operosi
Henri De Saint Simon
e felici. Per (1760-1825) era invece necessario dare
il potere, anche politico a coloro che producevano, poiché essi
contribuiscono al progresso dell’umanità, al contrario dei nobili che sono
Pierre-Joseph Proudhon
considerati “oziosi”. Infine (1809-1865) si
schierò apertamente contro la proprietà privata che considerava un
furto; auspicò così una società nella quale l’equa distribuzione dei beni
garantisse l’eguaglianza e la giustizia. Tra questi teorie l’unica che venne
effettivamente realizzata fu quella di Robert Owen in Inghilterra, ma
Karl Marx,
trovò poco supporto. Fu insieme ad Engels, a definire queste
socialismo come utopistico e a criticarlo in quanto vi erano sì alcuni
concetti che sarebbero stati ripresi da Marx stesso, come l'abolizione
della proprietà privata, della famiglia, del contrasto tra città e campagna,
la trasformazione della collettività in amministratrice della produzione,
era però data scarsa importanza ai problemi dell’organizzazione del
proletariato e della lotta di classe, alle strategie necessarie per la
conquista rivoluzionaria del potere. Infatti senza mettere in crisi il
sistema non è possibile realizzare nuove società.
Utopia e distopia
Le utopie nella storia
Il lavoro dei socialisti utopisti fu in
parte apprezzato da Marx poiché per la
prima volta ci si era interessati al
problema delle classi soppresse. Fino ad
allora infatti gli scrittori democratici e
repubblicani si erano interessati
principalmente di trovare forme più
avanzate di governo, disinteressandosi
della questione sociale; invece i
socialisti utopistici si impegnarono per
ad elaborare teorie per garantire agli
uomini la “libertà di vivere”, cioè le
condizioni e i mezzi necessari “per
vivere in una società in cui tutti
avessero le medesime possibilità”.
Le idee formalizzate dagli utopisti
furono di slancio ai due filosofi tedeschi (Marx ed Engels) per arrivare a
formulare la tesi del comunismo. Infatti mentre i socialisti utopisti
avevano costruito dei veri e propri “paradisi terrestri” rifiutando
l’industrializzazione e la fabbrica capitalistica, protagonista dello
sfruttamento sociale, i due giovani critici vollero mantenere la fabbrica al
centro del sistema moderno di produzione e penetrando la dinamica di
quest’ultimo scoprirono che l’iniquità del sistema era insita nelle leggi
che regolano la produzione capitalistica: l’imprenditore deve
necessariamente produrre sempre di più, e sempre a minor prezzo, se
vuole battere la concorrenza e acquistare nuovi mercati; perciò deve
essere “iniquo” con gli operai. E’ quindi necessario per Marx che il
comunismo prenda il posto del capitalismo; questo passaggio non avverrà
certo in modo pacifico, perché nessuna classe rinuncia spontaneamente
al potere. Quindi l’unico modo per prendere il potere sarà con la forza,
con una rivoluzione, in cui tutti i proletari del mondo dovranno essere
uniti. Con la frase “proletari di tutto il mondo, unitevi!” si chiude il
“Manifesto del partito comunista” del 1848.
Utopia e distopia
L’anti-utopia, la degenerazione Stalinista del Marxismo
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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