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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2009

Titolo: ...la bocca mi baciò tutto tremante..

Autore: Cicala Luana

Descrizione: la tesina tratta il tema del bacio come desiderio e passione che fa tremare gli amanti di tutti i tempi (dal romanticismo al novecento)

Materie trattate: Arte, Spagnolo, Inglese, Francese, Italiano

Area: umanistica

Sommario: Spagnolo, Gustavo Adolfo Bécquer, Rima XXIII, Ineffabilità  del bacio Inglese, Percy Bysshe Shelley, Love's philosophy, Bacio riflesso sugli elementi della natura Francese, Edmond Rostand, Cyrano de Bergerac, Amore impossibile Italiano, Umberto Saba, L'addio, Bacio d'addio come passione

Estratto del documento

Introduzione

bacio

L’argomento da me scelto in questo approfondimento è il .

Gesto tra i più universali del comportamento umano, il bacio è lo scambio

d’affetto più dolce e intimo. Esistono diversi tipi di bacio: il bacio materno, il

bacio tra amanti o il bacio tra amici. Io parlerò in particolare di quel bacio

tanto desiderato tra due amanti; da una parte analizzerò un bacio desiderato

e ricevuto prima di una separazione, il bacio d’addio, dall’altra parlerò del

bacio tanto desiderato e mai ricevuto.

Vi sono molte rappresentazioni in arte e in letteratura.

Francesco Hayez Il bacio

, intitolato ,

Ho scelto di partire dal celebre quadro di

perché è un’opera che mi piace molto e mi ha colpito particolarmente quando

l’ho vista esposta alla pinacoteca di Brera a Milano. Ha catturato la mia

attenzione, in primo luogo perché ritrae due giovani in un atto di estrema

dolcezza e di estremo romanticismo quale il bacio, nel momento in cui i due si

separano. Il bacio rappresenta quindi il congedo tra due amanti e questo

desiderio è appagato.

Il bacio, nel contesto del Romanticismo, è un tema molto trattato in quanto,

in questo periodo, i sentimenti e le emozioni vengono messe in primo piano;

nei seguenti esempi romantici troviamo il bacio inappagato.

Gustavo Adolfo Bécquer

In lingua spagnola ho scelto una poesia di , un poeta

Rimas

tormentato che, nelle sue , esprime il desiderio di un bacio quasi

ineffabile. Percy

Per quanto riguarda la letteratura inglese, ho scelto una poesia di

Love’s philosophy

Bysshe Shelley in cui, come per Bécquer, viene espresso

questo desiderio, traslando questo gesto anche tra gli elementi della natura, al

punto che tutto sembra non avere più senso se il bacio non viene ricambiato.

In letteratura francese ho deciso di parlare di una famosa opera teatrale,

sempre romantica, di - 4 -

- 4 -

Il bacio

Edmond Rostand, Cyrano de Bergerac,

il in cui troviamo una definizione di

bacio, che è diventata quella per antonomasia e la preferita dagli innamorati

di tutti i tempi. Anche in questo caso il bacio è tanto sospirato e desiderato

dall’amante, che non lo otterrà mai.

Il bacio però non è un argomento trattato solo nel periodo romantico, infatti

troviamo un esempio di bacio anche nella letteratura del Novecento con

Umberto Saba . Nonostante le tante differenze con il Romanticismo, il bacio

provoca ancora le stesse forti emozioni come vediamo nella poesia intitolata

L’addio. Il tema principale è il bacio come massima espressione d’affetto in un

momento delicato e di grande pathos come il congedo tra due amanti.

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Il bacio

IL BACIO di Francesco Hayez

Il bacio di Francesco Hayez rappresenta un bacio d’addio tra due amanti. La

posizione dei corpi e delle mani fanno capire che ci troviamo davanti al

congedo tra due innamorati.

Le mani della ragazza poggiano delicatamente sul collo del suo amante mentre

la mano sulla faccia di lei, dà la sensazione che lui non voglia lasciarla andare.

La giovane ha il busto leggermente inclinato e lui è spostato verso di lei, questo

fa sembrare il bacio un gesto appassionato, travolgente e desiderato.

1859

olio su tela, 112 x 88 cm

Milano, Pinacoteca di Brera

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Il bacio

A prima vista il dipinto rappresenta due innamorati colti quasi furtivamente

dal pittore mentre si abbracciano e si scambiano un dolce segno di affetto.

Tuttavia, nel clima risorgimentale dell'epoca non si faticò a interpretare la

scena in chiave politica, vedendola quindi come l'addio di un giovane patriota

all'amata, costretto alla fuga dal dovere e dall'impegno in favore di una giusta

causa. Sebbene amorevolmente chino sull'innamorata, il giovane patriota non

riesce a nascondere l'ansia di partire, testimoniata dal piede già sullo scalino

mentre la fanciulla, di nobile rango, si stringe a lui con forza temendo quasi di

lasciarlo andare. L'opera ottenne grande successo e fama anche a livello

popolare. A ciò contribuì forse il senso di mistero che avvolge i due giovani

innamorati, dei quali non si conosce la storia, ma di cui si intuiscono e si

condividono le pene amorose.

In questo quadro il pittore riunisce le principali caratteristiche del

romanticismo italiano, cioè un’assoluta attenzione verso i concetti di

naturalezza e sentimento, ma soprattutto verso gli ideali risorgimentali. La

coppia immortalata in un appassionato bacio potrebbe essere un’allusione

letteraria a Romeo e Giulietta di Shakespeare o a Renzo e Lucia di Manzoni,

ed è sicuramente un’icona della neonata nazione italiana. In questo soggetto

Hayez riesce ad unire sia l’amore individuale sia il concetto di amore per la

patria.

Ciò che colpisce l’osservatore è la grande sensualità che scaturisce dall’abbraccio

dei due amanti in cui i corpi dei due giovani sono inclinati e complementari

l’uno con l’altro. La scelta di Hayez di celare i volti conferisce importanza

all’azione e le ombre che si possono scorgere dietro al muro, indicano un

eventuale pericolo. Il reale significato storico della tela si può cogliere

attraverso i colori delle vesti che simboleggiano le bandiere italiana e francese:

il bianco del vestito, il rosso della calzamaglia, il verde del cappello e del

risvolto del mantello, infine, l'azzurro dell'abito della donna, rappresentano

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Il bacio

l’alleanza avvenuta tra l’Italia e la Francia, negli accordi di Plombierès, e la

nascita della nostra Nazione. Il bacio venne presentato infatti all’Esposizione di

Brera del 1859, a soli tre mesi dall’ingresso di Vittorio Emanuele II e

Napoleone III a Milano.

L’intera scena, ad osservare gli abiti e l’architettura, si svolge in

un’ambientazione medioevale, ma in realtà è del tutto immersa nel presente a

causa del significato e del soggetto iconografico del tutto nuovo.

Il pittore ha applicato in modo rigoroso le regole della prospettiva geometrica.

Lo schema compositivo si basa su precisi calcoli proporzionali che hanno lo

scopo di concentrare l’attenzione sulla coppia di amanti che spicca sullo sfondo

grazie ai contorni ben disegnati e alle qualità cromatiche degli abiti indossati.

Sebbene pienamente romantico nel tema, per accuratezza esecutiva ed

equilibrio formale il dipinto può essere ricondotto nell'ambito della tradizione

pittorica neoclassica. La provenienza veneta di Hayez si riscontra negli effetti

cromatici particolarmente calibrati. L’abito celeste della donna si armonizza

splendidamente con il bruno-rossiccio del mantello e le note rosso-mattone

della calzamaglia portata dall'amato. Lo sfondo neutro si contrappone ai

colori, così come, a un altro livello interpretativo, il freddo della pietra esalta

per contrasto il "caldo" amore dei due giovani. Una luce vivida proviene da

sinistra e gli effetti di chiaroscuro sui capelli e sulla veste della donna mettono

in risalto il tessuto prezioso e il taglio raffinato corrispondente alla moda del

tempo.

Esistono 4 versioni di quest’opera realizzate dal maestro; la prima versione è

quella conservata alla Pinacoteca di Brera, due appartengono a collezioni

private di cui una più piccola fu donata dal pittore a Carolina Zucchi, sua

modella ed amante, e conservata oggi a Torino. La quarta, in cui la donna ha

l’abito bianco invece di celeste, è stata venduta all’asta da Sotheby’s a Londra.

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Il bacio

FRANCESCO HAYEZ Autoritratto a 69 anni

Francesco Hayez nasce a Venezia nel 1791, ultimo di cinque figli da una famiglia povera che,

ben presto, lo affida allo zio, armatore e mercante d’arte di origine genovese. In questo

ambiente Hayez si accosta alla pittura. Anche se la sua formazione è di tipo tradizionale sulla

scia del neoclassicismo, nel 1806 studia alla Nuova Accademia di Belle Arti ed è anche il

protetto di Antonio Canova, Hayez è il maggiore esponente del romanticismo italiano.

Le sue prime opere seguono un’orma classicista e purista.

Rossi prigioniero degli Scaligeri

Trasferitosi a Milano, il quadro del 1820 Pietro presentato

con successo all’esposizione dell’Accademia di Brera, diventa il manifesto del romanticismo

storico. Tutti i capolavori di questo periodo sono dedicati a temi storici che alludono, in realtà,

a fatti e aspirazioni del Risorgimento, in una dimensione sentimentale e passionale. Seguendo

sempre il suo rigoroso ideale formale, Hayez affronta alcuni soggetti amorosi o patetico-

L’ultimo bacio di Giulietta e

religiosi, criticati per l’esplicita sensualità a cui alludevano come

Romeo del 1823. Grazie ai buoni rapporti instaurati con il governo austriaco, nel 1837 Hayez

Allegoria dell’ordine politico di Ferdinando I

realizza a Palazzo reale il grande affresco

d’Austria distrutto dai bombardamenti nel 1943.

Amico di personaggi quali Manzoni, Rossini, ci ha lasciato di loro e di grandi famiglie lombarde

un gran numero di ritratti caratterizzati da un misurato equilibrio e un aristocratico decoro

che tengono sotto controllo le emozioni e la psicologia del soggetto.

Il Bacio

Dal 1850 insegna all’Accademia di Brera e nel 1859 presenta all’esposizione allestita

a Brera per l’ingresso di Vittorio Emanuele II e Napoleone III a Milano, il suo quadro forse più

famoso e popolare, simbolo del risorgimento italiano. La precoce delusione risorgimentale si

tradurrà in un abbandono sempre più decisivo della pittura storica educativa e celebrativa.

Muore a Milano il 21 dicembre 1882 all’età di 91 anni.

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Il bacio

RIMA XXIII de Gustavo Adolfo Bécquer

Rima XXIII de Gustavo Adolfo Becquér es el primero ejemplo de beso deseado

pero nunca recibido.

El poeta expresa en pocas líneas este deseo tan fuerte en un clímax desde una

mirada hasta el beso que se convierte en el acto más alto que puede obtener el

autor, tanto que es algo indecible y tampoco él sabe qué daría por aquel beso.

RIMA XXIII

(de Rimas 1859)

Por una mirada, un mundo;

por una sonrisa, un cielo;

por un beso... yo no sé

qué te diera por un beso. - 10 -

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Il bacio

Esta poesía se encuentra en las Rimas recogidas en “El libro de los gorriones”

publicado después de la muerte de Becquér. Es dividido en cuatro grupos:

rimas sobre la poesía, sobre el amor, sobre el desengaño y sobre el dolor y la

angustia. Pertenece al grupo de poesía sobre el amor, un amor idealizado y

esperanzoso, un amor que hace sufrir.

La poesía de Becquér es íntima, confidencial y subjetiva. Escribe poesías densas

porque en poquísimas líneas expresa conceptos muy profundos.

La Rima XXIII muestra las características del estilo de Becquér cuya aparente

sencillez esconde una cuidada elaboración; en cuatro líneas y en forma muy

dulce expresa algo indecible. Expresa el deseo de ser correspondido en su amor

y la enumeración de los términos implica en cada gesto más amor que el

anterior. Surgen sentimientos de ilusíon, deseo e imaginación y se percibe una

fuerza muy profunda desde el poeta como si no encuentra las palabras para

expresar ese deseo tan grande que se convierte en algo casi inexplicable. Los

elementos de la naturaleza como el mundo y el cielo representan estos

sentimientos de inmensidad y grandeza.

El poema consta de cuatro versos octosílabos con rima asonante en los pares.

Es estructurado en gradación ascendente, desde una mirada hasta el beso que

no tiene palabras para ser expresado, e hipérboles que intensifican ese deseo

amoroso. Becquér imposta la poesía sobre anáforas (Por) y paralelísmos que se

rompe en la mitad del tercer verso con una epanalepsis. En el último verso

utiliza un subjuntivo imperfecto en lugar del condicional (daría), el uso del

subjuntivo es una forma más poética y que hoy en día casi ha caído en desuso.

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Il bacio

GUSTAVO ADOLFO BĒCQUER

Becquér es considerado por los críticos el más alto creador lírico del Romanticismo español.

Gustavo Adolfo Domingues de Bastida Becquér nació en Sevilla en 1836 de una familia de

origen flamenco. Su padre, el pintor José Becquér, murió cuando el poeta tenía cinco años y

su madre, doña Joaquina de la Bastida y Vargas murió en 1847. Huerfano, fue recogido por

su madrina Manuela Monchay, en cuya casa se educó gracias a su rica biblioteca.

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