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Sintesi
storia- propaganda guerra fredda
inglese- 1984 Orwell
Arte - magritte
Filosofia- freud
Estratto del documento

La propaganda come strumento di manipolazione di massa.

Il metodo più utilizzato per condizionare le masse fu quello della propaganda, ossia

quell’atto di fornire informazioni al fine di indurre specifiche idee a chi ne è soggetto.

Subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, le grandi

potenze Usa e Urss compresero che le masse umane non potevano

essere dominate con i mezzi impiegati nei secoli precedenti, non

era più possibile far credere alla folla che l'obbedienza fosse una

virtù superiore, voluta da Dio. La folla non credeva più alla natura

divina del potere, né alla provvidenziale funzione delle classi

sociali: nessun governo poteva più sentirsi a sufficienza sorretto e

tutelato da quell'insieme di dogmi, teorie e tradizioni millenarie

che giustificavano l'autorità e conservavano la sottomissione.

I governanti compresero quindi che era necessario raggiungere gli stessi fini con altri

strumenti. Occorreva agire sugli individui a loro insaputa, scavalcando le opinioni e le

certezze delle persone per raggiungere il nucleo profondo della loro mente, per intaccare la

loro volontà conscia, ed insinuarsi nella sorgente stessa delle idee ( Forme di controllo

mentale). Il 4 aprile 1951, il presidente statunitense Truman istituì lo Psychological Strategy

Board (PSB), il primo organismo statale destinato a pianificare, coordinare e condurre

operazioni di controllo psicologico di massa. Uno dei componenti del PSB affermò: "La

minoranza ha scoperto da un pezzo il modo per influenzare la maggioranza. I moderni

strumenti della tecnica propagandistica sono talmente efficaci che gli uomini sui quali

viene condotto l'attacco propagandistico sono simili ad un aviatore notturno che entri nel

raggio di potenti riflettori. Com’è noto, va sempre a finire che l'aviatore viene accecato e

vinto". I primi manipolatori psicologici compresero che

quando si vuole agire su una grande quantità di

soggetti, bisogna "trasformare la realtà". Il modo più

efficace e rapido per cambiare la realtà a nostro

piacimento è cambiare le parole con cui descriviamo la

realtà. 3

Ai governanti, in piena Guerra Fredda, serviva che la popolazione fosse pronta ad affrontare

la guerra, una guerra che poteva essere la più atroce di ogni altra.

Questo tipo di operazioni psicologiche designano un insieme molto ampio di attività,

andando dalla propaganda radiodiffusa alla tortura. La guerra psicologica impiega qualsiasi

arma in grado di influenzare la volontà del nemico, queste sono considerate psicologiche

solamente per l’effetto che producono e non in ragione della natura delle armi stesse.

Durante una guerra psicologica, la propaganda palese (bianca), segreta (nera), o grigia

(sabotaggio, operazioni speciali, guerriglia, spionaggio, pressioni politiche, culturali,

economiche e razziali) sono considerate utilizzabili.

Allo scopo di realizzare questo programma di “guerra psicologica”, i servizi segreti

reclutarono degli specialisti di scienze del comportamento in grado di inventare la

propaganda bianca, “semplice, chiara e rinnovata”, e la propaganda nera, destinata a

provocare nel campo dell’avversario “problemi, confusione, terrore”.

Il progetto Troy:

Il Progetto «Troy» consisteva nel mobilitare ricercatori per definire i differenti mezzi

disponibili per diffondere la propaganda Statunitense. L'obiettivo era di rinforzare il

dispositivo “Voce dell’America” (VOA), una rete di radiodiffusioni creata dal Servizio

Informazioni Internazionali (IIS).

La VOA era una operazione di propaganda bianca; il suo ruolo era di fare promozione agli

Stati Uniti (Democrazia, “American way of life” e Libertà erano i principali motivi di

discussione della VOA).

Inizialmente, il Progetto « Troy » doveva essere centrato sulle radiodiffusioni e su lanci di

volantini con palloni sonda. Andando oltre gli obiettivi loro assegnati dai loro mecenati -

Marina e Aviazione militari, e probabilmente la CIA -, gli esperti proponevano di percorrere

altri canali per la propaganda bianca: scambi universitari, pubblicazione di libri […] facendo

notare che l’informazione poteva propagarsi semplicemente con l’intermediazione di

giornali professionali e altre pubblicazioni commerciali e industriali.

I membri del Progetto « Troy » raccomandavano la centralizzazione delle operazioni della

propaganda.

Truman istituiva lo Psychological Strategy Board, la Commissione per le Strategie

Psicologiche, che intensificava gli studi sulla “società sovietica” con un programma di

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colloqui e relazioni con i dissidenti, e favoriva la creazione del CENIS, Centro per gli Studi

Internazionali.

Il progetto Camelot

Un’altra rappresentazione della “guerra psicologica” fu il progetto “Camelot” consisteva,

negli anni Sessanta, nel produrre modelli di processi nazionali rivoluzionari nei paesi del

Terzo Mondo, in modo da guidare le operazioni di contro-rivoluzione.

Lo studio dei sistemi di comunicazione dei paesi sotto dominazione dell’Unione Sovietica o

suscettibili di essere conquistati dai gruppi comunisti permetteva di raccogliere delle

informazioni immediatamente utilizzabili dagli strateghi dell’Esercito, come pure indicazioni

talvolta molto precise sulle modalità della diffusione della propaganda “bianca” e sui metodi

“neri” della diffusione del terrore.

Le scienze della comunicazione quindi, concepite come mezzi di sorveglianza e di

coercizione, hanno una vocazione puramente strumentalizzante.

The American Way Of Life: American way of life ("Stile di

vita statunitense"), è un termine

che fa riferimento all’ethos

nazionalista proprio degli Stati

Uniti, che intende aderire ai

principi di Vita, libertà e ricerca

della felicità. In realtà non si

potrebbe parlare di uno stile di vita

statunitense più di quanto non si

possa parlare di uno stile di una

qualunque altra nazione. Tuttavia, l'esportazione del modello culturale statunitense al di fuori

dei confini nazionali ha fatto sì che questo concetto sia più popolare di altri. È possibile far

rientrare sotto la definizione di “American way of life” qualsiasi aspetto della cultura, degli

usi e dei costumi del popolo statunitense, nonché le caratteristiche dell'organizzazione

sociale e statale (sanità, educazione, ecc).

Durante la Guerra Fredda, l'espressione era comunemente usata dalla propaganda per

evidenziare le differenze negli standard di vita delle popolazioni degli Stati Uniti e

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dell'Unione Sovietica (guerra ideologica). A quel tempo, la cultura popolare americana aveva

ampiamente abbracciato l'idea che chiunque, indipendentemente dalle circostanze della sua

nascita, avrebbe potuto aumentare significativamente il suo tenore di vita attraverso la

determinazione, il duro lavoro, e la capacità naturale. Questo concetto politicamente ha preso

la forma di una fede nella superiorità di una libera democrazia, fondata su un’espansione

produttiva ed economica senza limiti.

Nel 1955, Will Herberg con il suo libro “Protestantesimo, cattolicesimo e giudaismo” identifica

politicamente l' ”American Way of Life”, come un composto di democrazia e religione comune

della società americana: «Lo stile di vita americano è individualista, dinamico,

pragmatico. Esso afferma il valore supremo e la dignità

della persona, ma sottolinea incessante l'attività da parte

sua, perché non è mai a riposo, ma cerca sempre di

"andare avanti", e definisce l'etica della fiducia in sè

stessi, il merito, e il carattere , e la realizzazione: fatti, non

credo sono ciò che contano. L’"American Way of Life" è umanitaria,

"guarda avanti", ottimista. Gli americani facilmente sono le persone più

generose e filantropiche del mondo, in termini di pronta risposta e senza

riserve alla sofferenza ovunque sul globo. L'americano crede nel

progresso, nell’auto-miglioramento, ed è abbastanza fanatico in materia

d’istruzione. Ma soprattutto, l'americano è idealista. Gli americani non

possono continuare a fare soldi o raggiungere il successo mondano

semplicemente in base ai propri meriti; queste cose materialistiche

devono, nella mentalità americana, essere giustificate in termini

"superiori", in termini di "servizio" o "gestione" o "benessere generale "... E perché sono

così idealistiche, che gli americani tendono a essere moralisti, ma sono inclini a vedere tutte le

questioni come questioni della morale chiare e semplici, in bianco e nero».

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Tecniche manipolatorie della propaganda:

 Principio della semplificazione e del nemico unico: è necessario adottare una sola idea, un

unico simbolo, e soprattutto, identificare l’avversario in un nemico, nell’unico responsabile di

tutti i mali.

 Principio del metodo del contagio: riunire diversi avversari in una sola categoria o in un solo

individuo.

 Principio della trasposizione: caricare sull’avversario i propri errori e difetti, rispondendo

all’attacco con l’attacco.

 Principio dell’esagerazione e del travisamento: trasformare qualunque aneddoto, per

piccolo che sia, in minaccia grave.

 Principio della volgarizzazione: tutta la propaganda deve essere popolare, adattando il suo

livello al meno intelligente degli individui ai quali va diretta. Quanto più è grande la massa da

convincere, più piccolo deve essere lo sforzo mentale da realizzare. La capacità ricettiva delle

masse è limitata e la loro comprensione media scarsa, così come la loro memoria.

 Principio di orchestrazione: la propaganda deve limitarsi a un piccolo numero di idee e

ripeterle instancabilmente, presentarle sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo sempre

sullo stesso concetto. Senza dubbi o incertezze.

...“Una menzogna ripetuta all’infinito diventa verità”.

...“La retorica, dunque, a quanto pare, è artefice di quella persuasione che induce a credere

ma che non insegna nulla intorno al giusto e all’ingiusto”. Platone

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Big Brother is Watching You.

George Orwell (1903-1950) is best known for his “dystopian novels”.

He was influenced by Dickens in the choice of using a realistic language, dealing with social

themes and illustrating the degradation of society; however he pushed to the extreme the

nightmarish description of people living in a frustrating and alienating society to become the

master of the dystopian literary genre.

Unlike a utopian novel, in which the writer aims to portray a perfect human society, a dystopian

novel works in the exact opposite direction: it shows the worst human society imaginable, in an

effort to convince the readers to avoid wrong behaviours that might lead toward such social

degradation. In 1949, at the dawn of the nuclear age and before the television had become a must

in the family home, Orwell presented a vision of a post-atomic dictatorship in which every

individual would be monitored ceaselessly by means of the telescreen. th

The reasons why dystopian fiction was successful in the first part of the 20 century are

essentially two: the first is that in those years totalitarianism was present in several countries

(Francisco Franco in Spain, Hitler in Germany, Mussolini in Italy, Stalin in the USSR) and some

writers wanted to show its dangers; the second is that science and technology had developed so

much that they seemed a threat to mankind. Therefore dystopian novels dealt with either political

tyranny (as in Nineteen Eighty-Four by George Orwell) or the risk of a misuse of scientific and

technological progress (as in Brave New World by Aldous Huxley)

Indeed, the artist, according to Orwell, had a social function: to inform, reveal facts and draw a

conclusion for them.

Nineteen Eighty-Four, written by Orwell in 1949, is the most original dystopian novel.

The story is set in Airstrip One, a province of Oceania, one

of the three world’s superstates, and it deals with the story

of the power of a big totalitarianism and the life under it.

Every aspect of the individual’s life is controlled by the eye

of the state. The novel is divided into three parts: the introduction of the protagonist (Winston

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