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Storia: la medicalizzazione della follia (Franco Basaglia); il manicomio
Diritto: la legge 180; Art.3 della Costituzione; Art.32 della Costituzione
Scienze sociali: il DSM IV; Oliver Sacks (L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello); il contributo dell'etnopsichiatria
Italiano: Paulo Coelho (Veronika decide di morire); l'esperienza di Paulo Coelho in manicomio
Spagnolo: Leopoldo Maria Panero (Poemas del manicomio de Mondragón) ; entrevista a Leopoldo Maria Panero
Matematica: "I gemelli"
psichiatria, riconosceva il potere sovrano del direttore del
manicomio, regolamentava le condizioni per l’ammissione (
ricovero coatto) e la dimissione dei pazienti e soprattutto
sanciva il legame tra malattia mentale e pericolosità.
Nel periodo fascista si affermarono pratiche terapeutiche come
la malarioterapia, l'insulinoterapia e l’elettroshock, affiancate da
quelle convulsivanti e chirurgiche (lobotomia transorbitale).
Quest'ultime contribuirono a rendere il manicomio più simile ad
un ospedale (es. sale operatorie) e far mutare la sua
denominazione in ospedale psichiatrico.
L'entrata in vigore della Costituzione repubblicana (1948), la
quale affermava il principio di libertà, segnò il futuro tramonto
della legge del 1904 di Giolitti la quale violava appunto
quest'ultimo principio. Inoltre con la scoperta di un farmaco
tranquillante (cloropromazina) venne meno la funzione di
prevenzione criminale del manicomio, il quale vide diminuire i
degenti al suo interno.
3.2 Il contributo di Franco Basaglia
Negli anni Sessanta del Novecento per la prima volta in Italia, a
Gorizia, vengono condotte delle esperienze anti-istituzionali
nell'ambito della cura dei malati di mente grazie al contributo
dello psichiatra Franco Basaglia (1924-1980), ispiratosi
all'indirizzo antipsichiatrico nato negli Stati Uniti per mezzo
dell'apporto dello studioso Erving Goffman.
Basaglia denunciò all’opinione pubblica ciò che succedeva nei
manicomi, dove i malati erano immobilizzati, legati alle panchine
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del parco e puniti con l’elettroshock e si impegnò affinché si
potesse trasferire il modello della comunità terapeutica
all'interno dell'ospedale. Si eliminarono tutti i tipi di
contenzione fisica e le terapie elettroconvulsivanti
(elettroshock) e vennero aperti i cancelli dei reparti. Non si
adottarono più solo terapie farmacologiche, ma si puntò
soprattutto sul rinnovamento dei rapporti umani tra il paziente,
il personale e la famiglia . L'intento principale di Basaglia fu
quello di umanizzare l'approccio al disagio mentale ponendo al
centro la persona e l'ambiente nel quale è vissuta, anziché la
malattia. Il fine ultimo della sua attività era quello di eliminare
l'istituzione manicomiale sostituendola con un'alternativa che
inserisse le persone affette da malattie mentali nella società, lo
attestano la sua esperienza all'Ospedale Psichiatrico di Trieste,
chiuso per mano sua il 24 gennaio 1977, e la creazione del testo
della legge 180 del 1978 alla quale ci si riferisce spesso con il
nome dello stesso Basaglia.
3.3 Che cos'è il manicomio: Autobiografia di un ex
ricoverato nel manicomio di Collegno
La mattina mi portarono in reparto dove vidi una macchina su un
carrello e mi dissero che dovevo mettermi sul Letto così si
avvicinarono due infermieri e mi misero una gomma in bocca poi
delle cuffie sulle tempie e venne il medico e mi diedero della
corrente. Non potete immaginare quanto Male possa fare.
Quando fu finito stavo per andare via quando Lui mi richiamò
indietro e mi fece tirare giù i vestiti così vidi A mettermi quei due
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pulsanti sulla parte genitale e a premere. Per me fu la fine di tutto e
il male che sentivo non potrò mai dimenticarlo.
Questa tortura così crudele continuò per parecchie mattine. Ricordo
benissimo che quando veniva le ore 9 per me era un grande
tormento. La paura era tanta che tutte Le volte dovevo andare fuori
per poter Liberarmi dal vomito.
Infondo perché ci dovevano torturare così come se fossimo degli
schiavi. Tutte le volte che mi trovavo di fronte A lui mi inginocchiavo
per chiedere pietà e Lui non faceva una mossa. Quando ero sul letto
incominciava a premere quel bottone io chiedevo pietà e Lui diceva
che non eravamo in un Asilo fantile e che questo mi facieva Lo
facieva solo per darmi un esempio.
Quando tutto era finito non potevo nemmeno camminare dal dolore
e non vedevo Lora di poter un giorno finire. Perfino alla notte
sognavo quello che mi doveva succedere da un Maniaco senza cuore
perché lui lo faceva non solo ai giovani ma anche ai vecchi.
Infondo perché torturarci così. Cosa avevamo fatto. Anche se siamo
malati ci va un po di pietà. Voi non potete sapere quanto possa far
male e rovinare una persona per tutta la vita. Solo a sentir parlare di
quello io venivo Bianco e stavo male...
Autobiografia di un ex ricoverato nel manicomio di Collegno (*)
4. DIRITTO:
4.1 Legge 180
La legge 180 contiene alcune norme fondamentali che rendono
gli accertamenti e i trattamenti sanitari volontari. Il ricorso ad
accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori (TSO) può essere
disposto dall'autorità sanitaria, nel rispetto della dignità delle
persona e dei diritti civili e politici garantiti dalla Costituzione,
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solo nel caso della presenza di gravi alterazioni psichiche,
dell'assoluta impossibilità di avere il consenso del paziente e
dell'impossibilità di ricorrere a misure alternative al ricovero.
Le norme che regolano il trattamento obbligatorio sono molto
attente a garantire i diritti del malato: chiunque sia sottoposto
ad un TSO può proporre al tribunale competente un ricorso
contro il ricovero stesso e qualunque cittadino può rivolgere una
richiesta di modifica del TSO al Sindaco che deve rispondere
entro il termine di dieci giorni.
La legge prevede che gli interventi di prevenzione, cura e
riabilitazione relativi alle malattie mentali siano, di norma,
attuati dai servizi e presidi psichiatrici extraospedalieri. É
previsto, inoltre, il trasferimento alle regioni delle funzioni in
materia d'assistenza ospedaliera psichiatrica. Alle regioni sono
delegati i compiti di programmare e coordinare l'organizzazione
dei presidi e dei servizi psichiatrici e di igiene mentale con le
altre strutture esistenti nel territorio, per attuare il graduale
superamento degli ospedali psichiatrici.
4.2 Articolo 3 della Costituzione
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti
alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e
l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
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4.3 Articolo 32 della Costituzione
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure
gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento
sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in
nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona
umana.
5. SCIENZE SOCIALI:
5.1 Il DSM IV
Uno dei sistemi oggi più utilizzato nella classificazione dei
disturbi mentali è quello dell'associazione psichiatrica americana
(American Psychiatric Association , APA) pubblicato con il nome
di Diagnostical and Statistical Manual of Mental Disorders
(Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), noto con
la sigla DSM. La prima versione risale al 1952 (DSM-I). Da allora
vi sono state ulteriori edizioni: nel 1968 (DSM-II),
nel 1980 (DSM-III), nel 1995 (DSM-IV), insieme a diverse versioni
intermedie. Il DSM-V è in fase di pianificazione, e dovrebbe
essere pubblicato nel 2013. Nel corso degli anni il manuale è
stato migliorato ed arricchito con riferimenti allo sviluppo
attuale della ricerca psicologica in numerosi campi, ma anche
con nuove definizioni di disturbi mentali: la sua edizione più
recente classifica un numero di disturbi mentali pari a tre volte
quello della prima edizione.
In generale esso consiste in una classificazione:
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• nosografica: i quadri sintomatologici sono descritti a
prescindere dal vissuto del singolo, e sono valutati in base
a casistiche frequenziali;
• ateorica: non si basa su nessun tipo di approccio teorico,
né comportamentista, né cognitivista, né psicoanalitico,
né gestaltico, ecc. ;
• assiale: raggruppa i disturbi su 5 assi, al fine di
semplificare e indicare una diagnosi standardizzata;
• su basi statistiche: si rivolge ad esse in quanto
il sintomo acquista valore come dato frequenziale.
Il DSM IV fornisce una descrizione del paziente secondo cinque
diversi campi di informazione (assi), in modo da consentire allo
specialista di considerare tutti gli aspetti del paziente e di
pianificare un lavoro che tenga conto di tutti i fattori che
influiscono sul rapporto con l'ambiente.
L'Asse 1 riguarda i disturbi clinici, caratterizzati dalla proprietà di
essere temporanei o comunque non "strutturali" e altre
alterazioni che possono essere oggetto di attenzione clinica: lo
psichiatra cerca la presenza di disturbi clinici che possono essere
riconducibili non solo al cervello e al sistema nervoso, ma anche
a qualsiasi condizione clinica significativa che il soggetto può
avere (per esempio valuterà se il soggetto è sieropositivo,
malato cronico, etc.); l'Asse 2 i disturbi della personalità e il
ritardo mentale, ovvero disturbi stabili, strutturali e difficilmente
restituibili ad una condizione "pre-morbosa"; generalmente, ma
non necessariamente, si accompagnano a un disturbo di Asse I,
cui fanno da contesto; l'Asse 3 le condizioni mediche generali;
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l'Asse 4 i problemi psicologici, sociali e ambientali che
contribuiscono al disordine e, infine, l'Asse 5 che consiste in una
valutazione globale del funzionamento (VGF) della persona.
L'obiettivo degli autori del DSM è di rendere le diagnosi
attendibili, in quanto numerosi studi hanno dimostrato che gli
psichiatri possono dare valutazioni diagnostiche differenti di uno
stesso individuo e che addirittura il medesimo medico a distanza
di tempo può esprimere un parere diseguale.
Perciò i criteri seguiti nelle descrizioni cliniche sono: la scelta di
un linguaggio chiaro e la formulazione di descrizioni analitiche e
dettagliate dei comportamenti attribuibili alle varie patologie.
Infatti per ogni tipo di disturbo mentale il DSM IV riporta:
1. le caratteristiche diagnostiche;
2. le manifestazioni e i disturbi associati;
3. altre caratteristiche collegabili alla cultura, all'età e al sesso
del paziente;
4. il decorso della patologia, la familiarità e i criteri per
differenziarlo da patologie simili.
5.2 O. Sacks, L'uomo che scambiò sua moglie per un
cappello
Oliver Sacks è nato a Londra il 9 luglio 1933. Dopo aver
conseguito la laurea in medicina alla St. Paul’s School di Londra e
la specializzazione in neurologia al Queen’s College di Oxford si è
trasferito a New York, dove si è dedicato al lavoro clinico,
occupandosi soprattutto di pazienti sofferenti di emicrania
cronica e di parkinsonismo postencefalico. Membro dal 1974
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dell’Associazione Gilles de la Tourette, ha lavorato fino al 1992,
prima come assistente, poi come professore di neurologia clinica
presso l’Albert Einstein College of Medicine di New York.
Sacks ha approfondito un genere letterario - quello delle storie
cliniche - risalente alla tradizione del XIX secolo. Il suo esempio
preferito di questo genere è La mente del mnemonista (Viaggio
nella mente di un uomo che non dimenticava nulla) di Aleksandr
Lurija.
Infatti, nei suoi libri, Sacks descrive i casi clinici concentrandosi
non soltanto sulle descrizioni scientifiche delle patologie ma
anche e preferenzialmente sull'esperienza personale dei
pazienti. Molti dei casi che racconta sono incurabili, ed il tema
principale del racconto è quello dei diversi modi in cui le
persone si adattano alle loro diverse disabilità. Nell'ottica
dell'autore, tuttavia, l'adattamento non è passivo e giunge a
modificare sostanzialmente la stessa base patologica. Infatti egli
postula l'unità olistica delle strutture nervose (devono essere
studiate in quanto totalità organizzate e non come semplice
somma di parti), per cui una funzione danneggiata collocata in
una certa area, può essere vicariata e in parte corretta dall'uso
sinergico di altre aree. Tipico il caso dell'afasico che riesce a
parlare cantando o del discinetico (movimento anormale e
involontario dei muscoli del corpo, dovuto ad alterazioni del