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Diritto economico - la marca e il brand menagment, il logo aziendale
Inglese - Coca Cola Company Marketing Strategies
INTRODUZIONE
L’analisi comportamentale del consumatore è diventata ormai uno strumento indispensabile ad ogni
area funzionale di marketing di un’azienda per mantenere e consolidare la loro posizione sul mercato.
I maggiori studiosi del marketing sostengono invece che lo studio del comportamento del
consumatore costituisca il punto di partenza per la definizione delle strategia di marketing. Ecco che
lo studio della psicologia comportamentale del consumatore entra a far parte di una serie di strumenti
di basilare importanza al servizio del marketing. E’ però prima necessario distinguere il marketing dal
servizio pubblicitario e dalla psicologia di comunicazione. L’applicazione della psicologia nel
piazzamento del proprio prodotto sul mercato è solamente uno dei tanti strumenti adottati dal
marketing strategico, specialmente nella pubblicità. Si consideri inoltre che il concetto generale di
marketing prevede che esso si occupi dello studio descrittivo del mercato e del rapporto che vi può
essere con un’azienda. Il fatto che nell’ultimo secolo si sia data maggiore importanza al cliente e che
quindi si siano andate a cercare strategie di vendita più efficienti mediante la psicologia, non significa
necessariamente che il marketing e il marketing strategico coincidano.
Lo scopo di questa tesina è quello di prendere in considerazione solamente gli ambiti del marketing
nella quale sono state applicati dei concetti di psicologia, in particolar modo attraverso la pubblicità.
Nella prima parte verranno brevemente introdotti il concetto di marketing e il motivo per cui è stato
necessario impiegare la psicologia nella sfera economica. Nella seconda e nella terza parte si entrerà
nel vivo dell’argomento e verranno distinti i due più comuni contesti del marketing strategico: il brand
managment e la pubblicità. A dimostrazione della veridicità di quanto detto, verrà studiato il caso
della Coca Cola Company e delle strategie di marketing da essa adottate, tra le quali i messaggi
subliminali. Infine verranno analizzati i danni a breve e a lungo termine che la pubblicità produce sulla
persona. 1
Parte 1- Breve introduzione al marketing
1.1 - IL CONCETTO DI MARKETING
Il significato primo attribuito al termine “marketing” venne dato da Philip Kotler, economista
americano riconosciuto come il maggior esperto al mondo nelle strategie di marketing.
Il marketing è un ramo dell’economia che si occupa dello studio descrittivo del mercato e dell’analisi
del rapporto che un’azienda intrattiene con esso al fine di far prevenire il proprio prodotto al
consumatore finale. Marketing significa letteralemente “piazzarre sul mercato” e dunque comprende
tutte le azioni aziendali riferibili al mercato destinate al piazzamento di prodotti, considerando come
finalità il maggior profitto e come causalità la possibilità di avere beni capaci di realizzare tale
operazione.
1.2 - PERCHÈ APPLICARE LA PSICOLOGIA AL MARKETING
Stando a quanto affermato da Kotler, oggigiorno il marketing è di fatti molto più diffuso e capillare di
un tempo: se le prime tecniche di marketing intervenivano solo dopo la fase di produzione, oggi
precedono il processo produttivo ed implicano una complessa serie di attività. Negli ultimi tempi il
marketing ha cominciato ad operare prevalentemente sui consumatori cercando di soddisfarli
pienamente anche attraverso uno studio approfondito basato sulla psicologia.
Già Kotler negli anni Settanta aveva avvertito che il mercato è fatto di persone che acquistano, e non
di semplici numeri e soggetti. Ecco dunque che il merketing non deve più essere quella scienza arida e
seriosa ma diventa un’affascinante disciplina centrata sul legame più forte che esiste tra persone.
L’acquisto non è solo un banale atto con cui ci si procura qualcosa di cui si ha bisogno, ma è un’azione
simbolica con cui ci si costruisce la propria immagine sociale e la propria relazione con gli altri.
Aver fatto un buon prodotto con un prezzo competitivo e avere una buona rete di vendite non basta
più per aver successo in un mercato saturo. Il cliente non compra una cosa perchè gli serve, ma perchè
soddisfa un insieme i suoi bisogni psicologici.
1.3 - I SOGGETTI DEL MARKETING
Un’azienda orientata sul mercato considera innanzittutto l’esterno, ovvero l’ambiente in cui essa è
collocata, e poi adegua a quest’ambiente la propria struttura. I soggetti con cui l’azienda entra in
rapporto e sui quali è in grado di influire, costituiscono il microambiente; le altre forze, quelle sulle
quali l’impresa non può incidere, formano il marcoambiente.
Il microambiente è costituito dunque da tutti i soggetti con cui l’azienda intrattiene uno specifico
rapporto e sono:
- Fornitori, tutti coloro dai quali l’azienda acquista i beni e i servizi di cui necessita;
- Intermediari di vendita, coloro attraverso i quali avviene la distribuzione del prodotto;
- Consulenti;
- Clienti, per un’azienda orientata al mercato i clienti costituiscono il punto di partenza di ogni scelta e
vanno identificati con precisione.
- Concorrenza : secondo Philip Kotler, la concorrenza andrebbe analizzata sotto due aspetti. Per prima
cosa occorre analizzare la concorrenza di prodotto per escogitare il modo adatto di far apparire la
propria merce migliore di quella dei concorrenti. Ma non è sufficiente, dato che l’azienda dovrebbe
esaminare anche la concorrenza sul piano dei desideri, perchè il prodotto che essa fornisce può essere 2
l’alternativa, per il consumatore, ad altri prodotti di altri settori produttivi;
- Sviluppo demografico, deve essere considerato perchè condiziona i comportamenti di un’azienda nel
processo di determinazione delle caratteristiche del proprio prodotto o servizio;
- Situazione economica, sono dati con i quali ogni azienda deve fare i conti nel proporre i prodotti;
- Sviluppo tecnologico : la costante innovazione tecnologica sta portando alla sostituzione di un gran
numero di prodotti in tempi sempre più brevi, modificando continuamente le abitudini dei consumatori,
costringendo le aziendi a sempre crescenti spese nella ricerca e nell’aggiornamento;
- Istituzioni politiche;
- Ambiente culturale e sociale. Parte 2 - Il brand managment
2.1 - L’IMPORTANZA DELLA MARCA
Il brand managment è l’attività svolta dall’azienda nella politica di marketing applicata ad uno
specifico prodotto. Un giusto brand management genera un aumento delle vendite, rendendo il
prodotto più allettante rispetto a quelli della concorrenza. Tutto ciò pone le sue fondamenta sulla
marca.
La marca, comunemente tradotta con il termine inglese brand, è un nome, un simbolo, un disegno o una
combinazione di questi elementi, con cui si identificano prodotti o servizi di uno o più venditori al fine di
differenziarli da altri offerti dalla concorrenza. Il brand può essere visto come una variabile che non
solo contiene gli aspetti distintivi di un’azienda ma anche la storia dell’impresa, l’esperienza maturata
dai consumatori verso la marca, il livello di notorietà e le aspettative degl’acquirenti. Ecco perchè
nell’ambiente del marketing si usa dire che la marca è nella testa dei consumatori
2.2 - IL LOGO AZIENDALE, UNICO ED INDISPENSABILE
Innanzitutto è necessario definire che il logo è un’illustrazione grafica con l’obiettivo di rappresentare
l’immagine che un’azienda intende dare di sè e del suo prodotto.
Un’azienda necessita di un logo per un fatto strettamente psicologico. Di fatti, le persone hanno la
naturale tendenza ad elaborare un’immagine nella propria mente in maniera più pronta di quanto
riescano a fare con le sole parole. Essendo un’immagine unica ed esclusiva, attirerà lo sguardo dei
consumatori in maniera naturale, senza forzarli.
2.3 - TIPOLOGIE DI LOGO
Nonostante le possibilità di design di un logo siano innumerevoli, tuttavia è possibile individuare tre
fondamentali categorie entro le quali possiamo ricondurre tutti i logo:
- il logo testuale;
- il logo simbolico (o icona);
- il logo illustrativo
Queste categorie possiedono sia vantaggi che svantaggi e, in ogni caso, la scelta di un tipo di logo da
parte dell’azienda andrà fatta in base al contesto in cui esso dovrà operare.
IL LOGO TESTUALE
Le parole nella loro forma più pura sono da considerarsi delle
vere e proprie immagini. I caratteri hanno le più diverse forme e 3
dimensioni e sono capaci di suscitare idee e impressioni diverse al pubblico. Un carattere pesante
trasmette potere e forza; un carattere calligrafico infonde eleganza e austerità; un carattere inclinato,
invece, suggerisce l’idea del movimento.
Il logo aziendale, può perfettamente essere il nome stesso dell’azienda. Sebbene i logo testuali siano
spesso i più semplici dal punto di vista grafico, tuttavia spesso risultano di difficile realizzazione perchè
il disegnatore ha a sua disposizione un numero limitato di strumenti visivi a cui far ricorso.
IL LOGO SIMBOLICO
I logo di tipo simbolico sono caratterizzati da una grafica semplice e stilizzata,
tale da rappresentare in maniera figurativa un particolare aspetto dell’azienda
o del prodotto ad esso associato. Un simbolo utilizza una o più immagini che
trasmettono una rappresentazione reale o astratta di una data attività, ma è
meno diretto di un testo e perciò si rende suscettibile a interpretazioni
diverse.
Benchè il logo simbolico sia di gran lunga il più diffuso, spesso è il tipo di logo di
più difficile realizzazione, proprio per gli aspetti “psicologici” di cui il disegnatore deve tener conto.
IL LOGO ILLUSTRATIVO
Il logo illustrativo è generalmente più complesso di un logo
iconico e sono rappresentazioni pittoriche di particolari
aspetti che caratterizzano l’azienda o il prodotto. I logo
illustrativi richiedono maggiori tempi di lavorazione da parte
del disegnatore e, qualunque modifica richiede il rifacimento
dell’intero design.
Dopo aver scelto la tipologia di logo bisogna tenere inoltre a mente che, per essere efficace, un logo
deve essere sempre e facilmente memorizzabile, unico e riconoscibile, in sintonia con l’immagine
aziendale e adatto a qualsiasi supporto. Parte 3 - La pubblicità
Con il termine “pubblicità” si intende quella forma di comunicazione a pagamento, diffusa su iniziativa di
operatori economici attraverso mezzi quali la televisione, le radio, i giornali, le affissioni, la posta e
Internet , che tende in modo intenzionale e sistematico a influenzare gli atteggiamenti e le scelte
degli individui in relazione al consumo dei beni e all’utilizzo di servizi.
La pubblicità non vuole solo portare il pubblico alla conoscenza del prodotto, ma intende vendere la
propria merce, richiamando l’attenzione su di essa per condizionare le scelte dei consumatori e
spingerli a desiderare di possedere proprio quell’articolo. Lo scopo subliminale del messaggio
pubblicitario consta nel creare nei consumatori uno status symbol, uno stereotipo di consumatore
soddisfatto e appagato dell’atto del consumo.
3.1 - NASCITA, STORIA ED EVOLUZIONE DELLA PUBBLICITÀ
Le origini della pubblicità risalgono a migliaia di anni fa. Uno dei primi metodi fu quello delle insegne, in
genere vistosi segni dipinti sulle pareti di edifici, di cui sono stati scoperti numerosi esempi nelle rovine
dell’antica Roma e di Pompei. 4
Nel Medioevo esistevano i cosìddetti banditori che, elogiando a parole un prodotto, davano luogo ad
una semplice ma efficace forma di pubblicità. La loro funzione era quella di leggere ad alta voce gli
avvisi al pubblico. Di questi banditori è rimasta una traccia fino a tempi recenti; in Italia, per esempio,
l’arrivo di una nuova merce al mercato veniva annunciata da banditori che richiamavano l’attenzione
con rullare di tamburo o squilli di trombetta.
La forma di pubblicità su carta apparve solo con l’invenzione della macchina da stampa. Il primo
marchio di fabbrica risale al XVI secolo, quando i commercianti e i membri delle corporazioni affissero