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Sintesi
Italiano: il Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti, all'automibili da corsa;
Storia: guerra fredda, terza rivoluzione Industriale, globalizzazione;
Tecnologia delle costruzioni: High-tech, Hearst tower, Norman Foster;
Costruzioni: classificazione dei ponti;
Topografia: le strade;
Estimo: espropriazione per pubblica utilità;
Ed. fisica: il rally.
Estratto del documento

suggestionato dalle mode o dallo scandalo più che dalla qualità autentica. Ciò

che l’industria culturale concepisce per i suoi utenti è qualcosa di

convenzionale, prodotto in serie e con le stesse tematiche e linguaggi di ciò

che ha ottenuto precedentemente successo. “Le Avanguardie storiche” si

oppongono a questa mercificazione e riduzione dell’arte a dettami fissi e

stereotipati: non vogliono creare prodotti seriali svuotati della loro vitalità e

respingono l’asservimento ad una industria culturale che degrada, livella e

appiattisce. I poeti e artisti non accettano di essere operai, ma si ergono a veri

e propri intellettuali dotati di unicità. Il loro rifiuto estremo e violento per i

codici culturali correnti li spinge a sperimentare linguaggi mai usati, abitudini

per tutti incomprensibili. Il tutto con un atteggiamento di disprezzo e odio per

le masse.

La visione del mondo futurista

I futuristi prendono il più possibile le distanze dai valori morali, politici e

culturali della mentalità del passato: aboliscono la cultura dei musei, delle

biblioteche e delle accademie andando invece in cerca della vita, del

movimento e dell’azione.

Non soltanto si invoca a gran voce la bellezza del pericolo e dell’energia: si

passa addirittura dal piano concettuale a quello più specifico, fino a sfociare

nell’esaltazione dell’aggressività e della violenza. Il Futurismo celebra infatti la

lotta e la guerra, gli uomini devono cercare nell’arte qualità come il coraggio e

la ribellione così come nella vita. Nuovo valore del futurista diviene la velocità:

all’ammirazione e studio delle opere antiche è sostituita l’innovativa

valorizzazione della rapidità, che stravolge gli stili di vita degli uomini moderni

e si materializza nel simbolo tipico futurista: l’automobile. Tale veicolo non

appare solamente come segno della velocità, ma anche come oggetto

sensibile, dotato di movimento, energia e pericolo. Racchiude nelle sue quattro

ruote tutti i capisaldi della filosofia del gruppo.

La poetica e lo stile

La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze

ignote. La sintassi appare completamente rivoluzionata: viene abolita la

punteggiatura, l'aggettivo e l'avverbio. L'uso del verbo all'infinito, inoltre, viene

utilizzato per una maggiore sensazione della realtà. Il brano quindi risulterà

ricco di analogie e di immaginazione senza fili, che associano tra loro le

sensazioni visive, uditive, tattili e olfattive. Svanisce la poetica dell' "io"

letterario portando ad una mancanza di soggettività dell'autore. L’idea di

Marinetti è quella di creare un poeta-giornalista il quale vuole trasportarci in

quel momento già vissuto.

Manifesto del Partito politico futurista

Il Partito politico futurista vuole un’Italia libera e forte, non più sottomessa al

suo grande passato: un’Italia fuori tutela, padrone di tutte le sue energie e

proiettata verso il grande avvenire.

Bisogna dare a tutti la volontà di pensare, creare, rinnovare e distruggere in

tutti la volontà di subire, conservare, plagiare.

Ogni cervello deve essere come una tavolozza per colorare ogni più piccolo

atto di vita. Il loro intento è quello di dare una vita non più di pane e di fatica,

né di ozio, bensì una giusta via di mezzo.

Manifesto del Futurismo

I temi fondamentali del Manifesto del Futurismo sono:

- l’amore per il pericolo;

- l’abitudine all’energia;

- il culto per il coraggio e l’audacia;

- la lotta contro il passato;

- l’esaltazione del movimento aggressivo;

- la guerra.

Ha un significato soprattutto ideologico, in quanto enuncia i principi

fondamentali della rivoluzione futurista. Celebra l’esaltazione del progresso

tecnico e scientifico, il bisogno di liberarsi dei limiti. Il Manifesto dona tutto il

suo sostegno verso l'interventismo, il nazionalismo, la guerra, come valori,

come realizzazione dell'uomo nuovo. Anche sul piano artistico il programma

subisce un rovesciamento dei canoni tradizionali: si passa dalla "città-museo"

ad un'"estetica della velocità", che celebra la bellezza della macchina. Si

comprendono allora la lunga catena di immagini analogiche e la

rappresentazione della città e del mondo industriale, delle folle agitate dal

lavoro o dalla sommossa, così come gli innumerevoli rumori e colori delle

capitali moderne e dell’entusiasmo nei cantieri. Lo stesso linguaggio del

manifesto tende a risolversi nell'azione. Il "noi" con cui Marinetti conduce il

discorso collega il suo appello all'autorità del gruppo, quello di una nuova

generazione di poeti, definiti simbolicamente "incendiari".

Filippo Tommaso Marinetti

“Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e

combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà

opportunistica o utilitaria.“ Filippo Tommaso Marinetti

Il movimento ebbe il suo maggior animatore in Filippo Tommaso Marinetti

(1876-1944), poeta e narratore di duplice cultura, italiana e francese. Filippo

nasce il 21 dicembre del 1876 ad Alessandria d'Egitto. Nel 1895 Marinetti si

iscrive ai corsi di legge all'università di Pavia. Termina gli studi a Genova dove

si laurea nel 1899. Nel 1900 decide di dedicarsi completamente

alla letteratura assumendo un ruolo primario nella poesia

romantica e simbolista. Nel 1908 scrive l'ode col titolo “All'automobile da

corsa”. Diventa promotore, scrittore e poeta principale della nuova

avanguardia e la sua attività si lega completamente a quella del movimento

futurista. Poco dopo si arruola come volontario nella Prima Guerra Mondiale.

Sposa Benedetta, una pittrice futurista, dalla quale ha tre figlie. Le sue idee

anarchiche e anticlericali rispecchiano quelle del fascismo, ma è ostile alle leggi

razziali e al nazismo. Si spegne il 2 dicembre 1944 a Bellagio, sul lago di Como.

All’automobili da corsa (1908)

“O montagne dai freschi mantelli turchini!...

O bei fiumi che respirate

beatamente al chiaro di luna!

O tenebrose pianure!... Io vi sorpasso a galoppo!...

Su questo mio mostro impazzito!...” All’automobile da corsa, Marinetti

Il componimento venne scritto originariamente in francese nel 1908. In esso si

trova una tematica cara a Marinetti e in generale ai poeti futuristi: l'esaltazione

della macchina, il brivido della velocità, e l’ebbrezza del pericolo che si

identifica con la libertà assoluta, nel ripudio delle regole della grammatica,

della sintassi, dell’ortografia stessa. Marinetti ricorre a un fitto impasto di

similitudini e all’uso dell’onomatopea.

Nella prima strofa il tema predominante è quello dell’entusiasmo per la

macchina, che è dinamica, libera e potente. Mentre Leopardi avvertiva un

senso di perdizione contemplando un paesaggio, Marinetti si ubriaca di velocità

fino a perdere lucidità per poi fondersi con la macchina stessa: non valuta i

rischi, vuole solo spingere al massimo l’acceleratore e volare, volare verso

l’infinito fino a raggiungere le stelle. Il componimento coinvolge il lettore in un

crescendo sempre più intenso al punto tale da fargli avvertire il ringhio del

motore, il vento folle sul viso e i muscoli che vibrano e si contraggono.

Nelle strofe successive viene ribadito ancora il contrasto tra lento e veloce che

Marinetti esprime mettendo a confronto i mammut, esseri lenti e pesanti. Essa

sorpassa facilmente quelli che furono i simboli del romanticismo, ovvero il

“Chiaro di luna”. La devozione totale del poeta al moderno rovescia i rapporti

tradizionali. La natura viene disprezzata, al punto che la poesia intende

trionfare su di essa.

Nell’ultima strofa il poeta dichiara la sua vittoria: si è staccato con la sua

creatura dal mondo lento e pesante e vola verso la leggerezza. Il punto focale

della poesia si riconosce maggiormente verso la fine. In questa strofa viene

esaltato il rifiuto per una società ancora così statica e monotona per un nuovo

futuro, caratterizzato dalla velocità, dalla tecnologia. Infatti le montagne, i

fiumi, il chiaro di luna e le pianure rappresentano la staticità del mondo di quel

tempo che viene metaforicamente superata dalla macchina da corsa. Oramai

l’automobile è diventata un simbolo delle idee futuriste, un mezzo di trasporto

individuale che procura una sensazione di potenza e di autonomia.

Fondamentalmente ciò che interessa non è più il paesaggio, che si riduce ad un

ombra scura, ma il motore che ruggisce dentro il cofano, i pneumatici che

divorano la strada. L’auto è vista come “dio di una razza d’acciaio”. Dopo tante

lodi alla Luna e all’amore sincero, Marinetti sconvolge la tradizione: sceglie

infatti di esaltare un oggetto freddo e apparentemente inanimato, cui però

riesce a conferire vita e un’aggressività senza eguali.

Guerra Fredda

La guerra fredda indica la contrapposizione che si è venuta a creare alla fine

della Seconda guerra mondiale, tra due blocchi internazionali: il blocco Ovest,

ovvero gli Stati Uniti d'America, gli alleati della NATO (che raggruppava 52

stati) ed i Paesi amici, ed il blocco Est, ovvero l'Unione Sovietica, gli alleati del

Patto di Varsavia ed i Paesi amici. Allo scopo di intensificare i rapporti tra i Paesi

membri si formò il Consiglio d’Europa (1949) e nacquero organismi

sovranazionali come la Ceca (1951), per la produzione del carbone e

dell’acciaio, la Cee, detta anche Mec, per la liberalizzazione dei commerci nel

mercato unico, e l’Euratom, per gli studi sull’energia atomica. Questa

contrapposizione si è sviluppata nel corso degli anni su vari campi: militare,

spaziale, ideologico, psicologico, tecnologico, sportivo.

Alla fine della seconda guerra truppe americane, inglesi, francesi e sovietiche

hanno occupato il suolo tedesco, una parte del quale fu ceduto alla Polonia. Fra

il 1947 e il 1949 USA, Gran Bretagna e Francia hanno unificato le rispettive

zone, mentre nella sua zona l’URSS mirava alla costituzione di una repubblica

tedesca comunista. Nel 1949 si assisteva così alla formazione di due distinte

Germanie: ad ovest veniva costituita la Repubblica Federale Tedesca con

capitale Bonn, mentre ad est si formava la Repubblica Democratica Tedesca

con capitale Berlino. Attorno alle due grandi potenze vincitrici si erano formati

due blocchi di stati. Ad Occidente, Francia e Gran Bretagna erano

economicamente dipendenti dagli USA, che faceva sentire il suo peso su paesi

come l’Italia, da esso liberati. Ad Oriente sorgevano regimi comunisti nei paesi

liberati dall’Armata Rossa. Usciti vittoriosi dalla seconda guerra

mondiale, Unione Sovietica e Stati Uniti costituivano ormai le due maggiori

potenze del mondo. Ma, a causa della diversità dei loro sistemi politici ed

economici, non riuscivano a trovare un accordo. La tensione tra i due blocchi

tuttavia non si è mai trasformata in un conflitto militare diretto, pur restando

forte per circa mezzo secolo. La guerra fredda spinse Usa e Urss a dare vita a

due contrapposte alleanze militari: da un lato il Patto atlantico (Stati Uniti,

Canada e diversi Stati dell’Europa occidentale, aprile 1949) con la sua

organizzazione militare di difesa, la Nato, in funzione anticomunista; dall’altro il

Patto di Varsavia tra i Paesi dell’Est (maggio 1955), in funzione antiamericana.

Il termine “guerra fredda” è stato introdotto nel 1947 dal consigliere

presidenziale Bernard Baruch e dal giornalista Walter Lippmann, per descrivere

il sorgere delle tensioni tra due alleati della seconda guerra mondiale. Il

termine sintetizza in modo efficace la situazione che si stava delineando: in un

pianeta dominato da due potenze, entrambe in lizza per il primato e per

l’egemonia mondiale, e radicalmente contrapposte sul piano ideologico, il

conflitto sembrava inevitabile. Il mondo dove due contendenti avevano

armamenti tali che una guerra avrebbe avuto conseguenze intollerabili anche

per il “vincitore”, il conflitto era impraticabile. Si determinò così una situazione

di “guerra fredda”: guerra, perché la contrapposizione tra i contendenti

sembrava un vero e proprio conflitto e perché all’interno dei paesi coinvolti si

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