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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: Tutta un'altra luce
Autore: Luca Da lio
Descrizione: l'elaborato offre un percorso che affronta le varie tappe del pensiero scientifico relativamente all'evoluzione delle teorie sulla luce (corpuscolare, ondulatoria, quantistica)
Materie trattate: fisica
Area: scientifica
Sommario: Da sempre l'uomo ha cercato di comprendere la natura della luce e, con il passare del tempo, numerose osservazioni hanno contribuito ad ampliare notevolmente le conoscenze possedute in questo campo. A seconda delle epoche e del livello di conoscenza, le opinioni sulla natura della luce oscillarono tra due concezioni: quella corpuscolare e quella ondulatoria. Nell'epoca di Newton si credeva che il modello più utile per la ricerca fosse quello corpuscolare, ma, sul finire del "700, nuovi esperimenti portarono alla concezione ondulatoria. Quando poi, nella prima metà del XIX secolo, si dimostrò che le onde luminose sono trasversali e non possono essere longitudinali, si determinò una crisi della ricerca fisica, perché questo fatto era in completo disaccordo con le concezioni meccanicistiche del tempo. Nella seconda metà del XIX secolo si scoprì che le onde luminose sono onde elettromagnetiche e le leggi dell'ottica vennero ricondotte ai princìpi fondamentali dell'elettromagnetismo. L'ottica diventava, inaspettatamente, una parte dell'elettrologia. Si pensò di essere giunti finalmente alla meta, ma alcuni esperimenti compiuti all'inizio del nostro secolo, con grande stupore degli scienziati, indicarono nuovamente l'esistenza di proprietà corpuscolari della luce, senza per questo permettere di rinunciare alla concezione ondulatoria. La fisica dovette affrontare una nuova crisi, superata almeno in parte dall'introduzione del concetto quantistico di fotone. Lo sviluppo dello studio della natura della luce illustra esemplarmente lo spirito che anima la scienza nella sua indagine dei fenomeni fisici e l'evoluzione delle teorie fisiche: esse si contrappongono fra loro, vengono confutate e modificate per poi confluire sorprendentemente in una concezione unitaria all'interno della quale si superano le divergenze precedenti in seno a una nuova lettura del fenomeno.
INDICE 4
Prefazione 5
Newton: la propagazione corpuscolare della luce 5
La propagazione rettilinea 5
La riflessione 6
La rifrazione 7
Huygens: la teoria ondulatoria della luce 7
La riflessione e la rifrazione 9
La misura della velocità della luce 9
Misure nel vuoto 11
Misure nella materia 12
La diffrazione conferma la teoria ondulatoria 12
Diffrazione da una fenditura 14
Diffrazione da una doppia fenditura 15
Diffrazione da un reticolo 17
La luce è un’onda trasversale: la polarizzazione 18
Luce polarizzata mediante riflessione su un corpo trasparente 20
Nella concezione ondulatoria sussistono contraddizioni 21
I fotoni 21
Effetto fotoelettrico 24
I raggi X 25
Quantità di moto del fotone 25
Effetto Compton 27
Fotoni e onde luminose 29
Bibliografia 3
PREFAZIONE
Da sempre l’uomo ha cercato di comprendere la natura della luce e, con il passare del tempo, numerose
osservazioni hanno contribuito ad ampliare notevolmente le conoscenze possedute in questo campo. A
seconda delle epoche e del livello di conoscenza, le opinioni sulla natura della luce oscillarono tra due
concezioni: quella corpuscolare e quella ondulatoria.
Nell’epoca di Newton si credeva che il modello più utile per la ricerca fosse quello corpuscolare, ma, sul
finire del ‘700, nuovi esperimenti portarono alla concezione ondulatoria. Quando poi, nella prima metà del
XIX secolo, si dimostrò che le onde luminose sono trasversali e non possono essere longitudinali, si
determinò una crisi della ricerca fisica, perché questo fatto era in completo disaccordo con le concezioni
meccanicistiche del tempo.
Nella seconda metà del XIX secolo si scoprì che le onde luminose sono onde elettromagnetiche e le leggi
dell’ottica vennero ricondotte ai princìpi fondamentali dell’elettromagnetismo. L’ottica diventava,
inaspettatamente, una parte dell’elettrologia. Si pensò di essere giunti finalmente alla meta, ma alcuni
esperimenti compiuti all’inizio del nostro secolo, con grande stupore degli scienziati, indicarono nuovamente
l’esistenza di proprietà corpuscolari della luce, senza per questo permettere di rinunciare alla concezione
ondulatoria. La fisica dovette affrontare una nuova crisi, superata almeno in parte dall’introduzione del
concetto quantistico di fotone.
Lo sviluppo dello studio della natura della luce illustra esemplarmente lo spirito che anima la scienza nella
sua indagine dei fenomeni fisici e l’evoluzione delle teorie fisiche: esse si contrappongono fra loro, vengono
confutate e modificate per poi confluire sorprendentemente in una concezione unitaria all’interno della quale
si superano le divergenze precedenti in seno a una nuova lettura del fenomeno. 4
NEWTON: LA TEORIA CORPUSCOLARE DELLA LUCE
Le leggi della riflessione e della rifrazione forniscono la direzione di propagazione dei raggi riflessi e rifratti
ma non ci dicono perché la luce viene riflessa e rifratta alla superficie dei corpi. La risposta a questa
domanda la può dare solo una vera e propria teoria sulla natura della luce.
Una prima formulazione teorica fu data da Newton nel 1572. Egli sosteneva che una sorgente di luce emana
un gran numero di piccolissime particelle che si propagano in linea retta con velocità costante attraverso lo
spazio e quando colpiscono la retina producono la sensazione di luminosità. Se un raggio formato da queste
particelle di luce cade sulla superficie liscia di un corpo trasparente, esse in parte vengono riflesse e in parte
penetrano nel corpo ove continuano a propagarsi.
La propagazione rettilinea
La propagazione rettilinea della luce costituiva indubbiamente il punto di forza dei sostenitori della teoria
corpuscolare della luce. Infatti questo fenomeno si spiegava immaginando che i corpuscoli luce procedessero
per inerzia in linea retta. D’altra parte la loro velocità straordinariamente elevata rendeva del tutto irrilevante
l’effetto attrattivo della terra che, altrimenti, avrebbe trasformato le traiettorie rettilinee in paraboliche.
La riflessione
Newton suppose che le particelle riflesse sulla superficie subissero
un urto elastico, in modo da poter facilmente determinare la
traiettoria di una particella incidente obliquamente. Scomponiamo il
vettore velocità v della particella incidente in due componenti, una
parallela e una perpendicolare alla superficie del corpo. Poiché la
massa della particella di luce è molto più piccola della massa degli
atomi, la componente normale della velocità si inverte, come avviene
per una palla di gomma che cade sul terreno. La componente
parallela non viene invece alterata durante l’urto elastico. Se
sommiamo nuovamente le due componenti, dopo l’urto, otteniamo il Figura 1 L'interpretazione della
vettore velocità v’ della particella riflessa. Come si vede, la particella legge della riflessione secondo il
di luce si propaga esattamente secondo la legge della riflessione. modello corpuscolare
Tuttavia la teoria nella sua forma più semplice, non rende conto, ad
esempio, del motivo per cui la luce si riflette solo in parte su una
superficie trasparente del fatto che l’intensità del raggio riflesso
dipende dall’angolo di incidenza. Newton ammise che i corpuscoli
di luce avessero un’”attitudine” a riflettersi e, in particolare per la
riflessione su uno specchio, ammise che avvenissero mediante una
sequenza di interazioni tra corpuscoli e strati superficiali dello
specchio (fig.2).
Anche la riflessione totale si può interpretare bene con il modello Figura 2 Il meccanismo della
corpuscolare di Newton. Infatti se una particella di luce si muove riflessione: G indica il raggio
all’interno di un corpo, in una direzione molto inclinata rispetto alla incidente, g quello riflesso; Hh, Pp, Qq
superficie - cioè con un angolo d’incidenza molto grande - allora la definiscono piani ideali del mezzo
componente perpendicolare alla superficie è piccola. Possiamo dire materiale entro il quale si produce il
che le particelle di luce non raggiungono la “velocità di fuga” e progressivo incurvamento del raggio
quindi vengono nuovamente riportate all’interno del corpo dalle con conseguente riflessione
forze attrattive. 5
La rifrazione
Secondo la teoria di Newton le particelle che penetrano nei corpi
subiscono un’attrazione: essa proviene dai singoli atomi e agisce
solo a breve distanza. Appena una particella di luce, entrando nel
corpo, ne varca la superficie, viene afferrata dalla forza e attirata
all’interno. Quindi la componente verticale della velocità cresce,
mentre la componente parallela rimane invariata. Quando la
particella di luce si trova dentro al corpo le forze attrattive agiscono
da tutte le parti e si equilibrano reciprocamente: perciò nel corpo la
particella si muove senza accelerare, ma con velocità maggiore che
nel vuoto. Indichiamo con v la velocità della luce nel vuoto e con v
m
la velocità delle particelle di luce in un certo corpo; v
parallela
rappresenti inoltre la componente della velocità parallela alla
superficie del corpo. Allora per l’indice di rifrazione otteniamo il
seguente valore: Figura 3 L'interpretazione della
legge della rifrazione secondo il
v
α
sin v v modello corpuscolare
parallela
n = = ⋅ =
m m
2,1 β
sin v v v
parallela
Esso è indipendente dall’angolo di incidenza ed esprime il rapporto tra la velocità delle particelle di luce nel
mezzo e quella, più piccola, nel vuoto.
Anche altri fenomeni vengono descritti correttamente con la
teoria corpuscolare. Così per esempio la diminuzione
dell’illuminamento dovuto a una sorgente “puntiforme”
proporzionalmente al quadrato della distanza viene spiegata
facilmente. Infatti le particelle di luce si propagano in tutte le
direzioni e quindi se la distanza dalla sorgente è doppia,
l’estensione coperta dal fascio di particelle sarà quadrupla.
Poiché l’illuminamento rappresenta il numero di particelle di
luce che, per secondo, incidono su un metro quadrato disposto
perpendicolarmente alla direzione propagazione dei raggi, è
chiaro che l’illuminamento diventa un quarto di quello iniziale
quando si raddoppia la distanza. Figura 4 Per una sorgente puntiforme
l’intensità di illuminazione diminuisce con
il quadrato della distanza
Malgrado questi buoni risultati la teoria corpuscolare incontrò grandi difficoltà. Non era in grado di spiegare
come raggi della stessa intensità potessero attraversarsi l’un l’altro senza disturbarsi. Neppure poteva
spiegare perché la luce alla superficie di un corpo in parte si rifletteva ed in parte si rifrangeva, cioè perché le
particelle di luce, giunte sulla superficie, in parte venivano attratte verso l’interno ed in parte venivano
respinte. 6
HUYGENS: LA TEORIA ONDULATORIA DELLA LUCE
Il fisico olandese Christian Huygens vide la possibilità di spiegare mediante
una teoria ondulatoria il fatto che i raggi luminosi potevano attraversarsi senza
subire modifiche e la loro parziale riflessione sulla superficie di un corpo
trasparente. Nel 1678 egli formulò una nuova teoria della luce che dodici anni
dopo pubblicava nel suo famoso Trattato sulla luce.
Huygens fece l’ipotesi che tutto lo spazio - anche il vuoto e l’interno dei corpi -
fosse pieno di un fluido particolare detto “etere Ogni punto di una
luminifero”.
sorgente di luce fa nascere nell’etere un’onda sferica. Queste onde si
propagano e si sovrappongono senza perturbarsi e, quando incidono sulla
retina dell’occhio, producono la sensazione luminosa. Quando un treno d’onde
incide sulla superficie di un corpo trasparente, la luce viene in parte riflessa e
in parte rifratta entro il corpo stesso ove continua a propagarsi.
I punti che vengono raggiunti da un’onda nello stesso tempo costituiscono una
“superficie d’onda”. Poiché tutti i punti di una superficie d’onda oscillano
nello stesso modo, cioè in sostanza come la sorgente che ha emesso l’onda,
Huygens suppose che essi fossero, a loro volta, centri di emissione di nuove
onde elementari che sovrapponendosi originano l’onda effettivamente Figura 5 Ogni punto della
osservabile. Questo modo di interpretare la propagazione di un’onda è molto fiamma di una candela
utile, applicabile a tutti i tipi di onde e viene chiamato Principio di Huygens. Si invia onde elementari che
può riassumere nel seguente modo: sovrapponendosi
formano l’onda luminosa
i punti che a un certo istante vengono raggiunti da un’ onda costituiscono una risultante
superficie d’onda. Ogni punto di una superficie d’onda può essere considerato
come sorgente di un’onda elementare. Dalla sovrapposizione di tutte queste
onde si origina l’onda osservabile.
La riflessione e la rifrazione
Con l’aiuto delle onde elementari Huygens riuscì a ricavare
facilmente le leggi della riflessione e della rifrazione. Tuttavia
dovette supporre che le onde si propaghino nella materia con
velocità inferiore rispetto al vuoto.
Infatti, supponiamo che un treno d’onde incida obliquamente sulla
superficie di un corpo trasparente: il fronte d’onda raggiunge il
corpo inizialmente nel punto A. Da qui inizia a propagarsi un’onda
elementare che nel vuoto procede con velocità c, mente nel mezzo
. Dopo un certo tempo i anche il punto B
procede con velocità c
m
del fronte d’onda avrà raggiunto il corpo. Allora da C inizierà a
propagarsi un’onda elementare. Nel frattempo l’onda elementare che Figura 6 Costruzione del raggio
era partita da A avrà raggiunto un raggio AD=ct nel vuoto e un riflesso e rifratto
t nel corpo. Naturalmente anche da ogni punto M della
raggio AE=c m
superficie del corpo, compreso fra A e C, nasce una corrispondente
onda elementare. La sovrapposizione di tutte queste onde elementari
genera i fronti d’onda CD e CE.
Il fronte d’onda CD procede nello spazio esterno con velocità c e
forma il raggio riflesso. Poiché la direzione di propagazione del
raggio è perpendicolare al fronte d’onda, l’angolo di incidenza si
α
trova nel vertice A del triangolo ACB, mentre l’angolo di riflessione
si trova nel vertice C del triangolo ACD. Inoltre, dato che i lati
α’
BC e AD hanno la stessa lunghezza ct, i due triangoli ACB e ACD